Questo libro serve a conoscere l'Analisi Transazionale nei suoi aspetti più pratici e più concreti. È un testo fatto per quanti vogliono imparare a crescere attraverso la costruzione di legami che rispondono al bisogno di intimità relazionale radicato nel cuore di ogni persona. Non basta lamentarsi dei rapporti malati presenti nelle tante situazioni quotidiane. Occorre imparare a reagire costruendo relazioni autentiche che aiutino a guardare in avanti, anche quando ci sono da affrontare problemi e patologie. L'intero sviluppo della persona è un continuo processo evolutivo che modella e trasforma le diverse dimensioni costitutive dell'identità di ciascuno; che si sviluppa lungo l'intero arco della vita, nei diversi contesti affettivi dove le relazioni hanno un significato centrale. Si tratta di un percorso esperienziale fondato sul presupposto che l'individuo, grazie alla sua radicale apertura all'altro e al mondo, è in grado di riconoscere e di realizzare le proprie potenzialità e le proprie aspirazioni esistenziali, favorendo così un benessere ed una maturazione che lo orientano verso una prospettiva di senso della sua esistenza.
Secondo gli ultimi rilevamenti dell'Istat in Italia ogni anno ci sono più di 50.000 divorzi e quasi 90.000 separazioni. E questo significa che sono decine di migliaia i minori che si trovano a vivere la dissoluzione del nucleo familiare originario e in molti casi la formazione di uno nuovo. Le famiglie allargate sono una realtà ben presente nella società Italiana, con tutto ciò che comportano: fratelli che hanno genitori diversi, coppie padri-figli che si scompongono e ricompongono nei fine settimana, "vicemadri", "secondipadri", "figli acquisiti". Un fenomeno in crescita, insomma, che in questo libro Irene Bernardini analizza dal punto di vista dei bambini: perché sono loro che, soprattutto nel quadro di queste famiglie oggettivamente più complesse e complicate, ci chiedono di andare oltre i vecchi schemi, di reinventare nuovi modi di fare famiglia. Ma sono anche loro che ci rendono capaci di farlo. E che accompagnano l'adulto nel faticoso, ma tutt'altro che impossibile cammino verso una nuova possibilità di essere, tutti, felici.
Dobbiamo rassegnarci all'idea che l'adolescenza sia un periodo turbolento? Certi comportamenti sono solo il risultato di una fase transitoria della crescita? Che cosa possiamo fare per aiutare i giovani ad affrontare in modo sereno i momenti più difficili?
Il testo, rivolto in particolare a genitori, insegnanti ed educatori, si propone di offrire alcune indicazioni pratiche per osservare le molte sfaccettature del comportamento dei ragazzi e un'analisi delle più frequenti forme di disagio che si verificano soprattutto nel periodo della scuola media e nei primi anni della scuola superiore.
Scegliere amicizie sbagliate, sentirsi inadeguati, non riuscire a raggiungere i propri traguardi, abbandonare la scuola, sono alcuni dei possibili rischi. Proprio per questo, evitando le scorciatoie della «psicologia del senso comune», si tratta di cogliere alcuni campanelli d'allarme e di interpretarli in modo corretto per non confondere ansia e depressione, abuso di videogiochi e uso di sostanze, timidezza e conseguenze del bullismo.
Sommario
Introduzione. Parte 1. Il comportamento questo sconosciuto. La scuola come lente d'ingrandimento. La psicologia del "senso comune". Quale classificazione per comprendere il disagio? Come e cosa osservare nel comportamento dei ragazzi. Il processo di osservazione. Pianificare l'osservazione. L'analisi funzionale. Parte 2. I segnali del disagio. Quando la famiglia non c'è più. Bullo, vittima e spettatori. È un bambino troppo timido e insicuro. Una crisi improvvisa: l'attacco di panico. È un casinista! Non sta fermo un attimo. È sempre triste. Cos'è successo? L'età della prima sbronza. Internet, pornografia online e videogiochi: i nuovi "amici del cuore"? Conclusioni.
