"Quale omaggio alla Madre in occasione della presente raccolta, vorrei rifarmi, a modo di prefazione, al brano di un documento pontificio dove Paolo VI ci rimanda alla Vergine non solo come via veritatis, ma anche come via pulchritudinis: via da seguire se si vuole raggiungere la beatitudine promessa. Una beatitudine che non può essere tale se, appunto, è solo verità. La verità da sola può fare anche male. La verità la possiedono anche i dannati. Ma la bellezza!... Infatti Dostoevskij dice che sarà la bellezza a salvare il mondo. E io, senza sconvolgere nessun ordine, ma solo per dire quanto più mi preme, precisamente vorrei qui proclamare, avanti a ogni altra urgenza, la via della bellezza." (David M. Turoldo)
Questo testo, di tutte le numerose questioni riguardanti il sacramento della penitenza, prende in considerazione il solo momento dell'interazione tra il confessore chiamato a donare, nella carità, verità e giustizia, la riconciliazione con la Chiesa e il perdono di Dio e il penitente che, sinceramente pentito, riconosce e confessa i suoi peccati, implorando con umiltà e fiducia la riconciliazione con la Chiesa e il perdono di Dio.
La fede e la ragione sono un'opera di sintesi. Non si può trascurare la sintesi, cioè la riduzione all'essenziale. Cogliere l'essenza di una cosa o di un discorso non è male. Anzi è il bene più grande dell'intelligenza. E la sintesi è proprio questo bene. È efficacissima, perché è puntuale. È utilissima, perché porta con sé tutto. Il discorso di sintesi è un discorso minimo che contiene il massimo: dunque abbrevia la distanza. Dura poco e non pesa. Come il soffio. Infatti il soffio indica due effetti: la leggerezza e la velocità. La leggerezza è la fede e la velocità è la ragione. E questo minuscolo opuscolo di sintesi è leggerissimo, di veloce lettura e ti consente di portare nel taschino la Somma Teologica di Tommaso d'Aquino.
«La nostra parola iniziale si chiama bellezza». È con questa espressione che Hans Urs von Balthasar, unico nel suo secolo, ha dato inizio a una vera e propria rivoluzione teologica. In quella che può essere considerata la sua opera più significativa, Gloria, egli infatti ha ripercorso la via della bellezza come forma della rivelazione dell'amore trinitario. Riscoprire l'impronta profonda che ha lasciato nella teologia del XX secolo, potrebbe contribuire a un reale progresso del pensiero oltre ogni schema confessionale. È questo l'obiettivo del presente volume, in cui l'autore, "discepolo" di von Balthasar, propone delle interessanti chiavi di lettura dell'intera opera teologica di questo «grande figlio della Chiesa», come lo ha definito Giovanni Paolo II. Von Balthasar non ha fatto altro che ripristinare quella lunga e feconda tradizione patristica che si immergeva nel mistero attraverso la meditazione della sacra Scrittura. Le sue opere esprimono la ricchezza dei due Testamenti ritrovata nel commento dei Padri e dei grandi Maestri. Non solo la teologia, ma la cultura in genere può trovare in lui una pietra miliare per comprendere quanto un cattolico non lasci nulla di insperato nel dare voce alla propria intelligenza e nel saper comporre una sinfonia con gli strumenti più disparati.
Prepararsi al Natale è fondamentale, per non rendere questa festa ciò che non è: una giornata come tutte le altre. Si tratta di comprendere il senso profondo della nostra attesa di Dio, che è uno sguardo completamente nuovo sul mondo e su ciò che ogni giorno ci attende. Senza Gesù che nasce, noi siamo ancora nelle tenebre; con Gesù, la luce ci apre la strada in mezzo al buio che spesso ci circonda. Il Pontefice, negli anni, ha regalato una serie di riflessioni sull'Avvento e sul Natale sempre improntate alla gioia e alla speranza, di cui tutti, oggi più che mai, abbiamo bisogno. Attraverso le omelie, gli Angelus e i discorsi papa Francesco ci propone una catechesi semplice e fresca, ma profonda e profetica, sulle feste che stiamo per celebrare nelle nostre comunità, nelle nostre famiglie e anche con noi stessi.
La fede e la ragione sono un'opera di sintesi. Non si può trascurare la sintesi, cioè la riduzione all'essenziale. Cogliere l'essenza di una cosa o di un discorso non è male. Anzi è il bene più grande dell'intelligenza. E la sintesi è proprio questo bene. È efficacissima, perché è puntuale. È utilissima, perché porta con sé tutto. Il discorso di sintesi è un discorso minimo che contiene il massimo: dunque abbrevia la distanza. Dura poco e non pesa. Come il soffio. Infatti il soffio indica due effetti: la leggerezza e la velocità. La leggerezza è la fede e la velocità è la ragione. E questo minuscolo opuscolo di sintesi è leggerissimo, di veloce lettura e ti consente di portare nel taschino la Somma Teologica di Tommaso d'Aquino.
