Maria Gallo nasce a Napoli il 25 marzo 1715 in una semplice famiglia di artigiani. Sin da piccola inizia a frequentare la chiesa di Santa Lucia al Monte, tenuta dai Francescani Alcantarini. Ben presto manifesta l'intenzione di consacrarsi al Signore contro i progetti del padre violento. Pur subendo maltrattamenti e privazioni, non cede e alla fine riesce a coronare il suo sogno: l'8 settembre 1731, nella sua casa, veste l'abito del Terz'Ordine Francescano Alcantarino, prendendo il nome di Maria Francesca delle cinque piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo. Nella sua vita si susseguono sofferenze fisiche e morali. Maria Francesca è ammessa ai voti religiosi nel Natale 1741. Insieme ad una compagna, Maria Felice della Passione, ella va ad abitare presso la casa di don Giovanni Pessiri, suo direttore spirituale. Maria Francesca beneficia di carismi soprannaturali, come la profezia, e sperimenta vari fenomeni mistici. Spira serenamente il 6 ottobre 1791.
La vita di una persona così speciale, Chiara d'Assisi, non poteva che essere narrata da un essere altrettanto speciale, che la conobbe profondamente e l'accompagnò tutti i giorni della sua vita, dal concepimento fino al giorno in cui, con fierezza, la presentò davanti al trono dell'Altissimo: il suo Angelo Custode, che l'Autrice di questa originale e delicata biografia di Santa Chiara chiama simpaticamente Angiolino. Ella si innamora sempre più di Cristo e decide di lasciare la casa paterna per seguirlo in una nuova forma di vita evangelica. Chiara sarà una perla tutta di Dio.
Vincenzo Ferreri nasce il 23 gennaio 1350 a Valenza (Spagna). A circa diciassette anni, nella sua città, entra nell'Ordine dei Frati Predicatori (Domenicani). Tappe della sua formazione spirituale e culturale saranno anche Barcellona, Lerida e Tolosa. È presto conteso in diverse città come professore e come consigliere e confessore.
La straordinaria storia di Santa Marina è una delle più belle ed edificanti del Monachesimo cristiano antico. Orfana di madre, giovanissima decide di seguire il padre in un monastero maschile, travestendosi da uomo. Conduce una vita irreprensibile ed esemplare, fin quando viene accusata ingiustamente di aver sedotto una donna del vicino villaggio e viene cacciata dalla comunità. La povera giovane affronta tutto con umiltà e mitezza evangeliche; si sistema in una grotta, dove, tra mille difficoltà, cresce il bambino, frutto della presunta tresca, a lei affidato. Dopo alcuni anni Marina e il bambino sono riammessi nel monastero. Solo alla morte della donna, si scopre la sua identità e insieme la sua innocenza. Marina è sepolta con tutti gli onori e ben presto si diffonde la sua fama di santità.
Bruno (1030-1101) era direttore della scuola cattedrale, quando matura nel cuore la vocazione alla vita monastica, distribuisce i suoi beni ai poveri e si reca nell'abbazia di Molesme in Francia. In seguito, con alcuni compagni, fonda il primo monastero del nuovo ordine certosino. Alcuni anni dopo è chiamato dal Papa a Roma come suo consigliere. All'età di 60 anni si trasferisce in terra calabra dove fonda l'eremo di Santa Maria e il monastero di Santo Stefano.
Secondo gli Atti degli Apostoli, dopo la risurrezione e ascensione al cielo di Gesù, gli undici fedeli apostoli decidono di rimpiazzare Giuda Iscariota, ripristinando il loro numero a dodici come voluto dal Signore. Tra i vari discepoli che hanno seguito Gesù viene estratto a sorte Mattia. Molte tradizioni lo descrivono come un martire per la fede. Secondo alcuni storici le reliquie furono portate a Treviri in Germania, dove sono tuttora venerate, nella basilica a lui dedicata.
