La sfida che il Convegno APL di Verona ha voluto accettare, e che la pubblicazione degli atti attesta con bella evidenza, può essere così formulata: nella articolazione della “ministerialità liturgica” si manifesta, simbolicamente, il percorso di riconsiderazione ministeriale ed ecclesiale, maturato nel cammino della cultura comune e della coscienza cristiana, durante gli ultimi 100 anni.
Il volume offre un’ampia riflessione sul tema della ministerialità, da molteplici e diversi punti di vista, ponendo la teologia e prassi liturgica in un dialogo deciso e aperto con cultura contemporanea. Gli autori evidenziano alcune delle mete raggiunte, ma soprattutto le vie non ancora percorse. Ci auguriamo che il testo possa rappresentare un punto di partenza per continuare ad elaborare risposte alle numerose istanze che la questione della ministerialità pone alla Chiesa di oggi.
Il volume intende mettere a fuoco il metodo pastorale proprio della liturgia, nel contesto della svolta pastorale promossa dal Concilio Vaticano II. Riconoscere la forma specifica della pragmatica rituale è essenziale non solo per evitare riduzionismi, ma anche per scoprire il grande contributo che essa può dare oggi alla vita di fede, nel quadro di una pastorale organica.
La croce è un segno di salvezza? È segno di vita? O, semplicemente, è segno-ricordo vivo della passione-morte di Cristo?
A queste domande risponde l’Autore percorrendo tre vie possibili:
— la via della verità (attraverso le Sacre Scritture e i Padri),
— la via della bellezza (attraverso l’arte),
— la via della liturgia (attraverso gli usi della comunità credente).
Il tutto per comprendere l’eloquenza della presenza silente della croce nella celebrazione liturgica della Chiesa.
Alcune immagini a colori corredano il testo.
"Il volume è suddiviso in tre parti: la prima, di carattere introduttivo, evidenzia alcuni temi ed espressioni che costituiscono lo scenario complessivo e costitutivo attraverso il quale si può fare una lettura più puntuale delle tradizioni di questa Settimana. La seconda è di carattere descrittivo/analitico e riguarda lo studio strutturale dei singoli giorni della Settimana. Nella terza, di carattere conclusivo, viene fatta una rilettura complessiva utilizzando due “orizzonti”: quello storico, in cui si rintracciano le origini e le varie fasi di sviluppo delle tradizioni nel contesto della storia dell’espressione religiosa popolare nell’ambito del Cristianesimo occidentale; e quello teologico, in cui si individuano quelle che sono le tematiche e le peculiarità complessive e specifiche dei singoli giorni che sottostanno alla Settimana Santa in Sicilia."
Uno dei temi più alti della riflessione teologica di Hans Urs von Balthasar è la missione di Cristo nel mondo, dall’incarnazione
sino alla sua morte di croce. Questo tema lo vediamo espresso nel prefazio della seconda preghiera eucaristica, nella quale troviamo una preghiera rivolta al Padre, una al Figlio ed una allo Spirito Santo, e descrive ciò che fa il Padre, dicendo: Tu « lo hai mandato a noi come Salvatore e Redentore ». In queste parole noi troviamo la decisione e l’invio del Figlio, dal seno della Trinità, che si fa uomo nel grembo della vergine Maria, per opera dello Spirito Santo, che ci rivela il mistero del Dio invisibile, presentandosi a noi come sua immagine visibile e suo estremo amore nella gloria del suo morire.
Noi ora ritroviamo nella preghiera eucaristica questa decisione eterna di Dio e al vediamo attualizzata oggi nel prefazio della seconda
preghiera eucaristica. Come il Cristo giunge ad essere salvatore in un dramma fino a dare la sua vita, von Balthasar lo presenta nella trattazione della kenosi, in cui Gesù Cristo, versando il suo sangue, stabilisce la nuova ed eterna alleanza, tra Dio e l’uomo redento. In termini balthasariani, noi vediamo ora che nella preghiera eucaristica si ripete, si attualizza il sacrifico di Cristo, si sparge di nuovo il suo sangue. Ora, quel che avviene sull’altare, non è altro che una kenosi totale che Cristo fa di se stesso: offre il suo corpo e versa il suo sangue per noi, per la salvezza di tutti Quello che fa Cristo sull’altare è il modello paradigmatico del suo sacrificio. Questo aspetto kenotico della nostra salvezza è l’elemento fondamenale di una teologia liturgica soteriologica. Proprio in questa kenosi totale dello svuotarsi completamente sull’altare nel sacrifico della messa, noi vediamo, seguendo la riflessione teologica di von Balthasar, concretizzata la nascita di una teologia della salvezza.
