«Abbiamo forse smarrito la ragione profonda per cui davvero ci interessiamo al patrimonio culturale e alla storia dell'arte: la forza di liberazione con cui apre i nostri occhi e il nostro cuore a una dimensione "altra".» Così scriveva Tomaso Montanari, e da qui prende le mosse questo libro, che rappresenta prima di tutto l'omaggio di un toscano alla bellezza della propria regione, una terra considerata l'«Italia dell'Italia». Una terra, potremmo dire, in cui tutto è un'espressione della fede cristiana del popolo: non solo i capolavori dei tanti artisti che vi sono nati o che nei secoli l'hanno amata, anche i muri delle città e perfino le vigne e i cipressi che ammiriamo nella sua inconfondibile campagna. Antonio Socci ci accompagna alla scoperta di un luogo magico abitato da mistici, poeti, pensatori, mercanti, artisti, banchieri, artigiani e contadini: quei «maledetti toscani» così rissosi, ma tutti, santi e peccatori, con la stessa fede (e lo stesso stupore) di fronte a Dio che si è fatto carne ed è «venuto ad abitare in mezzo a noi». E con la stessa tenerezza verso la Madre di Dio. Con una guida d'eccezione, passeggeremo fra le vie di Firenze, Pisa, Lucca e Siena, andando alla ricerca del lato più autentico della Grande Bellezza, troppo spesso trasformata in un immenso emporio delle meraviglie, in un luna park preso d'assalto da centinaia di turisti. Al contrario, nelle pagine di questo libro, che sono passi di un pellegrinaggio, ci sarà concesso il tempo di osservare, contemplare, ascoltare, toccare e assaporare, come si fa con un buon vino.
Questo "intenso" vademecum si propone come uno strumento utile per capire e vivere il Giubileo straordinario della Misericordia, voluto da Papa Francesco. All'inizio - e come necessario fondamento spirituale - del cammino personale e comunitario di quest'Anno, accogliamo con entusiasmo e serietà l'invito del Santo Padre: "Lasciamoci sorprendere da Dio!", da questo Dio che si rivela a ciascuno di noi e all'umanità intera come "Misericordia", "Amore", "Tenerezza", "Pace".
Sulle tracce del "Viaggio di Gesù", un percorso che fonde ricordi personali, storia e spiritualità. Il Mediterraneo come culla della civiltà, centro del mondo, sede del mito e della fantasia, luogo in cui sono nate e si sono sviluppate le tre grandi religioni monoteiste. Dai Fenici ai migranti di oggi, passando per le crociate, Scaglia racconta e interpreta il movimento di viaggiatori che, spostandosi da una costa all'altra, ha prodotto una fitta rete di scambi di sapere, di cultura, di commerci. Fino alle guerre e agli insediamenti, primo fra tutti quello dei francescani in Terra Santa, l'ordine religioso nei cui confronti Franco Scaglia ha sempre dimostrato una particolare attenzione e che, con la figura di Padre Matteo, è stato al centro dei suoi romanzi. Tra storia e attualità, un libro che tratta eventi e impressioni di un luogo che è, ancora oggi, il cuore di un processo di grande cambiamento.
Questo libro fa parte di un Progetto culturale che comprende anche una Mostra Didattica e Documentaria omonima ed in due Convegni internazionali di Studio, attorno alla millenaria esperienza dell'Uomo pellegrino sulla terra alla ricerca di Dio, esperienza già precristiana che grazie al Cristianesimo raggiunge vette di inesausta spiritualità, un profondo rapporto con i territori, una essenziale funzione di evangelizzazione ed inculturazione delle popolazioni europee; d'altro canto desidera sottolineare e valorizzare il ruolo centrale e baricentrico della città di Roma all'interno del ricchissimo tessuto delle Vie di Pellegrinaggio che solcano il continente europeo, e che tanto hanno contribuito a costruirne l'identità profonda. Tra i grandi poli del Pellegrinaggio europeo, quello occidentale di Santiago di Compostella e quello orientale di Gerusalemme, la Città di Roma è non solo il grande polo centrale del Pellegrinaggio cristiano, ma è la Città eterna, cuore della cultura e spiritualità che dalla fine dell'Impero Romano d'Occidente dà forma e cuore alla civiltà europea, sede del Pontificato, quella Roma nel verso immortale di Dante, «onde Cristo è Romano».