Come si diventa ricercatori? Attraverso una molteplicità di incontri, sembra questa la preziosa risposta che il libro propone e che cerca di indicare come via d'iniziazione alla pratica della ricerca in educazione. Micropedagogia vuole dare legittimità scientifica agli effetti di questi incontri. Il libro si prefigge di mostrare che la ricerca qualitativa in educazione non può ignorare che la crescita di adulti e professionisti vive in spazi relazionali e quotidiani, abitati da cose e persone la cui singolarità, irripetibilità, unicità sono fertile campo di studio. Il metodo biografico, l'osservazione partecipante, il metodo clinico e quello etnografico, la ricerca-azione sono soltanto alcune delle proposte qui raccolte. Il lavoro educativo e formativo oggi, con i nuovi corsi di Scienze dell'educazione e Scienze pedagogiche, è diventato una grande risorsa per la ricerca, anche grazie al contributo di figure come quella di Duccio Demetrio. La prefazione di Francesco Cappa alla nuova edizione evidenzia che questo libro è ancora uno dei migliori viatici per il ricercatore inesperto, poiché oggi abbiamo bisogno di testi che riescano a metterci in contatto con un sapere incarnato che vuole comprendere la realtà per trasformarla.
La didattica a distanza è accusata di impoverire il rapporto docente-studente, di dequalificare il corpo insegnante, di mercificare la conoscenza. Tutte queste accuse sono il cavallo di battaglia di molti docenti; tuttavia non sono pochi quelli che, praticando la nobile arte del fare di necessità virtù, hanno scoperto nel distance learning potenzialità insospettate dai più (ma ampiamente previste dagli studiosi). Questo è dunque un libro di parte, un libro che sta dalla parte di quanti hanno scelto di capire meglio le possibilità della didattica in rete. Liberandosi del pregiudizio che oppone distanza a presenza (concetti, questi, moderatamente conciliabili tra loro) si possono valutare le esperienze positive degli ultimi anni e, soprattutto, di questi ultimi mesi.
Bullismo, depressione, autolesionismo, gelosia, adescamenti, violenza. Le derive e i pericoli dell'adolescenza sono molteplici e complessi, tanto da spaventare non solo i ragazzi, ma anche insegnanti e genitori. Quante volte ci siamo chiesti cosa ci sia nella mente di un giovane carnefice o di una giovane vittima? E quali pensieri, stati d'animo e ragionamenti si nascondano dietro ad azioni che spesso fatichiamo a comprendere? Maura Manca, psicoterapeuta e formatrice, che da anni dialoga con i ragazzi e dunque li conosce bene, ci aiuta a entrare nella loro testa. E lo fa mimetizzandosi, parlando dal loro punto di vista e con la loro voce. Nasce così questa serie di racconti, narrati in prima persona, ispirati alle storie vere di giovani che l'autrice ha incontrato e supportato. Un'immersione totale, commovente e a tratti scioccante, che non lascia il lettore indifferente. Perché dietro ai pugni di un bullo o di un fidanzato violento, dietro ai tagli di un autolesionista o al silenzio di una ragazza stuprata, c'è sempre un oceano di dolore e di rabbia in cui annega la razionalità, un'incapacità di comunicare che si accompagna al desiderio di ascolto e comprensione e alla voglia di riscatto. Alla base dei problemi relazionali dei giovani spesso c'è la difficoltà di riconoscere e gestire in modo consapevole le proprie emozioni e quelle dell'altro, la paura, la noia, l'iperprotettività dei genitori o, al contrario, la totale mancanza di regole e controllo. Non va poi dimenticato che sono figli di una società dove violenza e aggressività sono normalizzate e parte della dieta mediatica quotidiana. Una società molto competitiva, e assai poco cooperativa. Quando i suoi giovani pazienti le dicono «tu mi leggi nel pensiero», la dottoressa Manca sorride e risponde che semplicemente li ascolta, conosce il loro mondo e si mette nei loro panni. Nessun ragazzo è «sbagliato», così come nessun ragazzo è «perduto». Molti perseverano nell'errore o nel dolore perché sono circondati da adulti assenti, sordi o indifferenti alle loro richieste d'aiuto. Conoscerli, capirli, è il primo passo per aiutarli.
