Il Convegno nazionale “Chiesa in rete 2.0”, promosso dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e dal Servizio informatico della Cei, si è svolto a Roma il 19 e 20 gennaio 2009, e si colloca in una fase di accresciuta consapevolezza di partecipazione a un fenomeno ampio che offre nuove e diffuse possibilità di supportare l’azione pastorale e culturale delle diocesi.
Il fenomeno identificato come World Wide Web sta attraversando la sua “seconda fase” di vita definita dagli esperti “Web 2.0”. Davanti a questo ambiente telematico si registrano approcci differenti spesso oscillanti tra l’esaltazione e la diffidenza.All’interno di questo quadro i credenti sono chiamati a vivere il Web: da una parte, la sua forza ci condiziona e non possiamo tirarci fuori; dall’altra, siamo stimolati a interpretare questo mondo con discernimento e con la consapevolezza che nella Rete ogni pericolo può “nascondere” anche nuove opportunità.
(Dalla Prefazione di Mons. Mariano Crociata, Segretario generale della Cei)
Una semplice ricerca in internet ci rende puntualmente partecipi di quanta rilevanza assuma oggi il tema dell’educazione e – di ritorno, o forse anche per contrasto – di quanta risonanza sia capace il riscontro mediatico di tante (dis)educazioni quotidiane. In un’epoca surriscaldata dai dibattiti sui crocifissi nelle scuole, ci si interroga – ed è un bene che lo si faccia – su quanto si possa davvero educare, su dove lo si debba fare, su chi abbia il diritto di farlo, e perché.
Destinatari
Gruppi biblici, catechisti, studenti.
Gli autori
Giuseppe Mazza è docente di Teologia e Comunicazione presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Svolge attività di ricerca a livello internazionale, collaborando con gruppi di studio e istituzioni universitarie in Europa e negli Stati Uniti. Per San Paolo ha già pubblicato Dio al limite. Prospettive per un cristianesimo di soglia (2009), Incarnazione e umanità di Dio. Figure di un’eternità impura (2008) e ABC dei vangeli apocrifi (con Giacomo Perego, 2006).
Giacomo Perego, sacerdote della Società San Paolo, è docente di Nuovo Testamento presso l’Istituto di Vita Consacrata (Claretianum) della Pontificia Università Lateranense di Roma. È membro del Settore Apostolato Biblico nazionale della CEI e autore, tra altre opere, di Password – Bibbia Giovani (San Paolo, 2002) e dell’Atlante biblico interdisciplinare (San Paolo, 2003). Ha curato il recente Dizionario dal titolo Temi teologici della Bibbia (San Paolo, 2010).
Per la prima volta, il Cardinale Kasper traccia un bilancio della sua vita, ricca di esperienze e responsabilità,senza sfuggire i temi più difficili e stimolanti del lungo periodo storico che l’ha visto prima professore e preside della Facoltà Teologica di Tubinga in Germania, poi Vescovo di Rottenburg Stoccarda,fino agli attuali,delicati incarichi.
AUTORI
Walter Kasperè una delle voci più lucide e ascoltate della Curia romana. Responsabile dell’ecumenismo, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani, è anche responsabile della Commissione per i rapporti religiosi con l’Ebraismo.Un incarico difficile, viste le storiche difficoltà di rapporto tra le due religioni. Come a suo tempo fecero Messori e Seewald con Ratzinger, come ha fatto recentemente Lecomte con Etchegaray, Daniel Deckers ha studiato bene il suo personaggio e pone le sue domande con chiarezza e precisione. Dal canto suo il cardinale risponde con disponibilità e franchezza al punto che la lettura risulta scorrevole e quasi non si avverte il passaggio dalla domanda alla risposta. Il volume è una sorta di percorso autobiografico del cardinal Kasper guidato dal giornalista.
Daniel Deckers,giornalista cattolico,è nato nel 1960 a Dusseldorf (Germania). Ha studiato Teologia a Friburgo(Svizzera), Bonn e Francoforte, dove si è laureato nel 1991. Ricercatore a Friburgo fino al 1993, nel 1988 entra nella FAZ (Frankfurter Allgemeine Zeitungla Gazzetta di Francoforte), dove, dal 1993 segue la politica locale e la Chiesa cattolica.
