Il presente volume è la settima tappa di un percorso di studio sui conflitti dimenticati avviato nel 2001. In questo incerto momento storico, Caritas Italiana rinnova il suo impegno per la costruzione della pace e la lotta alla povertà, anche attraverso l'analisi sociale e statistica. Pertanto nell'edizione 2021 del Rapporto su diseguaglianze e conflitti dimenticati, l'attenzione si focalizza sul tema delle diseguaglianze socioeconomiche: un aspetto trasversale da cui scaturiscono tante situazioni di violenza organizzata e conflitto armato che lacerano il nostro pianeta.
Il diario di un padre, ma anche un insieme di istantanee che raccontano il prima, il durante e il dopo di un viaggio di ritorno alle origini della sua figlia maggiore, diciassettenne in cerca di risposte sulla propria storia. Un'avventura di famiglia alla volta di San Pietroburgo, con momenti ora lievi ed esilaranti ora duri e commoventi, che diventa un viaggio nell'anima di portata universale. Una testimonianza preziosa, fatta di immagini ed emozioni, tenuti insieme dalla voce dell'autore, un padre che vuole esserci ma sa fare spazio al cammino dei suoi figli. «Questa è la storia audace e tenera di un uomo che si mette totalmente in gioco, insieme alla sua compagna, per restituire una briciola di passato alla sua figliola, la sua "ragazza dell'Est". Un uomo che cuce insieme a filo doppio i quattro componenti del suo nucleo famigliare, che cuce col fil di ferro della tenacia e dell'amore ostinato. Un padre capace di proteggere, di farsi carico, che guarda avanti ma che non ha paura di tornare indietro. Leggete, leggete. Su queste pagine si viaggia fuori e si viaggia dentro». (Dalla prefazione di Antonio Ferrara)
Caterina Bellandi, ovvero zia Caterina, è la famosa tassista di Firenze conosciuta in Italia e nel mondo per la sua opera di assistenza ai bambini malati di tumore che lei accompagna con allegria e leggerezza nel proprio taxi colorato e pieno di peluche all'ospedale Meyer di Firenze. Salita sul magico taxi, l'autrice ha avuto modo di vedere zia Caterina all'opera in mezzo ai bambini, che lei chiama Supereroi, seguiti, coccolati e anche disegnati sulla carrozzeria. Zia Caterina racconta la sua storia partendo dall'inizio della sua avventura, quando Stefano, il suo grande amore scomparso troppo presto, le lasciò in eredità il proprio strumento di lavoro: il Taxi Milano25. Tra gli episodi salienti l'incontro con Padre Bernardo di San Miniato al Monte di Firenze, il Clown dottore Patch Adams che l'ha voluta con sé in Russia e il viaggio da poco concluso in Thailandia, dove ha conosciuto la vita e i problemi della realtà infantile del mondo asiatico. Con la Prefazione di Simone Cristicchi.
Dall’esperienza di condivisione con persone ferite nell’intimo e con famiglie di persone disabili, Luca Badetti, che unisce la competenza clinica con una formazione teologica e un’esperienza di vita in condivisione con gli ultimi, ci conduce in un percorso interiore che può rinnovare completamente le nostre vite.
Da domande su come credere in se stessi e nell’altro; in che modo possiamo vivere chi siamo realmente e relazionarsi con gli altri, oltre alle maschere e alle proiezioni, questo libro, basato su storie semplici e significative di una comunità con persone con disabilità, riunisce intuizioni psicologiche e spirituali per un’autentica vita individuale e comunitaria.
Luca Badetti, PhD, insegna Teologia al John Felice Rome Center (Loyola University Chicago). Originario di Roma, ha ricevuto una formazione interdisciplinare in teologia, psicologia e disability studies negli Stati Uniti. Da anni è coinvolto ne L’Arche a livello internazionale (Italia, Francia, USA), avendo vissuto in varie comunità e avendo ricoperto ruoli di responsabilità e coordinamento.
Non ci sono scuole per diventare delle brave mamme. Non ci sono insegnanti che preparano all’avventura irripetibile di crescere un figlio. A volte non si è pronti. A volte si è troppo fragili e schiacciati dalle proprie difficoltà per prendersi cura di un figlio. A volte si ha bisogno d’aiuto e non si è capaci di chiederlo, o di accettarlo. Solo un figlio può far nascere una mamma. Perché la domanda più complessa non è come cresce un figlio, ma come cresce una mamma.L’affidamento familiare visto da dentro, nella sua complessità. Non una storia di burocrazia, ma una duplice storia d’amore.
Il testo prende le mosse dalla nascita di un bambino con diagnosi di disabilità (o malattia cronica invalidante) e analizza ciò che avviene all'interno della famiglia, osservando con uno sguardo di particolare riguardo la generazione dei nonni, che possono sentirsi scossi e preoccupati per la situazione ma spesso non osano chiedere, pur desiderando essere una risorsa per i figli e il nipotino. Attraverso l'analisi delle possibili dinamiche familiari (nonni molto/troppo presenti, periferici o quasi latitanti), i lettori sono aiutati a percorrere la strada della trasparenza e dell'unità familiare, cercando strategie per "sopravvivere" ed aiutarsi di fronte al maggior carico di tempo, di cure, educativo ed emotivo richiesto a una famiglia che deve crescere un bambino con disabilità.