In occasione dei cento anni dalla nascita di Gianni Rodari, ecco un saggio ricco di sorprese, diviso in tre parti. La prima è una biografia che ripercorre vita e opera dell'autore nei suoi aspetti più significativi. La seconda analizza l'opera di Rodari attraverso dei percorsi tematici che rimettono al centro di possibili percorsi di lettura i grandi valori e le idee di infanzia e società che attraversano i suoi testi: pace, uguaglianza economica e sociale, fratellanza, solidarietà, etica, valore del lavoro, rispetto per l'infanzia, fiducia nel futuro e altri. Viene così messa in luce l'idea di utopia come capacità di vedere le criticità della realtà e del presente e immaginare, anche attraverso l'invenzione fantastica, un futuro migliore. La terza indaga titoli di altri autori contemporanei capaci di proseguire i percorsi di lettura individuati tra i testi di Rodari e di suscitare un dialogo aperto, oggi, tra adulti e bambini sui temi e sui valori centrali per l'autore.
Gli interventi più significativi pronunciati da Papa Francesco sui temi riguardanti l'educazione: una documentazione che offre spunti utili per orientare le istituzioni educative e per aprire, nel contesto culturale odierno, orizzonti di un nuovo umanesimo. I testi scelti toccano vari aspetti dell'educazione: dal ruolo dei diversi soggetti coinvolti al compito delle istituzioni, dai contenuti ai linguaggi dell'educazione, dal rapporto di questa con la missione evangelizzatrice della Chiesa alla sua capacità di illuminare la ricerca della verità, fino al tema tanto caro al Papa: il patto educativo globale. Un gesto che Papa Francesco vuole condividere con tutti per affidare all'educazione un compito trasversale e inclusivo di tutte le espressioni della vita personale, culturale e sociale dell'uomo.
Dici “scuola”, e vengono subito in mente altre parole. “Futuro”, per esempio: qualsiasi società, in qualsiasi momento della storia, il domani se lo gioca lì, in quelle aule. Oppure, “speranza”, parente stretta dell’attesa di felicità che abita il cuore dei ragazzi e di chi vuole loro bene: i genitori, gli insegnanti... La scuola, in fondo, esiste per questo: custodire quella speranza, coltivare quell’attesa, è la sua stessa natura. Bene: se c’è un ambito che la pandemia ha messo in crisi più di altri è proprio quello scolastico. È stato scosso, spiazzato, diviso tra l’esigenza di proteggere i ragazzi (e le famiglie) dal virus e la necessità di non strapparli dal loro mondo, dai legami – fondamentali – con compagni e professori. Da ciò che esiste proprio per farli diventare uomini, cioè in grado di affrontare la realtà anche quando si presenta con il volto imprevedibile di un dramma globale.
Ecco perché la sfida di questi giorni è decisiva. Mentre scriviamo, la riapertura della scuola è ancora in bilico, e non solo in Italia. Si ricomincia, ma la pandemia mette a rischio in qualsiasi momento il ritorno tra i banchi. Orari e spazi, cattedre e classi restano per molti un’incognita. Ma abbiamo deciso lo stesso di parlare della scuola che verrà, per un motivo semplice: qualsiasi volto abbia – in presenza, a distanza o blended, come si usa dire oggi –, il nuovo anno scolastico si porta dietro un bagaglio ricchissimo: l’esperienza degli ultimi mesi. Guardare dentro quel bagaglio, capire cosa stiamo imparando oggi, è decisivo per non perdere l’occasione, per affrontare con più consapevolezza il domani, il futuro. E per accendere, appunto, la speranza.
Che, non a caso, è stata tra le parole chiave di un momento di svolta, in questa strana estate segnata dal Covid: il Meeting di Rimini. Non era affatto scontato che ci fosse, quest’anno. Ma è stata una grazia sovrabbondante vedere che ricchezza di contenuti, incontri, giudizi è seguita alla decisione di rischiare, di provare ugualmente a realizzarlo, in modo nuovo, per offrire un contributo arrivato davvero al mondo intero, anche grazie al digitale. Lo abbiamo raccontato online sul sito, clonline.org (i tempi di chiusura del giornale non ci permettevano altro), e lo riprenderemo di sicuro più avanti. Qui, però, ne offriamo il cuore: l’intervento di Julián Carrón su «dove nasce la speranza». Un dialogo in cui, a un certo punto, è emersa un’espressione di don Giussani che sintetizza bene la partita in corso: «La speranza è una certezza nel futuro in forza di una realtà presente». Quello che serve per crescere. E per vivere.
Fare squadra è il filo rosso di questo interessante saggio divulgativo, che parla dei nonni e della loro preziosa missione educativa al giorno d'oggi. La squadra è la famiglia, unita da un unico progetto educativo tra genitori e nonni per accompagnare nella crescita i nipoti. Il libro presenta la specificità del ruolo educativo dei nonni, che è complementare a quello dei genitori. Tratta del loro speciale rapporto con i nipoti nelle varie situazioni quotidiane, evidenziandone le grandi risorse al di là delle difficoltà. Propone, anche con schede di approfondimento, suggerimenti concreti.
