In questa seconda parte di Le glorie di Maria, Sant'Alfonso Maria de' Ligupri ripercorre con i più grandi scrittori e Dottori della Chiesa le vicende umane della vita di Maria che già si intrecciano nell'esperienza divina dell'Incarnazione del Verbo ed assumono la meravigliosa valenza mistica dei Misteri che contempliamo nella recita del S. Rosario.
Le bellissime riflessioni sulle sete feste principali ci permettono di gustare e vivvere queste festività in comunione più intima e più profonda con l'Immacolata Vergine Maria.
Il Santo ci presenta poi i sette dolori che afflissero la Regina dei Martiri e che l'accompagnarono per tutta la vita.
Passa poi a considerare le virtù della Madre di Dio additandoLa a tutti noi come guida sicura e modello perfetto nel cammino della santità.
Nell'opera troviamo infine le pratiche di devozione e alcune preghiere alla Vergine Maria.
Agostino compose il "De vera religione" fra il 389 e il 390 a Tagaste, appena tornato in Africa dopo un lungo e determinante soggiorno in Italia. L'opera risente molto del clima spirituale della cosiddetta conversione milanese (estate-autunno del 386). Nella sua relativa brevità è quasi una piccola "summa" dell'agostinismo, contenendo infatti una trattazione dei temi più importanti cui il filosofo avrebbe dedicato le opere successive. Se, da un lato, il suo pensiero seguì una naturale evoluzione nel corso degli anni, dall'altro si può notare come, rileggendo l'opera, il vecchio vescovo ormai prossimo alla morte, non ebbe da fare, nelle "Retractationes", che annotazioni molto marginali, e solo in caso di disapprovazione: il che conferma il duraturo significato del libro per l'intera parabola evolutiva del pensiero agostiniano.
II Periphyseon, un dialogo in cinque libri tra un insegnante e il suo arguto allievo, è forse l'opera più grande e originale del pensiero medievale prima della Summa di Tommaso d'Aquino. Scritto in un latino straordinario da uno dei pochissimi filosofi del Medioevo che conoscessero il greco, e profondamente influenzato dal pensiero di Padri greci quali Basilio, Massimo il Confessore, Gregorio di Nissa e Gregorio di Nazianzo, "Sulle nature dell'universo" è una vibrante testimonianza personale che si presenta come "racconto immaginario di un'immagine". Ma è anche una discussione serrata e razionalmente argomentata alla ricerca del Primo Principio, che fonda l'Essere e sta al di sopra dell'Essere. "Natura è dunque il nome generale di tutte le cose che sono e di tutte quelle che non sono", scrive Giovanni all'inizio della sua opera. Essa comprende sia Dio sia il creato, ed è divisa in quattro specie: ciò che crea e non è creato, Dio; ciò che crea ed è creato, le Cause Prime o Idee; ciò che è creato e non crea, gli effetti temporali, le cose create; e infine ciò che non è creato e non crea, il non essere, il nulla. Tutto il Libro I del Periphyseon è dedicato alla Creazione dell'universo da parte di Dio.
Teresa d’Avila (1515-1582), che il 27 settembre 1970 Paolo VI proclama Dottore della Chiesa, emerge da questa opera come donna dal temperamento forte, capace di affrontare sfide enormi e, al tempo stesso, grandi sacrifici pur di raggiungere lo scopo in cui crede senza mai vacillare: la riforma dell’Ordine carmelitano. Coraggiosa tanto da tener testa a confessori, vescovi, alte autorità religiose e da interpellare personalmente il re di Spagna pur di difendere la sua fede, la riforma e le persone che stima e ama (in particolare Gracián e le sue suore).
L’autore racconta la storia delle diverse fondazioni di conventi carmelitani femminili e maschili che Teresa effettua in varie città della Spagna. E anche la storia dei suoi numerosi viaggi, compiuti senza esitazione con ogni mezzo del tempo (carrozza, dorso di mulo e... a piedi), sotto il caldo torrido o le piogge torrenziali. Il racconto è arricchito di ampie citazioni degli scritti di Teresa, delle sue lettere e delle testimonianze di personaggi che la conobbero direttamente.
Ne esce una Teresa perspicace, coraggiosa, capace di umorismo e persino di autoironia.
Destinatari
Le giovani d’oggi, insegnanti, genitori. Una storia al femminile di grande interesse.
