Il volume racconta la storia dell’omosessualità nell’Occidente cristiano dalla tarda antichità al Settecento. Utilizzando quale punto di osservazione le fonti criminali, vi si ricostruisce una storia sociale e culturale delle trasgressioni sessuali e di genere, incentrandosi, al di là del mondo delle élites, sulla vita e l’esperienza quotidiana di donne e uomini comuni. Questa narrazione si intreccia con gli sviluppi del controllo istituzionale e i suoi rapporti di conflitto e mediazione con una base sociale non sempre docile ad accoglierne i dettami. Alla luce del percorso di ricerca dell’autore e dell’apporto di nuove correnti storiografiche, come la storia delle emozioni, il libro focalizza alcuni snodi critici del dibattito storiografico, sui quali propone di gettare una nuova luce. Ne risulta ridimensionato il ruolo giocato dai rapporti pederastici nelle manifestazioni dell’omosessualità premoderna; omosessualità maschile e femminile sono presentate in una narrazione intrecciata; il tema del desiderio è letto nelle sue complesse relazioni con l’infrazione delle norme di genere; infine, la dimensione globale e i rapporti con le culture extraeuropee giocano un ruolo centrale nella ricostruzione storica. Tutto questo in una prosa piana e leggibile, che mira a rendere l’opera fruibile anche per un lettore non specialistico.
«A ogni orbita si può ammirare un aspetto nuovo e incantevole del nostro magnifico pianeta; se poi si ascolta della musica, allora diventa davvero un'emozione indimenticabile». Se sei pronto ad avventurarti nel cosmo, Umberto Guidoni ti condurrà in un viaggio nello spazio attraverso una missione lunga cinquanta tappe. Scoprirai la Luna, Marte, l'orbita terrestre, che cosa si prova a essere un astronauta e quali sono stati i grandi esploratori dell'universo. Allacciati le cinture, si parte! Età di lettura: da 8 anni.
«La prima cosa che mi viene da pensare quando sto per entrare in scena è che anche quella sera mi capiterà di dire cose importanti, profonde, a volte spiritose, a volte drammatiche, raramente banali. E questo è un privilegio enorme. Sottrarre due ore del nostro tempo all’ovvietà delle parole quotidiane per dire parole scritte da altri è una cosa impagabile. Che ladro è l’attore, e nello stesso tempo che benefattore!»
Un grande attore italiano racconta la propria storia: gli incontri indimenticabili, i colpi di fortuna, le delusioni, le difficoltà che precedono i grandi successi. Sul palco come nella vita.
“Eliminare il razzismo non vuol dire mostrare e convincersi che gli Altri non sono diversi da noi, ma comprendere e accettare la loro diversità.”
Dopo Il fascismo eterno, una nuova illuminante riflessione civile, contro ogni pregiudizio e intolleranza.
Il libro raccoglie studi dedicati, in tempi diversi, alla presenza della città di Roma nella scrittura di alcuni autori della letteratura italiana. La ricerca mira a constatare come la città narrata assuma differenti forme e valori nelle varie scritture che sono sempre l'esito di altrettanto diverse organizzazioni retoriche del discorso e diverse visioni del mondo.Talvolta la stessa piazza sembra molto dissimile se descritta da Pirandello o da D'Annunzio. Il saggio di apertura è la voce Roma composta per il Dizionario dei temi letterari, in cui si ripercorrono alcuni scritti italiani e stranieri, dedicati alla città. Lo studio su Dante è molto legato al saggio Roma i papi e Dante. Quello dedicato a Petrarca richiama lo studio Petrarca da Arezzo ad Arquà passando per Roma. Il discorso su Tasso prende spunto da un racconto di F. R. de' Angelis dedicato agli ultimi giorni del poeta. Il saggio sul danese Georg Zoëga ricostruisce le varie residenze degli Arcadi, fino al Bosco Parrasio. Le schede leopardiane, i saggi su Alfieri, Brancati e Palazzaschi hanno offerto la possibilità di attraversare Roma, di contemplarne gli edifici, in parte non più riconoscibili, in parte ancora identici ma pure trasformati dall'ornamento letterario. Così si è tentato di mettere insieme la bellezza della letteratura e quella della meravigliosa Roma.
Nel contesto degli studi teologici, la teologia fondamentale svolge un duplice compito: in quanto studio dei fondamenti (del cristianesimo), costituisce un'introduzione alle altre discipline teologiche; in quanto disciplina di frontiera, dialoga con tutte le forme del sapere umano, in primis con la filosofia. L'inscindibile legame della questione teologica e di quella antropologica è analizzato a partire dai fondamenti: la Rivelazione divina e la fede umana, così da illustrare, alla luce dell'evento di Gesù Cristo, il rapporto Dio-uomo, dove «di tutte le virtù la più grande è l'amore» (1 Cor 13,13).
