Quale cristiano battezzato non desidera raggiungere la santità? Donarsi a Gesù Cristo e amarlo pienamente? Ma qual è la strada da percorrere? Chi ci guiderà in questo cammino? San Luigi Maria Grignion di Montfort dà vita a uno scritto breve con lo scopo di rivelarci il segreto per realizzare questo nostro desiderio: prendere Maria con noi come guida sicura e modello di vita. Con un linguaggio ancora più incisivo del "Trattato della vera devozione a Maria", san Luigi Maria Grignion di Montfort ci offre perle preziose e bellezze spirituali da gustare giorno per giorno.
Con questo libro Peter Brown affronta senza ambiguità uno dei grandi paradossi della storia dell'Occidente. Utilizzando fonti alte e archivi "bassi" elaborazioni dottrinali di matrice teologica, disposizioni del diritto canonico e materiali spuri tratti dalla vita quotidiana di comunità e personaggi minori - lo storico scrive una vera e propria storia economica del cristianesimo e della Chiesa delle origini. Al centro del libro la condizione paradossale per cui se anche la rinuncia, il dono e la povertà si trovano al cuore dei Vangeli, la chiesa, che su quei testi si è edificata, è diventata, nel corso dei secoli, una delle più formidabili potenze economico-finanziarie della storia. Lungi dal gridare allo scandalo, Brown cerca di spiegare come mai un'istituzione nata sul presupposto secondo cui la vera vita si colloca nel mondo altro della promessa, e che questo mondo, con i suoi beni, lusinghe e tentazioni, è da rigettare, proprio a questo mondo si è adattata con tutte le sue forze, insediandovisi e organizzandosi anche e soprattutto come potenza economica e politica. Due i fenomeni studiati dall'autore. Da un lato il flusso di ricchezza, poteri, ruoli e funzioni di comando e controllo dalla grande aristocrazia terriera alle alte gerarchie ecclesiastiche. Dall'altro, e specialmente, le condotte e scelte di vita di una "moltitudine sinora inosservata". La ricchezza della Chiesa si spiega soprattutto guardando verso il basso, verso un mondo di cui si sapeva poco solo fino a pochi anni fa...
A chi ha una certa familiarità con i testi di Agostino non parrà fuori luogo definirlo un artigiano prolifico di aforismi indimenticabili, cioè di frasi concise e pregne di pensiero. Gli venivano spontanei. Ogni suo aforisma è un piccolo gioiello. Molti lasciano sorpresi e incantati, tanto sono geniali. Erano il suo linguaggio caratteristico e abituale usato con il composito pubblico, tanto da riconoscervi una sorta di marcatore dell'autenticità dei suoi interventi trasformati in opere letterarie. Del resto, l'arte della retorica, di cui era stato anche docente, gli ha consentito di scegliere, all'occorrenza, le parole più idonee; di intarsiarle modulandole tra di loro, obbedendo alla vibrazione del pensiero; di accostare sapientemente parole assonanti e di posizionare i pensieri in forma speculare; di condensarvi un pensiero importante e portante; di consegnare al pubblico una sintesi formidabile e accattivante, facilmente memorizzabile. La presente pubblicazione, dopo aver raccolto, con testo originario latino e traduzione italiana rigorosamente fedele al linguaggio dell'autore, oltre quattrocento aforismi e pensieri sapienziali di Agostino, selezionati tra i più significativi, sviluppa una serie di tematiche, a trama aperta, intessute appunto degli aforismi e dei pensieri sapienziali segnalati nella prima sezione. Ne risulta un ampio spaccato della teologia e dell'antropologia teologica di Agostino.
È una scelta antologica di testi curata con l'obiettivo di offrire una visione abbastanza completa del pensiero e dello stile di Palamas. Per questo la curatrice ha preferito la scelta di opere brevi, ma complete. L'unica opera non completa contenuta in questa raccolta è la Lettera a Xene. Una accurata introduzione permette di entrare nel contesto culturale e politico in cui il grande teologo vive e opera; un contesto storico complesso che deve essere tenuto presente per superare luoghi comuni e pregiudizi. Un libro prezioso per i cultori della spiritualità cristiana orientale e un contributo importante al dialogo con le Chiese dell'Ortodossia.
Vengono qui presentati due scritti di Tertulliano che si occupano direttamente dell'unione coniugale.
