Introduzione
Editoriale. Fra apocalittici e integrati (pag. 11)
L. Hogan, M. Becka- J.J. Vila- Cha
Tecnologia: fra Apocalisse e integrazione
1. La tecnologia: questioni fondamentali
1.1 P. Dumouchel, L'impatto della tecnologia: fondamenti antropologici (pag. 23)
1.2 B. P. Gocke, Gli ideali dell'umanità alla luce della biologia di sintesi e dell'intelligenza artificiale (pag. 35)
1.3 P. Benanti, Intelligenze artificiali, robot, beo-ingegneria e cyborg: nuove sfide tecnologiche? (pag. 46)
1.4 D. Burkard, Scienza e Chiesa: scontro implacabile? Un parere dal punto di vista della storia della Chiesa (pag. 62)
2. Razionalità tecnologica e critica post-coloniale
2.1 P. Kanyandago, Persistenza del colonialismo e tecnologia moderna. Una riflessione antropologica da una prospettiva africana (pag. 76)
2.2 K. Pandikattu, Tecnologia e valori culturali. Prospettive dell'India (pag. 87)
3. La tecnologia al servizio dell'umanità
3.1 S.A. Bong, La tecnologia al servizio dell'umanità. Prospettive su genere e inclusione (pag. 99)
3.2 J. Loh, Responsabilità vecchie o responsabilità nuove? I pro e i contro di una trasformazione della responsabilità (pag. 111)
3.3 J. Erickson, Creatività tossica, tempo profondo e piacere morale: una ecospiritualità della tecnologia (pag. 122)
Forum Teologico
1. E. Galavotti, Istanze del rinnovamento teologico a partire dal Vaticano II (pag. 137)
2. L- Paris, Teologia in Italia oggi (pag. 147)
3. S. P. Finn, Linee - guida per un investimento conforme alla fede (pag. 157)
4. J. Sobrino, Oscar Romero: essere umano, cristiano e arcivescovo esemplare (pag. 163)
Rassegna bibliografica internazionale
Il concetto di rete è oggi di moda: lo vediamo utilizzato nei più variegati contesti, dall’economia alla sociologia, dalla comunicazione all’antropologia, dalla matematica alla filosofia.
A partire dalla teoria sociologica di Manuel Castells, questo saggio si chiede se sia possibile ipotizzare una relazione tra Chiesa cattolica e società in rete, cercando di individuarne le condizioni di coesistenza, tra sfide
e possibilità, rischi e opportunità. I temi affrontati esprimono l’attualità dell’indagine svolta dall’autore: il virtuale e il reale; le nuove concezioni dello spazio e del tempo; la questione dell’identità; l’antropologia e la religiosità in rete; le comunità virtuali; le sfide per la Chiesa.
L'autore
Darlei Zanon è religioso paolino brasiliano, discendente di emigranti veneti. Laureato in Filosofia presso la Pontifícia Università Cattolica di Campinas e in Teologia presso la Facoltà gesuitica di Belo Horizonte, ha conseguito il master in Comunicazione, Cultura e Tecnologie dell’Informazione presso l’ISCTE-Università di Lisbona.
Facebook è ormai una realtà nella vita di ciascuno di noi. Questa affermazione è particolarmente vera per le giovani generazioni, i nativi digitali. Ma come devono comportarsi i genitori di fronte a un mondo che a volte non comprendono appieno? Questo volume si propone come un aiuto concreto che risponde alle domande più frequenti delle mamme e dei papà: Mio figlio trascorre troppo tempo su Internet? Come gestire un profilo Facebook? Devo “chiedere l’amicizia” a mio figlio? Come funzionano gli altri social network ? Con un linguaggio chiaro e concreto, Padrini conduce il lettore per mano nella selva oscura della rete fino a riveder le stelle.
L'autore Paolo Padrini (Novi Ligure, 1973) è diventato famoso per aver lanciato iBreviary, l’applicazione che porta la preghiera cattolica del Breviario, per la prima volta al mondo e in cinque lingue, su iPhone e iPad. Nel 2009 viene chiamato presso il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali per coordinare il progetto vaticano Pope2You.net. Dal 2007 collabora con il gruppo “Blogosfere”, curando il blog Passi nel Deserto e svolgendo un’intensa attività pubblicistica, attenta ai temi della comunicazione, dell’educazione, della società e naturalmente a quelli religiosi, in un’ottica di dialogo con il mondo laico. Nel 2010 lancia Mediacath, importante realtà di comunicazione ecclesiale e sociale attraverso la quale intesse collaborazioni con San Paolo Digital, Edizioni Tracce, Edizioni Papillon, il Cinematografo. Cura il blog genitorieinternet.blogspot.com, spazio di incontro e di riflessione sviluppato in parallelo a questo libro.