Note sull'autore
Emanuele Palagi, laureato in Psicologia clinica, con specializzazione in Psicoterapia e master in Sessuologia clinica, è psicologo, psicoterapeuta e consulente sessuologo, titolo conseguito presso l'Università di Pisa. Scrive articoli divulgativi su vari periodici ed è comparso tra gli altri su Il Tirreno, La Nazione, Percorso Sanità. È presidente del comitato "Non la bevo" e dell'associazione culturale "Argomento Psicologia". È stato responsabile per il Comune di Viareggio dei progetti sul disagio giovanile e coordinatore della squadra dedicata all'assistenza psicologica delle vittime della tragedia ferroviaria del 29.6.2009. Per alcune aziende sanitarie locali si occupa di prevenzione e di percorsi per la prevenzione della ricaduta con alcolisti, cocainomani ed eroinomani. Fa parte dell'équipe dedicata al gioco d'azzardo problematico. Da anni realizza interventi di sensibilizzazione sul tema "alcool, giovani e disagio" e si occupa della formazione di operatori e insegnanti. È relatore in numerosi convegni e ha condotto la trasmissione divulgativa "Argomento Psicologia".
Come ti sentiresti a non avere vuoti di memoria? Ad avere sempre la risposta pronta? Molti pensano che possedere una buona memoria sia una questione naturale - o ce l'hai o non ce l'hai - ma non è assolutamente così. Avere una memoria eccellente dipende da come riusciamo a sfruttare le nostre potenzialità, di cui spesso non siamo consapevoli. Grazie alle tecniche di rilassamento e concentrazione, alle tecniche di memoria e lettura veloce più avanzate, alle strategie più efficaci per organizzare lo studio e alle tecniche di comunicazione, affrontare un esame non sarà più un problema. Alla fine è tutta questione di metodo e questo libro ti insegnerà a conoscerlo e a metterlo in pratica. I disegni, le mappe mentali, tutte a colori, e le modalità con cui ogni tecnica viene spiegata sono la chiave vincente per apprendere nella maniera giusta i segreti della memoria.
Negli ultimi anni, nel dibattito pubblico è stato introdotto il tema della cosiddetta "omogenitorialità", da cui si vorrebbe derivare il diritto di adottare bambini da parte di coppie gay: il fatto che le coppie eterosessuali lo possano fare e quelle omosessuali no viene presentato come una discriminazione. A sostegno di ciò, l'argomento che viene opposto è l'affermazione che esistono evidenze scientifiche che permettono di affermare che le coppie omosessuali sono parimenti idonee a quelle eterossesuali ai fini dello sviluppo psicofisico e del benessere generale dei bambini. Questo contributo vuole dimostrare invece che queste teorie stanno destrutturando nel suo profondo il connettivo antropologico dell'uomo e che, proprio dal punto di vista scientifico, è fondamentale per un bambino crescere con un papà e con una mamma.
Avete mai trascorso tutto il giorno ad accudire il vostro bambino piccolo o grande che sia, finendo per sentirvi come se non aveste "fatto nulla"? Faticate a sentirvi soddisfatte di quello che state facendo e dite a voi stesse che dovreste ottenere di più dal vostro tempo? Forse è perché non riuscite a vedere quanto state già facendo. Invece di predicare ciò che le madri dovrebbero fare, la psicoterapeuta Naomi Stadlen spiega ciò che esse fanno nel corso di ogni faticosa giornata di lavoro con il loro bambino. Attingendo da innumerevoli conversazioni con centinaia di madri per più di un decennio, l'autrice fornisce una visione lucida della vera esperienza della maternità e risponde alla domanda perenne comune nelle madri in tutto il mondo: Che cosa ho fatto tutto il giorno?
Il volume costituisce un "metodo" che, se correttamente applicato, permette di aumentare la capacità di raggiungere obiettivi personali e professionali, ma anche di sviluppare migliori relazioni private e di lavoro. Si tratta di un percorso che richiede grande apertura mentale e totale coinvolgimento, affinché ognuno possa trovare la propria modalità di applicazione. Per ottenere successo, occorre innanzitutto riflettere sulle proprie abitudini, sui propri comportamenti quotidiani, affinché il cambiamento avvenga dall'interno e diventi pratica di vita e di lavoro.