Autore Carlos Ros (Santa Olalla del Cala, Huelva, 1941) è sacerdote e scrittore, laureato in Filosofia e Teologia rispettivamente a Comillas e a Roma. Autore di una cinquantina di libri, ha dedicato particolare attenzione all’approfondimento di personaggi e temi sivigliani. Per l’editore San Pablo ha pubblicato biografie di sant’Isidoro Lavoratore, sant’Angela della Croce, María Emilia Riquelme, del beato Leopoldo de Alpandeire e del venerabile Miguel Mañara. Negli ultimi anni si è rivolto quasi esclusivamente allo studio dei primi discepoli di Teresa di Gesù, pubblicando le biografie di Jerónimo Gracián, María de San José e Ana de Jesús.
Per la prima volta nelle librerie italiane un’antologia completa, capace di guidare il lettore alla comprensione di una tra le più appassionanti stagioni della storia cristiana, quella in cui il cristianesimo, nato dal seno di Israele, intraprese i priopri primi passi.
La ricca introduzione di Claudio Gianotto, dopo aver presentato i più recenti sviluppi storiografici sul tema del cosiddetto “giudeocristianesimo”, delinea con chiarezza il percorso che, dai Dodici radunati a Gerusalemme per la Pentecoste, porterà il cristianesimo a separarsi - talora bruscamente - dalle proprie origini giudaiche.
I testi raccolti in questa antologia documentano un dibattito particolarmente intenso all’interno della letteratura cristiana antica: come possono convivere Legge eVangelo? è possibile professare la fede in Gesù Cristo senza abbandonare la Sinagoga? L’esperienza di gruppi di cristiani provenienti dal giudaismo, sempre più marginalizzata, rivive in queste testimonianze che, grazie all’accurato commento del curatore, sottratte dal loro contesto spesso polemico, diventano un supporto fondamentale per conoscere le origini della storia cristiana.
E Trifone chiese ancora: «Se uno... oltre a riconoscere – è chiaro – che costui è il Cristo e a credere in lui e a obbedirgli, vuole anche osservare queste prescrizioni, si salverà?». E io: «A mio parere, Trifone, dico che uno così si salverà... ». E lui: «Perché hai detto: “A mio parere, uno così si salverà”, se non vi sono di quelli che affermano che simili persone non si salveranno?». «Ce ne sono, Trifone – risposi – e arrivano al punto di non voler condividere né la conversazione né il focolare domestico con quelle persone. Io, però, non sono d’accordo con loro; ma se... oltre a sperare in questo Cristo e ad osservare le norme eterne e naturali della giustizia e della pietà, vogliono anche osservare le norme mosaiche..., io dichiaro che si deve accoglierli ed essere con loro in comunione in tutto, come con chi è nato dalle stesse viscere e con i fratelli» (dal Dialogo con Trifone di san Giustino martire).
Destinatari
Studenti e studiosi di storia delle origini cristiane, docenti e studenti di esegesi biblica, docenti e studiosi di letteratura e storia ebraica.
Curatore
Claudio Gianotto, professore oridinario di Storia del Cristianesimo e delle Chiese presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Torino. I suoi principali ambiti di ricerca sono: gnosi e gnosticismo antichi; giudaismo del II tempio; rapporti giudaismo-cristianesimo in età antica; letteratura cristiana apocrifa. Tra le sue numerose pubblicazioni, meritano di essere ricordate: Tipi di esegesi gnostica alla luce di alcuni testi di Nag Hammadi: l’episodio del diluvio (Gn 6,5-9,19), Bologna 1985; Verus Israel: nuove prospettive sul giudeocristianesimo. Atti del Colloquio di Torino (4-5 novembre 1999), a cura di Giovanni Filoramo e Claudio Gianotto; Brescia 2001; I Vangeli gnostici, Bologna 2009.
Per gustare pienamente l'esperienza liturgica, l'opera offre una presentazione globale e sintetica del modo in cui i padri greci e bizantini hanno compreso il sacramento dell'eucaristia. "Una traduzuine fedele e comprensibilissima dei testi della grande Tradizione per favorire un sapiente ritorno alle fonti." (Enzo Bianchi)
Questo testo si propone come una valida guida di preparazione alla Consacrazione a Gesù per Maria secondo il Montfort. Accompagna infatti il lettore, giorno per giorno, sia sul piano spirituale con meditazioni e preghiere particolari, sia sul piano concreto secondo un preciso itinerario pratico.
