Aminata, Yergalum, Shirin, tre donne emblematiche, protagoniste di esodi tragici ed eroici, dal Burkina Faso, dall'Etiopia e dall'Iran, alla ricerca di dignità, futuro per i figli, libertà. La tratta degli esseri umani, le mutilazioni genitali, le violenze sessuali e psicologiche, le discriminazioni, gli abusi sui minori, il femminicidio, i delitti d'onore. Temi che rimbalzano quotidianamente dai giornali e nel dibattito politico. Ma solo quando dietro a questi titoli si svelano volti, sguardi, nomi che diventano vite narrate, raccolte con delicatezza e offerte nella loro disarmante autenticità, si crea l'empatia, la pietas e la solidarietà. E si decide di combattere per loro, con loro.
Le vicende di una famiglia italiana, dagli inizi del 1900 fino ai nostri giorni. Gli eventi storici e i fenomeni sociali sono soltanto accennati, e riferiti ai personaggi che si alternano sulla scena del romanzo, da Napoli a Roma, in un arco di tempo lungo, ma descritto con un'analisi sintetica sempre centrata sui sentimenti e sulle tematiche affettive: amore, gelosia, tradimento, passione... ricerca della felicità, e anche delle soddisfazioni connesse a un lavoro intenso e proficuo. Il protagonista maschile, perno del racconto, è affiancato da vari personaggi femminili altrettanto importanti per l'evoluzione della storia: la madre, la zia, la moglie, la figlia, l'amante, le nipoti... hanno tutte un grosso rilievo, con le loro scelte, gli affetti, l'esperienza del dolore, il vissuto. Il nucleo di questo romanzo breve, il messaggio o l'interrogativo rivolto al lettore, consiste nell'attenzione all'amore, inteso come richiamo perenne, alla imperfezione dell'amore stesso, alla difficoltà per una piena realizzazione di una comunicazione appagante.
Timidus, soldato romano di epoca traiana, si addormenta al posto di guardia del Colosseo. Al suo risveglio scopre sbalordito di trovarsi in una Roma del tutto diversa, estranea ed ostile. Le sue avventure nella modernità s'intrecciano con le vicende di un commissario di polizia alle prese con una sindrome psicosomatica per inidoneità lavorativa. Il tragicomico tentativo dell'eroe di definire la propria identità nel mondo contemporaneo si scontra con la presunzione e l'arroganza di opinionisti che si ingegnano maldestramente nel dissezionare la sua personalità.
"Sarò nonna" Questa consapevolezza ci gira nella testa, ci distrae dal lavoro, ci prende addirittura alla gola. Solo ieri abbiamo avuto la notizia destinata a cambiare la nostra vita e già ci sentiamo diverse, ci vediamo diverse, siamo certe che gli altri ci vedano diverse. Abituate a programmare gli impegni futuri come a suo tempo programmammo le nostre gravidanze (marito, lavoro, casa, tutto doveva essere perfetto prima di intraprendere ben attrezzate la nuova avventura), ci troviamo di fronte a una cosa sulla quale non abbiamo potuto esercitare nessun tipo di influenza: la decisione di nostro figlio/a di mettere al mondo un bambino. Ancora attivamente inserite nel mondo del lavoro e nella vita sociale, siamo costrette a confrontarci con uno status che proviene dal di fuori e che porta con sé un irreparabile profumo di capelli bianchi, copertine all'uncinetto, torte in caldo nel forno, un profumo in tutto e per tutto da nonne. Nonne noi? Nonne sono le altre, quelle che non vanno in palestra, che non portano la taglia 42, che non programmano safari, vacanze in barca, voli in mongolfiera. Nonna era nostra nonna! Cominciamo quindi a tentare di inventare, come sempre abbiamo fatto, un nuovo modo di affrontare le cose. Saremo nonne, questo non possiamo evitarlo e in fondo già non vediamo l'ora, ma saremo nonne a modo nostro."
Il commissario Antonio Mezzasalma della mobile di Saronno si sposa con Alessandra Naldi, antropologa forense di Milano. Insieme si recano a Cefalo per trascorrere le ferie matrimoniali e qui ritrovano l'amicizia di Angelo Ardizzone, ex poliziotto istruttore di tiro che dopo un debilitante ictus rimane paralizzato alle gambe, ma non per questo meno vitale e combattivo. Solo pochi giorni di vacanza e di spensieratezza per i coniugi Mezzasalma, perché viene trovata morta con un sacchetto di plastica intorno alla testa una bella donna a Saronno, proprietaria di alcuni centri benessere, mentre giorni dopo un omicidio efferato insanguina il borgo marinaro di Cefalo. Il commissario Mezzasalma vive il dramma del delitto, perché è stato assassinato il suo amico ex poliziotto Ardizzone. Inoltre prova il disagio poiché non è il titolare dell'inchiesta, seguita dal commissario Virzì. Tra i due inquirenti non corre buon sangue, tant'è che Mezzasalma pur d'indagare s'inventa un contesto paradossale da cui attingere informazioni per dipanare l'intreccio.
