Ecco, tu ami la verità, perché chi fa la verità viene alla luce. Io la farò nel mio cuore davanti a te in questa confessione: e anche su queste pagine però, davanti a molti testimoni. Del resto che segreti avrei per te, Signore, che coi tuoi occhi denudi l'abisso della coscienza umana, anche se non volessi confessarmi a te? Siamo nel libro decimo, quasi alla fine delle «Confessioni», e Agostino si domanda (un po' tardi) se valga la pena di raccontare la propria vita a un Onnisciente. Per sua e nostra fortuna conclude che sì, ne vale la pena, e propone delle idee che hanno ancora moltissimo da insegnarci. Prendendo molto sul serio il ruolo del nano sulle spalle di un gigante, Ferraris rilegge Agostino incrociandolo con Strawson e Churchill, la «Critica della ragione pura» e «Histoire d'O», Simondon e Simenon, ed elabora una teoria della verità rispettosa della scienza, ma capace di restituire alla storia, alla letteratura e alla tecnica i loro buoni diritti in materia. Il testo agostiniano alla fine del volume accresce il gusto della lettura.
"Ultimamente mi sono chiesto più volte: cosa posso lasciare di meglio a tutti quelli che mi hanno conosciuto e amato? Qual è l’aspetto dell’eredità agostiniana che mi sta più a cuore? I suoi trent’anni di ricerca sullo Spirito Santo; il suo cantico nuovo sull’Amore, che abita nel nostro cuore. È lo Spirito Santo in persona la vera Grazia di Dio che ci abilita a vivere da veri Figli di Dio, capaci di costruire il mondo nuovo, più umano e fraterno, che Gesù è venuto a proclamare con la sua vita e il suo Vangelo. Questo Spirito che è tutto l’Amore di Dio, Gesù ce lo ha messo nel cuore il giorno del nostro Battesimo. Ma molti, troppi, non lo sanno o vivono come se non lo sapessero. Per S. Agostino, che ha vissuto costantemente alla ricerca della Verità dell’Amore, è stata la scoperta più sconvolgente. Mi sembrava inutile morire senza dirlo a tutti: un testamento come l’ultimo urlo e il regalo più bello!".
Il libro è un coinvolgente itinerario di preparazione alla Cresima, costruito a partire da un'esperienza su campo vissuta con preadolescenti e adolescenti, con i loro dubbi, il loro disinteresse diffuso, le loro voglie di protagonismo e/o di messa in discussione di tutto. La sfida che, di tappa in tappa, si tenta di attivare è l'incontro tra la bellezza del messaggio cristiano e la loro vita. Riuscirà la preparazione alla cresima a far crescere nei ragazzi una fede vitale, una risposta autentica di fiducia in se stessi, in Dio Padre, in Gesù, nella Chiesa? Riuscirà a farli vibrare della travolgente energia dello Spirito? La cresima segnerà il loro ingresso nel tessuto vitale della Chiesa? La sfida è tutta da vivere e il testo accompagna i catechisti, gli animatori, i parroci a farlo. Il Credo, costituisce l'intelaiatura di fondo, sulla quale l'autore costruisce l'intera proposta. Un Credo che, lungi dall'essere elenco di formule da imparare a memoria, diventa una storia da scoprire, una proposta da accogliere, un sentiero da percorre, su cui dialogare, intrattenersi, ragionare ed esplorare, per scalare le affascinanti vette che la fede in Gesù propone. Molti sono i temi che si intrecciano e scaturiscono: la fiducia, la libertà, il mettersi in gioco, il fallimento e il peccato, la morte e il dolore, la famiglia, la misericordia, la Chiesa e le sue umane contraddizioni, e molti ancora.
L'autore di questa ":intervista": a sant'Agostino d'Ippona è: Tino, un ragno a prima vista comune ma dotato della capacità: di scrivere. Il suo straordinario ":zampascritto":, rivolto ai più: piccoli, è: stato «:rinvenuto nel corso degli ultimi restauri all'interno della chiesa di Sant'Agostino in Campo Marzio a Roma...»:.
