L’Autore vuole sviluppare una specifica dottrina della speranza, prospettare degli orizzonti d’attesa entro i quali inscrivere la vita personale, la vita politica e storica, insieme alla vita del cosmo.
Dalla quarta di copertina:
Quest'opera di Jürgen Moltmann non tratta della "soluzione finale" di tutte le questioni in chiave religiosa. Infatti il tema dell'escatologia cristiana non è "la fine", ma la nuova creazione di tutte le cose. L'escatologia cristiana segue in tutte le dimensioni personali, storiche e cosmiche questo modello cristologico: alla fine - l'inizio. Ciò che a Jürgen Moltmann interessa è sviluppare una specifica dottrina della speranza, prospettare quindi degli orizzonti d'attesa entro i quali inscrivere la vita personale, la vita politica e storica, insieme alla vita del cosmo. Le domande a cui pertanto intende rispondere questa densa e incisiva trattazione sono le seguenti: in che cosa consiste la speranza e quale incidenza essa ha sulla vita eterna, sul Regno di Dio, sui cieli nuovi e sulla terra nuova? in che cosa consiste e come incide, questa speranza, sulla stessa gloria di Dio?
Con questo volume Jürgen Moltmann continua la serie dei suoi Contributi sistematici di teologia.
In questo nuovo studio, Gerald O'Collins indaga in maniera ampia e approfondita quello che l'Antico e il Nuovo Testamento pensano della salvezza degli "altri popoli" di Dio. O'Collins esplora la testimonianza biblica alla portata universale dell'amore e dell'offerta di salvezza di Dio. Si tratta di un tema forte e persistente nei libri della Bibbia, anche se questi ultimi contengono pure numerosi passi che formulano una concezione negativa degli "altri". Concludono la vasta analisi, nuova nella sua impostazione, tre capitoli sistematici sul ruolo di Gesù per la salvezza del mondo intero. Salvezza per tutti completa un altro recente libro di O'Collins, "Gesù nostro redentore. La via cristiana alla salvezza" (Queriniana, Brescia 2009): il volume rende possibile e illumina il dialogo fra le fedi esaminando alla luce delle Scritture la situazione religiosa degli "altri popoli" di Dio.
La sofferenza e Dio.
Contributi, fra gli altri, di Josè Oscar Beozzo, Maria Clara BInggermer, Andrè Birmelè, Andrès Torres Queruga, David Tracy, Joao Vila-Cha
Questo libro è dedicato soprattutto a coloro che soffrono e che si interrogano sul senso della loro sofferenza. Ma chiunque segua Gesù nel cammino della fede deve cercare una risposta al perché del dolore, a fronte del credo professato in un Dio buono e onnipotente. Per scoprire che, nella croce e nella risurrezione di Gesù, il problema appare in una nuova luce.
Dalla quarta di copertina:
Perché tutto il dolore umano? Per gli uni la sofferenza è la «rocca dell’ateismo» e la principale obiezione contro la fede in Dio. Per gli altri la sofferenza umana si può sopportare con dignità solo se Dio si fa garante che il dolore non è l’ultima parola sulla vita degli esseri umani.
«Gesù è spirato gridando: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Chiunque segua Gesù nella fede non può esimersi dall’affrontare questo interrogativo del suo Signore morente; anzi, deve cercare una risposta al perché del dolore, a fronte della fede in un Dio buono e onnipotente» (Gisbert Greshake).
Recensioni:
Un libro scritto bene e che fa bene questo di Greshake.
G. Segalla, in Studia Patavina 55 (1-2008) p. 305
Un particolare colpisce il lettore del libro di Gisbert Greshake, "Perché l'amore di Dio ci lascia soffrire?" è quello relativo al giorno in cui l'autore ha firmato la prefazione e che - ecco il particolare denso di significato - è coinciso con la festa della «Esaltazione della Croce». Infatti, l'interrogativo potente e terribile riguardante la presenza del male e del dolore nel mondo, che da sempre tormenta la mente e il cuore degli uomini, non può trovare risposta se non nella passione e morte di Cristo. Ciò non significa che l'uomo possa o debba smettere di affaticarsi intorno a esso, ma sarà ben difficile che, senza un chiaro riferimento alla fede in Gesù morto e risorto, sia possibile trovare una via d'uscita dall'angosciante questione che già fece fremere la straordinaria intelligenza di Sant'Agostino. A questo riguardo non casualmente, lo stesso Greshake, noto teologo con un significativo passato di docente nelle Università di Vienna e di Friburgo, così chiarisce il senso del suo lavoro: «La seguente riflessione teologica, perciò, si sforza di conseguire un ragionamento concludente e una concatenazione stringente nell'argomentare, ma può trovare la sua dimostrazione soltanto nella prassi di fede, speranza e carità». Guardando al Signore, il cristiano inquadra l'esperienza del dolore in un contesto nuovo che fa perdere a essa l'insensatezza e l'inutilità che sembrano caratterizzarla: la sofferenza di Cristo, vissuta per e con amore, diventa il paradigma e la prefigurazione di ogni umano patire che non rimane confinato in una insignificante sterilità, ma si apre alla speranza: «Soltanto chi ama - scrive l'autore - è in grado di sopportare la sofferenza, di integrarla, di superarla... La sofferenza e il superare la sofferenza soffrendo sono quindi la via concreta dell'amore di quel Dio la cui onnipotenza non opprime la creatura, ma la colloca nell'autonomia e nella libertà per vivere l'amore». Muovendosi entro queste coordinate, Greshake, nella seconda parte del libro, dedica un'intensa riflessione alla drammatica esperienza dei limiti della vita, quella che tocca in particolare i malati cronici, i disabili, gli infermi, i moribondi. Anche in questo caso, la fede cristiana autorizza la speranza, come insegna San Paolo nella Seconda Lettera ai Corinzi: «Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi; portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo».
M. Schoepflin, in Avvenire del 06/09/2008
L'autore traccia in questo suo denso libro, in forma sistematica e comprensibile a tutti, un panorama del male in teologia.
Il problema della teodicea esposto e affrontato con rigore e completezza. Una trattazione completa di uno dei problemi più ardui della filosofia e della teologia.
Studio di ampio respiro, dove l'Autore, sollecitato dalla sfida ecologica, affronta il problema del conoscere la natura a partire da Dio, cercando di individuare quale nuovo atteggiamento mentale e pratico assumere nei confronti della natura, se è vista come creazione di Dio.
Dalla quarta di copertina:
Con questa opera Jürgen Moltmann fa un secondo passo sulla via dei 'Contributi sistematici di teologia'. Dopo la 'Dottrina su Dio', elaborata in Trinità e Regno di Dio, si espone qui una 'Dottrina ecologica della creazione'. Se, secondo l'antica impostazione, il problema della creazione era il problema di come conoscere Dio a partire dalla creazione, ora, secondo la nuova impostazione sollecitata dalla sfida ecologica, il problema è quello di conoscere la natura a partire da Dio: quale nuovo atteggiamento mentale e pratico assumere nei confronti della natura, se è vista come creazione di Dio.
Studio di ampio respiro, dove l'autore pratica un metodo ecumenico, entrando in dialogo con teologi di confessioni diverse, anche di provenienza ebraica e, in vista di una ecumene secolare, anche con gli scienziati e con i tecnologi.
L'autore traccia un'analisi della secolarita caratterizzata adall'assenza di Dio.