La vita è spesso un panno lacerato da domande e giudizi, da spietate sicurezze e superficiali verità, dove dare tutto per scontato ferisce più di una lama. Dio promette un tessuto forte, lo restituisce trapunto e forgiato dall’intreccio dell’Amore con l’amore. In questo semplice e profondo saggio Dio viene presentato come un “tessitore”.
Come è descritta la donna nei Testi Sacri? In essi più che in altri, la donna è raccontata come l'altra parte dell'umanità, la metà che la edifica e la completa e in quanto tale capace di colmare quel senso di solitudine e di mancanza che è nell'uomo. In questo però ella ha una grande responsabilità, non è chiusura ma apertura all'altro, al tutto, a Dio. Deve trascendersi, diventare respiro, anelito, come dice Irigaray soffio cosmico: "Sembra che il soffio femminile rimanga allo stesso tempo più collegato all'universo, Il divino al femminile assicura un ponte tra il mondo umano e il mondo cosmico, tra la natura micro e macro-cosmica, tra il corpo e l'universo. Per la donna, il mondo, a cominciare da se stessa, non si deve riscattare o risuscitare solo domani o in cielo, ma da oggi, sulla terra. Lei deve diventare creatrice dell'umanità, generatrice spirituale e non solo naturale".
Parliamo spesso di Dio ma parliamo poco con Dio. Questo libro è una raccolta di pensieri, preghiere, riflessioni scaturiti dal dialogo orante. Scritti in momenti diversi, sono stati raccolti per temi: incarnazione, passione e morte, risurrezione, fede, speranza, carità, parole e preghiera. Questo scritto vuole essere un dono "leggero" per tutti coloro che lo leggeranno. Per quelli disposti ad aprire loro cuore e a fare spazio a Dio; per quelli che stanno sentendo tutta la fatica di aprirsi; per quelli che ne hanno timore e per quelli che non si sentono pronti.
La cultura contemporanea è caratterizzata da una tendenza antropologicamente egocentrica ed individualistica che contraddice, talvolta perfino ostacola, lo slancio d'amore. Le statistiche confermano che ci si sposa sempre di meno e in età sempre più adulta, che un matrimonio su due incappa nella separazione, uno su tre finisce con il divorzio. Per ritrovare l'amore non resta che meditare profondamente sulle pagine del Vangelo, visto che l'amore è grazia, non merito. Questo studio vuole consegnare ai fidanzati e agli sposi delle tracce da seguire per orientarsi nel cammino, un programma di vita che si pone come obiettivo la felicità piena dell'amore umano.
Un testo dedicato all'appassionante e difficile missione dei Cappellani nelle carceri e agli operatori penitenziari "tessitori di giustizia". L'intento è soprattutto pastorale: come vivere questo servizio? Come affrontare le sfide? Come essere portatori di speranza? Come contrastare la "Globalizzazione dell'indifferenza" affinché la cultura della vicinanza possa abbracciare e includere la persona anche quando esce dal carcere?
La gioia dell'amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa. Come hanno indicato i Padri sinodali, malgrado i numerosi segni di crisi del matrimonio, "il desiderio di famiglia resta vivo, in specie fra i giovani e motiva la Chiesa". Come risposta a questa aspirazione "l'annuncio cristiano che riguarda la famiglia è davvero una buona notizia". Amoris laetitia, 1
Papa Francesco ci fa profeticamente capire che Gesù è Figlio del Dio che compartecipa alle sofferenze dei sui figli, in modo speciale per quelli impoveriti, torturati, scartati, vittime di sistemi di peccato che lacerano la dignità umana e distruggono l'ambiente in cui viviamo. Egli dunque ci invita a seguire le orme di Gesù, proclamandolo nella fede, ma lottando con lui per liberare l'umanità dall'ingiustizia e follia delle armi, ad annunciare la paternità di Dio accanto alle vittime che egli ama di amore di predilezione.
