A cinque anni dalla morte di Fratel Arturo Paoli (2015), per l'infaticabile opera del Curatore Dino Biggio che ha ricevuto verbalmente e per testamento da lui l'investitura di «autentico interprete del suo pensiero», vede la luce il terzo volume - Anno liturgico B - della trilogia delle «Omelie domenicali di Fratel Arturo», registrate da Dino Biggio o da altri che ne hanno fatto dono. Il libro non riporta solo il pensiero di Fratel Arturo, ma la sua anima e il suo sogno di realizzare il progetto di Gesù Arturo Paoli rende con «amorizzare il mondo», cioè rendere amore il mondo. Seguire l'Anno liturgico B alla scuola mite, umile e rivoluzionaria di Arturo Paoli non significa ascoltare un commento, ma spezzare col Pane la vita, con la vita il progetto del «regno di Dio». Ciò che colpisce nella lettura di tutte le omelie è la sintesi magistrale tra spiritualità e teologia, tra aderenza al testo biblico e anelito dello spirito, tra esperienza e formazione teologica. (Dalla Prefazione di Paolo Farinella, prete)
Umberto Eco, Gianni Vattimo, Emilio Colombo, Silvio Garattini, Pietro Pfanner, Emmanuele Milano sono stati tra i giovani dell’Azione cattolica che nei primi anni Cinquanta hanno avuto don Arturo Paoli come assistente spirituale. Quel gruppo ha rappresentato la «meglio gioventù» del cattolicesimo italiano del Novecento, precursore delle aperture e delle riforme che la Chiesa farà proprie soltanto con il concilio Vaticano II.
Questo volume, che riguarda un periodo breve, ma cruciale della vita di Paoli, raccoglie una selezione di lettere, relazioni, articoli, verbali composti quando il sacerdote era vice assistente centrale della Gioventù di Azione Cattolica, movimento giovanile che negli anni del primo dopoguerra godeva di larghissima diffusione e forza identitaria.
Quel breve periodo, vissuto all’apice di un’organizzazione incardinata nel cuore dello Stato Vaticano durante il pontificato di Pio XII, può rivelare i molteplici aspetti che hanno caratterizzato la personalità e l’impegno di Paoli. Libertà e fedeltà sono due cardini del suo pensare e del suo agire: la libertà dell’uomo di cultura e di fede che orienta azioni e parole secondo la Parola del vangelo, che non esita a esercitare e stimolare una critica propositiva nel dibattito su religione e politica; la fedeltà del «figlio» che non rinnega il legame con la Chiesa cui appartiene neppure quando viene ingiustamente punito, ma anzi da lì trae ragione e forza per diventare un suo testimone più credibile e coerente.
Sommario Sigle e abbreviazioni. Presentazione (A. Del Carlo). Introduzione (S. Soave). I documenti. Premessa. I. Epistolario. II. Interventi verbalizzati. III. Relazioni e articoli. Ringraziamenti. Indice dei nomi.
Note sull'autore Arturo Paoli (Lucca 1921-2015), Giusto tra le nazioni e medaglia d’oro al valor civile per aver aiutato ebrei perseguitati dal nazifascismo, venne ordinato sacerdote nel 1940. L’ingresso nella congregazione dei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld lo portò al noviziato nel deserto di Algeria, a Orano con gli operai del porto e in Sardegna tra i minatori di Iglesias. Inviso a una parte delle autorità vaticane, fu costretto a imbarcarsi per l’Argentina, dove finì nell’elenco dei condannati a morte dal regime militare. Riparò in Venezuela e poi in Brasile, dove divenne uno dei protagonisti della teologia della liberazione. Paoli ha scritto oltre cinquanta libri tradotti in varie lingue. Nel catalogo EDB sono presenti gli scritti giovanili con il titolo Chi ha diritto di dirsi cristiano? (a cura di Silvia Pettiti, 2015).
