La simonia è certamente uno degli abusi peggiori che ha afflitto la Chiesa sin dalle sue origini. Essa ha i suoi inizi nel racconto del capitolo ottavo degli Atti degli Apostoli, dove il mago Simone chiede a Pietro di poter ricevere lo Spirito Santo in cambio di una somma di denaro. Nel corso dei secoli, il tentativo di comprare e vendere i sacramenti e gli uffici ecclesiastici è stato visto come la prima e la più pericolosa di tutte le eresie, provocando la riprovazione e la condanna di papi, sinodi e concili.
Lo studio ripercorre le fondamentali tappe teologiche e giuridiche del percorso dell'espressione symoniaca heresis, che a partire da Gregorio Magno descrive questa forma di corruzione, dalle prime formulazioni negli scritti dei Padri della Chiesa fino alla Riforma gregoriana ed alle sue collezioni, per giungere infine all'opera fondamentale del cosiddetto rinascimento giuridico del XII secolo, il Decretum Gratiani. Di quest'ultima opera viene analizzata nel dettaglio la prima quaestio della Prima Causa, ricostruendone dettagliatamente il processo redazionale alla luce dei più recenti studi in materia.
Il domenicano francese Yves Marie Congar (1904-1995) fu tra i protagonisti del Vaticano II, a lui si devono parti consistenti di alcuni importanti documenti conciliari.
Il primo numero della Rivista, presenta una duplice novità.In primo luogo, il cambiamento del nome: "Urbaniana University Journal. Euntes Docete". Pur nella continuità, la scelta segnala l'esigenza di internazionalizzare sempre più il servizio della Rivista che rappresenta anche l'attività di ricerca e insegnamento dell'Università. La titolatura in lingua inglese consentirà una migliore visibilità e fruibilità in rete, a motivo, non ultimo, del bacino dei lettori sempre più rappresentativo delle differenti realtà socio-culturali. In secondo luogo, il cambio del Direttore. Nel ringraziare Giovanni Ancona per il lavoro con cui ha rilanciato la Rivista universitaria in questi ultimi anni, auguro a Carmelo Dotolo un lavoro proficuo. La sua competenza teologica e l'acutezza dell'analisi della realtà contemporanea, ne fanno un autorevole interprete del rapporto tra fede e storia di cui oggi, a 50 anni dal concilio Vaticano II, si sente bisogno. Sono certo che le sfide culturali e spirituali che la Rivista si pone nell'accompagnare e guidare la riflessione sul mondo della missione, rappresentano il terreno migliore sul quale Carmelo Dotolo darà il meglio di sé. Alberto Trevisiol Rettore Magnifico della Pontificia Università Urbaniana Autori: Kanakappally Benedict; Santoro Raffaele; Ndreca Ardian; Longhitano Tiziana; Kleden Ignas; Kodithuwakku Janaka Indunil; Hongtao Zhao; Meruzzi Mauro; Monachese Angela.
«Nel 1981, mentre frequentavo l’Istituto Universitario Orientale di Napoli, mi imbattei in un testo dello storico inglese Ch.R. Boxer, The Christian Century in Japan, del 1951. Fu la scoperta di un mondo totalmente sconosciuto, perché nessuno, fino ad allora, mi aveva parlato della storia del cristianesimo del Giappone e dei martiri, innumerevoli, – a tutt’oggi non si sa con precisione quanti siano stati – che ci furono dal XVI al XX secolo» (da La Missione in Giappone. Gli inizi, p. 11).
Da quella lettura giovanile ebbe avvio l'incontro dell’Autrice con il Giappone, dove vive e insegna da trentuno anni. Nonostante la cultura di questo Paese fosse così diversa da quella occidentale, il cristianesimo vi attecchì con una velocità sorprendente. Il successo, tuttavia, fu breve. Già a partire dalla fine del XVI secolo, infatti, la fiorente comunità cristiana fu sottoposta a persecuzione sistematica che, legalmente, ebbe termine nel 1873, ma che in realtà si protrasse fino alla fine della seconda guerra mondiale.
Vi sono quindi ricostruite le tappe della via crucis dei missionari e di quella parallela, ma ancora più sofferta, dei loro figli spirituali, i cristiani giapponesi, testimoni di forte fede e generoso coraggio.
Fra i documenti del Vaticano II, "Nostra Aetate" è quello che ha rappresentato un esempio di ricezione accrescitiva: non solo ha rovesciato la catechesi del disprezzo, ma ha aperto una via nella quale sono passati sia i rapporti teologici fra chiesa ed ebraismo, sia i rapporti politici fra Santa Sede e Stato di Israele, sia le occasioni di scambio culturale e accademico. Questo libro dà il senso di quanto sia stato lungo e fecondo il cammino che da "Nostra Aetate" ad oggi ha trasformato le relazioni fra Israele e la Chiesa e offre sia allo studioso sia al lettore un accesso a quei documenti così recenti e così importanti che gettano le basi per un cinquantennio di fraternità e speranza (Alberto Melloni). Il volume - che raccoglie studi e documenti, in inglese e in italiano, ed è corredato da un inserto fotografico a colori - è frutto della collaborazione tra l'Ambasciata d'Israele presso la Santa Sede e la Pontificia Università Urbaniana.
Si può ancora parlare di dialogo islamo-cristiano dopo "l'orrore assoluto dell'11 settembre 2001" che ha visto le due torri gemelle di New York crollare con migliaia di vittime innocenti? Nell'Europa occidentale l'esigenza di laicità democratica in società pluralistiche, da una parte, e la volontà di visibilità dei musulmani immigrati raggruppati in associazioni o federazioni, dall'altra, pongono nuovi interrogativi nell'opinione pubblica e nelle comunità cristiane. Si tratta ormai di organizzare il "vivere insieme" nella "casa comune" di questo pianeta secondo i valori fondanti delle religioni che riconoscono al Creatore un disegno di bontà e di amore per tutte le sue creature. Questo disegno richiede, da parte dei cristiani, come dei musulmani e degli ebrei, in quanto credenti, una risposta generosa, un'adesione intelligente e un impegno di collaborazione tra tutti gli esseri umani. (Dalla Postfazione dell'autore) Padre Maurice Borrmans, della Società dei Missionari d'Africa (Padri Bianchi), ha dedicato tutta la sua vita allo studio, all'insegnamento e all'attività pastorale in favore del dialogo islamocristiano. Con questa pubblicazione, l'Urbaniana University Press e l'Istituto di Ricerca della non Credenza e delle Culture (ISA) celebrano la consegna a Padre Maurice Borrmans della laurea honoris causa in Missiologia, Facoltà della Pontificia Università Urbaniana.