«Con l' Iconologia alla mano», affermò Émile Mâle, «si può spiegare la maggior parte delle allegorie che ornano i palazzi e le chiese di Roma». E l'elogio del grande storico dell'arte è da considerarsi senza dubbio riduttivo, poiché da questo prodigioso repertorio di allegorie, raffiguranti, oltre alla Virtù e ai Vizi e alle Passioni, anche le Arti e le Parti del mondo con i loro attributi, attinsero a piene mani generazioni di artisti e poeti di tutta l'Europa. La fortuna di questo prezioso trattato crebbe durante tutta l'età barocca e la sua influenza dilagò anche nelle epoche successive, dando vita a quella solida tradizione iconologica, di cui le personificazioni allegoriche di cesare Ripa sono al tempo stesso la Bibbia e i tarocchi.
Il volume esamina in modo dettagliato tutti i tipi iconografici della grande tradizione bizantina e russa. Ogni icona viene spiegata attraverso precise didascalie accompagnate da frecce che selezionano e indicano il particolare descritto. Scorrendo l'indice si va dagli Angeli ai Patriarchi e ai Profeti biblici, ai protagonisti dell'Antico e del Nuovo Testamento. Al centro l'icona di Cristo e della Madre di Dio. Poi nell'ordine le festività liturgiche, gli Apostoli, i martiri, i santi della tradizione greco-ortodossa e slava. Ogni tema è trattato con un breve capitolo introduttivo corredato da voci in cui vengono rubricate la festa, il titolo, le fonti, un testo della liturgia o della letteratura che si riferisce a quell'icona.
Sussidio per il mese di maggio 2020 contemplando il mistero di Maria nelle icone ortodosse: 31 icone guidano la meditazione giorno questo itinerario. personalità di Maria come solo la tradizione nostro Dio e Salvatore. delle icone ha saputo fare. Maria per la tradizione ortodossa è una donna a tutto tondo, così umana da aver condiviso con noi l'esperienza della morte (la dormitio) e così divinizzata da essere sempre salutata innanzitutto come la Theotokos, la Madre di Dio.
Il libro propone un’analisi del rapporto tra Kazimir Malevic -l’artista che più di ogni altro ha affrontato il problema della visione dell’invisibile- e la dimensione estetico-filosofica dell’icona. Dopo aver ripercorso i fondamenti teologici e spirituali di questa grande tradizione dell’Oriente cristiano, l’Autore prende in esame l’opera del fondatore del Suprematismo a partire dal celeberrimo Quadrato nero -uno dei miti e dei riti istitutivi dell’arte moderno-contemporanea- e di questa vera e propria ultima icona fornisce una lettura che corre in parallelo con il De visione dei (1453), uno straordinario scritto del filosofo e teologo Nicola Cusano, che di quell’opera seminale sembra paradossalmente rappresentare il commento anticipato. Nell’opera di Malevic assume nuova vita il problema artistico e teologico-filosofico dell’icona. Ciò significa che in realtà le avanguardie non operano una tabula rasa (la “parola d’ordine” con la quale sempre si sono autopresentate) della cultura artistico-filosofica precedente, ma che l’intreccio tra appartenenza e modificazione si anima anche in quei casi ove più enigmaticamente evidente ci si offre il tratto dell’azzeramento radicale, della rielaborazione più innovativa.
Basti pensare alla «madre di tutte le feste», la Resurrezione, che nel mondo cristiano ortodosso è detta la «Discesa di Gesù agli Inferi» poiché Cristo si reca nel Limbo per prendere Adamo ed Eva e con loro tutti gli uomini: la Resurrezione non è solo di Cristo, dunque, ma di ogni uomo. L’opera è illustrata tramite icone provenienti da tutta la tradizione ortodossa, da quella greco-costantinopolitana a quella balcanica e russa, senza tralasciare l’Italia, con l’iconostasi di Livorno e Ravenna. Uno strumento unico per conoscere la varietà del fenomeno "icona" ma anche l’insieme di ciò che Oboleskij chiamava il «Commonwealth bizantino».