Sara Scazzi, il caso Cogne, Erika e Omar, Simonetta Cesaroni, Marta Russo... Dalla penna di uno dei maggiori criminologi italiani, un’analisi reale e spietata dei meccanismi con cui la cronaca nera ci racconta «delitti che vogliamo sentirci raccontare», e ci aiuta a nascondere «la nostra complice superficialità».
«La cronaca nera ha, negli ultimi anni, subito così tante modifiche da risultare irriconoscibile. Basta pigiare su un qualsiasi tasto del telecomando per accorgersene.Tra esperti mescolati a uomini e donne dello spettacolo, politici che non sanno rinunciare alla visibilità mediatica, inquisiti che si scannano per un’inquadratura, avvocati che fanno la loro arringa in video, si è consolidato ormai un genere che mescola audacemente talk show e reality. È cambiata l’Italia e con essa i mezzi d’informazione, si è modificato il delitto e il modo di narrarlo».
Destinatari
Un ampio pubblico
Autore
Luca Steffenoni è criminologo e saggista. Partecipa a ricerche della Comunità Europea nel campo della prevenzione, della vittimologia e dei flussi migratori. È stato direttore del “Centro di ricerca e counseling Psicologia e Benessere”. Nel 2009 ha pubblicato Presunto colpevole, per i tipi di Chiarelettere.
Punti forti
L’autore è un esperto della materia spesso presente in televisione.
Un tema che cattura l’attenzione dei lettori, aggiornato alla più recente attualità.
L’itinerario proposto nelle pagine di questo libro parte dal riconoscimento delle condizioni strutturali nelle quali ci troviamo a vivere e comunicare oggi, ovvero dal riconoscimento del crescente e ineludibile ruolo dei media, che significativamente i nuovi Orientamenti pastorali non esitano a definire «un nuovo contesto esistenziale» (n. 51); quindi, nella seconda parte, affronta in modo più mirato la questione delle relazioni dentro questo ambiente digitale, o post-mediale, con particolare attenzione al mondo giovanile e al fenomeno, ormai diffusissimo, dei social network; la terza parte, infine, è dedicata ai temi – di evidente taglio pastorale – della testimonianza, dell’educazione cristiana e dell’annuncio in un mondo ormai mediatizzato, cercando di cogliere non solo le difficoltà e gli aspetti di criticità, ma anche le sfide e le opportunità che questo nuovo ambiente, come ogni altro che l’essere umano contribuisce a creare, può offrire oggi. Perché, come scriveva Teillhard de Chardin, «niente è profano per chi sa vedere».
Un percorso esplorativo tra gli scenari della comunicazione digitale, alla ricerca dei fondamenti di una comunicazione che sappia testimoniare con fedeltà Dio e l’Uomo.
Destinatari
Operatori pastorali, operatori della comunicazione, giovani, educatori.
Autore
Domenico Pompili, Sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana, è direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni Sociali e portavoce della CEI dall’aprile del 2007. È giornalista pubblicista. Ha conseguito la Licenza (1990) e il Dottorato (2001) in Teologia Morale presso la Pontificia Università Gregoriana in Roma, ed è docente incaricato di Teologia Morale presso l’Istituto Teologico Leoniano di Anagni (FR), affiliato alla Pontificia Facoltà Teologica Teresianum di Roma, dove insegna dal 1990.
Punti forti
Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (24 maggio 2011).
L’importanza, ormai centrale, della comunicazione – specie digitale – nella nostra epoca.
Un giornalista televisivo e un prete televisivo dicono il loro amore - odio per la TV e aiutano genitori, educatori, autori, registi e programmisti a cercare strade nuove
Giovanni Anversa: “Il volume è una sorta di percorso dentro la mia esperienza umana e professionale per offrire un punto di vista, piccolo e parziale, sul fare televisione. Le dita della mano mi hanno offerto lo spunto giusto per ragionare, con l’aiuto di autorevoli interlocutori, sui meccanismi che caratterizzano il mezzo, la sua evoluzione, le sue potenzialità. La tv in mano, dunque, non è l’affermazione presuntuosa di chi ne possiede la conoscenza, ma la simbolica osservazione di chi tiene tra le mani un oggetto familiare e nello stesso tempo soverchiante ed estraneo.”