Tommaso si colloca dal punto di vista della ragione che vuole comprendere la realtà delle cose, riportandole alla loro radice. I suoi testi non sono animati dalla vena lirica di Agostino, non hanno il pathos cristiano e umilissimo di Anselmo. Il suo discorso su Dio non vuole essere edificante, e non mira a scuotere gli animi o a persuadere. Assume, invece, e fa propria fino in fondo la fatica dell'interrogare, questa forma di «pietà del pensiero » nei confronti di se stessi, delle ragioni del proprio esistere, e nei confronti degli altri. Si tratta di un'esigenza che il credente per primo dovrebbe avvertire, se è vero (come è vero per Tommaso) che l'esistenza di Dio non è un articolo di fede ma un preambolo della fede. Diversamente la fede sarebbe condannata a essere un assenso cieco, senza ragioni, fondato sul senso comune o sulla forza spontanea e immediata delle emozioni.
Queste omelie hanno un tale significato teologico che il Vaticano II ha incluso Andrea di Creta fra i Padri testimoni della fede mariana.
Il castigo e il perdono dei peccati ed il battesimo dei bambini, Lo spirito e la lettera, La natura e la grazia, La perfezione della giustizia dell'uomo.
Il volume delle Opere di Cassia (IX sec.) presenta per la prima volta in lingua italiana l'edizione integrale della produzione letteraria delle sue opere. Il suo lascito letterario comprende due forme distinte: la prima è quella della poesia religiosa, con versi che sono presenti nei due principali libri liturgici della Chiesa orientale, il Menaion e il Triodion, mentre la seconda attinge al genere letterario della produzione sentenziosa e gnomica. In entrambi i casi si tratta di un unicum che giustifica il ruolo privilegiato che questa donna ha nel panorama della letteratura bizantina.
San Rocco nativo di Montpellier, dopo aver elargito i suoi beni ai poveri, si mise in cammino verso Roma curando e confortando i malati di peste. Questo lavoro prende in esame la figura del santo pellegrino francese attraverso quattro capitoli. Il primo analizza il contesto storico in cui visse il giovane taumaturgo, il secondo le questioni legate alle fonti e alle tematiche ad esse attinenti, il terzo ripercorre la vicenda delle reliquie con uno sguardo ai testi liturgici, mentre l'ultimo presenta le Vite principali del santo tradotte in italiano. Un'appendice contenente alcuni testi fondamentali chiude il lavoro.
Con la lettura delle Esposizioni sui Salmi di Sant'Agostino tocchiamo con mano uno di più affascinanti e avvincenti geni dell'evangelizzazione popolare. Ovviamente, nulla di dispregiativo in quel "popolare". In Agostino il termine fa riferimento al popolo, nella sua accezione più ampia: dai contadini, ai pescatori, ai pastori, ai commercianti, agli artigiani, ai più dotti, nessuno escluso. Qual era l'obiettivo di Agostino nell'esporre i Salmi al suo pubblico? Quello di far entrare i fedeli a contatto con il mistero nascosto sotto i segni sacramentali delle parole salmodiche, cioè con il suo Verbo vivo, capace di nutrire spiritualmente l'animo umano, dopo averlo ruminato adeguatamente nel silenzio meditativo, contemplante e adorante. Agostino in tal modo ha compiuto un'impresa di audace evangelizzazione in profondità. E a lui in gran parte è riuscita. Per Agostino i Salmi non erano una preghiera qualunque, ma quella preghiera che Dio stesso ha ispirato per dare all'uomo la possibilità di lodarlo più adeguatamente. La sua camera era tappezzata dei 150 Salmi. Ha chiuso per sempre gli occhi sui Salmi, dopo averli a lungo contemplati, assimilati, vissuti. Ci viene da dire che Agostino nelle Esposizioni sui Salmi, come pure nei Discorsi, va preso come omileta esemplare. Ideale. Eccezione fatta per la lunghezza dell'intervento, che poteva durare anche fino a più di due ore. Oggi insopportabili. A meno che Dio non abbia a farci dono di un nuovo Agostino.
A quasi 800 anni dalla sua canonizzazione, il lascito spirituale di sant'Antonio da Padova riecheggia forte nella nostra quotidianità. Leggendo questa omelia del card. Comastri, il lettore potrà riscoprire l'importanza degli insegnamenti di uno dei primi maestri di teologia dei frati minori che, grazie alle sue virtù, attirò l'attenzione di san Francesco di Assisi.