La questione della laicità cristiana è stato certamente il problema cruciale della sensibilità, della ricerca e, in fondo, di tutte le fasi della vita di Giuseppe Lazzati: l’impegno nell’Azione Cattolica, l’esperienza della guerra e del lager nazista, la partecipazione all’Assemblea Costituente, gli anni da parlamentare, la stagione conciliare, gli anni da rettore dell’Università Cattolica,la riflessione sulla partecipazione dei laici credenti in politica. Per Lazzati, il laico credente deve essere portatore del significato e della rilevanza cristiana del suo impegno in tutti i campi della vita,anche in quello politico. Il tasto dolente è da lui identificato nella qualità della vita di fede e della coscienza cristiana diffusa. Per questo la necessità della formazione e dell’approfondimento percorre come un filo rosso il suo pensiero.
AUTORE
Giuseppe Lazzati (Milano, 1909-1986) si laurea presso l’Università Cattolica in Letteratura cristiana antica nel 1931. Fonda nel 1939 i Milites Christi (poi divenuto Istituto secolare Cristo Re).Nel 1943 viene internato nei lager nazisti,perché da ufficiale degli alpini rifiuta di optare per la Repubblica Sociale Italiana. Dal 1946-1948 è membro dell’Assemblea Costituente e poi deputato per la Dc dal 1948 al 1953.In questa fase condivide un sodalizio con Giuseppe Dossetti nel gruppo di Civitas Humana. Nel 1953 torna all’impegno universitario. Diviene professore ordinario nel 1958. Dal 1964 al 1967 è presidente della Giunta diocesana di Azione Cattolica. Dal 1968 al 1983 è rettore dell’Università Cattolica.In questo ruolo,assume un ruolo di guida per il mondo cattolico di ispirazione conciliare. Negli ultimi anni di vita rilancia l’idea di un ambito di riflessione sulla cultura politica dei cattolici, che nel 1985 diviene l’associazione Città dell’uomo.
Come credenti in Gesù Cristo ci rivolgiamo con rispetto e amicizia a tutti i cercatori di Dio. Li riconosciamo in tanti uomini e donne del nostro tempo,guardando alla situazione di inquietudine diffusa,che si esprime nella domanda:Dio,chi sei per me? E io chi sono per te? Queste pagine le abbiamo intitolate “Lettera ai cercatori di Dio”,perché riteniamo che chi cerca ragioni per vivere,in qualche modo e nel profondo della sua attesa cerchi Dio:vogliamo proporre una strada per incontrare Gesù,il Cristo,colui che sovverte i nostri schemi e le nostre attese,ma anche il solo che riteniamo possa darci l’acqua che disseta per la vita eterna. Frutto di un lavoro collegiale che ha coinvolto vescovi,teologi, pastoralisti,catecheti ed esperti nella comunicazione,la Lettera si rivolge ai “cercatori di Dio”,a tutti coloro, cioè,che sono alla ricerca del volto del Dio vivente. Lo sono i credenti,che crescono nella conoscenza della fede proprio a partire da domande sempre nuove,e quanti pur non credendo avvertono la profondità degli interrogativi su Dio e sulle cose ultime. La Lettera vorrebbe suscitare attenzione e interesse anche in chi non si sente in ricerca,nel pieno rispetto della coscienza di ciascuno,con amicizia e simpatia verso tutti. Il testo parte da alcune domande che ci sembrano diffuse nel vissuto di molti,per poi proporre l’annuncio cristiano e rispondere alla richiesta:dove e come incontrare il Dio di Gesù Cristo? Ovviamente,la Lettera non intende dire tutto:essa vuole piuttosto suggerire,evocare,attrarre a un successivo approfondimento,per il quale si rimanda a strumenti più adatti e completi, fra cui spiccano il Catechismo della Chiesa Cattolica e i Catechismi della Conferenza Episcopale Italiana.
AUTORE Il testo è stato redatto dalla CommissionEpiscopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi della Conferenza EpiscopalItaliana, presieduta da Bruno FortArcivescovo di Chieti-Vasto.
Perché il credente prova un continuo imbarazzo nel far sentire la propria voce? Perché è sempre più difficile ricordare l’insegnamento della Redemptor hominis:l’uomo non può capire se stesso senza Cristo? Il volume affronta questo problema attraverso varie prospettive (il significato della speranza, il problema della laicità e della sacralità del diritto, la bioetica, il rapporto tra relativismo e democrazia,l’idea di laicità nelle sacre Scritture): tutte in qualche modo legate dal sommesso invito a riscoprire il ruolo “impoliticamente politico” dei profeti. La loro voce arrivava inattesa, non richiesta,invadente a turbare la coscienza del mondo.I profeti non rivendicano un ruolo politico,non intendono alterare i rapporti di potere:chiamano alla conversione, parlano al cuore e, intanto, colpiscono il cuore di ogni forma di sopraffazione e di oppressione.