Don Antonio Mazzi: “Bisogna decidere se la televisione è una malattia grave, perniciosa, letale, più o meno come l’Aids, oppure se è quasi una malattia come l’influenza. Come guarire? Posologia: spenta la televisione leggere un libro o cantare in gregoriano, piantare l’insalata, percorrere quaranta chilometri in mountain bike con tutta la famiglia, giocare a Monopoli, comporre un puzzle di 5.000 pezzi fare un’ora di yoga. Il giorno dopo riprendere con tranquillità gli affanni quotidiani tra cui anche qualche mezz’ora di televisione.”
Don Antonio Mazzi, il prete del Lambro. Il prete dei marciapiedi, delle stazioni, dei disperati. Il prete più massmediatico d’Italia (interviene sui giornali, parla alla radio, è familiare in tutte le tv, scrive libri). Soprattutto il prete che ri-motiva a vivere, accendendo la speranza anche dentro situazioni estreme. Questo prete è don Antonio Mazzi: un uomo che non ha paura di parlar schietto e di andare controcorrente, ama l’essenziale, il senso della misura, i valori, le sfide di un’educazione solida, che parte dalla famiglia, arriva alla scuola, alla società. Ogni giorno è confrontato con i drammi: ma non si arrende all’evidenza della negatività. Anzi, si impone e si batte per l’espansione dell’ottimismo, della gioia e della serenità.
Giovanni Anversa nasce a Viadana (Mantova) il 25/10/1958. Nel 1983 si laurea in sociologia presso l’Università’ di Trento. Dopo gli studi universitari si occupa di critica teatrale e di sociologia della comunicazione e nel 1985 si trasferisce a Milano dove si diploma in organizzazione dello spettacolo presso la Civica Scuola D’Arte Drammatica “Paolo Grassi”. Nel 1990 diventa giornalista professionista e nel ‘91 si trasferisce a Roma per realizzare il programma di Raidue, “Il coraggio di vivere”, una delle prime trasmissioni orientate al sociale. Nei successivi dieci anni realizza e conduce programmi per Raidue dedicati alle tematiche sociali e alla solidarietà da “Ho bisogno di te” a “Diversi”, da “La cronaca in diretta” a “Sotto la tenda” fino a “La giornata particolare” e a “Racconti di vita”. Nella stagione 2000/2001 inizia la collaborazione con Raitre e realizza un’edizione di “Racconti di vita” dedicata a personaggi di grande rilievo nel mondo del volontariato e dell’impegno sociale. Collabora stabilmente, fin dalla sua istituzione, con il Segretariato Sociale Rai e partecipa ai gruppi di lavoro della Sede permanente di confronto tra Rai, Consiglio nazionale degli utenti e Associazioni del terzo settore, del Volontariato e dei Consumatori. Numerosi i riconoscimenti ricevuti per la sua attività professionale.
La storia di ogni famiglia è scandita da eventi importanti e spesso critici: le nozze, la nascita del primo figlio, la scuola materna, la prima elementare, l'orientamento scolastico, il diploma, il lavoro. I Quando, collana diretta da due grandi esperti del settore, sono offerti come occasione di riflessione per affrontare ogni problema con una nuova consapevolezza. Per quanto tempo possiamo lasciare i nostri figli a guardare i cartoni animati? Quali programmi possono vedere, e quando? Meglio una cassetta o i Pokemon? La pubblicità è sempre diseducativa? È giusto avere la tv in cucina o in camera da letto? E mangiare o fare i compiti con la tv accesa? Quando i nostri figli sono con noi, come vedere "insieme" la tv? Cosa succede quando in famiglia la tv è accesa? Riflessioni e consigli fondamentali per imparare a usare la tv in famiglia: senza esserne schiavi. Destinato a genitori, nonni e educatori in genere. Un libro prezioso e pratico adatto a una riflessione "familiare" su uno dei temi più scottanti. Luciano Moia è giornalista dell'Avvenire, dove si occupa anche del mensile di vita familiare Noi genitori e figli. Sposato e padre di due bambini in età scolare, è autore di alcune pubblicazioni.