Karol Wojtyla da giovane diede vita insieme ad altri studenti al teatro rapsodico, rappresentato clandestinamente nelle cantine della Polonia occupata. Durante una delle recite una Voce intervenne nel suo monologo e il monologo divenne un dialogo che lo mise in crisi. E la crisi si trasformò in fede profonda e incrollabile. Gli eventi storici lo portarono poi lontano dagli amici e dal teatro. Studiò molto ma, nonostante la cultura acquisita, il suo modo di esprimersi rimase ancorato all'esperienza fatta nel teatro rapsodico. Un giorno quella Voce si espresse più forte che mai e gli disse: "Karol, ti ho scelto. Ora scegli tu il tuo nome." "Non ne sono degno, rispose Karol, io al massimo posso essere un cantore, un poeta, un rapsodo, ma..." "Ecco tu sarai il mio Rapsodo", rispose la Voce. "Va bene, disse Karol,..., se mi sbaglio mi corrigerete!" E così Giovanni Paolo II iniziò il suo viaggio incontrando milioni di persone, e tra quelle persone c'ero anch'io. Fin dalla prima volta che lo vidi pensai: "Ecco Karol, l'Artista di Dio".
La matematica è la forma di pensiero più odiata dagli italiani: i più la percepiscono come una tecnica avulsa dalla realtà, spauracchio ansiogeno durante il corso degli studi e sono felici di liberarsene appena possibile. Molti intellettuali non la riconoscono come parte integrante della cultura e in qualche caso si vantano addirittura di non capirne nulla. Insomma, anche secondo le statistiche, gli italiani sono spesso colpiti da una sorta di analfabetismo numerico di ritorno. I motivi di questa diffusa allergia intellettuale sono molti e complessi, primo tra tutti il modo in cui la matematica viene insegnata. Ma sarà poi vero che il problema è solo didattico? Le famiglie, la società, in che misura partecipano a questo sfacelo? Per cercare di avere qualche elemento in più per rispondere a questa domanda, abbiamo inviato un piccolo questionario ai bambini delle scuole elementari e medie scelte con criterio random tra varie città italiane. Lo scopo era quello di sondare l'immaginario dei ragazzi sulla matematica e per meglio collocare il loro rapporto emotivo con questa materia una domanda chiave era: vorresti fare il matematico da grande? Al questionario si poteva anche accludere un disegno, elemento molto rivelatore dei pensieri inconsci. Questo libro è la riflessione su tale esperienza. I ragazzi come al solito sono meravigliosi: ne vedremo delle belle!
Mentre si trovava in carcere, Gramsci tradusse 24 favole dei fratelli Grimm con l'intenzione di mandarle ai suoi nipoti, ma il regolamento carcerario glielo proibì. Raccolte in un volume, costituiscono ora un libro per tutti i bambini, ma anche per gli adulti che vogliano ritrovare nell'apparente semplicità di queste storie, che da secoli ci aiutano a crescere, la strada per districarsi in questo mondo, oggi più che mai "grande e terribile", come ebbe a definirlo proprio Gramsci. Età di lettura: da 7 anni.
Guy Van Stratten è soltanto un piccolo delinquente impegnato nel trasporto di merce di contrabbando. Durante uno scalo nel porto di Napoli si imbatte in un uomo che pochi istanti prima qualcuno ha ferito con un coltello. Prima di morire Bracco, questo è il suo nome, vuole regalare allo sconosciuto che cerca di soccorrerlo due nomi che potrebbero, dice, fare la sua fortuna: il primo è Gregory Arkadin, mentre l'altro, un nome di donna, risulta incomprensibile. Ma chi è Gregory Arkadin? Di lui si conoscono l'immensa ricchezza, le feste sontuose che organizza e la soggezione che incute il suo grande potere. Il suo volto è tuttavia sconosciuto e anche dell'origine della sua fortuna non si sa nulla. Van Stratten si mette sulle sue tracce cercando di fare breccia nel cuore della figlia Raina, ma a quel punto è lo stesso Arkadin a offrire all'avventuriero, forse soltanto per allontanarlo dalla ragazza, una missione che mai si sarebbe aspettato: svelargli il suo passato, ignoto perfino a lui. Per aiutarlo gli fornisce alcuni indizi da cui partire, ma forse la chiave di volta del mistero è proprio quel nome che le labbra di un moribondo non hanno saputo scandire.
Uno scoglio, una sirena e l'oceano tutto intorno. In questa essenziale ma coloratissima ambientazione, che si popola via via di piacevoli intrusi, rapidissime e fulminanti vignette fanno sorridere mentre fanno riflettere. Nel suo dorato isolamento, su uno scoglio che è insieme casa, osservatorio, rifugio, prigione, amico e nemico, la sirenetta Aletonga osserva e commenta tutti i fatti che la colpiscono o la incuriosiscono. Mentre ci fa partecipi delle sue disavventure, incappa nelle tragedie di una vita da lei così lontana e così vicina, mettendo alla berlina le tante incoerenze del nostro tempo e facendoci sospettare che una fuga esotica, forse perfino romantica, non serve a nulla se prima non riusciamo a sfuggire alle nostre paranoie quotidiane.