AUTORI
Salvatore Amato è professore di Filosofia del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania e membro del Comitato Nazionale per la Bioetica.
Dionisio Candido,presbitero della Chiesa di Siracusa.Insegna Sacra Scrittura presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Metodio” di Siracusa e presso lo Studio Teologico “San Paolo” di Catania.
Elio Cappuccioè docente di Filosofia nei Licei e Presidente del Collegio Siciliano di Filosofia.
Giuseppe Costanzo,consacrato vescovo nel 1976 e nominato ausiliare di Acireale,è stato Assistente generale dell'Azione Cattolica Italiana (1978-1982) e vescovo di Nola (1982-1989).Infine,è stato Arcivescovo di Siracusa dal 1990 al 2008.
Francesco D’agostinoè professore di Filosofia del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma Tor Vergata,Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani,Presidente Onorario del Comitato Nazionale per la Bioetica.
Giovanni Di Rosaè professore di Diritto privato nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania e componente non togato per il triennio 2008-2011 del Consiglio Giudiziario presso la Corte d’Appello di Catania.
Perché,nella coscienza comune del cattolico medio,il Concilio non è così tanto importante e,alla fine,si riduce a quel generico “rinnovamento” e alla riforma liturgica che ha permesso al sacerdote celebrante di guardare in faccia i fedeli anziché voltare loro le spalle? E perché quando si parla di Concilio si è portati a pensare al contrasto tra due diverse anime della Chiesa piuttosto che a una grande riflessione sulla fede nel mondo di oggi? Di questo si occupa il presente libro, con la testimonianza di un uomo, un vescovo che a sua volta visse il Concilio in presa diretta, monsignor Luigi Bettazzi:“Quando entrammo nel Concilio avevamo ancora un certo timore della parola di Dio.Pensavamo che fosse riservata alla gerarchia,e in effetti le cose andavano così.Abbiamo forse dimenticato che la gente imparava il catechismo a memoria,senza coinvolgimento personale? La grande scoperta fu proprio quella del valore della parola di Dio…”.
Il volume raccoglie le relazioni della settimana biblica interdisciplinare proposta dal Settore di Apostolato Biblico della CEI e patrocinata dalla diocesi di Crotone-Santa Severina. Di seguito i titoli e i relatori: La sua tenda tra noi: un itinerario attraverso i luoghi della comunicazione di Dio (P. Giordano); Spazio, comunicazione, virtualità: una possibilità-limite per Dio e per l’uomo (G. Mazza); I tempi della comunicazione di Dio (S. Parisi); Ritmi dell’uomo, ritmi di Dio: immagini in fuga e cultura dell’immediato (W. Lobina); «In tutto questo Giobbe non peccò» (Gb 1,1-22): verso una felicitous freedom (D. Graziani); Temi e squarci narrativi: la cronaca e altri racconti (R. Carello); Gestis verbisque: codici e modalità della comunicazione di Dio (N. Prisciandaro); Codici comunicativi: tra parola, gesto e silenzio (W. Lobina); «Ma non capite ancora?» (Mc 8,18): alle radici di una comunicazione mancata (G. Perego); L’ostacolo comunicativo, tra logica della distanza e partecipazione empatica (G. Mazza).
Giuseppe Mazza è docente di Teologia Fondamentale e di Comunicazioni Sociali presso la Pontificia UniversitàGregorianadi Roma. Svolge un’intensa attività di ricerca a livello internazionale, collaborando con gruppi di studio e istituzioni universitarie in Europa e negli Stati Uniti. Per San Paolo ha già pubblicato Incarnazione e umanità di Dio. Figure di un’eternità impura (2008) e l’ABC dei vangeli apocrifi (con Giacomo Perego, 2006).
Giacomo Perego, sacerdote della Società San Paolo, è docente di Nuovo Testamento presso l’Istituto di Vita Consacrata (Claretianum) della Pontificia Università Lateranense di Roma e presso il CICS della Pontificia Università Gregoriana. È membro del Settore Apostolato Biblico nazionale della CEI e autore, tra altre opere, di Password – Bibbia Giovani (San Paolo 2002, 2003) e dell’Atlante biblico interdisciplinare (San Paolo 20033).
