Dodicesimo volume della collana Lectio, in coedizione con la Gregorian and Biblical Press. L'autore si interroga su quali rapporti esistano tra tipologia e cristologia. La prima indica il processo con cui i primi cristiani interpretarono situazioni e figure dell'Antico Testamento come antecedenti (tipi) di senso della persona e vicenda di Gesù. Comprendere a fondo come i primi cristiani utilizzarono questa tecnica interpretativa e la misero in atto nella stesura dei vangeli equivale a far luce sul processo di elaborazione della cristologia primitiva. L'autore va oltre l'abituale prospettiva apologetica con cui si affronta(va) il discorso della tipologia.
Gesù amava porre domande, molto più che dare risposte. E la maggior quantità di domande da lui poste rispetto a quelle ricevute - almeno stando alle attestazioni evangeliche - ne è una chiara testimonianza. È tenendo conto di questi due semplici elementi che diversi anni fa (per l'esattezza all'inizio del 2013), Ludwig Monti, monaco di Bose e biblista, ha cominciato a interessarsi alla questione, stilando un elenco delle domande di Gesù, suddivise per attestazioni evangeliche e per destinatari, da cui è scaturito poi questo libro, pieno di sorprese. Ad esempio, si pensa che Gesù nei Vangeli abbia formulato solo qualche domanda, e in realtà sono ben più di 200. Così come si ritiene che spesso le sue sono solo domande retoriche e invece le questioni sollevate da Gesù sono di grande interesse per gli uomini e le donne di oggi. I temi affrontati da Gesù nelle sue domande offrono, infatti, una "planimetria" della vita umana. Un libro per conoscere, approfondire e meditare tutte le domande poste da Gesù nei Vangeli. Le sue domande saranno compagne preziosissime che ci procureranno un tesoro incalcolabile a cui attingere sempre. Prima, durante e dopo ogni possibile risposta.
Il volume intende introdurre alla figura e alla teologia di Geremia. Lo fa ricorrendo al genere letterario dell'intervista, nella prima parte; e al genere letterario, più argomentato, delle Introduzioni, nella seconda. Il volume permette una conoscenza del profeta più importante dell'Antico Testamento in poche pagine. Lo stile dell'intervista permette una lettura agile; la competenza dell'autore permette un'esplorazione sicura. Il volume si rivolge a quanti, sprovvisti di una formazione biblica articolata, vogliono fare conoscenza con il profeta Geremia. Molte informazioni in poche pagine: l'ideale per membri di gruppi biblici e per quanti desiderano iniziare un primo approccio a questo profeta.
Gesù, oggi, avrebbe utilizzato la rete? Probabilmente sì, perché luogo frequentato quotidianamente da folle innumerevoli, nuovo agorà in cui poter manifestare le proprie idee.
Ceto: i limiti di tale strumento sono evidenti e non sostituiscono in alcun modo l'esperienza personale di un cammino di fede comunitario, ma non abitare la rete diffondendo la Parola sarebbe davvero una imperdonabile trascuratezza da parte della comunità cristiana.
«Quando a una persona, soprattutto se è giovane, non è consentito, per qualsiasi ragione, di lavorare, tra le molte cose splendide che gli vengono negate, gli si riducono i luoghi dove poter incontrare gli angeli e dialogare con l’infi nito. Lavorare è importante anche per questo».
Così Luigino Bruni ci introduce nel suo libro, splendida rifl essione attraverso tutta la Bibbia alla ricerca del “modo in cui Dio” ci spiega il senso dell’operare con le nostre mani, e del “modo divino” di gestire economia e relazioni sociali. Partendo dal concetto che il Dio di Mosè e di Gesù sembra trovarsi poco a suo agio nei templi, mentre ama l’aria aperta, ama condividere la strada con noi, stare con noi nei luoghi della nostra vita concreta, Bruni ripercorre le grandi pagine del lavoro nell’Antico Testamento – dalla costruzione dell’arca di Noè fi no alle profezie di Isaia e Geremia – e nel Nuovo – con una rivisitazione sorprendente delle grandi parabole che toccano il mondo del lavoro: i talenti, l’operaio dell’ultima ora, il fi gliol prodigo, il buon Samaritano... –, alla luce dei più recenti studi di scienza biblica e sociale.
Un libro pieno di rivelazioni inattese sulla nostra vita di operai del quotidiano.
Il cammino di scoperta della natura dell’amore parte dalla Grecia antica con il suo profondo e sfaccettato pensiero sia mitologico che filosofico, per passare poi alla prospettiva propria di Israele con le sue originali e diversificate accentuazioni in materia, per approdare infine alle origini cristiane con l’incomparabile novità incentrata sulla figura del nazareno Gesù. L’autore ricostruisce l’ambiente filosofico e religioso entro cui l’idea di amore-agape si sviluppa nell’Antico e nel Nuovo Testamento. Approccio che non ha tanto una preoccupazione storica ma che prepara il campo all’analisi delle ricadute teologiche ed etiche della concezione cristiana di Dio come amore-agape.
