I nostri corpi sono circuiti attraversati continuamente da messaggi: di tutti questi la fame, ci dice Sharman Apt Russell, è sicuramente il più basilare, un impulso fondamentale per la sopravvivenza, spesso usato come strumento di tortura o di protesta sociale e politica. "Fame" offre un'analisi completa di questo aspetto cruciale della nostra esistenza: in che modo l'organismo ci informa della necessità di mangiare? E soprattutto, cosa succede quando non soddisfiamo questa esigenza? La Russell passa in rassegna gli episodi più clamorosi di digiuno, volontario o imposto: da Gandhi alle suffragette inglesi, dagli studi sulle malattie della fame nel ghetto di Varsavia agli esperimenti condotti dagli americani al termine della Seconda guerra mondiale, fino al recente episodio - a cavallo tra la spettacolarizzazione televisiva e l'esperimento medico - di David Blaine, un illusionista che nel 2003 si fece rinchiudere in una gabbia di plexiglas, restando 44 giorni senza mangiare.
Lo studio della struttura tridimensionale delle proteine con la cristallografia ai raggi x è una componente essenziale della biologia, e ha alle spalle una storia appassionante. Eppure è un argomento poco conosciuto in Italia, nonostante i premi Nobel conferiti ai suoi protagonisti, l'importanza raggiunta a livello biomedico e le rilevanti applicazioni ottenute in campo farmaceutico. La storia della biologia strutturale inizia in Inghilterra nella prima metà del Novecento con una manciata di scienziati visionari considerati folli dalla maggior parte dei colleghi. "Piccole visioni" racconta l'evoluzione di questa disciplina sulle tracce della vita di Max Perutz (premio Nobel per la chimica, 1962) e degli scienziati che con lui hanno gettato le basi di uno dei laboratori più innovativi al mondo, dove, tra i tanti, sono transitati Watson, Crick e la molecola di DNA. Chimico viennese trasferitosi a Cambridge, poco prima della Seconda guerra mondiale, Perutz ha dedicato la propria vita a rincorrere un sogno, secondo alcuni un'ossessione: risolvere la struttura tridimensionale dell'emoglobina, la molecola vitale che trasporta l'ossigeno nel sangue. Questo libro è la cronaca di un'avventura dove tenacia e passione ebbero la meglio su 30 anni di insidie concettuali e tecniche.
Nel suo libro Newton sostiene che la luce solare non è, come tramandato fino ad allora da una tradizione consolidata, semplice, omogenea e pura, ma una mescolanza eterogenea di tutti i colori dello spettro. Una concezione che suscita immediatamente clamore e critiche tali da costringere Newton a ritirarsi per un lungo periodo dalla scena pubblica. Franco Giudice ripercorre questo cammino lungo un trentennio, dalla prima pubblicazione alla formulazione definitiva nell' "Ottica" del 1704, rintracciando la storia della scoperta di Newton attraverso gli scritti giovanili, la fervida attività sperimentale, gli interventi degli oppositori.
Londra, 11 gennaio 1935. Durante una riunione della Royal Astronomical Society, Subrahmanyan Chandrasekhar, giovane fisico indiano trapiantato nell'Inghilterra colonialista, osa sostenere quello che molti scienziati pensano ma si rifiutano di affermare in pubblico: una stella instabile, in determinate condizioni, può subire un collasso gravitazionale di tale portata da trasformarla in un oggetto infinitamente piccolo e denso. era la prima descrizione di ciò che sarebbe stato chiamato buco nero. "L'impero delle stelle" è un romanzo che racconta le lotte di potere, le rivalità e le invidie operanti ai massimi livelli della ricerca scientifica.
"Lontano dall'Eden" è una narrazione di come numerose specie animali e vegetali "aliene", specie invasive che si adattano ad ambienti non autoctoni, sconvolgendone gli equilibri, abbiano infestano gran parte degli ecosistemi terrestri. Veicolo involontario di questa invasione è spesso l'uomo; dai galeoni che nel Settecento facevano la spola tra Europa, America e Asia, al commercio mondiale di pneumatici usati, fino alla possibilità che navicelle spaziali portino microbi su Marte. Burdick traccia una mappa di una globalizzazione naturale che sta lentamente modificando il panorama che ci circonda.