UFO: le prove fornisce in maniera accurata e dettagliata una precisa panoramica della fenomenologia UFO, procedendo in chiave storica ad analizzare i casi maggiormente supportati da un impianto probatorio consistente e in grado di far breccia nelle masse per dimostrare l’esistenza, da millenni, di entità “altre” che interagiscono con l’umanità. L’analisi parte dall’antichità classica, accompagnando il lettore attraverso i secoli, esponendo in maniera analitica numerosi episodi che rifuggono una spiegazione convenzionale. L’esame procede fino ai giorni nostri, con la nascita della “moderna” ufologia nel giugno del 1947 con il celebre avvistamento di Kenneth Arnold e il caso Roswell del mese successivo. Vengono esaminati documenti e dichiarazioni ufficiali, testimonianze di piloti, astronauti, astronomi, tutte persone che, in considerazione del tipo di istruzione ricevuta, del lavoro svolto o della carica ricoperta, si sono trovate in una posizione tale da poter distinguere con cognizione ciò che è un oggetto volante non identificato da ciò che invece è identificabile: fenomeni atmosferici, astronomici, aerei, prototipi, ecc. L’ultima parte è dedicata al delicato tema delle abductions aliene: l’autore porta alla luce i casi più emblematici per potere avanzare alcune ipotesi sull’origine ultima del fenomeno.
Note sull'autore
Umberto Visani (Torino 1983), laureato con lode presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, è un ricercatore indipendente di ufologia, archeologia misteriosa e criptozoologia. È autore di saggi e romanzi e scrive per numerose riviste specializzate a livello nazionale e internazionale. È stato più volte ospite della trasmissione televisiva “Mistero” in onda su Italia 1.
Questo romanzo si svolge dall'inizio degli anni sessanta al 1984 tra una casa editrice milanese e un museo parigino dove è esposto il pendolo di Foucault. Si svolge dal 1943 al 1945 in un paesino tra Langhe e Monferrato. Si svolge tra il 1344 e il 2000 lungo il percorso del piano dei Templari e dei Rosa-Croce per la conquista del mondo. Si svolge interamente la notte del 23 giugno 1984, prima in piedi nella garitta del periscopio, poi in piedi nella garitta della statua della Libertà al Conservatoire des Arts et Métiers di Parigi. Si svolge la notte tra il 26 e il 27 giugno dello stesso anno nella stessa casa di campagna che Jacopo Belbo, il protagonista, ha ereditato da suo zio Carlo, mentre Pim rievoca le sequenze temporali di cui si è detto sopra. In sintesi: tre redattori editoriali, a Milano, dopo avere frequentato troppo a lungo autori "a proprie spese" che si dilettano di scienze occulte, società segrete e complotti cosmici, decidono di inventare, senza alcun senso di responsabilità, un Piano. Ma qualcuno li prende sul serio.
«Una società non è davvero democratica finché non si sposta decisamente verso la voglia di capire.» È a questo desiderio che Umberto Veronesi si è ispirato nella sua ricerca, nel suo lavoro quotidiano di medico e nella sua vita. Da qui è partito per cercare di comprendere un mondo sempre più complesso e più sfuggente, ma anche capace di offrire grandi opportunità a patto di saperle vagliare in modo critico, libero, responsabile. Alla base di tutto sta il nostro diritto di essere umani - donne o uomini, sani o malati, stranieri o cittadini. Un diritto che si esercita nell'arte dell'ascolto, nel confronto con gli altri, nella passione per la scienza e per la conoscenza, nel rispetto profondo della dignità di ciascuno. Che parli della sua «medicina della persona» o delle ultime frontiere della bioetica, dell'inutilità del dolore o del lusso della salute, della miseria della guerra o del miracolo della pace, Veronesi mostra nei pensieri raccolti in questo libro un'empatia e un acume che sono la traccia della sua essenza più profonda: quella del vero umanista, che vive a fondo la propria realtà senza mai smettere di immaginare un futuro migliore.
Per la prima volta insieme, tutti gli scritti che Umberto Eco ha dedicato alla televisione: al suo linguaggio, alle forme di comunicazione che mette in gioco, alle tecnologie che le sostengono, all’immaginario che produce, ai suoi esiti culturali, estetici, etici, educativi e, soprattutto, politici. Una raccolta che, pubblicando anche scritti difficilmente reperibili, copre un arco di tempo che va dal 1956, anno in cui in Italia vengono messe in onda le prime trasmissioni, al 2015, periodo in cui il mezzo televisivo non può più essere considerato come dominante nella produzione e nella trasformazione della cultura social. Dalla ripresa diretta dei primi anni, alla tv-verità e ai reality show degli ultimi anni, da Corrado al Grande fratello, da Mike Bongiorno a Derrick, le riflessioni di Eco denunciano con costante attenzione le strategie televisive nel quadro di una critica inesausta contro i vari populismi mediatici, che è sempre stata la cifra dello sguardo di Eco sui media.
Tutto ha inizio con la conquista romana, alla fine del primo secolo avanti Cristo. L'assoggettamento delle popolazioni indigene, lo sfruttamento delle risorse, la costruzione di insediamenti nelle remote regioni del Nord. Ma i Germani non si arresero alla sottomissione. Un'improvvisa insurrezione capeggiata da Arminio sbaraglia i Romani nella foresta di Teutoburgo, costringendoli a una precipitosa fuga oltre il Reno. La vendetta romana, a opera di Germanico, ebbe una dimensione epica: agguati, tradimenti, flotte lanciate ai limiti del mondo conosciuto, fino alla completa vittoria celebrata in un trionfo sui barbari in catene. Poi, inaspettata, giunge la decisione di Tiberio. Il principe abbandona i Germani al loro destino e riporta il confine sulle rive del Reno. Queste vicende hanno dato vita a un mito potente: quello dei Germani ribelli e indomabili, tenaci custodi della loro libertà, capaci di umiliare uno degli imperi più potenti della storia, ostili a una piena integrazione nella civiltà latina. Un mito che evoca una frattura nel cuore dell'Europa, un dissidio che attraversa tutta la nostra storia fino a oggi.