L'opera che tieni tra le mani invita a leggere in chiave discepolare uno dei libri emblematici della Bibbia: il Vangelo di Marco. La sua lettura introduce in un'autentica esperienza della sequela di Gesù. È certo che rievocando questa esperienza, verificherai subito che la tua situazione è molto differente da quella di quei discepoli. Probabilmente non ti guadagni la vita pescando con strumenti rudimentali in un piccolo lago, e neanche parli la lingua che parlavano quei pescatori... Ma molto probabilmente condividi con loro l'esperienza di essere stato chiamato o chiamata da Gesù e la gioia di stare con lui. Inoltre, sai quanto sia difficile in alcune occasioni perseverare in questa sequela. Quindi, anche se il mondo che incontrerai leggendo questo Vangelo ti risulterà a volte un poco sconosciuto, non ti sarà difficile identificarti con il cammino che percorsero quei primi seguaci di Gesù.
SOMMARIO:
L’ira di Caino (pag. 4)
Dionisio Candido
Un Mosè adirato? (pag. 10)
Michelangelo Priotto
«Non darò sfogo alla mia ira» (OS 11,9). L’ira mutata in tenerezza (pag. 15)
Guido Benzi
«L’iracondo mostra stoltezza» (PR 14,29). L’educazione e la cura (pag. 20)
Sebastiano Pinto
Discepoli di un maestro mite: la sfida evangelica dello stile che disarma la violenza (pag. 25)
Rosalba Manes
L’ira dell’agnello. La prospettiva paradossale dell’Apocalisse (pag. 31)
Claudio Doglio
Quando l’ira entra in scena (pag. 37)
Riccardo Battocchio
L’ira. La gratuità come antidoto (pag. 41)
Valentino Bulgarelli
Dall’aggressività alla nonviolenza (pag. 45)
Rosella De Leonibus
Analizzare il cristianesimo delle origini nella sua pluralità interna e nella sua interrelazione con l'ideologia imperiale: sono queste le due principali peculiarità di un'opera che elabora in modo organico i risultati di decenni di ricerche e studi. L'autore delinea i tratti salienti delle tre forme originarie che il movimento di Gesù ha assunto nei primi due secoli: il giudeo-cristianesimo incentrato sul rispetto della Legge e sul radicalismo etico; il cristianesimo ellenistico imperniato sulla sola fede nella morte e risurrezione di Gesù; il cristianesimo gnostico, sostenitore della salvezza derivante da una conoscenza rivelata che proietta il credente nel mondo divino. Di pari passo, analizza i fattori decisivi del grande e rapido successo della nuova religione e le armi culturali con cui il piccolo gruppo si è lanciato alla conquista dell'Impero. La tesi del volume è che i primi cristiani, con un atteggiamento audace e sorprendente, trasposero, risignificati, gli attributi dell'imperatore divinizzato alla figura di Gesù. Pur adattandosi alla cultura dominante, essi realizzarono un'inversione simbolica che delegittimò la funzione messianica e salvifica del culto all'imperatore, a favore della figura di un altro salvatore, un altro dio: quel Gesù che è l'unico e vero signore della storia con la sua morte e risurrezione.
L’opera presenta per la prima volta le sette beatitudini dell’Apocalisse dandone una lettura unitaria e suddividendole in tre gruppi: le beatitudini del messaggio ascoltato e custodito; le beatitudini della testimonianza; le beatitudini della veste.
Molto spesso si è considerato il libro dell’Apocalisse come uno scritto costellato da catastrofi e dall’annuncio di sciagure future. In realtà, con il suo linguaggio simbolico, esso illustra il pellegrinaggio dei credenti verso il regno che Cristo ha inaugurato con il suo trionfo pasquale e offre ai credenti una chiave di comprensione degli eventi perché la loro fede sia sostenuta dalla parola della rivelazione. Questo messaggio che il libro propone è condensato nelle sette beatitudini attraverso le quali Giovanni esorta e promette, comanda e conforta, edifica e celebra; esse sono come sette pietre miliari di cui i cristiani dispongono per orientare il cammino secondo la parola di Cristo.
L'argomento trattato dal Cardinal Martini in questo volume, frutto di un corso di esercizi spirituali, è quello della coscienza apostolica. Ogni cristiano, sull'esempio degli apostoli Pietro e Paolo, deve essere consapevole di essere "mandato" da un altro per compiere un'opera che non è sua. Il cristiano non è uno che si rimbocca le maniche pensando di dover compiere chissà quale impresa, che organizza strategie di azione, che fa leva sulla capacità e sull'efficienza. Non deve perseguire un suo progetto. Piuttosto, il cristiano deve vivere il dinamismo della risposta a Dio che amandolo lo chiama e che chiamandolo lo manda al mondo, facendolo così partecipe del "mandato" che Gesù riceve dal Padre. Oggi, come ribadito più volte anche da Papa Francesco, soprattutto nell'Evangelii gaudium, è urgente che la nostra fede maturi verso una coscienza missionaria totalmente relativa alla missione del Figlio. In tal senso, questo libro di Martini anticipa un po' la visione di Chiesa di Papa Bergoglio.