Nuova evangelizzazione sta ad indicare un annuncio del vangelo rivolto a destinatari che dovrebbero averlo già ricevuto e/o conosciuto, ma che non lo vivono affatto, ovvero vivono come se non avessero ricevuto nulla riguardo a Gesù Cristo e al suo vangelo. Una situazione del genere è pastoralmente nuova e, perciò, implica un'opera nuova da compiere, dove il ruolo e l'azione della comunità cristiana rimangono decisivi. Di questo si è occupata la XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi e il Pontificio Istituto Pastorale Redemptor Hominis gli ha dedicato la sua annuale giornata di studio (7 maggio 2013).
«...una Chiesa che incontra dialogicamente il mondo contemporaneo, dialoga con il mondo contemporaneo, ma che incontra ogni giorno il Signore e dialoga con il Signore, e lascia entrare lo Spirito Santo che è il protagonista dell'evangelizzazione». Francesco Udienza generale del 22 marzo 2023 Città del Vaticano "Evangelizzare è servire la storia": non è uno slogan, è - innanzitutto - accoglienza e condivisione di una grande sfida per ogni comunità ecclesiale e, nello stesso tempo, un grande dono per tutti gli uomini di buona volontà che desiderano comprendere e vivere il cambiamento d'epoca.
Qual è lo stato di salute del Vangelo oggi? E quali possibilità hanno i nostri contemporanei, in ogni latitudine del globo, di incontrare Gesù? A queste domande cerca di rispondere il presente volume, nato dal contributo di tre autori che rappresentano tre mondi differenti: l'Oriente cristiano, l'Occidente secolarizzato e il Sud del mondo. Dimitrios Keramidas, teologo ortodosso greco, ripercorre la storia dei rapporti tra Chiesa e Stato e mira a una testimonianza comune dei cristiani per il bene dell'unità cristiana e della proclamazione del Vangelo. Jens-Martin Kruse, pastore luterano tedesco, parla senza illusioni della decrescita delle Chiese in Europa, ma rileva una sete e una ricerca di spiritualità che le sollecitano a evolvere verso una nuova comunicazione del Vangelo. Andrew Giménez Recepción, presbitero cattolico e missiologo filippino, sottolinea come la missione oggi si rivolga a ogni persona in tutte le situazioni di vita, sia nel mondo come "casa globale di Dio-, sia nel metaverso. Le prospettive qui delineate guardano con fiducia a un avvenire in cui il mondo globale si configura sempre più come villaggio, come comunità di vita.
Le indipetae (da Indias petentes) sono le lettere che i gesuiti europei inviavano al loro Superiore Generale per chiedere di partire per le missioni d'oltremare, le «Indie». Conservate negli archivi della Compagnia di Gesù, sono oltre 24.000, scritte tra il 1560 e il 1960, e sono nello stesso tempo lettere amministrative e spirituali, pubbliche e private. I giovani gesuiti cercavano di convincere il Superiore che Dio li aveva chiamati due volte: prima ad abbandonare il mondo, per entrare nell'ordine, e poi a lasciare le loro città e attraversare l'oceano, per dedicarsi alle missioni nelle terre lontane. A partire da queste lettere Emanuele Colombo compone una storia globale della vocazione, delle suggestioni culturali che l'hanno sorretta, dei sogni e dell'immaginario che l'hanno alimentata. Il libro si conclude nel Novecento quando, dopo quattrocento anni, la consuetudine di scrivere indipetae cominciò a declinare.
Perché leggere e conoscere padre Mario Borzaga, il missionario trentino ucciso in Laos nel 1960 e beatificato nel 2016? Cosa dice a noi oggi?
“Identikit” (2023, ed. Vita Trentina) propone il ritratto di un giovane da ascoltare e da guardare, perché “le sue parole e le sue fotografie lasciano un segno”, scrivono i due autori: padre Fabio Ciardi (docente di teologia della vita consacrata e direttore del Centro studi dei Missionari Oblati di Maria Immacolata) e Piero Damosso, giornalista e scrittore che sul missionario trentino ha scritto anche il libro “Romanzo d’amore”.
Il volume è un ritratto inedito, fotografico e spirituale, del missionario, sacerdote, alpinista, musicista, giornalista e scrittore trentino padre Mario Borzaga, che nel 1957, pochi mesi dopo essere stato ordinato sacerdote nella Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, partì per il Laos dove morì tre anni dopo insieme al suo catechista Paul Thoj Xyooj.