In occasione dei cento anni dalla nascita di Gianni Rodari, proponiamo un saggio ricco di sorprese, diviso in tre parti. La prima è una biografia che ripercorre vita e opera dell’autore nei suoi aspetti più significativi. La seconda analizza l’opera di Rodari attraverso dei percorsi tematici che rimettono al centro di possibili percorsi di lettura i grandi valori e le idee di infanzia e società che attraversano i suoi testi: pace, uguaglianza economica e sociale, fratellanza, solidarietà, etica, valore del lavoro, rispetto per l’infanzia, fiducia nel futuro sono alcuni di questi fili tematici fondamentali. Viene così messa in luce l’idea di utopia come capacità di vedere le criticità della realtà e del presente e immaginare, anche attraverso l'invenzione fantastica, un futuro migliore. La terza e ultima parte indaga titoli di altri autori contemporanei capaci di proseguire i percorsi di lettura individuati tra i testi di Rodari e di suscitare un dialogo aperto, oggi, tra adulti e bambini sui temi e sui valori centrali per l’autore.
"Ogni cambiamento ha bisogno di un cammino educativo per far maturare una nuova solidarietà universale e una società più accogliente". Papa Francesco
La scuola è sempre più importante nel processo di formazione e crescita dei ragazzi, per questa ragione è indispensabile viverla "bene" con un approccio sano e positivo; questo vale tanto per gli studenti quanto per i loro genitori. In queste pagine Luigi Ballerini affronta i grandi noti del rapporto famiglia, scuola e studenti con grande chiarezza e profondità. Si comincia dal "Com'è andata oggi?", che tra le righe vuol dire "Che voto hai preso?"; una domanda che porta con sé una visione riduzionistica, legata strettamente alla performance e che come tale rischia di scivolare in una valutazione globale sul ragazzo. Ma la scuola è ben altro, è un luogo di esperienza, di autonomia, di pratica nelle relazioni, di conoscenza delle norme e (conseguente) responsabilità e non è assolutamente detto che il successo nella vita coincida con il successo a scuola. Vengono poi affrontati: la "relazione umana" del ragazzo con l'adulto insegnante - con uno sguardo lucido sul tema della "didattica a distanza" -, la "fobia scolare" che sempre più spesso porta i ragazzi a ritirarsi dalla scuola e dalla socializzazione; l"alleanza tra scuola e famiglia"; l'"insuccesso scolastico" legato sia alle difficoltà di apprendimento che a problematiche non specifiche (ribellione, svogliatezza, disistima, auto-isolamento) con consigli e strategia per "disinnescare" possibili situazioni problematiche degli studenti; infine un capitolo è dedicato al delicato tema della scelta delle scuole superiori, con un'interessante proposta di "sguardo" e preziosi strumenti di riflessione per accompagnare i ragazzi a una scelta serena, ponderata, che non deve necessariamente diventare "questione di Stato", ma tappa di vita.
Il testo, pubblicato a metà degli anni ’50 sulla rivista “Woman’s Home Companion”, porta la firma della madre del movimento ambientalista Rachel Carson, che con il suo “Primavera silenziosa” nei primi anni ’60 del secolo scorso, focalizzò l’opinione pubblica, sull’impatto della chimica sulla salute e sulle ripercussioni a lungo termine di scelte fatte dai governi.
Prima di “Primavera silenziosa” però la Carson, scrisse questo piccolo saggio che rimase, purtroppo, incompiuto. Nel testo, racconta con estrema naturalezza e in maniera molto empatica le escursioni, le passeggiate, le avventure nelle foreste e nei campi, osservando la natura, gli animali, le piante, esperienze fatte durante l’estate con il nipotino Roger di tre anni appena.
Grazie alla rivoluzione digitale e allo sviluppo di Internet è oggi disponibile online una sterminata quantità di risorse e contenuti, molti dei quali utili anche per la scuola, l'apprendimento, la formazione personale e professionale di ciascuno di noi. Nonostante l'enorme complessità orizzontale della rete, questi contenuti sono però in genere granulari e frammentati: la complessità verticale che era tipica della cultura del libro sembra almeno in parte sacrificata. L'età della rete è necessariamente anche l'età della frammentazione? Quali strategie e quali strumenti possono essere usati per favorire una maggiore attenzione alla capacità di costruire e utilizzare - anche in digitale - contenuti strutturati e complessi? Come cambia il ruolo del libro e della lettura nella scuola di oggi e di domani, in cui ogni studente ha in mano anche, e a volte solo, uno smartphone? Gino Roncaglia prova a rispondere a queste domande proponendo, con uno stile sempre chiaro e discorsivo, una visione del digitale e della rete assolutamente originale.