I poeti dell'anno liturgico: l'espressione antica e moderna della tradizione religiosa milaneseIl mistero cristiano si fa poesia e canto negli inni sacri di sant’Ambrogio e di Alessandro Manzoni. Questo volumetto contiene i commenti di Inos Biffi a questi inni.
Anzitutto a quelli dell’antico vescovo di Milano, che, con fine intuito pastorale e con autentica ispirazione poetica, insegnò ai suoi fedeli a rendere "canora" la confessione della fede e a proclamarla in versi: sono gli inni ambrosiani di continuo imitati ma non mai superati. I fedeli imparavano l’autentico Credo cantandolo nei momenti principali della giornata e nelle feste dell’anno liturgico. Ma la Chiesa di Milano ha conosciuto un altro poeta dell’anno liturgico: Alessandro Manzoni con i suoi Inni Sacri.
Anch’egli, attratto dai misteri della redenzione, li ha convertiti in lirica. E la stessa Chiesa di sant’Ambrogio ne ha riconosciuto il valore, inserendone larghi tratti nella sua stessa liturgia. Come si vede: un santo vescovo e un grande scrittore e testimone della fede, che hanno dotato di un prezioso e squisito patrimonio la tradizione della preghiera cristiana. I commenti di Inos Biffi, pur nella loro brevità, iniziano al gusto di questi gioielli di ortodossia e di poesia.
"Non andare fuori, ritorna in te stesso. La verità abita nell’uomo interiore. E se avrai trovato mutevole la tua natura, trascendi anche te stesso. Ma ricorda, quando ti trascendi, che stai trascendendo un’anima che ragiona. Tendi dunque lì donde si accende il lume stesso della ragione.
INDICE COMPLETO
Premessa
Abbreviazioni e sigle
1. I Dialoghi
I Dialoghi di Cassiciaco
I Soliloquia e il De immortalitate animae
Il progetto dei Disciplinarum libri e il De musica
I Dialoghi di Roma e Tagaste
2. La confutazione del manicheismo
I primi scritti antimanichei e il De vera religione
La continuazione della polemica negli anni del presbiterato (391-395)
Le opere del periodo episcopale
3. Teoria e pratica dell’ermeneutica biblica
La comprensione del Credo e delle Scritture nel periodo presbiterale
L’Ad Simplicianum e la scoperta del primato assoluto della grazia
Il De doctrina christiana
Le omelie su Giovanni e altre opere esegetiche dell’episcopato
Il De Genesi ad litteram
4. Le Confessiones
Storia di una conversione
La memoria
L’interpretazione dei primi versetti della Genesi
5. La controversia con i donatisti
Donatismo e coercizione religiosa
Contro Parmeniano e il ribattesimo
Contro Petiliano e Cresconio
Dopo la Conferenza di Cartagine
6. La Trinità e la sua immagine nel De trinitate
Genesi e scopo del De trinitate
Missioni divine e teofanie
I nomi e gli attributi delle Persone
L’immagine interiore della Trinità
Il dibattito con Massimino
7. L’apologetica antipagana e il De civitate dei
La difesa del cristianesimo contro gli avversari pagani prima del 410
Le obiezioni del circolo di Volusiano e il piano del De civitate dei
Il culto pagano e la storia di Roma
Il confronto con la "teologia" del paganesimo
Origine e sviluppo delle due città
I fini delle due città
8. La lotta contro il pelagianesimo
Contro le tesi di Pelagio e Celestio
Da Diospoli alla tractoria (415-418)
La replica agli attacchi di Giuliano
Ai monaci di Adrumeto e di Marsiglia 2
9. Scritti di morale e altri opuscoli
Il De diversis quaestionibus LXXXIII
La condanna della menzogna
Ascetismo ed etica monastica
La morale sessuale
Fede e ragione nella conoscenza di Dio
L’Enchiridion, il De haeresibus e le Retractationes
Cronologia della vita e delle opere
Bibliografia
Indice dei nomi
