Viktor Lazarev ha consegnato alla storia dell'arte un'opera di riferimento sulla pittura bizantina, contribuendo sostanzialmente a definirne un quadro complessivo e coerente. Il termine "bizantino", applicato talvolta come etichetta alle opere di altri contesti, era stato spesso sminuito e alterato nel suo valore storico-artistico. Lazarev ha cercato di restituire all'arte di Bisanzio e delle province bizantine i loro caratteri essenziali, ricostruendo le fasi del loro sviluppo: dai monumenti del VI secolo alla dissoluzione di un impero e di una cultura sopravvissuti alle ragioni che ne avevano reso possibile la nascita. L'opera non è la semplice traduzione dell'originale russo apparso nel 1947-1948: essa venne radicalmente riveduta e ampliata dall'autore in vista della prima edizione einaudiana apparsa nel 1967, divenendo cosi uno dei punti di riferimento classici per la storia dell'arte e della bizantinistica. Per queste ragioni, dopo la seconda edizione nel 1981 (BSA), l'opera viene ora riproposta.
Nel 1956 Palazzo Strozzi ospitò la "Mostra del Pontormo e del primo manierismo fiorentino". Si trattava della prima importante rassegna dedicata al protagonista di un movimento che aveva da poco avuto una piena rivalutazione critica. Quasi sessant'anni dopo Palazzo Strozzi ripropone una mostra dedicata al Pontormo insieme all'altro principale protagonista di quel movimento, Rosso Fiorentino. Entrambi nacquero nel 1494, in un momento storico in cui Firenze e l'Italia assistevano alla rottura dell'equilibrio politico che aveva garantito loro prosperità e sicurezza, sul principio di una travagliata età di scontri religiosi e politici che avrebbero portato a un mutamento definitivo degli equilibri fra gli Stati. I due artisti, con attitudini e vicende che, a partire dal comune apprendistato alla bottega di Andrea del Sarto, si sarebbero sempre più distinte e allontanate, furono in egual misura artefici della trasformazione dei concetti di armonia ed equilibrio che avevano caratterizzato l'arte rinascimentale. Attraverso le opere dei due massimi protagonisti fiorentini della pittura che la critica novecentesca ha definito "manierista", il catalogo intende seguire lo svolgimento cronologico di quel movimento che Giorgio Vasari colloca agli inizi della "maniera moderna".
Il volume è in larga parte centrato sull'opera del cardinale Gabriele Paleotti, che con un suo celebre trattato pose con forza il problema dell'aderenza dell'arte alla nuova spiritualità tridentina. La Roma papale, già avviata agli splendori della propria autocelebrazione, respinse tuttavia la rigorosa precettistica di Paleotti. Due posizioni inconciliabili che nell'arte figurativa conducono da una parte alla quotidianità sofferta di Caravaggio e dall'altra all'esaltazione atemporale del divino e delle sue manifestazioni nel barocco trionfante.
Un album che racconta la vita di san Francesco - il santo più amato dai cattolici nel mondo - attraverso i capolavori della pittura, dal Duecento al Seicento. Non c'è infatti periodo della storia dell'arte che non abbia visto artista cimentarsi con la rappresentazione del "poverello" di Assisi: una tradizione mai interrotta che ha origine in tempi molto vicini alla sua vicenda terrena. Da Giotto fino a Caravaggio, passando per Cimabue, Sassetta e Gentile da Fabriano, ogni episodio della vita del Santo è illustrato da una serie di tavole a piena pagina accompagnate da una citazione tratta dalle Fonti Francescane e da un testo descrittivo dell'episodio stesso e dell'iconografia a esso collegata. Correda il volume un apparato documentario che raccoglie alcuni scritti, preghiere e il testamento di Francesco.
L'arte occidentale degli ultimi duemila anni ha contratto nei confronti della fede cristiana un debito che difficilmente potrà ripagare; tale debito, va detto, è reciproco, e i capolavori custoditi nelle chiese e nei musei sono stati spesso vessilli e voce del messaggio di Cristo e hanno contribuito alla sua diffusione e alla sua comprensione. Il volume mostra questo profondo legame tra il mondo dell'arte e il cristianesimo, con la consapevolezza che per interpretare correttamente i capolavori artistici a tema religioso sia imprescindibile affiancare allo sguardo sensibile e analitico dello storico dell'arte la voce partecipe e profonda del teologo. I capitoli sono divisi in due parti: nella prima sono proposte le esegesi di alcuni passi significativi della Bibbia, nella seconda seguono i commenti storico-artistici di grandi opere d'arte raffiguranti quei passi: "La Creazione di Adamo e di Eva", "La "Sacra Famiglia" e "Il Giudizio Universale" di Michelangelo, "L'Annunciazione del Beato Angelico", "La Natività padovana" di Giotto, "Il Battesimo di Cristo" di Piero della Francesca, "La Vocazione di san Matteo" e "La Cena in Emmaus" di Caravaggio, "La Trasfigurazione di Raffaello", "L'Ultima Cena" di Leonardo da Vinci, "Il Crocifisso" di Cimabue, "Il Cristo morto" di Mantegna.
Il volume presenta una riflessione teologica sul pensiero e sugli insegnamenti di Paolo VI sull'arte in stretto rapporto con la fede.
