Questo libro racconta la storia di un uomo che vede suo padre, ammalato d'Alzheimer, trasformarsi in uno sconosciuto. Lo accompagna a passeggiare nel parco, lo studia mentre siede inebetito davanti al televisore. E scopre - via via che la malattia avanza - un padre poco amato e poco amabile, sconosciuto, in realtà, da sempre. Mentre l'esistenza e la memoria del malato si sgretolano, affiorano pezzi di una vita segreta, fino a che una lettera rivela l'esistenza di una persona: un secondo figlio nato in Germania prima che il padre si sposasse; un fratello, un altro sconosciuto, che improvvisamente si fa vivo con la curiosità di chi a sua volta vuole conoscere e farsi conoscere.
Miranda Sharpe è una brillante studentessa al secondo anno del dottorato in filosofia. Stufa dell'invadenza del suo relatore, una mattina si reca nel suo studio a reclamare una tregua e lo trova... morto. Troppo spaventata per riuscire a fare altro, Miranda scappa. Ma, nelle ore seguenti, del professor Grue non si trova più traccia e con lui sono spariti i risultati delle sue ricerche sulla coscienza. Per chiarire quel che ne è stato, la giovane filosofa si trasforma in una novella detective della mente. L'enigma al centro di questo originale "neuronoir" impegnerà Miranda fino all'ultima parola, tra esperimenti illeciti e colpi di scena, sparatorie e complotti mondiali, alla scoperta dei misteriosi rapporti tra mente e cervello.
Se ci sono 400 milioni di stelle nella nostra sola galassia, e forse 400 milioni di galassie nell'Universo, è ragionevole che là fuori, in un cosmo che ha 14 miliardi di anni, esista o sia esistita una civiltà avanzata almeno quanto la nostra. Se le dimensioni e l'età dell'Universo sostengono con forza l'esistenza di altre civiltà, perché non ne abbiamo testimonianze? Questo libro presenta cinquanta soluzioni a questo problema, noto come paradosso di Fermi, avanzate da scienziati di primopiano, filosofi, storici e autori di fantascienza. Stephen Webb è un fisico che lavora nel campo della didattica alla Open University, in Inghilterra. È autore di saggi sulla cosmologia.
Italia, primavera del 1975. Nei pressi di Mantova, Pier Paolo Pasolini sta girando Salò o Le 120 giornate di Sodoma. Poco distante, nei dintorni di Parma, Bernardo Bertolucci lavora al film Novecento. Nel giorno del compleanno di Bertolucci, il 16 marzo, viene organizzata una partita di calcio tra le due troupe. Il campo è quello della Cittadella, a Parma, intorno al quale sono raccolti tutti i protagonisti di questa storia: Pasolini, Bertolucci, ma anche Alberto, un bambino intimorito dalla solitudine, e Vincenzo, un terrorista nero con una agghiacciante missione da compiere. Alberto Garlini racconta attraverso le vicende dei suoi protagonisti la perdita dell'innocenza di un intero Paese, di cui la figura di Pasolini è l'emblema.
Una sorta di tavolo anatomico sul quale sta distesa la vita dei lavoratori precari, temporanei, a termine. Una raccolta di voci che si leva dall'inferno del lavoro non-lavoro, del lavoro senza significato e senza speranze, del lavoro che abbruttisce dolcemente, del lavoro ridotto a pura forza: forza-lavoro. Uno sguardo crudele e disincantato che, raccogliendo un coacervo di microstorie, flussi di coscienza, dialoghi, istruzioni, narrazioni fredde, soliloqui, ritrae quello che è oggi il presente di molti, quello che forse sarà il futuro di tutti.
Luisito Bianchi scrive questo romanzo negli anni Settanta, rappresentando con i mezzi della letteratura un'esperienza per lui profonda e cruciale, seppur vissuta in giovanissima età: la Resistenza italiana. Nel 1989 - dopo una profonda revisione da parte dell'autore - gli stessi amici ne curano la prima pubblicazione, autofinanziata e ora esaurita. Il libro inizia così a diffondersi "da mano a mano, da amicizia ad amicizia", secondo le stesse parole dell'autore. L'editore Sironi, imbattutosi come tanti altri in quest'opera e convinto della sua forza, la propone ora al grande pubblico.
La Cassa di credito cooperativo del Tagliamento e del Piave, nel cui ufficio legale lavora Giulio Rovedo, il protagonista, viene repentinamente assorbita da Bancaalleanza. Amon Gottman, l'uomo che ha guidato la fusione, è una figura spietata e ambigua. Cecilia Mazzi, il nuovo capo del personale, circuisce Rovedo e fa in modo che la cosa giunga alle orecchie della moglie di lui, che non esita a metterlo alla porta. Ma dietro questo inspiegabile comportamento non si cela un modo per far fuori un dipendente scomodo, ma qualcosa di molto più misterioso, e infatti proprio lo stabile dove Giulio Rovedo stabilisce il suo alloggio temporaneo diviene l'epicentro di strani accadimenti.