Questo Diario spirituale quale mezzo di conoscenza di sé e di Dio, che conserva la sua attualità fra i differenti metodi consigliati nell'accompagnamento spirituale, è stato tenuto da padre J.-M. Lagrange lungo tutta la vita. È un testo edito per la prima volta e contribuisce a chiarire il lavoro d'esegeta di padre Lagrange.
Di lui il cardinale Carlo Maria Martini ha detto:
«Ho sempre guardato con gratitudine a questa figura di studioso e di figlio devoto della Chiesa, e sono lieto di sapere che egli era anche un uomo fervente, un uomo la cui preghiera era fuoco. Ritengo che il padre Lagrange sia come l'iniziatore di tutta la rinascita cattolica degli studi biblici. Il pensare che all'inizio ci sia stato un santo ci conforta nel vivere questi studi con l'attitudine di San Girolamo e degli altri esegeti santi, che hanno cercato nella Scrittura il volto di Dio».
Carlotta Nobile è morta a Benevento a ventiquattro anni, il 16 luglio 2013, a causa di un melanoma. Negli ultimi mesi di vita, in seguito alle parole rivolte da papa Francesco ai giovani di portare la croce con gioia (omelia del 24 marzo 2013), fa una profonda esperienza di fede.
Il percorso umano che caratterizza questo periodo è il coronamento di tutta la vita di Carlotta: una vita bella, piena di luce e di amore, di arte e di cultura. Violinista di grande talento, critica d’arte e scrittrice, la sua conversione non è una rottura, ma piuttosto una illuminazione, un compimento, nell’incontro personale con Gesù. Il suo impegno nel periodo della malattia per sostenere gli altri ammalati di cancro (con il blog anonimo «Il Cancro E Poi» e i concerti negli ospedali con i «Donatori di musica») era già la manifestazione di una grande carità.
Carlotta faceva parte dei cosiddetti «lontani». L’approdo a una vita in Cristo, a favore dell’umanità, avviene attraverso un cammino esistenziale, che la porta a svolgere una missione per i giovani, per gli artisti e per i malati.
FILOMENA RIZZO, sposata e madre di quattro figli maschi, è assistente della Pastorale Universitaria di Benevento. Con don Paolo Scarafoni è docente per i corsi di teologia sistematica.
DON PAOLO SCARAFONI, parroco nella diocesi di Benevento, cappellano delle Università e del Conservatorio di Benevento, è professore di teologia trinitaria, cristologia, ecclesiologia, fondamentale e spirituale.
Plinio Corrêa de Oliveira, familiarmente conosciuto come “il dottor Plinio”, nacque a San Paolo del Brasile nel 1908 e morì nella stessa città il 3 ottobre del 1995.
Roberto de Mattei, che nel 1996 ha pubblicato la prima biografia del pensatore e uomo d’azione brasiliano, con il titolo Plinio Corrêa de Oliveira. Il crociato del XX secolo, presenta, nel primo centenario delle apparizioni di Fatima, un nuovo studio dedicato all’insegnamento spirituale e dottrinale del pensatore brasiliano, che l’autore definisce Apostolo di Fatima, Profeta del Regno di Maria.
L’auspicio è che da questo insegnamento i lettori possano “trovare conforto spirituale, luce intellettuale e maggior vigore nell’azione, in modo da poter meglio corrispondere alla Grazia divina, nelle cui mani è il destino delle nostre anime e del mondo intero”.
Chiara, medico e missionaria laica, in una lunga lettera- colloquio a Kikobo – l’amico infermiere – racconta il sogno di un’Africa dove il diritto alla vita, alla salute, all’istruzione, alla pace, siano rispettati e ci mostra un continente unico per la sua capacità di inventare e costruire il proprio futuro. Chiara, “l’angelo con un’ala sola” che ha perso il braccio in un incidente, braccio sostituito proprio da Kikobo e dalla sua motocicletta. Questo libro è quasi un diario, nel quale la missionaria ripercorre le avventure vissute insieme, le sfide contro l’Aids per dimostrare che di questa malattia non si muore, si vive, le battaglie contro la malaria, la denutrizione. Contro “la malattia del sonno”, che uccide ogni anno settecentomila africani, ed è sconfitta con le trappole costruite con la stoffa neroazzurra dell’Internazionale di Milano. Il racconto di uomini e donne che in condizioni di povertà estrema, di malattia e di disagio, riescono a promuovere la loro vita, a ottenere qualificazioni professionali eccellenti, a raggiungere traguardi impossibili.
CHIARA CASTELLANI è medico con una lunga esperienza di missionaria laica. MARIAPIA BONANATE vive a Torino. È condirettore del settimanale nazionale Il nostro tempo e collabora con Famiglia Cristiana. Come giornalista è sempre andata alla ricerca di “buone notizie”, anche nelle situazioni più difficili.
