Le sublimi caratteristiche della liturgia sono espresse, studiate e articolate in possenti opere e brillanti riviste specializzate deposte con cura nelle biblioteche dei pontifici atenei, ma il popolo di Dio, o meglio i fedeli della domenica, non si avvicineranno mai - in generale - a tali meravigliosi testi, di cui ignorano tranquillamente l'esistenza. L'autrice confeziona qui un percorso divulgativo appassionato, approfondito ma anche ironico, per una formazione liturgica di base "per principianti": scorci biblici, aspetti storici, incursioni teologiche, scoperta del ritmo sotterraneo che sostiene la celebrazione, fino alla formazione di chi proclama la parola di Dio davanti all'assemblea.
Una piccola guida illustrata al significato dei diversi momenti della celebrazione eucaristica e al corretto comportamento per i chierichetti. Contiene anche un glossario degli abiti, dei colori, degli oggetti e dei libri liturgici.
È una catechesi/riflessione sul Triduo pasquale, fulcro dell'intero Anno liturgico e centro della fede dei cristiani. Il testo parte dalla Domenica delle Palme, che apre la Settimana Santa, accenna brevemente ai primi giorni: Lunedì-Giovedì, prima della Cena del Signore, che concludono la Quaresima e preparano al Triduo pasquale. Presenta una sobria, ma esauriente, spiegazione dei singoli giorni: Ciascuno dei quali ha una sua propria fisionomia: Il Giovedì santo è il giorno dell'istituzione dell'Eucaristia e del sacerdozio; il Venerdì santo è il giorno della passione e della morte in croce di Gesù; il Sabato santo è il giorno del silenzio e della riflessione; la Veglia pasquale e la Domenica di Pasqua celebrano la risurrezione di Cristo.
Le tradizionali stazioni della Via crucis meditate attraverso un brano biblico e un testo tratto dalle opere della grande mistica carmelitana Teresa d'Avila. Il linguaggio dei mistici, cioè il linguaggio dell'amore, aiuta a contemplare il mistero della passione, morte e risurrezione di Gesù.
Destinatari
Tutti: parrocchie, comunità religiose, gruppi, movimenti, singoli fedeli.
Autore
Le monache carmelitane scalze del Monastero San Giuseppe di Brescia.
Un sussidio per accogliere i principi del concilio Vaticano II e i documenti successivi, relativamente alla preparazione di una mensa più abbondante della parola di Dio, e per scoprirne le innumerevoli potenzialità liturgiche.
Non sembra si possa intravedere un luogo ove l'Eucaristia - pane, alimento e sostegno della vita del credente - possa integrarsi, più autenticamente, come nel pellegrinaggio cristiano, poiché il mistero eucaristico si ritrova in questa pratica devozionale come in uno spazio proprio e, in qualche modo, alla sua sorgente. C'è un'evidente armonia e analogia tra pellegrinaggio ed Eucaristia per il fatto stesso che l'una e l'altra "riuniscono". Infatti, se il pellegrinaggio facilita l'incontro e la fusione ed è sua caratteristica quella di saldare insieme in una stessa esperienza spirituale i pellegrini, dove si completa la pienezza della comunione fraterna se non nell'Eucaristia? Quando il "popolo peregrinante" fa l'Eucaristia, l'Eucaristia fa la Chiesa, la genera, la costruisce, poiché è sorgente dell'unione che Dio offre in Gesù. Solo l'Eucaristia è sacramento del "corpo" del Signore che costituisce il "corpo ecclesiale" del Cristo. È logico, dunque, domandare all'Eucaristia di completare l'opera del pellegrinaggio: quest'ultimo riunisce un popolo; la Messa ne fa il corpo ecclesiale del Cristo. È evidente che il valore dell'Eucaristia è omogeneo (anche se sostanzialmente più ricco) all'efficacia del pellegrinaggio; secondo una logica interna si può dire che il pellegrinaggio, "che riunisce", esige come suo coronamento la "comunione" che è l'effetto tipico dell'Eucaristia.
