"Se vuoi conoscere la Chiesa, non ignorare la Tradizione. Se ignori la Tradizione, non parlar mai della Chiesa." Alla domanda quale Tradizione?, questo libro risponde: non la Tradizione che raccatta strada facendo, specie dall'Illuminismo ad oggi, ogni novità, anche la più eversiva della sua identità, per potersi dire à la page e Tradizione vivente, ma la Tradizione che vive in quanto veicolata da Cristo e dagli Apostoli alla Chiesa perché essa l'accolga, custodisca, interpreti e trasmetta nei secoli fedelmente e integralmente, quale viene attinta alla sua duplice fonte orale e scritta, testimoniata dai Padri della Chiesa, insegnata dai grandi Concili, in special modo dal Tridentino e dal VaticanoI, e determinata dalla scienza teologica in armonia con gli sviluppi della Parola viva, eodem sensu eademque sententia.
"Le esperienze degli ultimi dieci anni mi fanno pensare che una riflessione sulla santità della Chiesa è un argomento molto attuale, ma non può essere impostato senza guardare l'esperienza dei fedeli e le condizioni in cui essa avviene. Adesso la velocità delle notizie e della vita moderna, almeno in una parte non piccola del mondo, può inibire o distorcere la riflessione sull'esperienza credente. Come de Salis indica, l'esperienza di santità e peccato nella stessa Chiesa che comincia a camminare nel terzo millennio è alquanto paradossale e suscita degli interrogativi nei cristiani. Il teologo portoghese offre in questo studio una risposta serena e basata sull'esperienza credente, che illumina la vita attuale e può certamente contribuire al chiarimento di alcune domande che sorgono spesso nei fedeli. [&] Sono convinto che questo libro non è una autogiustificazione dell'esperienza dell'autore, né un esercizio di erudizione teologica. È, piuttosto, un passo in avanti verso un'ecclesiologia che tenga conto della spiritualità e dell'esperienza della Chiesa attuale" (dalla Prefazione del cardinale J. Saraiva Martins).
L'entusiasmo attorno alla figura di papa Bergoglio non ha spostato il centro del problema della chiesa cattolica: anzi, lo ha messo ancora più in evidenza proprio attraverso la dedizione spirituale così eloquente e accessibile alla quale il papa s'è dedicato. Nessuno lo diceva: ma alla Chiesa non interessava quel che restava dei record del papato globale o delle ermeneutiche usate per usare il papa. Interessava quel che resta di Dio, nel senso "cristiano" del termine: non un lampadario spento nel cielo della morale, ma Colui la cui veglia desta dal sonno. Nel corso dei secoli il fascino di quella domanda e delle risposte che essa suscita è riesploso intatto, dopo secoli orribili, senza avvisaglie che lasciassero intendere il miglioramento di un clima. Le primavere della chiesa infatti arrivano sempre senza segni premonitori. Ecco perché il disastro di un periodo vicino può oggi essere letto come il migliore preannuncio d'una primavera che per qualcuno è già arrivata "della fine del mondo", o forse dalla fine di un mondo che se sarà sfidato non si arrenderà, se sconfitto non sarà rimpianto.