Il simbolismo della risurrezione nell'arte cristiana, da quella paleocristiana al rinascimento. Una ricerca accurata tra opere note e meno note, che passa in rassegna i numerosissimi simboli che, nelle diverse epoche, gli artisti hanno scelto per rappresentare questa verità di fede: dalla fenice all'uovo, dal monogramma ai diversi simboli animali. Un percorso al tempo stesso di arte e di fede. Tra arte e fede: i simboli della Risurrezione.
Perché gli angeli hanno le ali e i diavoli le corna? Perché un santo è identificato con determinate caratteristiche e non altre? Come è possibile riconoscere i diversi santi nei dipinti? Questo libro propone un'indagine sul significato delle immagini, tracciando un percorso dal Paradiso all'Inferno e ritorno. Una guida essenzialmente visiva, un "invito alla lettura" per imparare a decifrare il messaggio dei capolavori della pittura che raffigurano scene sacre. Una ricca raccolta di informazioni, dati, notizie su ogni singolo tema, per capire la forma e il significato delle creature dell'aldilà - angeli e arcangeli, demoni, animali diabolici e infine i santi la loro natura, il loro aspetto e il culto di cui sono stati oggetto da parte degli uomini nei diversi momenti della storia.
La presente pubblicazione propone una rilettura delle opere di Renato Guttuso, attraverso gli occhi attenti di Mons. Crispino Valenziano (insigne teologo e critico d'arte) che apre nuovi scenari nella critica guttusiana. L'autore propone infatti nel testo un'esegesi biblica che accompagna l'analisi dei dipinti di ispirazione religiosa del pittore siciliano, proponendo non solo una nuova e preziosa chiave di lettura, ma aiutando a sfatare interpretazioni inesatte. Il volume, arricchito da diverse riproduzioni a colori, risulta di particolare interesse sia per gli storici e critici d'arte, sia per i non specialisti che, grazie a queste pagine, possono approfondire la conoscenza di uno dei più grandi artisti del Novecento italiano.
Nell'effervescente contesto culturale del secondo XIX secolo, la coscienza nazionale dell'Italia unificata riscopriva la propria identità storica e le radici artistiche; si incrementavano i cantieri di scavo archeologico e di ripristino architettonico: fra i più emblematici quello di Sant'Ambrogio a Milano. In quest'orizzonte, l'ingegnere francese Fernand de Dartein (1838-1912) redigeva l'Étude sur l'architecture lombarde et sur les origines de l'architecture romano-byzantine, prima e colossale indagine sul romanico in Lombardia, e svolgeva i suoi sopralluoghi alla basilica, documentati da schizzi, disegni e planches acquerellate preparatorie alle incisioni. A cent'anni dalla morte dello studioso francese, questa ricerca ne ricostruisce l'indagine e riesamina alcune questioni problematiche, cronologiche e strutturali, riconsiderando come la basilica di Sant'Ambrogio nell'Ottocento abbia avuto nuova vita e sia diventata la basilica che oggi conosciamo.
All'insegna dello studio del connubio fra porporati e artisti, alla cui volontà di educare e catechizzare per mezzo della bellezza dobbiamo molta parte del nostro patrimonio artistico e culturale, si svolge questo ciclo di Giornate di Studio. I contributi, presentati da studiosi attivi nell'ambito di istituzioni accademiche, museali e ministeriali italiane ed estere, concernono soprattutto il tessuto storico-culturale della città di Roma e del Lazio tra il Medioevo e il Settecento. L'argomento di questo secondo volume è l'ambiente artistico romano del secolo XVII dall'epoca del caravaggismo sino ai fasti del pieno barocco. Gli interventi vertono su Michelangelo Merisi da Caravaggio e il card. Alessandro Peretti Montalto (B. Granata), su Giovanni Baglione e il card. Paolo Sfondrati (H. Economopoulos; M. Gallo) su Nicolas Poussin , Gianlorenzo Bernini e il card. Giulio Rospigliosi (M. Gianfranceschi) e su Mattia e Gregorio Preti (L. Calenne): quest'ultimo contributo intende anche essere un omaggio a Mattia Preti nell'anno delle celebrazioni in occasione del IV centenario delle nascita del pittore.
L'Autore prosegue lo studio del rapporto tra arte e religione, prendendo in esame, con questo suo ultimo lavoro, i ritratti di Cristo nel mondo occidentale a partire dai primi secoli dell'era cristiana fino ai nostri giorni. Si sofferma in particolare su cinque passaggi epocali. Si parte dall'epoca paleocristiana (dal II al VII sec.) in cui il figlio di Dio era raffigurato come un giovane imberbe, il cosiddetto Buon Pastore"; vi è poi l'era medioevale, in cui si distinguono il Cristo delle invasioni barbariche e dell'Alto Medioevo (dal VII al XI sec.) e il Cristo gotico e della spiritualità francescana del Tardo Medioevo (dal XI al XIV sec.); si passa poi al Rinascimento (XV e XVI sec.) in cui la figura di Cristo appare spesso come un uomo dalle anatomie perfette e particolarmente realistiche; segue il periodo Barocco (dal XVII al XVIII sec.) in cui gli artisti cercano di raffigurare prevalentemente il lato emotivo di Gesù; si giunge infine all'era moderna (dal XIX sec. Ai giorni nostri), passando dal "soggettivismo" dell'Ottocento, al Cristo sulla Croce del XX secolo, fino alle raffigurazioni astratte dell'arte contemporanea. Il volume è arricchito da più di 60 riproduzioni a colori. "