Il volume vuole essere un compendio di quelle regole, a volte non scritte e molto spesso, ahimè, dimenticate, che sono utili per una più serena vita civile di quel settore del clero che si trova a dover presenziare eventi civili regolati da un'etichetta o da un cerimoniale. Si tratta di uno studio che vuole offrire anche agli agenti culturali, agli studiosi del cerimoniale, alle autorità che si relazionano con il clero, semmai ce ne fosse bisogno, quelle norme di bon ton e di protocollo che rendono più facile e a volte anche più piacevole i doveri della buona educazione e delle relazioni urbane. Non ci sono ambienti e settori sociali che possono considerarsi esenti dalle buone maniere.
La moda come processo di individualizzazione e di socializzazione, allo stesso tempo mezzo per differenziarsi dagli altri e forma di condivisione sociale. La moda come mezzo di rappresentazione e di mobilità sociale. La moda è usata per creare un certo look e per apparire diversi da quello che si ritiene di essere. La storia propone molti casi di come la moda sia stata usata continuamente per "reinventarsi" e migliorare la propria condizione sociale ed economica. La moda come relazione fra consumo e produzione. La moda non è solo indossata o consumata, ma è anche pensata, creata, prodotta, venduta e promossa. Il consumatore non è quindi l'incontrastato padrone della moda; piuttosto la moda è un "sistema" di interazione fra differenti forze e attori. La moda come mezzo di differenziazione di genere ed età. La moda è anche uno strumento attraverso cui l'uomo e la donna si differenziano. Oggi pensiamo alla moda come arma della donna, ma, per gran parte della sua storia, la moda è stata più importante per l'uomo che per la donna. Inoltre, la moda nel distinguere l'oggi dal domani crea fratture nel tempo. Spesso queste sono generazionali e vedono la moda come strumento di innovazione sociale in cui il nuovo diventa il "giovane". Nel racconto di Giorgio Riello, il ruolo e lo sviluppo della moda all'interno dei processi di cambiamento storici.
"L'atlante della Terra-di-mezzo di Tolkien" è il compendio per non perdersi nelle terre misteriose descritte da J.R.R Tolkien in tutte le sue opere e in particolare ne Il Simarillion, Lo Hobbit e Il Signore degli anelli. Dalla Contea a Isengard, da Moria ai luoghi delle battaglie del Beleriand, questo libro conduce il lettore in un'esperienza di immersione nell'immaginario tolkieniano. Solo una appassionata ammiratrice del genio di Tolkien quale Karen Wynn Fonstad poteva pensare di applicare la rigorosa competenza di cartografa per fissare su carta - in centinaia di diagrammi e cartine a due colori - i viaggi di Bilbo Baggins e della Compagnia dell'anello ma più in generale ogni angolo della Terra di Mezzo senza trascurare nessuna battaglia, nessuna foresta, nessuna regione estrema, ma descrivendo anzi climi e popoli come fossero realmente esistenti nel nostro pianeta. Un omaggio all'inventiva dell'autore ma anche una bussola preziosa per i lettori che potranno passare dalle mappe ai romanzi e ancora dai romanzi a questo Atlante continuando a sognare e scoprire più di quanto non conoscano già.
«Un nuovo viaggio alla scoperta dell'Italia, partendo dai ghiacciai del Monte Rosa fino a Capo Passero, l'estremità più a sud della Sicilia immersa nel blu del mar Jonio. Protagonista assoluto il "Paesaggio italiano" immortalato in tutte le sue declinazioni da Luca e Pepi Merisio. Scatti di bellezze straordinarie affiancati da scatti significativi legati all'emergenza Covid-19 come le grandi metropoli deserte o la solitudine del presidente Sergio Mattarella alle celebrazioni per il 25 aprile e di Papa Francesco alla veglia pasquale. Tante immagini che resteranno nella nostra memoria e che, affiancate a quelle della straordinaria e multiforme bellezza dell'Italia, possono essere il propellente per un cambiamento verso uno sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale.» (dal saggio introduttivo di Enrico Giovannini)
L'annuario geostatistico, lo strumento più autorevole per la conoscenza della geopolitica mondiale. Si contraddistingue per quantità e qualità di informazioni proposte, per il formato tradizionale e la versatilità di utilizzo. Il patrimonio di dati statistici è costantemente aggiornato. Autorevole punto di riferimento per tutti coloro che sono attenti agli avvenimenti e sanno di trovare, anno dopo anno, un ritratto della realtà internazionale geopolitica, sociale ed economica nel suo continuo divenire. Con codice DeA WING per la fruizione online da deagostinigeografia.it.
"Le montagne mi hanno insegnato a meravigliarmi, a ringraziare, a ritrovare me stesso e a scoprirmi parte integrante di una comunità e del creato. In montagna ho imparato a dire di sì alla vita, a gettare il cuore sempre oltre ogni ostacolo". Un viaggio alla scoperta del nostro Paese che parte dalle Dolomiti. Visitando valli, cime, borghi e sentieri, l'autore ci racconta i luoghi e le loro storie, ci parla delle sue emozioni e ci accompagna lungo percorsi a piedi attraverso i silenzi e la profonda bellezza della natura.