In "Fisica vissuta" Carlo Bernardini ripercorre, con piglio narrativo ironico, le tappe della sua vita, vissuta con la passione di chi ha saputo riconoscere l'importanza di declinare la scienza in un più vasto contesto di progresso sociale. Gli studi universitari e le prime esperienze di ricerca; la progettazione e la realizzazione del capostipite di quelle macchine che avrebbero ridisegnato la storia della fisica, l'Anello di Accumulazione per elettroni e positroni; ma anche l'insegnamento universitario e la direzione della rivista sapere. Quella che emerge da questo libro è la figura di un intellettuale completo, capace di offrire la propria storia e la propria passione come esempio per le nuove generazioni.
La scoperta della doppia elica del DNA nel 1953, cui Watson lavorava da anni, suggeriva la soluzione di due fra i più antichi misteri della biologia: l'archiviazione e la replicazione dell'informazione ereditaria. La doppia elica portava fin dentro la cellula una visione unitaria del mondo biologico e del mondo inanimato e, nella confusa complessità della biologia e nella sterminata varietà delle forme viventi, Watson introduceva un elemento materiale unificante e una nuova chiave interpretativa. Il cinquantenario della rivoluzione del DNA ha coinciso con la pubblicazione della prima sequenza del genoma umano e ciò ha offerto allo scienziato inglese l'occasione per una magistrale lettura della sua storia e dei suoi problemi.
Il Big Bang è una delle poche teorie scientifiche ad aver ottenuto una consacrazione popolare. La sua doppia natura di teoria scientifica e di racconto quasi mitologico dell'origine dell'Universo è una conseguenza logica della sua doppia discendenza, da un matematico russo, Alexandre Friedmann, e da un sacerdote belga, Georges Lemaître. A loro si aggiunge, negli anni '50, l'eclettico fisico George Gamow, che trasformerà il big bang in una teoria accreditata. Questa storia appassionante, ma ampiamente ignorata dalla storia della scienza, viene ripercorsa sulla base dei testi originali dei suoi protagonisti da un astrofisico che segue con successo la via aperta da tali pionieri.
Marie Curie è considerata una vera e propria leggenda, per anni oscurata dal proprio mito pubblico: una delle prime donne a raggiungere fama mondiale in un ambito, quello scientifico, in larga parte dominato dagli uomini; prima persona a ricevere due Premi Nobel; prima donna a varcare come docente le porte dell'Università della Sorbona di Parigi. "Genio ossessivo" è però innanzitutto la storia, carica di luci e ombre, di una donna capace di sopportare e sconfiggere pregiudizi, ottusità e malignità di un ambiente culturale che respingeva la sua autorevole presenza.
Nel primo Novecento i "computer" dell'Università di Harvard erano donne pagate 25 cents l'ora per catalogare i cambiamenti delle posizioni delle stelle fotografate dai telescopi. In un periodo storico in cui la carriera scientifica era di fatto preclusa al genere femminile, un'astronoma quasi dimenticata dalla storia, Henrietta Swan Leavitt, in lotta per tutta la vita contro una salute precaria, definì una nuova legge fisica che avrebbe cambiato il campo della cosmologia: la relazione riscontrata tra le dimensioni e la luminosità delle stelle variabili giganti permise di stabilire un metodo utilizzato ancora oggi - per misurare le distanze tra le galassie. Il libro è la storia commovente di questo genio dimenticato.
Matematico di calibro internazionale e intelligente divulgatore scientifico, Piergiorgio Odifreddi con l'impertinenza e il rigore che caratterizza il suo sguardo trasversale sul mondo raccoglie in questo volume cento recensioni, apparse per lo più su "L'Espresso". Non solo libri scientifici, ma anche biografie o romanzi vengono dissezionati dalla penna tagliente di Odifreddi, che, con un talentuoso esercizio di sintesi, riesce a offrirci un giudizio sempre folgorante sul significato di un libro, sulla sua nota dominante e sui suoi inestricabili intrecci con la situazione sociale e politica del nostro paese.
Nel 1519 Magellano partì con la sua flotta verso le Indie, circumnavigando il globo per trovare una via più agevole alle rotte commerciali. A distanza di quasi cinque secoli le vie del mare, della terra e del cielo sono state tracciate ed esplorate. La rivoluzione digitale, lo sviluppo tecnologico e scientifico hanno aperto uno spazio sconfinato attraversato da nuove vie dell'informazione, percorribili ad altissime velocità. Sfruttare al meglio le potenzialità della dimensione digitale sarà compito delle giovani generazioni, i "nuovi magellani", come sono definiti in questo saggio, che all'inizio del terzo millennio si trovano ad affrontare questioni drammatiche come povertà, razzismo, analfabetismo, negazione dei più elementari diritti civili.