Maria Simma nacque il 5 febbraio 1915 a Sonntag, in Austria. Molto religiosa, si formò spiritualmente durante i soggiorni in convento e si consacrò alla Madonna, impegnandosi a intercedere per le anime del Purgatorio mediante la preghiera, i sacrifici e l'apostolato. All'età di venticinque anni cominciò a entrare in contatto con le anime del Purgatorio e la sua straordinaria esperienza la rese nota in Austria e all'estero. Questo volume raccoglie un pensiero di Maria Simma per ogni giorno dell'anno.
Che cosa succede dopo la morte? Tutto si riduce in polvere oppure qualcosa sopravvive e continua a esistere in un'altra forma o dimensione? Sono domande su cui ci si interroga dalla notte dei tempi. Questa indagine, resa in forma di dialogo tra due studiosi di formazione, competenze e punti di vista assai diversi - di tipo scientifico Massimo Polidoro e di tipo filosofico Marco Vannini -, nasce dal desiderio di capire se esistano elementi sufficienti a sostegno della credenza in un possibile aldilà. Numerose sono le forme che ha assunto l'idea di una vita oltre la morte nelle varie culture: dall'aldilà dei faraoni egizi all'oltretomba scuro per gli antichi greci e romani, dal limbo in attesa di una resurrezione per gli ebrei alla visione di inferno e paradiso per cristiani e musulmani e, parallelamente, in Oriente, un aldilà visto come luogo di transito per anime che si reincarnano fino a raggiungere la pace o l'annullamento nel nirvana. Accanto a un'ampia e documentata ricostruzione storica, una parte significativa di queste pagine è dedicata all'analisi dello spiritismo e della parapsicologia, le cui pratiche - evocazione di fantasmi, tavolini che volano e messaggi spiritici - sono qualcosa di concreto, che è stato possibile indagare, ma dei quali ancora nessuno ha dimostrato il reale verificarsi al di là di ogni dubbio. Così come nessuno ha ancora potuto dimostrare che le visioni e i racconti di chi si trova in fin di vita siano orizzonti aperti sull'aldilà.
Raccolta di preghiere per i defunti per liberare le anime del Purgatorio. “Aspettiamo coraggiosamente che suoni l’ora della nostra partenza, per andare ove sono già i nostri cari amici; e, poiché li abbiamo tanto amati, perseveriamo nel nostro affetto, facendo per loro amore ciò che hanno desiderato che si facesse, e che ora ci augurano, che è di moderare il nostro dolore, conservando i nostri occhi ad un soggetto migliore delle lacrime, e il nostro spirito a più desiderevoli occupazioni che la tristezza. E poiché la vera amicizia si compiace di contentare le persone amate, sollevate il vostro spirito e rinforzate il vostro coraggio. Immaginatevi che ve ne preghi nel momento della sua partenza colui che piangete”(San Francesco di Sales)
"C'è uno scetticismo triste e superficiale che si esprime nella vulgata popolare con la frase: 'dall'aldilà non è mai tornato nessuno'. S'intende dire che, in fin dei conti, quelle sull'oltretomba sono tutte congetture, ipotesi, magari anche vere, ma chi lo sa davvero se c'è qualcosa?". È forse la domanda più importante dell'esistenza. Ma sono proprio giustificati i dubbi? A partire dalla tragica sera in cui il cuore di sua figlia Caterina ha smesso di battere, Antonio Socci si è interrogato a lungo su quella condizione al confine della vita: un'esperienza di pre-morte al culmine del quale è avvenuta una resurrezione. È iniziato così un viaggio inatteso nel continente misterioso delle esperienze di pre-morte che la scienza medica sta studiando e che riguardano milioni di esseri umani nel mondo. Sono storie che diventano oggi una formidabile "dimostrazione scientifica dell'esistenza dell'anima". L'autore si è cimentato pure con i molti miracoli di resurrezione compiuti da Gesù e poi testimoniate nelle vite dei santi fino ai nostri giorni. Queste pagine mostrano la sconvolgente vicinanza dell'aldilà alla nostra vita quotidiana che in un attimo, con un semplice respiro o un battito di cuore che vengono a mancare, può spalancarci davanti o una realtà di felicità straripante e di amore inimmaginabile, oppure un luogo di terrore e strazio indicibili.
“Diletto, in quest’atto solenne del tuo Battesimo io Ti chiedo una grazia che Tu certo non mi negherai: Ti prego cioè di purificare colle tue stesse sante mani la piccola anima mia mediante l’acqua vivificante e creatrice della tua Divina Volontà, affinché io nulla oda, nulla veda e nulla conosca, fuorché la sola vita del tuo FIAT”.
Il giorno 22 aprile 1998, dopo un lungo cammino di fede, un'anima in adorazione al Santissimo Sacramento riceveva l'immagine interiore della Croce Gloriosa con il compito di diffonderla nel mondo. Angela, che ha ricevuto un dono profetico simile a quello di Geremia, racconta la sua straordinaria esperienza in cinque libri, di cui questo è il secondo.
Un'indagine sulle cose che ci "aspettano" nell'aldilà, dopo il passaggio su questa "striscia" di tempo che Dio ci dona... uno "sguardo" sulla realtà di una "vita" che ci "attende" dopo la morte.