Agostino, il teologo che fu vescovo di Ippona dal 396 fino alla morte, nel 430, è considerato a buon diritto uno dei pensatori più influenti del mondo occidentale. Fu un capo carismatico colto e potente, che forgiò la storia del suo tempo: molto di quello che per noi è il cristianesimo è il frutto delle sue vittorie e delle sue sconfitte. Figlio del pagano Patrizio e della cristiana e pia Monica, da giovane fu manicheo, ma un viaggio in Italia e l'incontro con Ambrogio a Milano cambiarono radicalmente la sua vita e la sua vocazione: dopo essersi fatto battezzare, tornò in Africa e fondò un monastero. Divenuto vescovo suo malgrado, da quello scranno e da quella piccola città cominciò a delineare una religione nuova, che avrebbe conquistato in pochi anni tutto il Nordafrica romano. Grazie alle Confessioni, l'autobiografia più nota e più letta, ne conosciamo l'interiorità travagliata, la conversione, la lotta contro il peccato. Ma c'è qualcosa di cui Agostino non parla, o che noi siamo poco disposti ad ascoltare? James J. O'Donnell, profondo conoscitore del mondo tardo antico ed esemplare traduttore americano delle Confessioni, disegna un'immagine assolutamente inedita del vescovo d'Ippona e della sua battaglia religiosa e politica per l'affermazione del cristianesimo. Ci mostra come le risposte agli interrogativi che pongono la sua vita e il suo pensiero non riguardino solo l'esistenza di un teologo o di un santo, ma abbiano piuttosto a che fare con le inquietudini e le incertezze di un'epoca in bilico tra la fine dell'impero romano e l'alba delle nuove civiltà barbare che avrebbero presto soppiantato l'antico ordine.
Agostino scrisse moltissimo, sono però soprattutto le sue lettere e i suoi sermoni, alcuni dei quali scoperti di recente, a costituire una miniera di informazioni di prima mano e di grande vivacità sugli eventi di quel tempo e sulla ancora primitiva comunità cristiana. Di questo mondo, in cui si intrecciano istanze religiose e secolari, storie pubbliche e private, O'Donnell ci dà un ritratto nuovo e documentato, con uno stile che talvolta può apparire irriverente e provocatorio ma dietro il quale si cela una ricerca rigorosa che va oltre le biografie tradizionali. Veniamo così a sapere molte delle cose che lo stesso Agostino non confessò: di ricchi che si convertono al cristianesimo per fare carriera, di preti che nascondono i loro piccoli peccati, di generali che conducono con freddo calcolo strategie di geopolitica romano-barbarica.
"Benché gli Agostino siano tanti - lo scrittore, il teologo, il politico, il santo -, questo libro si occupa soprattutto di due di loro, quello che visse e morì molto tempo fa e quello che vive ancora, per essere ogni volta ricreato da noi, l'Agostino famoso per i suoi libri. Raccontare la storia dell'uno senza parlare dell'altro è impossibile."
Composto successivamente al Concilio di Efeso del 431 d.C. il Commento al Cantico dei Cantici costituisce il primo lavoro esegetico di Teodoreto di Cirro. Opera in cinque libri, tale commento si caratterizza per la profonda influenza origeniana che spiega l'interpretazione prettamente allegorica del testo biblico. Precede i libri un ampio prologo in forma di lettera indirizzata ad un amico vescovo, forse Giovanni di Germanicia, nel quale Teodoreto si propone di dimostrare il carattere ispirato del Cantico. Contro quanti infatti considerano il testo biblico un dialogo d'amore profano, l'Autore legge le espressioni bibliche in senso spirituale e non carnale: lo sposo e la sposa sono Cristo e la Chiesa. Nell'interpretazione dello sposo il Commento evidenzia talvolta la natura umana di Cristo, in altri momenti l'esistenza di due nature, divina e umana, divenendo così un documento importante della cristologia duofisita di Teodoreto.
