Il volume mette a tema la procreazione ottenuta mediante tecnologie e le conseguenze antropologiche, culturali e sociali di questo fenomeno che avviene ormai da anni nelle società occidentali e che la presente collana aveva colto, con largo anticipo, editando ben 18 anni orsono il testo intitolato "Famiglia generativa o famiglia riproduttiva?". In che senso il fatto procreativo è un fatto di natura? Quali i suoi limiti invalicabili? Se, e come, possiamo identificare le caratteristiche specie-specifiche del generare umano? Dove va posta l'origine del generare? Quali le possibili conseguenze del "generare tecnologico" sia dal punto di vista del generante che del generato? Questi gli interrogativi, di assoluta rilevanza, al centro dei contributi di carattere teologico, etico, psicologico, filosofico, sociologico, giuridico, medico che, nel loro articolarsi, offrono un apporto fondativo e analitico al dibattito odierno, superando l'angustia di tecnicismi e ideologismi per delineare un orizzonte culturale di senso che consenta di identificare la posta in gioco. Il testo consentirà agli studiosi e a chi è quotidianamente a contatto con questa problematica, di confrontarsi con una riflessività di ampio respiro in grado di offrire chiavi di lettura del fenomeno con riferimento alle dinamiche familiari e al loro svolgersi nel tempo.
L'invito di Papa Francesco di considerare l'anno tra i due Sinodi sulla famiglia tempo di maturazione delle idee ha indotto la direzione di Jus ad inaugurare la nuova serie di Jus online con un International Focus su "Famiglia e matrimonio di fronte al Sinodo: il punto di vista dei giuristi". Autorevoli storici del diritto, canonisti, ecclesiasticisti, costituzionalisti, penalisti e criminologi, civilisti e processual-civilisti hanno trattato importanti profili di particolare attualità con metodo rigorosamente scientifico ma in forma comprensibile anche da chi non è giurista: matrimonio, fecondazione, adozione, violenza all'interno della famiglia, best interest del minore e genitorialità, diritti umani. La presente edizione cartacea è dedicata e donata ai Padri Sinodali.
Quasi tutti i 27 libri che compongono il Nuovo Testamento recano nella prima pagina l’espressione «perdono dei peccati». Non è quindi possibile avvicinarci alla rivelazione cristiana senza imbatterci in qualche modo nel perdono e nella sua origine, che è il Padre di misericordia, sempre aperto a un nuovo inizio nella relazione con gli uomini, anche quelli più distanti. Essere perdonati è dunque una delle caratteristiche più nitide dell’esistenza cristiana. Ma perdonare appare impresa difficile per le nostre forze, legati come siamo al risentimento per i torti ricevuti, ai desideri di rivendicazione, alle maglie strette del dolore subito e della memoria offesa.
Come perdonare, allora? Come riconciliarci? Benoît Standaert, monaco sapiente, radicato nella parola biblica e nella tradizione cristiana, ci indica qui la giusta disposizione di una pratica del perdono. Guidandoci nelle parole evangeliche, portandoci nel deserto dei padri eremiti, aprendoci alla tradizione ebraica, islamica e buddista, egli ci mostra il percorso umano più autentico, che dal perdono porta alla gioia della riconciliazione, alla libertà della pace ritrovata, alla freschezza di un nuovo inizio nelle relazioni con gli altri.
Benoît Standaert, biblista di fama internazionale, è monaco benedettino a Bruges (Belgio). Tra i suoi libri, Vita e Pensiero ha pubblicato: Come si fa a pregare? Alla scuola dei salmi, con parole e oltre ogni parola (2002), Il timore di Dio è il suo tesoro (2006), Spiritualità, arte di vivere: un alfabeto (2007).