In questo libro vengono proposte le famose 95 tesi sulle indulgenze e altri due testi fondamentali, scritti in tempi e circostanze diversi: De libertate Christiana e De captivitate Babylonica Ecclesiae.
Una presentazione di Sergio Quinzio, un’ampia nota biografica e copiose note rendono il volume accessibile a un vasto pubblico.
Le 95 tesi sulle indulgenze sono l’opera di un severo monaco agostiniano che era anche professore di teologia nella piccola e recente – nel XVI secolo – università di Wittenberg.
Egli viveva una religiosità di tipo medioevale. Non condivideva la crisi della religiosità tradizionale, tipica di una cultura rinascimentale che non gli apparteneva: era un uomo del passato e viveva la fede come i suoi antenati.
Si può dire che egli si trovò a essere l’inconsapevole elemento catalizzatore di un enorme fenomeno storico.
Affermando la libertà della fede da ogni imposizione dogmatica, Lutero fu anche un uomo del mondo moderno, in quanto espresse la fede nella sua purezza come aveva appreso dalla Bibbia.
Vuole la tradizione che il 31 ottobre 1517 Lutero (o più probabilmente i suoi studenti, addirittura all’insaputa del maestro) abbia affisso sulla porta della chiesa di Wittenberg, le 95 tesi in latino riguardanti il valore e l’efficacia delle indulgenze.
Proporre pubblicamente tesi da discutere apparteneva al costume accademico dell’epoca e Lutero intendeva infatti rivolgersi al mondo dei dotti e alle autorità ecclesiastiche, non indirizzare un manifesto all’opinione pubblica.
Ma la sua critica dilagò in tutta Europa e giunse fino a Roma, con le conseguenze epocali che tutti conosciamo.
Il Nuovo Dizionario Teologico Interdisciplinare (NDTI) si propone come un dizionario non solo da consultare, ma anche da leggere, uno strumento al tempo stesso riflessivo e operativo. Erede del Dizionario teologico interdisciplinare edito da Marietti nel 1977, riprende e rinnova quella formula in un contesto ecclesiale e culturale profondamente mutato. Esiste, dunque, una continuità ideale tra le due opere, modulata in realizzazioni diverse. Il NDTI è organizzato in 95 voci, delle quali una quarantina hanno una valenza ampiamente interdisciplinare. Propone in maniera ordinata e strutturata gli elementi fondamentali della fede cristiana, ma è al tempo stesso selettivo, poiché mira all'enucleazione dei temi nevralgici per la ricerca e la discussione, con uno sguardo di preferenza alla contemporaneità. Si articola in tre sezioni. La prima mira a porre in rapporto la perenne attualità del Vangelo, l'evento e la Parola, con le coordinate culturali, antropologiche e teologiche del tempo presente. La seconda raccoglie nella forma classica del dizionario una sessantina di «voci nodali», scelte sia per la loro valenza intrinseca sia per la loro attualità. La terza è soprattutto prospettica. Presenta un bilancio della storia del cristianesimo e delle Chiese a partire dalla metà del Novecento sino a oggi e si apre alle loro prospettive con uno sguardo rivolto al futuro. Entro questa cornice sono individuati alcuni temi ritenuti particolarmente importanti per l'oggi. Le voci diventano perciò «questioni disputate», più urgenti e controverse di altre sia sul piano teorico sia su quello pratico.
La Pontificia Accademia di San Tommaso d'Aquino propone un percorso selettivo nel tomismo novecentesco a partire da alcune opere maggiori che ne hanno segnato la storia. In conformità con lo spirito dell'Accademia, la cui missione è di unire gli sforzi degli studiosi per promuovere la conoscenza di san Tommaso e della tradizione tomista, diversi membri dell'Accademia presentano ciascuno un'opera che ha segnato la storia del tomismo e che conserva un autentico valore per la filosofia o la teologia contemporanee. Attraverso ventidue note, che si succedono secondo l'ordine cronologico della pubblicazione delle opere, questa raccolta permette di farsi una giusta idea dei temi e delle tesi caratteristiche del tomismo contemporaneo, di identificare le "scuole" dentro la Scuola e di riscoprire opere che non hanno perso nulla della loro attualità.