Quinto Settimio Florente Tertulliano (155-220 d.C. ca.) è una delle voci più incisive e mordaci dell'Africa romana dei primi secoli. La lingua latina, da lui impreziosita e vivacizzata grazie al conio di un altissimo numero di neologismi, alcuni dei quali destinati a grande fortuna, viene forgiata sino a divenire uno strumento quanto mai idoneo a esprimere un pensiero complesso e sfaccettato, dalle mille sfumature. Con "L'eleganza delle donne" egli si rivolge alla donna cristiana, invitandola a evitare di adornarsi con eccessiva cura, per non divenire strumento del demonio, che persevera nella sua opera di rovina seduttiva trascinando nel peccato l'uomo e pregiudicandone la salvezza eterna. Rispetto alla prima edizione (1986), il volume viene riproposto con una nuova introduzione, che tiene conto dei più recenti studi, e un aggiornamento della bibliografia.
Nel quadro dell’"Opera Omnia" di Inos Biffi - dopo i volumi della sezione «La costruzione della teologia medievale» - Il Mistero di Cristo comprende i saggi dedicati alla riflessione sulla «sacra dottrina» e su alcuni dei suoi contenuti fondamentali.
Il primo tomo Sapere il Mistero è dedicato alla conoscenza dell’eterno progetto divino, cioè di Gesù, il Crocifisso Signore: egli è, infatti, la mediazione, la forma e il fine di tutta la realtà, e particolarmente dell’uomo, rappresentando, così, il principio e la sostanza di tutta la Rivelazione. È, allora, evidente la conseguenza sul piano del metodo teologico, che consiste nella lettura e nell’interpretazione rigorosa di ogni cosa dal profilo di Cristo. Il che equivale a riconoscere il cristocentrismo al cuore della teologia e a ritenerlo la condizione assoluta di un rinnovamento della figura della teologia. D’altronde, ciò corrisponde all’itinerario che l’autore ha percorso nei lunghi anni del suo studio e delle sue ricerche e che lo ha portato, di tappa in tappa, alla consapevolezza sempre più esplicita e congruente del primato del Cristo Risorto e glorioso.
Col rilievo del metodo, Sapere il mistero considera tuttavia anche alcuni aspetti del dogma cristiano, nei quali l’opera del Crocifisso salvatore si rifrange, mostrando la sua multiforme ricchezza. Il secondo tomo tratterà L’esperienza del mistero, in particolare nella forma dei sacramenti, che sono la presenza del Signore nel tempo della Chiesa, specialmente nell’Eucaristia, che di quella presenza e di quella esperienza costituisce la pienezza.
Il testo, rimasto anonimo fino al 1946 – anno in cui Romana Guarnieri ne identificò l’autrice nella beghina Margherita Porete – è vicino, per tensione spirituale, al pensiero del coevo Meister Eckhart, all’origine della mistica speculativa. Introdotto da tre saggi sugli aspetti storici, estetico-letterari e filosofico-teologici, il testo consiglia a coloro che già hanno messo in pratica i precetti evangelici di limitarsi a praticare soltanto quello dell’amore, diventando in tal modo pienamente liberi (ma non libertini!) e sperimentando la perfetta gioia dello spirito che nasce dalla sequela amorosa del Signore. Questa tesi, in sé perfettamente ortodossa, venne fraintesa e portò la sua autrice al rogo.
La versione italiana è accompagnata, a fronte, dal testo medio francese (Quattrocento).
Destinatari
Studiosi e cultori di mistica speculativa, o tedesca e renano-fiamminga.