Il volume delle Confessioni è un best seller di tutti i tempi a partire dalla sua data di composizione. Ne fu consapevole Agostino stesso, che così scrisse: "I tredici libri delle mie Confessioni lodano Dio giusto e buono per le azioni buone e cattive che ho compiuto, e volgono a Dio la mente e il cuore dell'uomo. [...] So che sono molto piaciuti e tuttora piacciono a molti fratelli". Con questo lavoro p. Ferlisi si propone di guidare la lettura del capolavoro agostiniano per aiutare a scoprirne la straordinaria ricchezza e la perenne freschezza che affascina e fa bene all'animo. Di ciascun libro egli offre innanzitutto una visione d'insieme ed evidenzia i punti centrali nei quali esso si articola. Quindi, di ogni punto annota prima la serie degli "eventi" storici che Agostino rievoca e poi la "lettura degli eventi", ossia l'interpretazione psicologica e spirituale di fede che lo stesso Agostino, a distanza di tanti anni, da vescovo, ha tentato di fare.
Questa biografia, ormai considerata un classico all'altezza di quella personalità eccezionale che fu Agostino d'Ippona, viene ora riproposta in un'edizione notevolmente ampliata. Il ritrovamento di un imponente numero di lettere e sermoni, che gettano nuova luce sul ministero agostiniano, ha infatti indotto Peter Brown a ricollocare in diversa prospettiva storica alcuni aspetti essenziali dell'attività vescovile e della teologia agostiniana. Il volume esamina, attraverso la ricostruzione della vita di un personaggio in costante trasformazione, vicende, esperienze e atmosfere di quell'età di terribili crisi e rivolgimenti che avrebbe caratterizzato il passaggio dal mondo pagano al cristianesimo.
Un itinerario di discernimento con Agostino Moriar ne moriar - Che io muoia per non morire: cosi sant'Agostino, all'inizio delle Confessioni (1,5,5), esprime il suo desiderio di vedere il volto di Dio, e di essere pure disposto a morire per questo fine. Colpisce che l'inizio della sua lunga confessione coincida con la fine, con la prospettiva della vita eterna. Agostino, con il suo itinerario personale, e guida esemplare nel discernimento spirituale per un cammino di conversione, crescita e maturazione di ogni cristiano. Attraverso una serie di riflessioni su nuclei tematici da! particolare interesse, che muovono di preferenza dalle parole dello stesso Vescovo, questo Sussidio accompagna il lettore in un approfondimento storico, filosofico, teologico del pensiero agostiniano. Armando Genovese appartiene alla Congregazione del Missionari del S. Cuore. Professore ordinario di Patrologia presso la Pontificia Università Urbaniana, si e dedicato con particolare attenzione ad Agostino, alla ricezione del pensiero agostiniano nel Medioevo, all'esegesi patristica.
Autore di vari libri e articoli, seqnaliamo tra gli ultimi: "Come la formica" in ascolto del Simbolo apostolico, UUP 2017; La Teologia come prassi ai comunione negli Universae Theologiae elementa ai Antonio Genovesi, in Urbaniana University Journal 70/3 (2017), 177-215; La missione nei primi secoli cristiani, in F. Meroni — L. Sileo (edd.), Dalla Maximum Illud alla Evangelii Gaudium. Sull'urgenza della trasformazione missionaria della Chiesa, UUP 2021, 305-323: Il Cantico dei Cantici letto da Ambrogio e Agostino. Armonie e contrappunti, in E. Ghelfi (ed.), "Satis episcopaliter me dilexit". Ambrogio e Agostino, Milano 2021, 107-134.
Agostino D'Ippona si converte al cristianesimo dopo una tormentata esperienza morale per l'influenza della madre e di S. Ambrogio. Il tema principale del pensiero agostiniano è il richiamo all'interiorità, in cui si ritrova la certezza della propria esistenza e si scopre la presenza di Dio. Nelle sue opere emergono, inoltre, i temi della negatività del male e la libertà dell'uomo.
I dialoghi giovanili, il pitagorismo e il platonismo, il valore dell'ermeneutica intesa come scienza fondante, gli scritti polemici e poi i grandi temi del male, del tempo e dell'eternità. In dieci brevi capitoli Maria Bettetini traccia una sintesi della vita avventurosa, del pensiero e delle opere di sant'Agostino da Ippona, con particolare attenzione agli scritti che maggiormente hanno influenzato la cultura dei secoli successivi, dalle Confessioni, alla Città di Dio, alla Trinità. Il volume non si uniforma alla prassi di distinguere le opere del santo in filosofiche e teologiche, ripartizione estranea ad Agostino stesso, ma rintraccia le idee di fondo che strutturano il suo pensiero, le approfondisce e ne segue il tortuoso percorso culturale fino ai giorni nostri.