"La religiosità?" Qualcosa di essenzialmente dinamico, che mette al centro non l'individuo religioso, ma la storia delle relazioni fra gli uomini e con le cose. "L'amicizia?" Una riapertura della visione negativa dell'esistenza per tornare al cuore dell'uomo. "La teologia della liberazione?" Era il sillabario della fede per i contadini dell'America Latina che veniva ad essere il centro vitale del cristianesimo. Non si occupava dei dogmi ma scopriva una delle colonne portanti del regno, la giustizia. "Charles de Foucauld?" Un faro e un interlocutore vivo che aiuta a incarnare la testimonianza di una fratellanza universale, senza barriere né pregiudizi, per amorizzare il mondo. "La Chiesa?" Per me sono le favelas dell'America Latina dove ogni tipo di sofferenza che sull'umanità è presente e la Chiesa in questi luoghi non può essere la maestra infallibile di verità ma deve mostrare quello sguardo materno che si posa tenerissimo su tutte queste miserie che spesso vengono sopportate con molto coraggio. "I giovani?" Sono una forza se uniti e (con loro) tutte le novità possono essere un terreno che muove il mondo."
"La pazienza del nulla" è il diario intimo di un uomo immerso nel silenzio del deserto per quattordici mesi. Un libro che parla a credenti e non credenti, giovani e meno giovani. Un libro che mette in discussione chiunque lo legga, che fa da ideale contraltare alla parola più usata e abusata del nostro tempo: "nichilismo". In queste pagine l'esperienza del nulla diventa fatto positivo e addirittura decisivo. È l'occasione di un cambiamento radicale. Un vuoto che è anche pienezza di senso, la rappresentazione più autentica di ciò che Gesù intese con l'espressione "Beati i poveri di spirito".
La seconda guerra mondiale, le persecuzioni contro gli ebrei, la lotta partigiana, la fine del fascismo, la scomunica ai comunisti, la Costituzione repubblicana. Si collocano negli anni Quaranta del Novecento gli scritti giovanili di Arturo Paoli, sacerdote lucchese e piccolo fratello di Charles de Foucauld. Lettere, articoli, documenti e testi in gran parte inediti compongono le due parti del libro. La prima comprende due volumi del 1944 e del 1945 - dedicati rispettivamente a un amico partigiano morto durante la guerra e alla ricostruzione morale post-bellica - e la raccolta degli articoli pubblicati sul settimanale diocesano tra il 1947 e il 1949. Da questi testi emergono il pensiero del giovane Paoli, i suoi riferimenti spirituali e culturali, il contesto ideologico e storico in cui operava, il suo modo di interpretare il sacerdozio e l'appartenenza alla Chiesa. La seconda parte compendia una selezione delle lettere scritte negli anni 1940-1944 e la documentazione dell'attività svolta in difesa di ebrei, renitenti, partigiani ed esponenti del Comitato di liberazione nazionale. Una sezione è dedicata alla corrispondenza tra monsignor Montini, sostituto alla Segreteria di Stato Vaticana, e l'arcivescovo di Lucca, monsignor Torrini, relativa al trasferimento di Paoli alla dirigenza nazionale della Gioventù di Azione Cattolica, incarico da cui verrà allontanato per divergenze di vedute con la presidenza di Luigi Gedda.
"Ci sono vite che faticano a stare persino dentro ai cent'anni, tanto sono stipate di storie ed eventi. Quella di Arturo Paoli, un italiano di cui s'è perso lo stampo, è ignota ai più. Eppure è un 'confesso che ho vissuto'come ce ne sono pochi, coerente ed emozionante." (Cesare Fiumi). Postfazione di Adolfo Pérez Esquivel.
