È un'opera ardua da praticare per le difficoltà che il carcere impone. Ma un'amicizia con chi è "dentro" genera gratuità, l'essenza di Dio. Papa Francesco ce lo insegna: noi siamo "fuori" solo perché più fortunati nella vita.
“Nei momenti di grande cambiamento, è difficilissimo trovare gli equilibri di pace, che diano una prospettiva di lungo periodo. Questo è uno dei più veloci e grandi momenti di cambiamento della storia dell’umanità” (Prodi).
“La pace è dunque sempre “fare la pace”. La pace non è una situazione ma un’azione. Se non continuiamo a “fare la pace” inevitabilmente diamo lo spazio al conflitto. L’inerzia di chi non è attivo fautore di pace fa di lui un provocatore del conflitto” (Nicolini).
“La coerenza lucida del ragionamento di Romano Prodi pone inevitabilmente la domanda: “C’è speranza?”. Don Giovanni Nicolini accoglie la sfida, riprendendo un grande e trascurato tema del Concilio, la “Chiesa dei poveri e di poveri”.
Gesù ci ha detto che siamo nel mondo ma non del mondo e non ci ha ordinato di costruire il regno di Dio in terra. Tuttavia, qualche isola, nella quale sentire in anticipo il sapore del Regno, la si può scoprire e mettere a disposizione di chi è alla ricerca di qualcosa di solido per la propria vita. La Lettera a Diogneto, il testo del secondo secolo così caro a Giuseppe Lazzati, parla di paràdoxos politèia, di una cittadinanza paradossale, che invita a cercare una patria più sicura, ma nello stesso tempo non trascura il pellegrinaggio presente.”
Giuseppe Dossetti jr
"Il Signore renda la donna che entra in casa
tua come Rachele e Lia, le due donne
che edificarono la casa di Israele".
"Con Rut, profeticamente ha inizio la nuova "Casa di Israele" dove anche le genti hanno posto. Considerate l'importanza della presenza di Rut nella genealogia di Gesù in Matteo 1! Sembra dunque che si voglia dire una rinnovata edificazione del Popolo di Dio in vista del re David e in vista del Messia".
«Nella parabola del seminatore vi invito a cogliere la bellezza dell'immagine iniziale, quella del gesto ampio, temerario e scandaloso del seminatore. Un gesto contrario a una sana economia contadina, quasi un gesto pazzo. Un seme gettato dappertutto. Il sospetto di un inutile sperpero. È meraviglioso che sia così!
C'è un verbo della Scrittura, appunto il verbo "sperperare", che nella parabola del figliol prodigo ha un significato negativo, indica un dono sciupato, una ricchezza inutilmente dilapidata. Ma lo stesso verbo compare in un antico salmo, il 111 (112). Vi si legge che l'uomo di Dio "dona largamente ai poveri": letteralmente suonerebbe "sperperò, diede ai poveri...". È lo sperpero di Dio, la sua sovrabbondanza. Ognuno di noi e ogni nostra comunità hanno nel cuore la meraviglia per la sproporzione inevitabile tra il sovrabbondante dono di Dio e la mediocrità della nostra risposta».
Dalle brevi meditazioni di don Nicolini emerge l'invito a costruire percorsi di incontro e di condivisione coi poveri che aiutino ad allargare lo sguardo. Con grande talento comunicativo egli offre pagine agili, vive e penetranti.
Sommario
Presentazione (V. Nozza). 1. Lo sperpero di Dio, carità donata che ci giudica. 2. Nella vigna del Signore un compito per ogni uomo. 3. Dio e il mio prossimo, incontro e comandamento. 4. Cristiani, via di salvezza per quello che sanno ricevere. 5. Adorare e dubitare, l'icona veicolo del Mistero. 6. La prepotenza d'amore che rinnova tutta una vita. 7. I mercanti scacciati dalla malattia dell'amore. 8. Ha lottato con Dio, Gesù ci rende «datori di vita». 9. Offrire se stessi, l'arma che vince l'inimicizia. 10. La nobiltà del dubbio nella traversata della vita. 11. Le ferie dei discepoli rovinate dal Vangelo. 12. L'invasione della storia che ci procura la salvezza. 13. Latristezza dell'avere e le agili tende della fede. 14. La strana matematica che apre le porte dell'amore. 15. L'enigma della speranza per le famiglie nella prova. 16. La «violenza» della mitezza, nuova sapienza dell'umanità. 17. Comunità più allegre, proposito per la Quaresima. 18. Una pesca senza frutto e la potenza dei suoi regali. 19. Raggiunti dalla Parola oltre le porte delle regole. 20. Lacrime di pentimento per una liturgia della vita. 21. La solitudine di Marta, la parte migliore di Maria. 22. Incoscienti banchetti, ci accorgiamo degli altri? 23. Il dramma del fariseo, la salvezza è per il povero. 24. La regalità che agonizza e conquista i curi lontani. 25. La stella che previene i viaggiatori della notte. 26. Femminile centrale, l'umanità ha sete del Signore. 27. La vertigine e la corsa, appuntamento al sepolcro. 28. Il recinto della legge, il pastore che si fa salvezza. 29. La Chiesa crocifissa, giudizio che salva il mondo. 30. La casa dove tutti cominciano una vita nuova. 31. Il grido di fede e dolore che ci rende figli e fratelli. 32. Quelli dell'ultima ora e il posto nella grande vigna. 33. L'azione dell'amore, comandamento per tutti. 34. Ci ha affidato la storia perché operiamo «dentro i doni». 35. Divina abitazione, siamo una piccola tenda.