Negli esercizi spirituali oggi viene solitamente proposto un brano tratto dalla Scrittura o un pensiero dei padri della Chiesa o dei santi. Questo libro vuole invece riprendere l'antica tradizione che insegnava a vivere non solo con l'ascolto della Parola, ma anche attraverso l'immagine, per fare la stessa esperienza degli apostoli sul monte Tabor, dove furono testimoni del mistero della trasfigurazione. Prima di essere «scritta» sulla tavola di legno, l'icona è generata nella preghiera e nel silenzio e il suo scopo è portare colui che ha lo sguardo rivolto verso di essa a fare una profonda esperienza di Dio, per poi ritornare a immergersi nella vita quotidiana trasformato dallo Spirito. L'icona dunque guida il nostro cuore e la nostra mente, dal visibile all'Invisibile, dalla terra al cielo, dal tempo finito all'eternità
Storia ed espressione dalla Rus' di Kiev al grande impero
Potrà mai risorgere quel piccolo Cristo smarrito, che Bruegel nasconde tra la folla, ignorato e affondato nell’indifferenza degli uomini? Qui la croce non sembra aprire il movimento della storia, ma piuttosto precipitare nella lunga notte del mondo. Con Rembrandt, nell’atmosfera sfibrata della «Cena in Emmaus», anche l’evento della resurrezione si stempera: il risorto, seduto al tavolo dei viandanti, viene risucchiato indietro dalle tenebre verso un’esile luce. La sparizione del Cristo, l’assenza di ogni Dio su questa terra sono forse segni con cui oggi dobbiamo confrontarci.
Gabriella Caramore è autrice della trasmissione di cultura religiosa di Rai Radio 3 «Uomini e Profeti». Per il Mulino ha pubblicato «Pazienza» (2014).
Maurizio Ciampa, saggista, ha pubblicato tra l’altro «L’epoca tremenda. Voci dal Gulag delle Solovki» (Morcelliana, 2010). Sono autori di «La vita non è il male» (Salani, 2016).
Nella Chiesa d’Oriente l’icona occupa un posto fondamentale e primordiale. È parte integrante della celebrazione liturgica come strumento e mezzo di preghiera; riunisce in sé la dimensione del sacro e quella del divino, esprime una visione teologica e una prospettiva estetica. In questo volume, l’artista libanese Mahmoud Zibawi illustra il significato dell’icona a partire dai principi teologici e dai fondamenti dogmatici che ne hanno consentito la genesi, in un’area del mondo antico in cui nella specificità di questa arte si fondono genio indoeuropeo, umanesimo greco-latino e immaginario indo-iraniano. Grazie a un ricco apparato di illustrazioni e carte, e a un’accurata appendice cronologica e museografica, Zibawi descrive lo sviluppo storico dell’icona. Prendendo in considerazione tutta l’area mediorientale (Bisanzio, ma anche Siria, Palestina, Cipro), la Grecia, la Macedonia e la Russia, procede in un approfondito percorso documentario, dai primi secoli dell’era cristiana al classicismo bizantino dei secoli XII-XIV fino ai tempi moderni, nell’esplorazione dell’arte dell’Oriente cristiano e di tutta la sua enigmatica ricchezza.
Il calendario 2018 offre immagini di grande bellezza – antiche tavole del XII-XIII secolo, tra cui grandi crocifissi
dipinti con storie della Passione e Resurrezione, tavole mariane e pale agiografiche dedicate a san Francesco,
santa Caterina e san Nicola.
L’esame del patrimonio artistico presente in Toscana, e in particolare nell’area di Pisa, consente di vedere, da un
lato, la forte presenza di artisti bizantini, e dall’altro l’interesse e la ripresa del linguaggio figurativo bizantino in
chiave locale, originale e fresca, tipicamente italiana e tradizionalmente cattolica.