L’estetica è una disciplina le cui categorie mutano al variare dei tempi e delle rispettive questioni filosofiche. Ecco perché non può essere sistematica: nella molteplicità delle forme dell’arte si riflette la pluralità delle sue prospettive. Queste pagine cercano di rendere tale complessità riformulando la riflessione estetica in tre interrogativi – cos’è arte, bellezza, immaginazione? – e affrescando itinerari per una sua definizione.
Di qui le tre sezioni del libro, con ricche introduzioni e testi commentati. L’arte: nell’antichità si declina come mimesis, in differenti accezioni – in Platone, Agostino, Aristotele, Plotino fino a Giordano Bruno. È la dialettica tra arte e verità, con le sue aporie, a divenire dominante nella modernità: l’arte ha sempre più a che fare con la verità che noi stessi siamo, diversamente declinata in Hegel, Schopenhauer, Schelling, Vico. L’età contemporanea coglie la differenza fra opera e rappresentazione: l’arte diventa enigma – un tema esplorato da Heidegger, Adorno, Merleau-Ponty.
La bellezza: se nell’antichità è sinonimo di equilibrio e perfezione (Agostino, Vitruvio, Platone, Plotino, Firenzuola), nel moderno richiama un modello di universalità (Kant, ma anche Burke, Baumgarten, Winckelmann, Hegel). Il contemporaneo invece rompe con il paradigma della “forma bella” (Baudelaire, Vigarello, Dostoevskij, von Balthasar, Danto) proponendo altri modelli: la bellezza dell’effimero, la bellezza artificiale.
L’immaginazione: è imitare immagini o produrne di proprie? È un concetto che oscilla tra phantasía e imaginatio, e muta da Aristotele, Plotino, Averroè e Marsilio Ficino fino ai moderni – Montaigne, Spinoza, Hume, Kant, Novalis – rovesciando il suo significato, nell’età contemporanea, da rappresentazione in irrealtà, creazione d’essere e potenza trasformatrice, con Ribot, Sartre, Jung, Bachelard, Foucault, Marcuse.
Rileggere i classici sotto la lente di queste categorie estetiche mostra come esse rimettano in gioco antiche questioni filosofiche: verità, rappresentazione, soggettività e intersoggettività.
A chi ha una certa familiarità con i testi di Agostino non parrà fuori luogo definirlo un artigiano prolifico di aforismi indimenticabili, cioè di frasi concise e pregne di pensiero. Gli venivano spontanei. Ogni suo aforisma è un piccolo gioiello. Molti lasciano sorpresi e incantati, tanto sono geniali. Erano il suo linguaggio caratteristico e abituale usato con il composito pubblico, tanto da riconoscervi una sorta di marcatore dell'autenticità dei suoi interventi trasformati in opere letterarie. Del resto, l'arte della retorica, di cui era stato anche docente, gli ha consentito di scegliere, all'occorrenza, le parole più idonee; di intarsiarle modulandole tra di loro, obbedendo alla vibrazione del pensiero; di accostare sapientemente parole assonanti e di posizionare i pensieri in forma speculare; di condensarvi un pensiero importante e portante; di consegnare al pubblico una sintesi formidabile e accattivante, facilmente memorizzabile. La presente pubblicazione, dopo aver raccolto, con testo originario latino e traduzione italiana rigorosamente fedele al linguaggio dell'autore, oltre quattrocento aforismi e pensieri sapienziali di Agostino, selezionati tra i più significativi, sviluppa una serie di tematiche, a trama aperta, intessute appunto degli aforismi e dei pensieri sapienziali segnalati nella prima sezione. Ne risulta un ampio spaccato della teologia e dell'antropologia teologica di Agostino.
Agostino viveva il momento delle Omelie come un incontro desiderato con la sua gente, un atto di intensa pastorale. Parlava con la sovrabbondanza rigurgitante della mente e del cuore. Con una voce un po' flebile, ma con una potenza espressiva eccezionale e con un cuore vulcanico. Con i suoi Discorsi, per quarant'anni Agostino ha educato i fedeli a coniugare Parola di Dio e vita, facendoli entrare nel dinamismo proprio della lectio divina: quello di assumere la Parola di Dio come luce che rischiara la quotidianità della vita, di cui offre uno spaccato interessante e avvincente, persino attuale. E a tal fine, con squisita sensibilità pastorale, Agostino mirava a coinvolgere il pubblico, sollecitandolo a bussare con lui alla Roccia della Sacra Scrittura, da cui far scaturire l'acqua viva, cioè i misteri abissali di salvezza, di cui nutrirsi insieme.