Nato a Nisibi attorno al 306 da famiglia cristiana, Efrem è l'esponente più rilevante del cristianesimo di lingua siriaca. È il più grande tra i Padri siriaci nonché, senza dubbio, il vertice più elevato della poesia d'epoca patristica. È nella sua poesia e per mezzo di essa che Efrem fa teologia per i fedeli delle Chiese di Nisibi ed Edessa, nella seconda metà del IV secolo. Mettendo la sua arte poetica a servizio della liturgia, dà ai suoi inni un carattere didattico e catechetico; per questo sono allo stesso tempo teologici e adatti per la recita o il canto liturgico. I testi proposti in questo volume offono una riflessione sul digiuno; ci si "riferisce ovviamente al digiuno come a una pratica ascetica, ma di certo Efrem pensa anche al Digiunante per eccellenza, Cristo stesso, che è Colui che salva, arricchisce, libera, abbellisce, dà la vera gioia".
I Padri ci insegnano non delle cose su Dio ma ad ascoltare Dio. Luogo privilegiato di questo ascolto, non in terza persona, è la Sacra Scrittura.
L'opera teologica più significativa di Ilario di Poitiers e documento storico rilevante del dibattito intorno all'eresia ariana.
Come conciliare la libertà dell'uomo con la prescienza di Dio?
Alfonso de' Liguori (1696-1787), napoletano, è una straordinaria personalità che attraversa un Settecento italiano in rapporto con tutti i fermenti europei di un mondo che viveva lo scontro tra gli antichi regimi e il secolo dei lumi. Napoli fu, per Alfonso, il brodo di coltura per riproporre un cristianesimo accessibile agli strati neoborghesi sino a quelli più poveri e diseredati della popolazione. Fondatore, nel 1732, della Congregazione del Santissimo Redentore, i «redentoristi», dopo trent’anni di vita missionaria nel 1762 è nominato vescovo di Sant’Agata dei Goti (Benevento).
Il presente volume di Giovanni Velocci ci fa comprendere come il suo pensiero e la sua opera pastorale abbiano avuto una straordinaria influenza nella vita della Chiesa che era in difficoltà a navigare nelle temperie del tempo. Enorme, all’epoca e negli anni a seguire, la sua influenza sul clero, su pastori e confessori, una grande brezza di fiducia per generazioni di perplessi. La proclamazione a «Dottore della Chiesa» è avvenuta a riconoscimento della genialità del suo carisma nel trasmettere alla gente, con estremo «buon senso», una modalità di vita cristiana in cui preghiera, sacramenti, devozioni, e con essi una saggezza del vivere, entrassero nella quotidianità e accompagnassero ogni uomo. Proprio in un mondo che da più lati contestava la stessa esistenza di una sfera spirituale portando al distacco che noi chiamiamo secolarizzazione, ma anche deculturalizzazione, sant’Alfonso permise a preti e popolo di sperimentare quello che Panikkar chiama una pienezza di umanità e che, in altri termini, si può chiamare la «santità per tutti».
Il titolo di questo volume trasferisce all’opera di san Giovanni della Croce la definizione («Divino Cantico») che egli dava del biblico Cantico dei Cantici. Per secoli questo sacro poema era stato commentato per offrire ai credenti splendidi «trattati» sul mistero della Chiesa e sulla mistica unione dell’anima con Dio.
Poi, sul finire del XV secolo, la cristianità si era lacerata e la teologia aveva cominciato a indurirsi nelle controversie e nelle sottigliezze esegetiche, al punto da dimenticare (o perfino temere) l’antico Cantico, cuore della Scrittura. Giovanni della Croce assunse allora la missione di commentarlo in forma nuova, anche poetica (per la prima volta!): così il testo sacro rivisse nel suo Cántico Espiritual, un poema che «arde di passione più di qualsiasi poesia profana», ma in cui si sente aleggiare «lo Spirito di Dio che è passato di qui, abbellendo e santificando tutto» (Damaso Alonso). In seguito, commentando ripetutamente il proprio Cantico (e aggiungendovi altri poemi), egli poté annunciare alla Chiesa la centralità assoluta dell’amore sponsale che Dio offre a ogni singola creatura umana. Un Dio «inaudito» che, dalle pagine del mistico spagnolo, può parlarci così: «Io sono tuo e per te; sono felice di essere come sono, per essere tuo e donarmi a te» (L 3,6).