Scritto nel 1969, a due anni dalla promulgazione della Populorum progressio e a pochi mesi dalla Conferenza dell'episcopato latinoamericano di Medellin, "Dialogo della liberazione" è considerato il libro più importante della ricca produzione di Arturo Paoli e sintetizza in modo mirabile l'esperienza di quasi un decennio trascorso in Argentina dal piccolo fratello di Gesù, inviato in una delle località più povere del pianeta a rendere testimonianza del Vangelo. Convinto che l'America latina sia la terra che per storia, religiosità e cultura possa essere la più pronta a comprendere l'essenza liberatrice del messaggio evangelico, cerca di dare una risposta alle domande di un giovane interlocutore che si è avvicinato a lui e lo interroga sul senso della vita, della storia, della società. Ne scaturisce un libro che a differenza delle successive opere della teologia della liberazione, non si sofferma solo o principalmente sulla questione politico sociale, ma rivela l'intenso significato della parola liberazione in ogni aspetto e momento della vita dell'uomo. Sicché, come scrisse a suo tempo Nazareno Fabbretti con parole che mantengono una loro attualità, il libro interpella tutti noi, obbligandoci a fermarci, "a ritrovare noi stessi, a ricostruire il nostro mondo".
"La rinascita dell'Italia" è il messaggio di speranza, rivolto soprattutto ai giovani, di Fratel Arturo Paoli, il prete lucchese protagonista della Resistenza al Fascismo durante i primi anni del suo sacerdozio, che ha vissuto per 45 anni in America Latina al fianco dei poveri del mondo. Edito in occasione del suo 99mo compleanno per iniziativa della Fondazione Banca del Monte di Lucca che ha allestito il Fondo Documentazione a lui dedicato presso la propria sede, Paoli parla ai suoi fedeli, ma soprattutto ai giovani, in un momento storico difficilissimoma decisivo per il futuro del nostro Paese. Partendo dalla crisi profonda che il nostro Paese sta vivendo, una crisi economica, politica, ma anche sociale e morale, Fratel Arturo ha scritto questo libro per cercare di far guardare avanti, per offrire una nuova prospettiva di speranza e fiducia per il futuro.
"La pazienza del nulla" è il diario intimo di un uomo immerso nel silenzio del deserto per quattordici mesi. Un libro che parla a credenti e non credenti, giovani e meno giovani. Un libro che mette in discussione chiunque lo legga, che fa da ideale contraltare alla parola più usata e abusata del nostro tempo: "nichilismo". In queste pagine l'esperienza del nulla diventa fatto positivo e addirittura decisivo. È l'occasione di un cambiamento radicale. Un vuoto che è anche pienezza di senso, la rappresentazione più autentica di ciò che Gesù intese con l'espressione "Beati i poveri di spirito".
Arturo Paoli, Lucca, 1912.
I suoi libri e la sua opera a fianco degli ultimi del sud del mondo ne fanno una delle figure (anche se critica) della Chiesa più amate degli ultimi decenni.
Da sempre si batte con coerenza per un cristianesimo più autentico e vicino al vero messaggio di Gesù.
Abbiamo costruito e seguiamo un cristianesimo individualista. Tante persone, per fortuna, ora sempre in meno, sono ossessionate dal pensiero di salvarsi l’anima, mentre si continuano ad esportare guerre, a rapinare i beni delle nazioni povere. (…) In questo modo si è spento il messaggio reale di Cristo che è quello di trasformare in modo concreto la realtà attraverso progetti politici guidati dal vero bene.
Un uomo e una donna sono al centro di questo libro. Si potrebbe dire che si tratta di una storia comune, ma in realtà il racconto della relazione amorosa che intercorre tra i due ha qualcosa di straordinario: lui è un sacerdote, ottuagenario, esiliato in Brasile, tra i poveri, dalla Chiesa; lei una giovane donna che sembra caparbiamente impegnata nella costruzione di una comunità di pace. Tra i due scorre una fitta trama di parole, lettere, incontri che sembra trascendere il desiderio e la passione e, giorno dopo giorno, si colloca sul piano della scoperta. "Racconto questa esperienza della relazione - scrive Arturo Paoli - perché, mi pare, illumini un tema al centro della vita ecclesiale". Questo racconto/confessione non cerca lo scandalo, nemmeno quando muove da affermazioni forti come questa: "Ti desideravo e avevo paura di te". Proprio con questa esperienza della relazione, "l'impossibile è avvenuto". Una messa in gioco radicale del ruolo della donna nella Chiesa e nella ricerca della verità che avvicina l'essere umano a Dio.