L'importanza che il Monfort annette a questa Consacrazione è tale che egli stesso invita a prepararvisi per trenta giorni, durante i quali ci si impegna, con l'aiuto dello Spirito Santo, a svuotarsi progressivamente dello spirito del mondo per poi colmarsi della presenza di Gesù Cristo per mezzo di Maria.
La Consacrazione secondo il Monfort è, in sostanza, il rinnovo dei voti battesimali, quindi presuppone una piena rinuncia a se stessi per poter appartenere completamente a Gesù.
Secondo il Montfort, questa offerta totale di sé a Gesù è possibile soltanto con l'aiuto di Maria.
L'efficacia della Consacrazione dipende dall'impegno con cui viene preparata. Poiché si tratta di un cammino verso il dono totale di sé a Gesù per mezzo di Maria, occorre entrare in se stessi sotto lo sguardo di Maria, imprimendo alla propria vita un orientamento nuovo, specificamente mariano.
Due importanti documenti della testimonianza cristiana in Africa in epoca patristica
Tommaso analizza nel suo capolavoro (di cui qui si riportano le pagine dedicate al nostro tema) il complesso rapporto tra passioni e amore, puntando sull'unità della vita della persona, con un indagine che è di grande interesse anche oggi in cui il disorientamento e la disumanizzazione derivano in gran parte da una scissione esiziale tra la dimensione razionale e quella corporeo-passionale. Che cose la passione? Come si sviluppa il suo dinamismo nella vita umana? Il rapporto tra ragione e passioni è destinato a essere conflittuale, oppure è possibile arrivare a un governo razionale non repressivo, che consenta all'una e alle altre di concorrere alla vita buona dell'uomo, alla sua piena realizzazione? L'ampio saggio introduttivo, le note, gli apparati e, in primo luogo, la traduzione, forniscono gli strumenti per comprendere (anche da parte dei non addetti ai lavori) la ricchezza del testo dell'Aquinate, tenendo presenti i problemi della modernità e del nostro tempo. Tra le passioni emerge l amore che fonda l'unità della vita personale, in quanto radice di tutte le affezioni del cuore, che può governarle nella tensione al bene - e in primo luogo al Bene sommo - secondo l'ordine razionale dell'amore (ardo amoris). Saggio introduttivo, traduzione, note e apparati di Umberto Galeazzi.
La lettera sugli esercizi spirituali di S. Alfonso (1696-1787) testimonia la sollecitudine del pastore verso il suo gregge. Nella lettera, il santo indica l'efficacia che gli esercizi spirituali hanno per la vita: "riconosco di dovere a questa santa pratica la mia conversione e la decisione che ho preso di lasciare il mondo". Riflessione, solitudine e silenzio sono elementi utili che aiutano il credente a formare la perla dell'amore a Dio: "la conchiglia, quando ha ricevuta la rugiada dal cielo, subito si chiude e scende nel fondo del mare e così forma la perla". Il papa Pio XI definisce gli esercizi spirituali come "una scuola di educazione in cui la mente impara a riflettere, la volontà si rafforza, le passioni si dominano"; lo stesso pontefice non indugia a definire la lettera alfonsiana: bellissima epistola.
Che cosa significa, oggi, essere "eredi"? Cosa significa essere figli, allievi, posteri in un'epoca senza memoria, che sembra aver reciso programmaticamente ogni legame con la storia e il proprio passato? Eppure la tradizione non è un ingombro da cui ci si può liberare semplicemente ignorandolo. L'eredità - in senso personale e psicologico, così come in senso storico e culturale - è infatti un capitale da far fruttare e non un patrimonio inerte da custodire. Conoscere i propri padri è indispensabile sia per accettarli che per superarli: per amarli così come per ucciderli. In questo libro sei autorevoli pensatori del nostro tempo riflettono sulle infinite sfumature e implicazioni del concetto di "eredità" - sul rapporto tra passato e presente, tra maestri e allievi, tra padri e figli - in un dialogo appassionato con i testi dell'antichità, riuniti in un'antologia che va da Omero a Virgilio, da Platone a Seneca, da Aristotele all'Apocalisse.