Nel 1914 - esattamente un secolo fa - Pierre Janet pubblicò nel "Journal de Psychologie Normale et Pathologique" lo scritto che costituisce il testo di questo libro, qui per la prima volta tradotto in italiano. Si tratta dell'intervento tenuto al Congresso di Medicina di Londra del 1913, nel quale Janet aveva rivendicato la primogenitura di una parte delle idee che Freud andava ascrivendo esclusivamente a se stesso. Lo psicologo francese lancia con prosa graffiante anche un monito contro un certo modo di gestire la "nuova scienza della psicoanalisi", considerata un dogma intoccabile, tanto da indurre i suoi adepti a sferrare anatemi contro gli "eretici". Dopo questo intervento, Janet diventerà a sua volta un "eretico" e resterà tale per molti anni, fino a quando, in condizioni scientifiche mutate, il suo pensiero verrà riscoperto da più parti e il valore dei suoi studi sul trauma sarà riconosciuto nella sua originalità ed efficacia interpretativa, anche alla luce delle moderne neuroscienze.
C'è una caratteristica che accomuna il delicato assetto dell'essere umano ai materiali studiati in ingegneria: l'uno e gli altri sono in grado di resistere a sollecitazioni traumatiche, deformanti ed estreme, riacquistando la propria forma. Questa capacità si chiama "resilienza". Mutuata dal dominio lontanissimo della scienza dei materiali, la nozione ha aperto una nuova frontiera di ricerca in psicologia clinica, disciplina troppo a lungo concentrata solo sugli effetti dissestanti di lutti, maltrattamenti, stress prolungati, malattie, carenze affettive. Al dissesto psichico indotto da esperienze dolorose si può reagire se si attivano e si potenziano i fattori di protezione, di compenso e di recupero di cui ciascuno in qualche misura dispone. Anna Oliverio Ferraris e Alberto Oliverio esplorano con gli strumenti della psicodinamica e delle neuroscienze le tipologie di resilienza che soccorrono nelle diverse stagioni della vita, dalla prima infanzia alla terza età, i rapporti tra comportamenti resilienti e funzioni cerebrali, e gli ambiti - individuale, familiare, scolastico e lavorativo - dove è cruciale saper recuperare l'equilibrio dopo aver vacillato. Nel modo di affrontare le avversità intervengono componenti genetiche, disposizioni temperamentali e relazioni precoci con figure di attaccamento, ma altrettanto decisive si rivelano un'attitudine proattiva e un'atmosfera responsiva e supportante da parte della collettività.
Una logica diversa fondata sul dialogo e l'accoglienza dell'altro. La logica dominante nella cultura e nella società contemporanee è quella dell'aggressività. Risulta vincente chi sa prevalere sull'altro, sa imporre con forza e determinazione le proprie idee, le proprie scelte, la propria volontà, nel lavoro e nella vita personale, in famiglia e con chi si ha attorno. Ma è così? Questo atteggiamento ha favorito una cultura dello scontro e del conflitto.Partendo dalla sua lunga esperienza di psicologo, attraverso riflessioni, aneddoti personali e brevi storie, l'autore propone al lettore di impostare i rapporti interpersonali su una logica diversa fondata sul dialogo e l'accoglienza dell'altro, la comprensione del suo punto di vista e delle sue ragioni. Con grandi benefici per la vita relazionale e il benessere psico-fisico.
Il manuale offre una panoramica completa ed aggiornata sulla psicologia dell'invecchiamento per migliorare la qualità della vita delle persone anziane e delle persone che se ne prendono cura. È indirizzato agli studenti di psicologia, agli amministratori e operatori socio-sanitari, agli anziani, alle loro famiglie, ma anche ai giovani ("una buona vecchiaia si prepara fin da giovani"). Il libro è inoltre indirizzato ai conduttori della Palestra di Vita, in quanto contiene l'aggiornamento del metodo.
I bambini provano una naturale attrazione verso gli animali: parlano lo stesso linguaggio, indifferente alle parole, della semplicità, della comunicazione diretta dei sentimenti e delle emozioni, che prescinde dalla preoccupazione di restare negli steccati definiti della logica e della razionalità; si somigliano, si capiscono e soprattutto si piacciono tanto. Questa disposizione amicale contiene in sé enormi potenzialità, perché, se lasciata libera di esprimersi e di espandersi, se recepita per il valore che è e debitamente alimentata, si trasforma in indiscutibile mezzo di sviluppo dell'empatia e diventa specularmente grande inibitore della violenza. L'apertura creativa che i bambini mostrano verso gli animali e la gioia che provano nelle relazioni che con loro intrattengono sono il miglior viatico per la costruzione di personalità adulte in cui il rispetto per gli altri, a fare inizio dai più deboli, sia la musica di fondo di ogni relazione.