La Messa – e non già la Divina Commedia – è il «poema» veramente «sacro al quale hanno posto mano e cielo e terra». Opera dello Spirito Santo, di Cristo e della Chiesa, essa incomincia con un Salmo e finisce con due preghiere di Leone XIII. L'uomo e l'Uomo. Dio, la Trinità e tutti gli Angeli ne formano l'argomento. La Consacrazione, che rinnova l'Incarnazione, è il punto culminante di questo immenso mistero. E il Prete n'è, al tempo stesso, il taumaturgo e il poeta. A un tratto, inesplicabilmente, per mezzo della parola sacerdotale, che ripete la parola divina, il pane e il vino, cambiando natura, diventano Cristo: il Cristo vittima, il Cristo cibo. Allora, noi in Cristo, offriamo Dio a Dio, e noi con Lui. Se offrissimo solo noi non offriremmo nulla; ma offriamo noi con Lui; innestiamo la nostra morte alla Sua Vita e diventiamo viventi. Prendete e mangiate, questo è il mio Corpo». E noi mangiamo quel pane che uccide la morte. L'Infinito penetra, così, nel finito; il finito si dilata, splendendo, nell'Infinito. Il Creatore, riabbassandosi, eucaristicamente, fino alla creatura, si dà a lei, entra in lei, celebra con essa le nozze. E il Paradiso è sulla terra, intorno a un piccolo disco bianco, offerto dalle mani di un uomo che, in quel momento, è più grande della Regina degli Angeli. Tale la sintesi della Messa. Il commento che segue si propone di lumeggiarne ogni parte. La Messa, per moltissimi, immersi nell'ignoranza religiosa, è come un affresco che altri afferma prezioso, ma che, agli occhi annebbiati di chi lo guarda, appare tutto coperto da un fitto strato di polvere. Ho tentato di dissipare quella nebbia e di far vedere il dipinto. Ma certamente vi son mal riuscito. Per far ciò ci sarebbe voluto un poeta santo. Ed io sono un povero balbuziente, a cui l'alito del peccato appanna il volto di Cristo.
La divina liturgia è il "cuore pulsante" del corpo mistico di Gesù Cristo. Il rito bizantino-greco fa dell'incenso un simbolo ricco di significati che comprende e richiama ogni ambito dell'esistenza umana; da qui il titolo del libro: "un simbolo 'in-vita'. L'incenso". Di fronte alle tremende sfide che il mondo oggi presenta: società liquida, globalizzazione, dominio del "mercato" con la riduzione a esso di ogni antropologica istanza di "homo oeconomicus", i cristiani devono ritrovare il coraggio della testimonianza unitaria al Vangelo della vita. La forte, a volte disperata, richiesta di "salvezza" dell'umanità attuale, non può trovare risposta valida nel riproporre l'adesione stantia a un'etica normativa e a una ritualità precettistica. I Padri ci hanno lasciato una tradizione da riscoprire la cui radice è la forza del "Kerigma" apostolico: l'annuncio di salvezza integrale di uomo e cosmo in Gesù Cristo nella sua Chiesa. La fede per essere nutrita va ricondotta sul binario della mistagogia e del simbolo.
Il canto è un ministero liturgico: questo opuscolo - con uno stile talvolta ironico o provocatorio - vuole essere un invito a lodare degnamente Dio attraverso il canto, nella liturgia della Chiesa. Spesso si rischia di dimenticare le cose essenziali di questo servizio: la preparazione tecnica è certamente importante ed indispensabile, ma ricordando sempre che l'attenzione principale spetta sempre e solo al Signore. Questa sorta di vademecum - che cerca di mettere insieme ricerche e considerazioni maturate dall'autore nel corso degli anni - desidera quindi esaltare l'importanza del canto liturgico aiutando, sacerdoti e musicisti, a viverlo con responsabilità, gioia e bellezza.
Sebbene sia stato adoperato per secoli come canto funebre, il Dies irae è piuttosto riflessione spirituale e commossa preghiera, uno splendido poema liturgico che offre ai credenti di ogni tempo una dolcissima preghiera, ricca di poetiche e intelligenti immagini positive ed esprime in modo drammatico il contrasto fra desiderio e paura che segna la tensione cristiana verso il compimento della storia e della vita di ciascuno. Il volume, proponendone un sapiente commento, permette di apprezzare questo esempio di poesia medievale, risvegliando anche nel lettore l'anelito verso l'incontro definitivo con il Redentore, che "ultimo" si ergerà sulla polvere per ristabilire la giustizia e realizzare finalmente il suo progetto di salvezza.
Cosa c’è in queste pagine della Sacra Scrittura, che continuano ad ispirare pensieri, emozioni, decisioni, stupore e consolazione?
Che cos’è un’omelia? E che cos’è mai questa vita?
Da secoli, giorno per giorno, tornano le stesse domande, le stesse lacrime e gli stessi sorrisi, eppure nessuno è uguale all’altro e nessuna parola provoca lo stesso effetto.
Forse si può descrivere l’omelia come il servizio che un prete o un diacono offre per far incontrare lo sgorgare sempre fresco dell’acqua viva con il sorgere sempre inquieto del desiderio.
Il desiderio è sempre inquieto perché nella profondità della sua essenza è desiderio di infinito, di felicità perfetta, di vita eterna e niente di ciò che il mondo offre può bastare a saziarlo.
Noi siamo convinti che questa novità sempre sorprendente e spesso sconcertante del quotidiano sia un riflesso della gloria di Dio, sia dovuta al fatto che ogni uomo e ogni donna è creato ad immagine di Dio e perciò libero di una creatività irripetibile (dalla Prefazione di Mons. Mario Delpini).
La Costituzione Sacrosanctum Concilio del Concilio Vaticano II definisce la liturgia come il culmine a cui tende tutta l’azione della Chiesa e, allo stesso tempo, la fonte da cui essa trae le proprie energie. Oggigiorno si fa strada la necessità di una rinnovata riforma liturgica che faccia della tradizione la sua fonte di energia. Gli autori del volume intendono offrire stimoli teologici e pastorali in vista di una comprensione del senso più profondo della liturgia della Chiesa.