"Modo pratico ed per fare sì che l'anima entri nel volere divino e giri rintracciando tutte le opere della creazione, per impetrare il regno del "fiat" divino sulla terra".
Versione integrale del Libro di Cielo 36 della Serva di Dio Luisa Piccarreta.
Versione integrale del Libro di Cielo 31 della Serva di Dio Luisa Piccarreta.
"Sulema, nata in Salvador nel 1954, abita a Sherbrooke, Québec, Canada, da 30 anni con suo marito Sabino Alas Gómez. Hanno due figli. Riceve messaggi dalla Vergine Maria e da Gesù da qualche anno. È assistita da un direttore spirituale."
La tematica delle realtà ultime, che riguardano lo sbocco della vita umana, sta di nuovo interessando la gente come è ovvio che sia. Da sempre l'uomo si è interrogato sul senso della vita e sul mistero della morte. La cultura atea e materialista, oggi dominante, non riesce certo a tranquillizzare le persone affermando che, con la morte, non resta di loro che un pugno di polvere. È illusorio convincere l'uomo di avere una sorte uguale a quella degli animali. E contrario alla retta ragione, ma soprattutto ripugna al cuore. I « Novissimi » — la morte, il giudizio, l'inferno e il paradiso — sono stati per due millenni un tema fondamentale della catechesi e della predicazione.
Il purgatorio, a rigore, non è una « realtà ultima », in quanto termina con la fine del mondo. Tuttavia fa parte della rivelazione cristiana riguardante lo sbocco conclusivo della vita. Il Nuovo Catechismo, confermando la dottrina dei Concili, afferma: « Ogni uomo, fin dal momento della sua morte, riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione, o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre » (n. 1022).
Si tratta di verità di fede che non possono venire oscurate, e tanto meno negate. È necessario annunciarle, senza nulla aggiungere e nulla togliere, per-ché ognuno possa riflettere su quale strada sta dirigendo la sua vita. Il purgatorio non è lo stato definitivo dell'esistenza umana, come lo sono il paradiso e l'inferno. Non è neppure uno stato intermedio, perché tutte le anime che vi passano alla fine entreranno nel Regno dei Cieli. Infatti chi si purifica in purgatorio è già sicuro della salvezza.
Il Concilio Vaticano II ha compiuto un atto di grande significato spirituale collocando il purgatorio nel mistero della Comunione dei santi. La purificazione del purgatorio avviene nella preghiera e attraverso l'opera dello Spirito purificatore. Tuttavia le anime si purificano nella sofferenza, come l'oro attraverso il fuoco. E necessario, sull'esistenza e sulla natura del purgatorio, conoscere l'esatto insegnamento del Magistero, all'interno del quale interpretare anche le numerose rivelazioni private.
La conoscenza della dottrina sul purgatorio ha due motivazioni fondamentali. La prima è personale, perché riguarda lo sbocco della propria vita. Se si conoscesse più a fondo l'insegnamento sul purgatorio e sulle pene che le anime soffrono, si farebbe di tutto per evitarlo. La seconda è di carattere affettivo e riguarda in particolare la condizione nella quale si potrebbero trovare i nostri cari o le persone che conosciamo. Al riguardo le curiosità o i tentativi di comunicare con l'aldilà non solo non sono di nessuna utilità, ma sono anche pericolosi. È importante invece sapere che noi, con le nostre preghiere, i sacrifici e le opere di carità possiamo essere di grande aiuto, abbreviando le loro pene. La Chiesa intercede costantemente per i fedeli defunti e ci invita a unirci ad essa in questa grande opera di carità. A che serve rammaricarci perché non abbiamo fatto abbastanza per i nostri cari quando erano in vita, se ora, che hanno bisogno di noi, non li aiutiamo a uscire dall'esilio nel quale si trovano?
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
IL CIELO È LA META A CUI TENDERE
L'umanità oggi si divide in due schieramenti, fra loro diametralmente opposti, sul modo di concepire l'origine e il destino dell'uomo e, conseguentemente, sul valore della vita. Uno schieramento, numericamente minoritario, ma che esercita una egemonia culturale globale, ritiene che l'uomo sia un fenomeno del cosmo, che viene dalla materia e ad essa ritorna. In questa prospettiva la vita è racchiusa nel frammento del tempo, oltre il quale c'è il nulla. È un ritorno al panteismo materialista che vanifica la persona e la riduce al suo corpo mortale.
L'altro schieramento, che ha il suo punto di forza nel cristianesimo, concepisce l'uomo a due dimensioni: una terrestre, che riguarda il suo corpo, e l'altra spirituale, che riguarda la sua anima. In questa concezione l'anima non muore col corpo, ma nel momento in cui si separa da esso si presenta al giudizio di Dio per il premio e il castigo eterni. Alla fine dei tempi, i corpi di ognuno seguiranno la sorte delle anime.
La fede cristiana trae la sua forza dalla resurrezione gloriosa di Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, che ha sottratto la natura umana dal male e dalla morte e ha aperto la prospettiva di una vita immortale. I cristiani guardano alla vita come a un cammino verso l'eternità. La morte non è la fine di tutto, ma il temine di un pellegrinaggio terreno, che si spalanca sull'eternità.