Andrea Antonello è bellissimo. Il suo corpo ha la snellezza e l'eleganza dell'atleta in una statua greca. E come accadde a Michelangelo davanti al suo Mosé, anche noi che lo vediamo muoversi e sorridere vorremmo urlare: perché non parli? Le parole che pronuncia sono sconnesse. I suoi pensieri, invece? Che cosa prova, Andrea, come elabora le sue esperienze sotto quei riccioli bruni? Quando aveva tre anni, la diagnosi di autismo era suonata come una sentenza inappellabile. A otto anni, la svolta: una psicologa ha capito che Andrea sapeva leggere. Da quell'appiglio prodigioso è partito un dialogo costante, che dura da quasi vent'anni, alla tastiera di un computer. E se all'inizio la sua scrittura era guidata da un adulto, ora Andrea scrive senza nessun aiuto, in totale autonomia. Questa testimonianza eccezionale, frutto di un appassionato lavoro di cernita, spalanca una finestra su un territorio vergine: la consapevolezza di sé e del mondo di un ragazzo autistico.
Quand'è stata l'ultima volta che hai giocato? Troppi impegni, e poi è una cosa da bambini, no? Niente di più sbagliato: giocare è un'attività fondamentale; è il modo in cui impariamo a confrontarci con il mondo, a sviluppare la creatività, a trovare soluzioni inaspettate ai problemi e, magari, a scoprire che le regole possono essere ignorate o cambiate. Se pensi di esserti dimenticato come si fa, apri "Il libro dei giochi" e lasciati trasportare da Michael Rosen in un percorso magico tra tutti i possibili modi di giocare e divertirsi con parole, oggetti e infinita immaginazione, accompagnati da moltissime schede e disegni: trascina i tuoi amici in sfide a base di scioglilingua e limerick; inventa bizzarri seguiti di favole e film; costruisci castelli, abiti e strumenti musicali con quello che trovi in casa; improvvisa giochi mentre stai camminando; ritaglia, colora e scarabocchia queste pagine. Perché giocare è riscoprire la tua fantasia; giocare è imparare qualcosa divertendosi; giocare è condividere un piacere con le persone che ami; giocare è vivere.
Il più completo reference book italiano. 960 pagine di informazioni dall'Italia e dal mondo. Un milione di notizie viaggia con te.
A chi gli chiedeva perché voleva scalare l'Everest, George Mallory, il grande pioniere himalayano, rispose: «Perché è lì». Da Preuss a Bonatti, da Mallory a Messner, da Cassin a Honnold, tutti i grandi della storia dell'alpinismo hanno avuto una propria, personalissima, 'visione verticale'. L'apparente insensatezza di esporsi ad avventure che mettono a rischio la propria vita e l'impossibilità a resistere all'ignoto, le difficoltà e la brutalità della natura e i propri e umanissimi fantasmi: è il mistero e il fascino dell'alpinismo. Perché scalare? Perché mettere a rischio la propria vita? E farlo facendo ricorso a ogni mezzo o seguendo un'etica rigorosa? Nel corso di quasi due secoli e mezzo di vita, l'alpinismo ha subito innumerevoli rivoluzioni. Non solo e non tanto delle tecniche e degli strumenti, quanto piuttosto della sua stessa etica, delle 'visioni verticali' che l'hanno attraversato. C'è stato un alpinismo esplorativo, legato a una dimensione scientifica e conoscitiva; uno romantico, fondato sul confronto a 'mani nude' con la roccia; uno eroico, tutto teso alla ricerca della difficoltà estrema; fino alle forme commerciali e sportive che stiamo vivendo. Ognuna di queste 'visioni' ha costruito una sua dimensione morale, su ciò che era lecito e ciò che non lo era, su come si 'doveva' andare in montagna e sul perché lo si faceva. I grandi campioni, da Preuss a Bonatti, da Messner a Honnold, sono stati e sono anche portatori di una prospettiva che ha influenzato e condizionato migliaia di appassionati che ne hanno seguito gesta e fallimenti. A differenza di ogni altro sport, la 'prima' invernale della parete nord del Cervino, la 'prima' in solitaria senza ossigeno di un 8000 in Himalaya, il free solo sul granito della Yosemite Valley sono imprese che hanno scatenato dibattiti infiniti e ci interrogano ogni volta. Sono visioni che pongono domande sul senso stesso della nostra vita.
"L’Atlante geopolitico Treccani si ripropone anche quest’anno come strumento per leggere e interpretare la realtà odierna in continuo mutamento, mantenendo intatti quelli che – sin dalla prima edizione del 2012 – sono i suoi punti di forza: rigore nell’analisi, chiarezza nell’esposizione dei temi, immediata fruibilità dei contenuti, ricchezza del corredo di grafici, mappe e tabelle. In questa edizione, i saggi tematici della sezione Mondo e tendenze affrontano questioni di grande rilevanza nel dibattito odierno: dall’ascesa nello scacchiere internazionale della Cina alle prospettive future dell’Unione Europea; dalla politica estera di Trump all’accesa rivalità tra Arabia Saudita e Iran per l’egemonia nel Golfo; dalla polverizzazione della minaccia terroristica tra Africa e Medio Oriente ai rischi connessi a una nuova corsa agli armamenti; dai muri che continuamente vengono innalzati in un mondo sempre più orientato alla chiusura dei confini fino alla sfida rappresentata dalla lotta ai cambiamenti climatici, prioritaria insieme a quella contro la povertà."
Come sarà il pianeta nel 2038? Guardando al nostro futuro vediamo l'aumento delle disuguaglianze, la scomparsa delle spiagge e del cioccolato, il populismo, ma anche l'energia pulita, la fine degli sprechi e della grande povertà? Come una finestra sul mondo, le mappe, la grafica e i collage del libro invitano il lettore a esplorare il regno delle possibilità, dove viene scelto il futuro, lontano dai pregiudizi e dalle questioni già scritte. 2038, Atlante dei futuri del mondo è un esercizio prospettico, unito a un'estetica che rapisce, per collegare le principali questioni globali e capire quale sarà il domani.