La moderna teoria economica ha lasciato dietro di sé un dissidio apparentemente irrisolvibile: possono convivere mercato e libertà dell'individuo, crescita economica ed equità sociale? Muovendosi tra varie discipline (economia, filosofia, antropologia...) e riscrivendo l'alfabeto di un'economia davvero "civile", l'autore mostra come sia proprio il principio di gratuità a ricomporre l'apparente contrasto, sottolineando l'importanza capitale per l'uomo dei «beni relazionali», della fraternità, della comunione.
È possibile umanizzare l'economia? È possibile coniugare mercato e bene comune? E se sì, quale via percorrere? Tale domanda, oggi ricorrente in economia, guida la ricerca dell'Autore. Ciò che caratterizza il bene comune è il fatto che in esso l'interesse di ogni individuo si realizza assieme a quello degli altri, non già contro (come accade nel bene privato) né a prescindere dall'interesse degli altri (come nel bene pubblico). Partendo da questa analisi Zamagni individua nel principio di reciprocità - per cui "io ti do liberamente qualcosa affinché tu possa a tua volta dare, secondo le tue capacità, ad altri o eventualmente a me "- la chiave di volta di un nuovo sistema economico, basato sulla cultura della fraternità, capace di porre al centro e come fine dell'attività produttiva l'uomo, ed essere garanzia di una convivenza armoniosa e capace di futuro.
L'economia e i carismi; il mondo disincantato della società di mercato fatto di profitto, ricerca del tornaconto e di denaro, e la dimensione ricca di spiritualità, di gratuità e ideali dei carismi. Sembrano a prima vista due realtà distanti. Ma non è così. È quanto dimostrano gli Autori del volume. La storia, quella economica compresa, è anche il risultato dell'azione dei carismi. In particolare di Benedetto da Norcia e di Francesco d'Assisi. Il monachesimo, ad esempio, ha creato il lessico economico della rivoluzione commerciale dell'Europa attorno all'anno Mille e le premesse teologiche e culturali per la nascita dell'economia mercantile; il francescanesimo ha dato vita alla prima vera scuola di pensiero economico (Ockam, Scoto, Olivi…), che ha fornito le categorie per interpretare la civiltà comunale. Un approccio originale e e sorprendente.
Valide ed inedite piste di riflessione sulla responsabilità sociale d'impresa.
II testo presenta un'analisi su scala planetaria dei movimenti migratori effettuata in comparazione con i movimenti di persone verificatisi a cavallo tra Otto e Novecento. Ne emergono analogie e differenze significative: la moltiplicazione dei paesi d'origine e di destinazione; le dinamiche psicologiche personali e collettive che presiedono alla scelta di migrare; il nuovo ruolo esercitato dalla criminalità organizzata nel traffico di esseri umani; il crescente protagonismo delle donne; il peso dei rifugiati di guerra. Possono gli immigrati bilanciare la stasi demografica dei paesi ricchi dando un contributo decisivo al mercato del lavoro e ai conti pensionistici del welfare state? Qual è l'effetto dell'emigrazione sullo sviluppo economico dei paesi d'origine dei migranti? Quale modello di immigrazione scegliere nella società attuale?
"Le persone agiscono solo perché mosse dal desiderio di ottenere un guadagno monetario? Lavorano solo perché sono pagate per farlo? Forse non è proprio così: le persone intraprendono molte azioni semplicemente perché provano piacere nel farlo. E inoltre esistono circostanze in cui una significativa ricompensa di tipo monetario può estromettere quelle che chiamerò 'motivazioni intrinseche all'azione'. Offrire uno stipendio più alto può dunque indurre un minore impegno e una riduzione della performance." Bruno S. Frey è professore di Economia all'Università di Zurigo.
II volume analizza lo sviluppo storico dell'economia europea, attraverso la nascita e il crollo dei diversi regimi economici che furono inventati e introdotti in Europa nel corso del XX secolo, dei loro contesti ideologici, politici e istituzionali. Di ciascun regime l'opera indaga le ragioni del successo così come quelle che ne hanno decretato il fallimento, in relazione alle sfide poste da un'epoca travagliata e vincente allo stesso tempo. L'autore mostra così le radici e le peculiarità dei regimi che passa in rassegna, come la sfida del liberismo, il sistema di mercato regolamentato o il regime "senza mercato", il dirigismo autoritario, la nascita del sistema misto, la globalizzazione di fine secolo. Egli inoltre esamina come la vasta disparità tra le regioni europee che caratterizzò le prime fasi andò via via attenuandosi nel corso del secolo, man mano che un numero crescente di paesi raggiunse livelli simili di sviluppo.