Gli autori
Margherita Porete nacque probabilmente a Valenciennes tra il 1250 e il 1260 e morì arsa sul rogo a Parigi il 1° giugno 1310. Giovanna Fozzer si è laureata in lettere nel 1957 presso l’Università di Firenze, dove ha insegnato nei licei. Si occupa di musica e di poesia, pubblicando saggi e raccolte di versi (Raitionales et intellectuales numeri, Firenze 1987; Piazza d’Orbetello, Firenze 1987). È attiva come traduttrice nel campo della mistica speculativa. romana Guarnieri è nata a L’Aja.A lei vanno i meriti di aver identificato (1946) in Margherita Porete l’Autrice del Mirouer des simples ames, e di aver pubblicato in edizione diplomatica (1965) il ms di Chantilly, l’unico codice che ce ne ha trasmesso il testo medio francese, e ora anche di darci, in appendice al presente volume, l’edizione del ms Riccardiano 1468, vale a dire della trecentesca versione italiana dell’opera. Marco Vannini si è occupato della mistica speculativa tedesca, curando in particolare la versione di diverse opere di Meister Eckhart (1260-1327), che egli si premura di citare puntualmente, qui, nel commento allo Specchio, a riprova della stupefacente consonanza di pensiero fra Margherita e il Maestro coevo. Tra i suoi lavori ricordiamo: Meister Eckhart e il fondo dell’anima, Roma 1991; L’esperienza dello Spirito, Palermo 1991; Introduzione a Silesius, Firenze 1992.
Alla fine del Quattrocento, l’Egitto e il Vicino Oriente sono a una svolta: ancora sotto il dominio mamelucco, vedono però ormai prossimo l’arrivo degli Ottomani. Le città italiane, costantemente in guerra tra loro, si muovono con cautela in questo scenario; da una parte timorose di inimicarsi il Turco, dall’altra legate agli interessi commerciali attestati tra Alessandria e Il Cairo.
Tra 1489 e 1490 un prete toscano, Michele da Figline, intraprende insieme a un compagno un pellegrinaggio che lo porta da Venezia al Cairo, dal Cairo a Gerusalemme. Lungo la strada incontra un ambasciatore fiorentino, Agnolo Della Stufa, in missione diplomatica con il suo seguito presso il sultano mamelucco. I due gruppi si uniscono per proseguire attraverso il deserto fino alla Terrasanta.
In un volgare toscano vivace e immediato, il diario di viaggio di Michele da Figline, sino a oggi inedito, racconta la storia di questa avventura, descrivendo le tappe dell’itinerario, le difficoltà incontrate, i costumi dei musulmani, e la geografia dei luoghi santi.
Marina Montesano è ricercatrice di Storia medievale presso l’Università di Genova ed è fellow di Harvard. Si occupa di storia delle culture e delle società tra medioevo e prima età moderna. Fra le sue pubblicazioni, La cristianizzazione dell’Italia nel Medioevo, Laterza 1997; “Fantasima, fantasima che nella notte vai”. La cultura magica nelle novelle toscane del Trecento, Città Nuova 2000; La lunga storia dell’inquisizione (con Franco Cardini), Città Nuova 2005.
«Conosci te stesso». L’imperativo rimbalza da secoli nella nostra cultura occidentale.
L’autore usa – per rispondere a questa esigenza – lo strumento della mistica, della grande mistica teresiana, quella del «Teresa, conosciti in Me». Il taglio è radicale: il riconoscimento della propria identità nell’alterità del Cristo. La ben nota esperienza della “liquidità” della nostra identità, cangiante secondo le situazioni, i contesti, si risolidifica, anzi si struttura, nella relazione con l’altro-assoluto. La dottrina mistica cattolica emerge dalle paludi di ogni gnosticismo ed esoterismo, per manifestarsi con forza nel fondamento teocentrico e cristologico di un’esperienza d’amore trinitaria che accompagna e illumina il mistero di se stessi.
Destinatari
Un libro per studiosi e quanti intendono approfondire la mistica teresiana.
L’autore Juan Manuel Morilla delgado è nato in Spagna nel 1951. Dottore in Filosofia e Teologia, dal 1986 insegna nella Pontificia Università Gregoriana di Roma, dapprima nella Facoltà di Filosofia e in seguito anche in quella di Teologia. I suoi principali campi di indagine sono: i fondamenti della teologia spirituale, la mistica e la sua relazione con la filosofia e la metafisica.
Le meravigliose promesse di Gesù a quanti ricorrono alla Sua infinita Misericordia.
