La direzione verticale della salita al cielo del Risorto ha la stessa traiettoria dei desideri di felicità e pienezza del cuore umano. In che senso il Signore salì al cielo, se oltre la luna e le stelle non si è trovata alcuna dimora fisica del divino? Perché alla morte del Maestro seguirono paura e smarrimento, ma dalla consapevolezza della sua Ascensione - che pure segna un distacco fisico definitivo - i discepoli riebbero gioia e forza? Indagine terminologica, scavo nel passato letterario, esegesi biblica e vita del credente si intrecciano in questo affascinante percorso.
Lo specifico della teologia morale presuppone per il cristiano un modello di comportamento da seguire che non sia dettato soltanto dalla legge morale naturale, comprensibile anche da una ragione non illuminata dalla grazia e dalla fede, ma è Cristo stesso, icona ed epifania di Dio, che completando la rivelazione mostra all’uomo come vivere il suo “essere immagine somiglianza di Dio”. Il proprium dell’etica cristiana è l’imitazione di Cristo, per cui la conoscenza dei suoi insegnamenti è indispensabile per ricavare le proposizioni normative da seguire. Il presente lavoro si rivolge a tutti coloro che intendono avvicinarsi e approfondire le tematiche fondamentali della morale cristiana, con un linguaggio accessibile e pastorale.
"Sono venute da me tante persone preoccupate perché il coniuge aveva abbandonato il tetto coniugale poiché vittima, probabilmente, di un maleficio amatorio. Questa opinione è ancor più avvalorata se, prima di giungere a me, sono andati da qualche mago che - unicamente per soldi - ha detto loro ciò che volevano sentirsi dire. Il mago non dice mai niente sulla libera responsabilità del soggetto: è più facile dire che il marito (o la moglie) ha tradito perché è stato costretto dall'influsso straordinario del diavolo piuttosto che affermare che dietro quel tradimento c'è la scelta libera dell'individuo. Nessun maleficio ha il potere di sopprimere la libertà umana". Una missiva semplice e chiarissima rivolta ai fedeli, agli esorcizzandi e a tutti coloro che hanno a che fare, per un motivo o per l'altro, con l'azione straordinaria del demonio. Un testo ricco di contenuti spirituali e con un interessante orizzonte mistico. Contiene in appendice le preghiere di liberazione offerte dal magistero della chiesa e una invocazione a San Michele Arcangelo.
La tematica dei cinque sensi diventa propedeutica per la comprensione della nostra storia, in quanto la loro rappresentazione può costituire un tramite per comprendere meglio le disposizioni morali che caratterizzano modalità diverse di approccio al paziente e le loro evoluzioni nel corso del tempo. Si è voluto riflettere a più voci sul possibile ruolo dei sensi come fondamento e base della cura e della pratica clinica stessa. Si è cercato di comprendere quali intrecci e quali riflessi generano nell'arte della cura, lo sguardo, la vista, l'ascolto, le diverse forme del toccare e del contatto corporeo, il gusto e l'olfatto. Parlare dei sensi nella cura è parlare della presenza sensibile e dell'indecifrabilità dell'uomo, che si potrebbe anche considerare come un modo di pensare, in uno stile diverso, la stessa «condition humaine». Qui sta la genesi della storia di questo libro, vale a dire, come un ritorno ai sensi può aprire nuove idee (anzi, questo è troppo limitato al senso della vista!) a nuove percezioni per la riflessione e nuovi significati bioetici. Sembra spiacevole, infatti, che la bioetica di oggi sia una bioetica dei principi e una bioetica delle frontiere (sia ai margini della vita umana, ma anche rispetto alle nuove biotecnologie), piuttosto che una bioetica della vita. Parafrasando Serres, si potrebbe dire che la bioetica odierna «non ha il senso dell'olfatto, e niente gusto». Da ciò l'importanza per l'esercizio della pratica clinica, di una riflessione sui cinque sensi.
Rivista teologica dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose Fides et Ratio"- L'Aquila, n. 1/2012, gennaio -giugno 2012, 'Custodire la famiglia è custodire l'umano'. "
Rivista teologica dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose Fides et Ratio"- L'Aquila, n. 2/2012, luglio -dicembre 2012. "
Il Concilio Vaticano II fu opera corale. Molti furono i protagonisti. Fra essi un posto di rilievo lo ebbero i "periti", esperti nelle varie discipline, che con la loro competenza prepararono il materiale da sottoporre ai padri, perché lo esaminassero. Alla fine il voto (placet o non placet) fu solo dei Padri conciliari. Il volume ci fa conoscere questi esperti, che, provenendo da diverse latitudini, portarono in Concilio i problemi, i sogni e le speranze del Popolo di Dio. A distanza di mezzo secolo possiamo partecipare ai loro dibattiti e capire perché il Concilio fa ancora parte del futuro della Chiesa di Papa Francesco.
Il libro propone gli elementi essenziali della Teologia della liberazione e narra le sue sorti sotto i colpi della restaurazione.
Contributi di: Liliana Biondi: Presenza giovannea e corrispondenze numeriche nel Laudario alla Vergine di David Maria Turoldo. Ipotesi di lettura. Giovanni Carrù: Il teologo papa: fede e scienza. Alessandro Cesareo: L'elemento religioso come fattore di sviluppo letterario e linguistico all'interno del Tardoantico: un'ipotesi di approccio storiografico. Lorenzo Chiarinelli: "Di che cosa ha bisogno la Chiesa?". Il vento e il fuoco. Wiestaw Dabrowski: La figura del vescovo alla luce del commento di san Tommaso d'Aquino al Corpus Paulinum. Enrico dal Covolo: Conosci te stesso per abbracciare il mondo. Una riflessione sapienziale tra ragione e fede. Stefania Di Carlo: Clemente V: dal "Verbale del Processo dell'ultimo concistoro" alla Bolla di canonizzazione di Celestino V. Luigi Maria Epicoco: Le sfere esistenziali in Kierkegaard. Michele Giulio Masciarelli: Cristiani sul ponte di due secoli. Daniele Pinton: Il Ministero Ordinato. Analisi del Rito di Ordinazione del vescovo, dei presbiteri e dei Diaconi. Roberto Rossi: Fra le pieghe del mistero. A proposito di due studi di Giuseppe Molinari.
"Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede", scrive l'apostolo Paolo ai Corinzi (1Cor 15, 13-14). Questo breve studio non ha altra pretesa se non quella di suggerire al lettore alcune delle principali riflessioni che scaturiscono da queste parole cariche di forza e di speranza anche per la generazione presente, con la convinzione che solo in Cristo Risorto l'uomo incontra veramente se stesso: chi egli sia e chi sia chiamato ad essere.
L’opera, nata con intenti pastorali, è tesa a conoscere e a far conoscere, attraverso lo scandaglio dell’opera e le notizie biografiche, l’uomo Pirandello per scrutarne l’intimità del suo animo e per misurarne il portato spirituale e religioso. L’obiettivo della ricerca è proprio di «dedurre» dall’opera di Pirandello «il particolare modo» che ha avuto «di considerare il mondo e la vita». Scoprire, soprattutto, le inevitabili implicazioni religiose di questa sua particolare concezione del mondo e della vita alla luce della fede cristiana.