Il volume presenta la "Vita A" di Atanasio l'Athonita, fondatore del primo monastero cenobitico sul Monte Athos (963), scritta a Costantinopoli agli inizi del XI secolo dal monaco Atanasio di Panaghiou: insieme alla traduzione italiana viene pubblicato anche il testo greco originale secondo l'edizione di J. Noret (CChr.Gr. 9 Leuven 1982), con un saggio introduttivo e un ampio apparato di note di commento. Secondo l'unanime ammissione di tutti gli studiosi della materia, la "Vita A", oltre che pregevole dal punto di vista letterario, è un testo di eccezionale importanza per ricostruire la genesi del monachesimo sul Monte Athos; dopo la sua edizione critica, però, non è più stata oggetto di un'indagine approfondita che ne valorizzasse in modo sistematico il contenuto. Scopo del presente lavoro è colmare questa lacuna.
Nella notte tra il 26 e il 27 marzo del 1996, sette dei nove monaci trappisti che formavano la comunità del monastero di Tibhirine, vicino alla città di Médéa, a sud di Algeri, furono rapiti da un commando armato. Il 30 maggio furono ritrovate le teste decapitate, non i loro corpi. Sulle circostanze della loro tragica morte non è mai stata fatta piena luce.
Frère Christian de Chergé era il priore della comunità. Per attuare la sua vocazione di monaco evangelicamente solidale con i Musulmani dal 1972 al 1974 egli studiò a Roma presso il Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica. Qui fu suo professore Maurice Borrmans. L’amicizia spirituale e la consonanza intellettuale germinate in quegli anni sono all’origine delle 74 lettere che Christian indirizzò al suo ‘ex’-Professore. La prima già nel 1974, appena raggiunta l’Algeria, l’ultima solo qualche mese prima del martirio.
Pubblicate dall’editrice Bayard nel 2015 a cura dello stesso M. Borrmans, le lettere vengono ora proposte in traduzione italiana. Si tratta di una corrispondenza ventennale del tutto eccezionale: il lettore diviene l’amico fraterno al quale Christian partecipa, emotivamente e lucidamente, il suo itinerario di uomo di preghiera che cerca e onora il dialogo con gli uomini di preghiera dell’Islam; lo stesso lettore diviene così testimone della fecondità di una profezia difficile, generosa e coraggiosa.
«Erano cinque anni che le mie figlie non ridevano più. Grazie», ha detto Mohammed, uno dei tanti siriani rifugiati in Turchia. È per momenti come questo che Mattia, tre volte all’anno da ormai tredici anni, si arma del suo naso rosso e parte in missione nelle zone di guerra. Conosce sette parole in arabo ma bastano per capirsi, perché la lingua dei bambini è universale. In questo libro, racconta la vocazione di «magamondo» che lo ha portato a rischiare più volte la vita per regalare una parentesi di spensieratezza ai ragazzi che non hanno più un’infanzia. Come dice lui, «abbiamo una vita sola, ma se la viviamo bene una vita sola sarà sufficiente».
Una storia infinita di interrogativi e, fino ad oggi, di poche certezze. I primi punti fermi furono dati dalla prima edizione del libro “Emanuela nelle braccia dell’Islam?”: la Orlandi, cittadina vaticana scomparsa nel 1983, fu vittima di un’organizzazione di preti pedofili e oggi è ancora viva. Adesso l’indagine dell’Autrice aggiunge altri e sconcertanti tasselli al disegno di un’esistenza dalle esperienze estreme, rocambolesca ma soprattutto legata alla bruciante attualità del radicalismo islamico, dei camuffamenti che consentono di varcare ogni frontiera, degli accordi segreti tra potentati, di partiti e di Stati. Una volta si poteva intravedere l’Orlandi in moschea a predicare alle donne della sua scuola coranica; oggi occorre riscoprirne i tratti in un volto ritoccato dal chirurgo plastico mentre siede in un’assise internazionale per curare gli interessi dei Paesi del Mediterraneo e quelli del Sudamerica, tanto caro a Papa Francesco. Quale “grande giuoco” si è nascosto in passato e continua a nascondersi in tutto ciò? È senz’altro quello della mutevole e spregiudicata politica internazionale. Infatti le sorti della fragile ma preziosa prigioniera sono state sempre mercanteggiate tra alcune Nazioni e un Vaticano di forte presenza mondiale. Perché se il Vaticano ha sempre occultato, ha però anche protetto oltre che pagato e perciò è stato sensibile alle trattative. Ma il risultato finale è la rinascita dell’adolescente violata e sconfitta in una donna forte, capace, dura, vincente. Qualcuno forse la riconoscerà in un telegiornale arabo o di altra lingua.
La vicenda dell'uomo (1903-1977) che si è battuto per dare rifugio, assistenza e speranza ai lebbrosi di tutto il mondo.
In un tempo di profonda crisi del sistema etico-sociale, la rilettura del pensiero di Giuseppe Toniolo si rivela sempre significativa e attuale. Una visione in cui la famiglia, fondamento dell'ordine sociale, e il lavoro, suo motore qualificante, costituiscono due elementi senza i quali la società stessa non sussisterebbe. Attingendo alle pagine del Trattato di economia sociale di Toniolo, si svela la sua capacità di coniugare nel quotidiano i diversi ordini della vita, in una dimensione di sintesi per la costruzione di una società più giusta e più umana.
Si tratta di una biografia su Madre Speranza, con la vita, la spiritualità e le esperienze mistiche.