È stata l’associazione “Amici di padre Mario Borzaga” a promuovere questa nuova pubblicazione, curata da padre Fabio Ciardi che riprende il profilo di padre Mario attraverso le sue “Lettere agli Amici del Laos”, qui raccolte per la prima volta. Esse riportano non solo un’agile cronaca della sua missione e uno scorcio dell’ambiente laotiano, ma raccontano con parole sincere le fatiche e le paure di un giovane sacerdote in un contesto lontano.
Nella seconda parte il regista e documentarista Paolo Damosso propone un’esperienza emozionale e visiva: “Per questo nuovo libro – ci spiega Damosso – mi sono dedicato al commento di diciannove immagini che a mio parere rappresentano alcuni passaggi fondamentali della sua vita. Stiamo parlando di fotografie scattate nel cuore del secolo scorso, quando ogni istantanea era pensata, organizzata, preparata per visualizzare un momento da ricordare”.
Il terzo consiglio plenario dell'ordine dei frati minori cappuccini, celebrato a Mattli (Svizzera) dal 29 agosto al 22 settembre 1978, ha trattato il tema "vita e attività missionaria". Il documento finale del consiglio ha tra l'altro affermato che: "ogni vocazione francescana è fondamentalmente missionaria". Dopo quasi cinquant'anni, questo tema è ancora più che mai presente nell'attuale orizzonte ecclesiale, grazie anche al magistero e alle scelte pastorali di papa Francesco. L'avventura umana del vescovo Cirillo Giovanni Zohrabian (1881-1972) è stata segnata da "una spontanea dimensione apostolica senza frontiere", che ha dato alla sua vita proprio una caratteristica "fondamentalmente missionaria". Nella sua ansia apostolica padre Cirillo non ebbe soste, neppure dopo aver subito la tortura del palahàn. Un cammino, il suo, speso totalmente al servizio di Dio e dei fratelli. È quasi impossibile racchiudere in poche pagine una vita paradossale come quella di padre Cirillo, testimone dell'amore di Dio per gli uomini.
La vita di un missionario saveriano ricostruita tramite le sue lettere inviate a superiori e confratelli, in particolare durante gli anni di missione in Cina nella prima metà del Novecento. Dalla guerra civile alla prigione, dal brigantaggio all'avvento della repubblica e del comunismo, il trentino mons. Faustino Tissot visse tempi drammatici e faticose frustrazioni, mantenendo una fiducia granitica nella Provvidenza e affrontando ogni evento con enorme spirito di sacrificio, gioiosamente fedele alla sua missione evangelizzatrice. Ne esce il ritratto di un uomo e sacerdote di profonda umanità, ricco di doti spirituali e di grande spessore cristiano. E, fondamentalmente, di un ottimista, sempre convinto della sua scelta missionaria.
Dal 29 Settembre al 2 Ottobre 2022 si è svolto a Milano il 2° Festival della Missione; in questo volumetto sono riportati alcuni degli interventi più significativi.
L'autore descrive la riconfigurazione della missione in atto nella Chiesa del post-concilio, con particolare rilievo al pontificato di papa Francesco, facendo ricorso al concetto di modello. Sono sei i modelli passati in rassegna: missione come Annuncio, Incontro, Servizio, Liberazione, Fraternità ed Ecologia integrale. Al termine dell'analisi di ciascun modello, vengono individuati i punti di contatto tra i modelli, nel contesto di una missione poliedrica e di una ecclesiologia di comunione. Prefazione del card. José Tolentino de Mendonça.
In occasione dei quarant'anni dalla morte di Marcello Candia, l'autore ne ripercorre la vita, la sua grande opera caritativa per gli altri, in particolare per i più poveri dell'Amazzonia e per i lebbrosi, dimenticati da tutti in una terra lontana come il Brasile. L'autore vuole mettere in luce Candia quale figura di cristiano autentico. Arricchiscono il libro alcuni testi di Giorgio Torelli, giornalista che ha incontrato e intervistato più volte Marcello Candia e sul quale ha pubblicato con Àncora nel 2006 Marcello Candia che straordinaria persona.
Il domenicano francese Yves Marie Congar (1904-1995) fu tra i protagonisti del Vaticano II, a lui si devono parti consistenti di alcuni importanti documenti conciliari.