Padre Leopoldo svolge la sua missione a Bassano del Grappa, a Capodistria e a Thiene, dedicandosi esclusivamente al sacramento della Riconciliazione e alla direzione spirituale. Nella primavera del 1909 i superiori lo inviano nel convento di Santa Croce a Padova. In pieno conflitto mondiale, padre Leopoldo, nel 1917, è costretto a lasciare Padova e a trasferirsi nel Sud Italia. Terminata la guerra può tornare a Padova, dove rimarrà fino alla fine dei suoi giorni. Muore il 30 luglio 1942. È beatificato da Paolo VI il 2 maggio 1976 e canonizzato da Giovanni Paolo II il 16 ottobre 1983. Il 6 gennaio 2020 viene eletto patrono dei malati di tumore.
Nel 370 Ambrogio (333-397), appartenente all'aristocrazia senatoriale romana, è nominato governatore e si trasferisce a Milano, dove per la sua condotta esemplare ed equanime, mentre è ancora un catecumeno, viene proclamato a furor di popolo vescovo della città. Uomo di fede e di preghiera, la sua attività pastorale fino alla morte è eccezionale: si rivela un tenero e premuroso padre e maestro per i suoi fedeli, con un'attenzione particolare per i più poveri e i più deboli, ma anche un tenace e intelligente oppositore tanto del paganesimo e delle eresie, quanto dell'ingerenza dei potenti.
La Congregazione delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore ebbe la sua origine a Città di Castello (Perugia) il 9 agosto 1915, per opera del beato Carlo Liviero, Vescovo della stessa Diocesi. Le prime giovani, desiderose di donare la propria vita a Dio prendendosi cura dei piccoli, furono affidate, per la loro formazione, a Madre Geltrude Billi, delle Oblate Salesiane. Donna energica e determinata, religiosa molto colta e pia che lavorò con zelo per l'incremento della Congregazione di cui divenne Cofondatrice.
Il 14 ottobre 2018 Papa Francesco ha canonizzato il primo santo di origini pescaresi: Nunzio Sulprizio, nato a Pescosansonesco (Pescara) e morto a soli 19 anni a Napoli per tubercolosi ossea. La vita di questo giovane operaio, segnata dal dolore e dalla malattia, è tutta illuminata dalla forte amicizia con Gesù, dal profondo amore per l'Eucaristia e dalla tenera devozione per la Madonna. San Nunzio ci insegna a vivere con amore il presente, ad affidarci al Padre con fiducia e pazienza nelle prove, a vincere il male con il bene, a prestare attenzione alle necessità dei fratelli per essere testimoni credibili nella nostra quotidianità.
Don Luigi Palazzolo (1827-1886) è stato un prete semplice e gioioso che continua a insegnarci a tenere insieme l'amore per Dio e l'amore per gli ultimi, i più poveri, quelli che non sono raggiunti da altri. La sua vita, segnata dallo sguardo continuo al Cristo crocifisso e ai Crocifissi del mondo, altro non è stata se non una carezza di Dio per i più poveri. Per concretizzare il suo carisma fondò la Congregazione delle Suore delle Poverelle e i Fratelli della Sacra Famiglia.
Quando il 1° febbraio 1966, Suor Maria Teresa fece la professione perpetua, era ormai in fin di vita: tre giorni dopo infatti, a soli 26 anni, concludeva i suoi giorni sulla terra, nell'abbraccio eterno di Dio. Giovanissima aveva capito di voler dedicare la sua esistenza a Dio per i fratelli più bisognosi ed era entrata tra le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret. Nel suo lavoro di infermiera professionale era ammirata dalle sue consorelle per la sua allegria, per la sua socievolezza e per i tanti carismi che metteva al servizio della comunità; ed era stimata dai medici, per la sua grande professionalità unita ad una luminosa carità che donava sia agli ammalati sia a tutto il personale dell'ospedale.