"Prometto che l'anima che venererà quest'immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell'ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come mia propria gloria".
DAL DIARIO DI SANTA FAUSTINA:
"Oggi sono stata svegliata da un gran temporale. Infuriava un vento impetuoso ed una pioggia tale che sembrava si fossero squarciate le nuvole. Cadevano fulmini ogni momento. Mi sono messa a pregare perché il temporale non facesse alcun danno.
Ad un tratto ho udito queste parole: "Recita la coroncina che ti ho insegnato e il temporale cesserà".
Ho cominciato subito a recitare la coroncina e non l'avevo ancora finita che il temporale è cessato improvvisamente ed ho udito queste parole: "Con essa otterrai tutto, se quello che chiedi è conforme alla Mia volontà".
Le 41 lettere qui raccolte sono presentate in due grandi filoni. Il primo: le tematiche spirituali, monastiche, insieme ai rapporti familiari e di amicizia, rapporti con altri monaci; il secondo: persone e problemi particolari, dalla vicenda di Abelardo e Eloisa alla gestione economica, all’Oriente e la crociata, l’islam e infine i rapporti particolari tra Cluny e Cîteaux, e quindi tra Pietro e Bernardo.
Vi sono lettere come trattati (vedi la Lett. 20 sulla vita eremitica o la stessa Lett. 111 a Bernardo, un vero e proprio manifesto contro ogni forma di fondamentalismo); altre sono lettere brevi: un richiamo all’amicizia, la richiesta di aiuto per un bisogno di un amico. La vita spirituale con i temi della preghiera e della fede, la riforma della vita monastica si accompagnano alla saggezza di un uomo di governo che sa difendere i diritti della sua “chiesa di Cluny”.
La grande varietà dei destinatari, la diversità delle loro posizioni nella società civile e nel mondo ecclesiale, la complessità dei problemi affrontati di volta in volta permette di tracciare un affresco molto ricco sul panorama della prima metà del sec. XII.
La personalità di Pietro traspare particolarmente nelle lettere: una “retorica” non certo fredda e distaccata, e nei rapporti più personali un lessico affettivo molto intenso.
Punti forti
2010: undicesimo centenario della fondazione di Cluny (910). È il primo testo di Pietro ilVenerabile pubblicato in traduzione italiana.
Pietro il Venerabile è modello di straordinaria attualità: mediatore nato, figura di riconciliazione, cuore ecumenico come pochi.
Destinatari
Tutti i cultori dei classici della spiritualità. l Studiosi del medioevo (rapporti tra monasteri e ordini in un momento in cui essi erano un pilastro portante della società)
Autore
Pietro il Venerabile (1092/94-1156), è nato in una famiglia della piccola nobiltà dell’Alvernia, dove si respirava “aria monastica”. Fece la professione monastica a 17 anni e dopo essere st priore a Vézelay e a Domène, all’età di neanche 30 anni è eletto abate di Cluny, in un periodo di grande crisi dell’abbazia. Nonostante una forte opposizione, porta avanti importanti riforme relative alla liturgia, alle osservanze, all’economia dei monasteri (Cluny governava su più di mille fondazioni!). Pietro fu un grande personaggio pubblico non solo per i rappporti che aveva con i monasteri, ma anche con il Papa e regnanti. Scrisse alcune opere apologetiche, un libro Sui miracoli, ma soprattutto le sue 193 lettere. Difese Abelardo contro Bernardo e lo accolse a Cluny. Attento all’emergere in occidente dell’islam, fa tradurre il Corano. Muore nel Natale del 1156.
il curatore domenico pezzini ha insegnato all’Università Cattolica di Milano e all’Università statale di Verona. Presso le Paoline ha pubblicato molti testi di spiritualità. Riconosciuto studioso in ambito medievale, ha pubblicato in questa stessa collana le opere di Aelredo di Rievaulx: L’amicizia spirituale, Lo specchio della carità, Gesù dodicenne; di Tommaso Moro, Gesù al Getsemani e di Isacco della Stella, I Sermoni (2 voll.)