Con espressioni dense di lirismo e il linguaggio immaginifico che lo caratterizza, il poeta Tagore, Nobel per la letteratura, canta l'ammirazione e l'adorazione dell'adulto verso il bambino, visto come l'incarnazione eterna della tenerezza, della genuinità e della freschezza. La figura del bambino rimane immutabile ed antica ed emerge luminosa nella casa dell'uomo. Egli rappresenta l'eterno rinascere e rinnovarsi della natura.
Con questa silloge Renzo Piccoli conclude la collana "Cantar de mi amor", di sette volumi intitolati ai colori dell'iride, da cui deriva il sottotitolo. Viene ancor più esaltata la musicalità dei versi, trattandosi di un canzoniere. Campeggia l'amore per la donna amata, in un'atmosfera surreale e magica, generata da una natura empatica con il poeta.