Un percorso di esegesi scientifico e approfondito, ma tuttavia ben comprensibile per ogni tipo di lettore sul tema del silenzio di Dio. Per l'Antico Testamento l'analisi ha affrontato la crisi del profeta Elia sul monte Oreb, dove Dio gli si presenta come «voce di silenzio che si frantuma» (1Re 19); la crisi nel Salmo 88, l'unico salmo in cui l'orante, alla fine, non trova alcuna risposta da Dio; infine la crisi del Servo sofferente, chiamato ad offrire la sua vita, la sua sofferenza e la sua morte (Is 53). Per il Nuovo Testamento è stata presa in esame la morte in croce di Gesù nel secondo vangelo: Gesù, che prova paura e angoscia, rimane comunque fedele a Dio, il quale, per amore e rispetto dell'uomo, non interviene, accettando persino la morte del Figlio amato.
Il volume I VOLTI DI DIO tratta questo tema nell'Antico e nel Nuovo Testamento, articolandosi in quattro momenti: 1. Mostrati, Dio! - «Mosè, tu non potrai vedere il mio volto» (Es 33,20) del prof. Jean-Louis Ska, professore emerito di Antico Testamento presso il "Pontificio Istituto Biblico" - Roma; 2. Giona, il profeta adirato con Dio - «Perché non dovrei avere pietà dei malvagi convertiti?» (Gn 4,11) della prof.ssa Ombretta Pettigiani, professoressa di Antico Testamento presso l'"Istituto Teologico" - Assisi; 3. Gesù specchio di Dio - «Chi vede me vede il Padre» (Gv 14,9) del prof. Davide Arcangeli, professore di Nuovo Testamento presso l'ISSR "Alberto Marvelli"- Rimini; 4. Il Dio dei giovani - Contro? Semplicemente indifferenti? del prof. Ivo Seghedoni, professore di Teologia Pastorale Fondamentale e Catechetica Fondamentale presso l'ISSR "B. Contardo Ferrini" - Modena. Questo percorso riesce a fornire - attraverso un lavoro di esegesi scientifico, approfondito, e tuttavia ben comprensibile per ogni tipo di lettore - un quadro di come sia affrontato nella Bibbia il tema de I volti di Dio. Per l'Antico Testamento l'analisi affronta innanzi tutto l'incontro che Mosè ha col volto di Dio nel libro dell'Esodo (volto che Mosè non può vedere!). Poi ci mostra con quale volti di Dio il profeta Giona si deve rapportare. Per il Nuovo Testamento è presa in esame quale immagine di Dio si riflette in Gesù, in particolare nella cristologia giovannea, col suo aspetto affascinante e fortemente teocentrico. Infine, si analizza quale immagine di Dio hanno i giovani di oggi: essi sono contro Dio? Oppure sono soltanto disinteressati? Quale pastorale attuare per presentare un volto di Dio che li interessi e li convinca?
Il volume fornisce - attraverso un lavoro di esegesi scientifico e approfondito, e tuttavia ben comprensibile per ogni tipo di lettore - un quadro di come sia affrontato il problema e delle problematiche del racconto biblico. Per l'Antico Testamento l'analisi ha affrontato la storia di Giuseppe (Gen 37-50), il quale deve vivere tante situazioni anche molto dolorose. Alla fine Giuseppe loda Dio (che mai interviene direttamente nel racconto), perché grazie a tutto ciò che gli è accaduto egli può salvare la sua famiglia. Il libro di Giuditta inscena lo scontro tra due divinità: il Dio di Israele e il re Nabucodonosor, la cui adorazione è incompatibile con Dio. Alla fine, Israele ottiene la vittoria per mano di una donna, Giuditta, la quale - sola - si mostra saggia e timorata di Dio. Per il Nuovo Testamento si è visto che, all'inizio, viene proclamata la fede nella risurrezione del Cristo. I racconti nascono in seguito, per mostrare meglio il grande dono di fatto da Dio, con la evidenza che ogni evangelista sottolinea aspetti diversi, a seconda della propria visione teologica.
"Il popolo di Dio: comunione che risana e profezia che costruisce". Il libro tratta il tema del popolo di Dio nella Sacra scrittura dividendolo in tre moduli distinti composti ognuno da altrettanti saggi, per un totale di 9 relazioni: «Non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio dispersi» (Gv 11,52) - prof. Maurizio Marcheselli . Atti degli apostoli: un popolo di Dio capace di essere comunione e profezia" - Ermenegildo Manicardi . Isaia, Geremia ed Ezechiele come evangelizzatori - Marco Settembrini.
I cinque poemi che compongono il Libro delle Lamentazioni formano un'opera letteraria unitaria e, di conseguenza, i singoli poemi devono essere letti seguendo il filo che li unisce. Anche se è possibile che all'origine dei poemi non vi sia un solo autore e soprattutto che l'autore del capitolo 3 possa essere diverso dall'autore degli altri capitoli, l'opera, come ora si trova nel Canone biblico ebraico, presenta un marcato carattere unitario determinato dall'uso della medesima forma metrica (la qinah, "lamentazione"), dal linguaggio e dalla riflessione sul tema tragico della caduta di Gerusalemme. Lo stesso autore del terzo poema, che è in stretto contatto con la scuola di Isaia, potrebbe essere il curatore della redazione finale del libro. È comunque significativo che le questioni lasciate aperte nel Libro delle Lamentazioni abbiano trovato risposta nel Libro di Isaia, in particolare nei capitoli 40-54. Il Libro di Isaia, nella seconda parte, fornisce una risposta all'aspirazione alla sopravvivenza così evidente nel Libro delle Lamentazioni anche avvalendosi delle stesse formulazioni verbali. Molti rabbini e alcuni esegeti moderni hanno notato una somiglianza di linguaggio e di temi tra il Libro delle Lamentazioni e la parte del Libro di Isaia comunemente attribuita a un anonimo profeta dell'esilio, chiamato Deutero-Isaia, in particolare nell'invito «Consolate, consolate il popolo mio, dice il tuo Dio» (Is 40,1), ma quasi mai e solo in modo indiretto hanno sostenuto che ci sia un vero rapporto tra i due testi.
"Il Signore renda la donna che entra in casa
tua come Rachele e Lia, le due donne
che edificarono la casa di Israele".
"Con Rut, profeticamente ha inizio la nuova "Casa di Israele" dove anche le genti hanno posto. Considerate l'importanza della presenza di Rut nella genealogia di Gesù in Matteo 1! Sembra dunque che si voglia dire una rinnovata edificazione del Popolo di Dio in vista del re David e in vista del Messia".