Se in passato la “maniera greca” veniva contrapposta negativamente alla pittura italiana, considerata come più libera
e creativa, lo studio delle fonti e delle opere ci consente di comprendere tutta la ricchezza della prima e i molteplici legami culturali e spirituali esistenti fra le due.
Si può quindi dire, ancora una volta, che l’icona è un’arte ecumenica, diffusa in tutto il mondo cristiano sulla scorta
delle comuni radici cristiane.
I testi sono di Michele Bacci, docente di storia dell’arte all’università di Friburgo.
La figura della Vergine col suo bambino ha svolto un ruolo straordinario nella civiltà europea. Attraverso questa immagine, che assume forme diversissime, che è chiamata e invocata con nomi anche contrastanti, questa civiltà non ha pensato soltanto il proprio rapporto col divino, la relazione di Dio con la storia umana, ma l'essenza stessa di Dio. Perché Dio è generato da una donna? Pensare quella Donna costituisce una via necessaria per cogliere quell'essenza. E le grandi icone di quella Donna, come la Madonna Poldi Pezzoli del Mantegna, non sono illustrazioni di idee già in sé definite, bensì tracce del nostro procedere verso il problema che la sua presenza incarna.
Finestra aperta sul mistero, l’icona occupa un posto d’eccezione nella tradizione ortodossa, ma la sua diffusione va ben oltre l’ambito del cristianesimo orientale. In questo libro, Ilarion Alfeev riassume i tratti fondamentali della tradizione iconografica bizantina e dell’icona russa soffermandosi sui sei significati di questa forma di arte sacra: teologico, antropologico, cosmico, liturgico, mistico e morale.
Sommario
Premessa. I. La pittura cristiana delle origini. II. La tradizione iconografica bizantina. 1. Mosaici e affreschi bizantini dal IV al VII secolo. 2. L’icona nel VI-VII secolo. 3. L’Immagine acheropita e la Sindone di Torino. 4. L’iconoclastia e il culto delle immagini. 5. La decorazione pittorica del tempio bizantino. 6. Principali tipologie iconografiche. 7. Mosaici e affreschi bizantini tra il IX e il XIV secolo. 8. L’icona bizantina dal IX al XIV secolo. 9. La miniatura. III. L’icona russa. 1. La pittura di icone nella Rus’. Teofane il Greco. 2. Il beato Andrej Rublëv e l’evoluzione dell’iconostasi. 3. L’iconografia della Trinità. 4. Dionisij e l’evoluzione della pittura di icone russa 5. L'epoca successiva a Pietro I. 6. La pittura accademica nelle chiese ortodosse. 7. L’icona russa nel periodo successivo alla rivoluzione. IV. Il significato dell’icona. 1. Il significato teologico dell’icona. 2. Il significato antropologico dell’icona. 3. Il significato cosmico dell’icona. 4. Il significato liturgico dell’icona. 5. Il significato mistico dell’icona. 6. Il significato morale dell’icona.
Note sull'autore
Ilarion Alfeev è metropolita di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca e membro permanente del Sacro Sinodo. È stato vescovo ortodosso di Vienna e d’Austria, Amministratore pro tempore della diocesi di Budapest e d’Ungheria, rappresentante della Chiesa ortodossa russa presso le istituzioni europee a Bruxelles. Diplomato in violino, pianoforte e composizione, si è formato al monastero del Santo Spirito di Vilnius, al Seminario e all’Accademia Teologica di Mosca, all’Università di Oxford e all’Istituto Teologico San Sergio di Parigi. Ha insegnato Omiletica, Teologica dogmatica, Studi neo-testamentari e Greco bizantino nelle Scuole teologiche moscovite. Per EDB è autore di una grande opera in cinque volumi dal titolo La Chiesa ortodossa.