A oltre dieci anni dal suo avvio, il progetto culturale orientato in senso cristiano è oggi un punto di riferimento importante nella vita della comunità ecclesiale italiana. Queste pagine, ricche di spunti di riflessione e suggerimenti pratici, evidenziano come il progetto culturale sia una prospettiva in cui tutti possono riconoscersi, offrire l’apporto dei propri specifici carismi, attingere per un cammino sempre più radicato e condiviso. I temi presentati in questo libro: fede e cultura, vita affettiva, lavoro e festa, fragilità umana, tradizione, cittadinanza. Nella seconda parte del volume vengono presentate le iniziative in corso per “fare progetto culturale”.
Presentazione del Card. Angelo Bagnasco.
Anche nella Città Eterna l’esile vescovo brasiliano mantiene la consolidata abitudine: punta la sveglia a mezzanotte, si alza, prega, legge, riflette, scrive; dopo 3 ore si riaddormenta sulla sedia e alle 5 si sveglia definitivamente per dare inizio alla sua giornata. Così, nel pieno della notte, sono nati gli straordinari testi pubblicati in questo volume, lettere agli amici in Brasile che venivano resi partecipi dei lavori conciliari, degli incontri con personalità di spicco, di meditazioni poetiche di forte tensione spirituale, di riflessioni sulla storia e l’economia, sul cinema, la scienza, l’arte, in definitiva su ogni argomento di pertinenza dell’essere umano.
Molte pagine di questo volume non mancheranno di provocare sconcerto e polemiche. A quarant’anni di distanza, le parole di Dom Helder colpiscono ancora per la loro straordinaria attualità.
Il profeta annuncia e denuncia: e Dom Helder non viene mai meno a questo duplice impegno affidandosi con fiducia alla forza della verità. In sua compagnia il lettore ripercorrerà i quattro anni più significativi della Chiesa Cattolica nel XX secolo. La scoperta più grande sarà la straordinaria ricchezza di un uomo dall’apparenza modesta, ma dotato di un’umanità e di una spiritualità imponenti. Un omino piccolo e fragile, che nella sua terra, e in ogni luogo dove è passato, gode ancora oggi della fama di santo.
Helder Pessoa Camara nacque a Fortaleza nel Nordest brasiliano il 7 febbraio 1909, undicesimo di tredici figli. E’ universalmente noto come una delle più grandi figure cattoliche del Novecento. Il Sunday Times lo definì “l’uomo più influente dell’America Latina dopo Fidel Castro”. Precursore della teologia della liberazione, egli una volta ebbe a dire di sé: “Quando do da mangiare a un povero tutti mi chiamano santo, ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo, allora tutti mi chiamano comunista”. Ha lasciato la diocesi il 2 aprile 1985, per raggiunti limiti di età (secondo le disposizioni del Diritto canonico), vivendo sempre nell’appartamento popolare in cui si era trasferito all’inizio del suo ministero episcopale, a Recife, fino alla morte, avvenuta il 27 agosto 1999.
Quando celebrano l’Eucaristia, “i fedeli possono rivivere in qualche modo l’esperienza dei due discepoli di Emmaus: si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero”. Lo stupore è la risposta immediata dell’uomo alla realtà che lo interpella, avvenimento inatteso e del tutto gratuito.
Il patriarca di Venezia si sofferma sui temi centrali del mistero dell’eucaristia, mostrando il nesso tra eucaristia ed evangelizzazione, la necessaria correlazione tra celebrazione e piena partecipazione, la dimensione antropologica dell’eucaristia. Una particolare attenzione è stata dedicata alla questione pastorale dei divorziati risposati, all’atteggiamento di confessione e penitenza e alla presenza dei cristiani in modo eucaristico a scuola, al lavoro, nel mondo della cultura, dell’economia, della politica, delle comunicazioni sociali.
Angelo Scola è nato a Malgrate (Lecco) nel 1941. Dottore in filosofia e teologia, già rettore della Pontificia Università Lateranense, dal 2002 è patriarca di Venezia. Nel 2003 è stato creato cardinale da Giovanni Paolo II. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato Gesù destino dell’uomo (20042).
La prima enciclica di Benedetto XVI che parla della relazione con Dio.