Il tema di questo Convegno, ha posto la sua attenzione su alcuni fondamenti e dinamiche della celebrazione: dai riti alle persone, dall'esecuzione alla celebrazione, allo spazio celebrativo, dall'animazione al servizio del canto e della musica, riproponendo così alcune istanze dall'attuale riflessione teologica e pastorale.
Scegliendo di trattare della mistagogia nel Convegno, l'APL ha inteso affrontare un tema di grande spessore sul piano liturgico, storico, teologico e, non ultimo, pastorale. Sempre più spesso, infatti, si invoca l'assunzione di un "metodo mistagogico" nelle azioni formative che intendono introdurre e alimentare la vita cristiana dei fedeli. E sicuramente tale indicazione si muove nella direzione giusta, pur senza avere la pretesa di caricare la mistagogia di attese troppo ampie o di farne la risposta unica a tutte le esigenze che la vita di fede pone. Ripensare la mistagogia oggi significa riappropriarsi di un modo adeguato e fecondo di accostarsi alla liturgia, perché si muove dall'interno della liturgia stessa, rispettandone la logica profonda.
Nell'attuale contesto di riflessione e di confronto sulla riforma liturgica, suscitato negli ultimi anni, il testo propone un quadro abbastanza esauriente elle posizioni in campo, facendo riferimenti puntuali ai testi liturgici, ai documenti del Magistero e a recente pubblicazioni. Pagina dopo pagina, l'autore invita e guida il lettore a ricercare e raggiungere un sano equilibrio dinamico fra tradizione e innovazione, tra libro ed assemblea, tra presidenza e ministerialità, tra rito e vita. Papa Francesco, concelebrando ogni giorno a Santa Marta con il novus ordo" e dichiarando "irreversibile" la riforma liturgica, invita a non delegittimarla nè a svuotarla con interventi inopportuni, ma a scoprire e valorizzarne ricchezze ancora inesplorate. "
Il libretto accompagna i presbiteri ("primo schema") e i diaconi e i ministri della comunione ("secondo schema") a vivere la presenza del Signore accanto ai malati, pregando con loro, portando loro la comunione eucaristica ("testi alternativi"). E realizzando così la bella espressione dell'Apocalisse: "Ecco, io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me". Il testo è pensato per più di una forma di utilizzo: oltre alla visita di un ministro e alla comunione, può aiutare una piccola celebrazione in casa del malato.
Questa nuova edizione raccoglie in un compendio organico le proposte di liturgia e di pastorale liturgica condotte sul tracciato della moderna esegesi biblica. E' una sorta di manuale che raccoglie e dispone in un piano sistematico gli elementi portanti della scienza liturgica. Celebriamo con gioia vorrebbe inserirsi nell'impegno ecclesiale di rinnovamento liturgico, che riguarda i principi teologici ispiratori, i libri liturgici, la componente musicale, l'impostazione rituale, gli spazi della celebrazione, il coinvolgimento dell'assemblea nella celebrazione. I 20 capitoli che compongono il libro intendono dare una sintesi unitaria del vasto mondo liturgico, presentando i fondamenti storici, teologici e spirituali della liturgia e offrire indicazioni pratiche, al fine di realizzare celebrazioni belle, cioè vere, gioiose, partecipate e fruttuose.
In questo libro l'autore tratta del contesto religioso, e specificamente liturgico e cultuale, nel quale è sorta e si è sviluppata la letteratura biblica. Così come le letterature antiche si formavano intorno ai palazzi reali e nelle zone dei templi, così la formazione della Bibbia si colloca soprattutto nell'ambito dei santuari e del tempio di Gerusalemme. Lo stesso NT trasmette le gesta e gli insegnamenti di Gesù in ambito ecclesiale, nel quadro di celebrazione sacre e liturgiche, che erano i nuovi riti rappresentati soprattutto dal Battesimo e dall'Eucaristia, sorti nelle origini cristiane, in seguito e in continuità-rottura con i riti ebraici.