Note sull'autore
Giovanni Nicolini è nato a Mantova (1940); ha studiato filosofia alla Cattolica di Milano e teologia alla Gregoriana (Roma). Ha vissuto a Bologna gli orientamenti ideali di don Giuseppe Dossetti, che gli chiese di esercitare per alcuni anni il ministero di diacono, così che questo ministero fosse testimoniato nella Chiesa, dopo che il Vaticano II ne aveva chiesto il ripristino. È stato ordinato presbitero nel 1972. È stato direttore della Caritas diocesana e ora è parroco a S. Antonio da Padova alla Dozza, alla periferia di Bologna. Per le EDB ha pubblicato Cose di questo mondo (2004).
Don Nicolini è figura notissima nella Chiesa bolognese (è stato direttore della Caritas e assistente dell'Azione Cattolica e dell'Agesci), anche per le sue coraggiose prese di posizione. Ha fondato e anima la comunità monastica Famiglie della Visitazione, legata alla Piccola Famiglia dell'Annunziata fondata da don Giuseppe Dossetti. In questo libro, il Vangelo integrale di Marco è accompagnato dal suo commento, nato giorno dopo giorno e distribuito via mail (come un pane quotidiano) a tanti amici sparsi in Italia. Un commento attento alla vita quotidiana e alla lezione biblica, appassionatamente meditata. Un libro assai prezioso nell'anno liturgico dedicato appunto al Vangelo di Marco.
«Era la prima volta che un quotidiano d’informazione come il nostro, con una tradizione laica e post risorgimentale per di più, affidava una rubrica domenicale a un prete. [...] Un prete, pensavo, se capisce bene cosa sto cercando, forse riuscirà meglio a parlarci dell’altra faccia della nostra società, della nostra quotidiana fatica del vivere» (dalla Prefazione). Con il titolo Cose di questo mondo prende quindi avvio nell’autunno 1999, in vista del Grande Giubileo, la rubrica che don Giovanni Nicolini firma ogni domenica su Il Resto del Carlino, quotidiano di Bologna. Gli argomenti non li suggerisce lui, ma li pongono le lettere inviate dai lettori e a tutti egli riesce a offrire una risposta, un conforto. Sono i temi della vita, gli interrogativi dell’umanità varia che ogni mattina apre il giornale: le famiglie e i bambini, il papà che non crede, il suicidio, i disabili e i carcerati, il Giubileo e la Terrra Santa, la pace e la guerra. E don Giovanni risponde gettandovi sopra un pensiero di fede e un rapporto di umanità. Gli stessi riferimenti – fede e umanità – che danno senso alle sue opere e ai suoi giorni di direttore della Caritas di Bologna. «Da ogni suo scritto, lo vedrete voi stessi, sprizzano scintille. C’è sempre un cenno, una traccia da seguire, perché il Bene arriva anche per il dormiglione del presepe, per colui che al Mistero non è interessato».
Sommario. Prefazione (M. Gagliardi, redattore capo Il Resto del Carlino - QN). Cose di questo mondo.
Note sull'autore
Giovanni Nicolini (Mantova, 1940) dopo gli studi classici si è laureato in filosofia all’Università Cattolica nel 1963 e ha in seguito studiato teologia alla Pontificia Università Gregoriana fino al 1967, anno in cui è stato ordinato diacono per la Chiesa di Bologna. L’allora provicario generale don G. Dossetti gli chiese la disponibilità a esercitare il ministero diaconale, al fine di presentare questo ministero alla Chiesa dopo che il concilio Vaticano II aveva restaurato il diaconato permanente. Ordinato presbitero nel settembre del 1972, fu poi assegnato a una parrocchia di San Giovanni in Persiceto (BO) in qualità di cappellano e dal 1977 ha assunto le parrocchie delle frazioni di Sammartini, Ronchi e Caselle. Incaricato dal card. Biffi di tenere un coordinamento informale tra l’Azione Cattolica, l’Agesci e Comunione e Liberazione nella diocesi di Bologna, nel 1992 è stato nominato assistente diocesano dell’Azione Cattolica fino a quando, nel 1998, è diventato vicario episcopale per la carità. Lo stesso card. Biffi gli chiese di iniziare la rubrica domenicale proposta da Il Resto del Carlino. Dal 1999 è parroco a Bologna. Intorno al suo ministero è nata una comunità di fratelli, sorelle e sposi legata spiritualmente e affettivamente alla comunità di Monteveglio. Come vicario per la carità è anche direttore della Caritas diocesana.