Partendo dall’esperienza di Don Zappolini, portavoce della campagna contro il gioco d’azzardo “Mettiamoci in gioco”, il libro affronta un fenomeno sociale molto diffuso, del quale non si ha ancora una percezione profonda, sintomo di una società malata, all’interno della quale molta gente ha bisogno di inseguire l’aleatorietà e la fortuna, il “pacco giusto” per cambiare la propria vita, e che mette in moto dinamiche non lontane dalle vite di ognuno. Il filo narrativo è rappresentato dalle testimonianze di giocatori patologici alle prese con un percorso di recupero. Alle loro storie s’intrecciano le voci di operatori, attivisti e collaboratori fondamentali della campagna “Mettiamoci in gioco”. Un osservatorio privilegiato sui temi del gioco d’azzardo: i costi economici e sociali, i rischi sanitari e sociali, le facce di una dipendenza “senza sostanza”, difficile da intercettare e da prevenire, il limite tra il gioco legale e il gioco illegale.
Penso che sia importante per tutti, non solo noi artisti, fare qualcosa di buono per aiutare gli altri. Quella partita (la partita del cuore del 1993) me la ricordo benissimo e fu motivo di grande orgoglio per tutti noi riuscire ad aprire quel nuovo reparto. Ci sentimmo migliori sia come artisti sia come uomini, dopo aver fatto qualcosa del genere. La Nazionale Cantanti ci ha insegnato a elevarci come persone e anche come artisti con gesti come quello.
Dalla testimonianza di Gianni Morandi
«La Chiesa non può essere "afona" o "stonata" nella difesa e promozione delle persone con disabilità». Partendo da questo invito di papa Francesco, il presente volume, curato da mons. Francesco Spinelli e mons. Eugene R. Sylva, officiali del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, vuole essere un aiuto concreto per formare catechisti e operatori pastorali sempre più capaci di accompagnare persone con disabilità, perché crescano nella fede e diano il loro apporto genuino alla vita della Chiesa. Avvalendosi del contributo di autori che hanno fatto della loro esistenza un impegno concreto a favore delle diverse forme di disabilità, il testo offre preziose indicazioni per integrare queste persone nel cammino delle parrocchie e delle comunità ecclesiali. L'impegno verso le persone con disabilità non può e non deve restare solo uno slogan, ma farsi vita e prassi pastorale. È opportuno e importante, dunque, che la catechesi, con tutti i suoi metodi, stili e programmi, tenga conto anche e soprattutto di queste persone, non facendo sentire nessuno diverso, né tantomeno incapace dell'amore di Dio.
Un libro che esplora, per la prima volta in Italia, la questione educativa che si pone ai genitori quando in famiglia ci sono figli sani e figli disabili. Il libro parla alle mamme e ai papà, perché mettano particolare attenzione ai siblings termine che si utilizza per definire i fratelli e le sorelle delle persone con disabilità. Bambini sani che, nell’emergenza familiare che si crea intorno al fratellino portatore di handicap, finiscono per sentirsi “fratelli di figli unici”, fin da piccoli chiamati a essere bravi, responsabili, a non dare preoccupazioni. In prospettiva, lo stress e le responsabilità che vengono caricate sui fratelli “sani” si ripercuotono sulla loro crescita: la responsabilità di essere il caregiver del fratello disabile comporta scelte molto precise sugli studi, sulla professione, sulle relazioni affettive, sulla pianificazione del proprio futuro. Perché tutto questo rappresenti una ricchezza e una risorsa è necessario che la famiglia imposti la relazione educativa con una particolare attenzione anche al figlio sano.
Ezio è il papà di Alberto, Ornella la mamma. Aspettano il loro primo glio e come tutti i genitori sono felici e pieni di attese e fantasie. Il glio cresce nella pancia della mamma e già ascolta, percepisce le emozioni, ri ette. Sa di avere un “cromosoma in più”. Questo non toglie nulla alla sua voglia matta di vivere, ma non sarà forse un problema per i suoi genitori? E per il mondo?
Comincia così un commovente e lucido racconto, passo dopo passo, della nascita e della crescita di Alberto, un ragazzo con la sindrome di Down nel mondo di oggi. Seguiamo le tappe dei suoi progressi, insieme all’aumentare della consapevolezza di genitori, parenti e amici. Scopriamo come Alberto si fa strada nel mondo, merita affetto e sostegno e dà tutto quel che ha: amore, amore, amore.
Una storia sconcertante e a tratti divertente, raccontata in prima persona e con la sorpresa nale: oggi Alberto ha vent’anni e un lavoro vero da cuoco in un ristorante di Milano.
Sorprendenti e commoventi, ironiche e appassionate: questa raccolta di storie vere raccontate con piglio letterario presenta le sfide quotidiane di un assistente sociale: un uomo impegnato a fronteggiare le problematiche delle persone comuni che si rivolgono ai servizi di assistenza.
La povertà, l’immigrazione, la malattia psichiatrica, la solitudine, l’handicap, la separazione, l’affidamento familiare. Questi, tra gli altri, i temi di scottante attualità trattati dal punto di vista di chi nei servizi sociali ci lavora. A ciascuno di essi corrisponde un volto, una persona: un’avventura di sofferenza e di coraggio.
Con una scrittura asciutta e incisiva, rinunciando a ogni tentazione di autocelebrazione della professione, Gianfranco Mattera ci apre alla conoscenza di un mondo sconosciuto andando oltre gli stereotipi e i luoghi comuni.