Fra i giorni dell'anno nessun altro assume un'aria di mistero come il 29 febbraio. C'è e non c'è, a tratti appare e a tratti scompare senza lasciare traccia. Così è anche nell'esperienza dell'amore: per tutti c'è un 29 febbraio del cuore. Il suo ricorrere ciclico ci può aiutare a fare una sorta di veri?ca, di bilancio e di inventario della vita di coppia, da rivalutare magari fra altri 4 anni. L'esserci e il non esserci di questa ventinovesima data ha per tutti ha un senso logico, educativo e terapeutico che vale la pena meditare.
Agorà e Parola, parola e agorà, un mescolarsi di incontri, vicende, dialoghi, relazioni, cultura che si rende coltura della mente umana, carità divina che si offre all'uomo nella gratuità semplice del quotidiano.
Come si arriva a Dio? Ci sono scorciatoie privilegiate che conducono a lui? Ci sono fenditure attraverso cui si può sbirciare nel suo mistero? In quest'opera ci affidiamo alla guida di uno dei più grandi geni religiosi dell'era moderna: John Henry Newman. L'intento? Scoprire con lui alcune vie, alcune scorciatoie verso Dio. Non esagerava Joseph Ratzinger a considerare Newman come uno dei massimi personalisti del cristianesimo. L'allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede aveva definito Newman come uno dei grandi personalisti della storia dai tempi di sant'Agostino. In queste pagine guardiamo brevemente ad alcune vie, come la via della coscienza, la via dell'amicizia e diverse altre per incamminarci più speditamente sulla via della verità dell'uomo e della verità di Dio.
Il tempo di Dio è in quel “Tutto è compiuto”, nel Figlio diletto che dall’alto della croce invita il buon ladrone a quell’oggi in cui potrà essere con lui, in Paradiso. È la pazienza dell’agricoltore che attende la maturazione, o lascia ancora un anno il suo albero perché si decida a dare frutto, o che lascia crescere grano e zizzania. È l’amore benigno e paziente di quel Padre che ogni giorno sa di poter sperare nel ritorno a casa del figlio che si è voluto allontanare. Da queste pagine di meditazione e preghiera emerge una verità, semplice quanto spiazzante: i tempi di Dio non coincidono con i nostri. Nei Salmi torna più volte la supplica dell’uomo a Dio affinché risponda al grido della sua anima, intervenga, operi. E spesso questa esortazione è caratterizzata da una domanda: “quando?”. Eppure, nel tempo di Dio c’è un grande mistero, c’è tutta la bellezza del suo progetto, che prende senso se osservato da una prospettiva più ampia, che non ci appartiene ancora, ma di cui evidentemente siamo capaci.
«Mi chiese una volta un bambino: «Ma Gesù avrebbe perdonato Giuda?». Risposi senza esitazione: «Gesù era prontissimo e felicissimo di perdonare: Giuda non l'ha voluto». Non accada così anche a noi! Anche Pietro tradì Gesù rinnegandolo tre volte, ma Pietro ebbe l'umiltà di piangere, l'umiltà di chiedere il perdono e di gettarsi nell'abbraccio della Misericordia di Dio. Don Antonio Fiozzo, nelle pagine che seguono, ci invita a credere nel perdono. E ci presenta il sacramento del perdono avvalendosi degli insegnamenti che l'amato Papa San Giovanni Paolo II ci ha lasciato come sua viva eredità spirituale la cui preziosità è simile ad una perla il cui splendore non conosce limiti, così come senza limiti è la Misericordia di Dio Padre. Da queste pagine, vibranti e luminose, esce l'invito a seguire l'umiltà di Pietro, l'invito a chiedere perdono per sentire la bellezza dell'abbraccio di Dio che ci restituisce la pace del cuore, di cui tutti abbiamo bisogno». (Dalla Prefazione di Sua Em. Angelo Card. Comastri, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, Presidente della Fabbrica di San Pietro)