L’Autore di questo volume, ripercorrendo tutto l’itinerario spirituale offerto da san Giovanni della Croce (a partire da una nuova traduzione dei suoi poemi), ha inteso sottolineare con rara insistenza che nessun dramma o problema ecclesiale può essere davvero compreso e vissuto, se ci si colloca a un’altezza inferiore di questa e a una minore profondità. Il carisma del Santo carmelitano (e di chi si fa suo discepolo) è tutto in questa esperienza offerta come principio pedagogico: quando l’uomo si lascia attrarre dal Cuore di Dio, egli va, contemporaneamente, verso la massima profondità del proprio cuore e verso i più lontani confini, là dove ogni creatura umana può essere riconosciuta e accolta.
Nel 1425 san Bernardino si rivolgeva al popolo senese dal corso principale della città per poi continuare la sua predicazione alle folle dalla piazza del Campo nel 1427. I suoi ammonimenti riguardavano sia aspetti della vita pubblica che costumi privati, la profonda affezione per la sua città e per il popolo senese lo spingeva a trattare e correggere ogni aspetto della vita dei senesi, dalle questioni più rilevanti fino alle più semplici e misere faccende quotidiane. Questa raccolta mette in luce il messaggio civile, politico ed economico contenuto nelle sue predicazioni.
Ogni volume di questa collana costituisce un ampio capitolo di storia della filosofia, dedicato a un autore o a una corrente di pensiero. Le singole «Introduzioni» offrono gli strumenti critici essenziali per intendere l'opera dei filosofi alla luce delle più recenti prospettive storiografiche.
San Bonaventura: teologia e antropologia, una proposta in senso cristologico.
Chiesa latina, greca, etiopica, slava, coopta e armena. X secolo
«Affinché ognuno possa avere Dio per Padre, deve avere innanzitutto la Chiesa per madre». Questa espressione di Cipriano non è solo l’esclamazione ammirata ed entusiasta di un singolo dottore della Chiesa, ma è una efficace sintesi di tutta una spiritualità incentrata nel mistero della Chiesa.
Dalla gioiosa contemplazione del mistero della Domina Mater Ecclesia nacque nel primo millennio cristiano un genere poetico nuovo, dei canti semplici e spontanei di cui Hugo Rahner ci offre una scelta in questo libro. Vari e molteplici i temi di questa ecclesiologia: la Chiesa è, prima di tutto, «madre dei viventi» in cui si adempie pienamente quanto era stato detto di Eva e quanto, nella nuova creazione, ha avuto inizio in Maria. La Chiesa è, inoltre, «madre dei dolori» perché essa è nelle doglie del parto mentre accompagna i suoi figli nel loro iter intramondano. Madre dei viventi, madre dei dolori, la Chiesa è anche «regina eterna». Essa è regina non solo escatologicamente ma iam nunc, perché il futuro mistero della sua gloria regale è già chiuso nel fondo della sua oscurità terrena. La presentazione di questi inni da parte di Rahner non è certamente dettata da nostalgia o da interesse puramente storico. Essa vuole piuttosto offrire a tutti coloro che nutrono interesse per l’ecclesiologia, in modo particolare teologi e studenti di teologia, una meditazione e una «rilettura» del mistero ecclesiale in funzione della Chiesa dei nostri giorni.
Queste pagine offrono il ritratto ideale della visitandina alla luce degli insegnamenti dei due grandi maestri di vita spirituale Francesco di Sales e Giovanni di Chantal.
L'insegnamento spirituale che se ne ricava è di costante attualità e freschezza, perché si ispira al Vangelo e alla vita quotidiana di chi vuole vivere con impegno e gioia la vita di totale consacrazione al Signore.
La santità aperta a tutti gli stati e ambienti di vita è stata la grande intuizione di san Francesco di Sales, consapevole che la santità è per natura sua irradiante e coinvolgente, e che deve sere realizzata secondo la vocazione personale di ciascuno. Anche chi non ha la vocazione alla vita monastica può trarre da queste pagine frutti di vita spirituale e sprone per andare avanti con orario e determinazione.