Dopo il primo volume di "L'uno e l'altro testamento. Saggio di Lettura", tradotto in lingua italiana nel 1985, l'editrice Glossa inaugura una nuova collana (Biblica) dedicata agli studi in ambito biblico, con il proseguimento del progetto di approfondimento del rapporto tra i due Testamenti del noto gesuita francese. Il testo, "L'uno e l'altro Testamento. 2. Compiere le Scritture", apparso in francese nel 1990, diventa ora disponibile anche in lingua italiana, impreziosito da un saggio introduttivo di A. Bertuletti, sul modello di teologia biblica elaborato da Beauchamp. Come è noto infatti, il nucleo della riflessione di Beauchamp in questa sua opera principale, verte sull'articolazione dei due Testamenti, come luogo proprio di elaborazione della teologia biblica, cioè di uno "studio del rapporto della Bibbia con la realtà; uno studio condotto da uomini che si interrogano su ciò che significa 'realtà'". Tale operazione comporta una lettura teologica del Libro sacro, procedente dalla fede, in grado cioè di comprendere il testo nella sua verità, che sta oltre la pagina, nell'origine che è in Dio stesso; si tratta cioè di passare dalla ricerca delle idee della Bibbia all'ascolto della sua 'Parola'. Primato del testo e del lettore permettono di elaborare la teologia che attraversa i due Testamenti; permettono altresì di cogliere Gesù come compimento delle Scritture e assieme a Lui, ogni lettore, di 'compiere' egli stesso le Scritture.
Tra i molti sentimenti che attraversano il Nuovo Testamento, dai Vangeli all’Apocalisse, in evidenza ci sono quelli della paura, dello spavento, dello sbigottimento, dello stupore, dell’estasi, del timore e del timore di Dio.
I protagonisti del NT sono Gesù e sua Madre Maria, ma anche gli apostoli in particolare e tutti i discepoli in generale.
L’autore esamina in modo magistrale il lessico che riguarda la psicologia dei sentimenti come la paura e il timore nei vari libri del NT, sottolineando l’abbondanza e la varietà lessicologica della lingua greca, in cui fu esposta la narrazione degli eventi che vanno dall’annunzio dell’Incarnazione del Figlio di Dio all’Apocalisse.
Da non sottovalutare la difficoltà oggettiva nel tradurre in italiano – o in un’altra lingua contemporanea a noi tutta questa ricchezza di sfumature.
Il volume è corredato da un ampio indice dei testi biblici e degli autori antichi, da un indice del lessico greco e da una ricca bibliografia.
Autore: Antonio Caiazza è nato a Sarno (SA) l’8 giugno 1940. Si è laureato in Lettere classiche presso l’Università degli Studi di Napoli e ha insegnato Lettere nei licei della provincia di Salerno. Ha pubblicato libri di storia, in particolare sul brigantaggio meridionale (La banda Manzo e Giuseppe Tardio). Con la MIMEP ha curato il volume delle Omelie di Antioco di San Saba.
Questo studio innovativo esamina il vangelo di Matteo sotto il profilo dell’etica dell’onore e della vergogna, che per la morale popolare del tempo erano valori centrali e strutturanti della vita quotidiana. L’attenzione a questo aspetto nell’interpretazione di un testo come il vangelo matteano non è dunque qualcosa di facoltativo: è impossibile leggere Matteo adeguatamente senza avere un’idea di base della struttura culturale del mondo mediterraneo antico. L’analisi sistematica che Jerome Neyrey sviluppa dei presupposti del primo vangelo mette in luce come la predicazione di Gesù significasse il ribaltamento del modo di vivere comune e la negazione delle nozioni correnti di onore e vergogna.
«Sarò Dio per loro e loro saranno popolo per me». L’alleanza è al centro degli scritti biblici. Definisce la relazione privilegiata tra il Dio Uno e il suo popolo e chiama Israele a mettersi in piedi, a (ri)alzarsi nelle difficoltà, a camminare. Entrarvi significa assumere delle responsabilità particolari, verso se stesso, verso Dio, verso la creazione e tutta l’umanità. Dal Deuteronomio a Osea o Isaia, da Giosuè a Geremia, Ezechiele o Malachia, Israele è invitato a respingere qualsiasi forma di idolatria per rivolgersi al suo liberatore, un partner esigente e amorevole: YHWH.
Sommario
Presentazione (G. Billon). Introduzione. I. Quadro generale. II. Constatazione di fallimento e di rottura. III. Lettura di testi scelti. IV. Conclusione: l’alleanza, stabilità in movimento. Bibliografia.
Note sull'autore
Elena Di Pede, dottore in Teologia, è docente di Esegesi dell'Antico Testamento al dipartimento di Teologia dell’Université de Lorraine – Metz (Francia). Le sue ricerche vertono sui libri profetici, essenzialmente da un punto di vista letterario e sincronico.
Il libro espone, in maniera originale e ben documentata, la formazione dei Vangeli, mettendo in luce l'evoluzione che da Gesù arriva alle quattro diverse rappresentazioni canoniche (Matteo, Marco, Luca, Giovanni), che stanno alla base degli insegnamenti delle Chiese occidentali cristiane. - Dopo l'Introduzione che chiarisce l'attualità del tema, l'autore ripercorre la formazione dei quattro Vangeli, esponendone contenuti e specificità, facendone vedere le differenze, la storia che li ha prodotti e le diverse tendenze cristiane che essi generano.
Esercizi spirituali sul quarto capitolo del vangelo di Giovanni: l'incontro di Gesù con la Samaritana al pozzo di Sicar. Una donna si reca al pozzo ad attingere l'acqua. Il racconto parla di una persona concreta con storie e relazioni proprie; al tempo stesso, però, la donna rappresenta il popolo dei Samaritani, di cui rispecchia la mentalità. Di più, l'assenza del nome dell'interlocutrice fa assumere alla donna un ruolo universale, la personificazione dell'umanità alla ricerca del rapporto con il divino. E Gesù, la fonte, è lì che aspetta al pozzo profondo della sapienza che ha dissetato molti ricercatori del senso vero dell'esistenza.
Gesù, oggi, avrebbe utilizzato la rete? Probabilmente sì, perché luogo frequentato quotidianamente da folle innumerevoli, nuovo agorà in cui poter manifestare le proprie idee.
Ceto: i limiti di tale strumento sono evidenti e non sostituiscono in alcun modo l'esperienza personale di un cammino di fede comunitario, ma non abitare la rete diffondendo la Parola sarebbe davvero una imperdonabile trascuratezza da parte della comunità cristiana.
L’icona della tenda, in ambedue i Testamenti, copre una serie di significati che possiamo raccogliere in questo ordine: la tenda come abitazione di Dio e come luogo privilegiato della presenza di Dio in mezzo al suo popolo, la tenda come luogo di incontro tra Dio e Israele, come pure tra Mosè e il suo Dio, la tenda come abitazione degli uomini (segnatamente la tenda come abitazione dei giusti e degli empi), la tenda come immagine del corpo umano che prima o dopo dovremo abbandonare. Di fronte a questa dovizia e varietà di significati potremmo sentirci smarriti ma, per fortuna o per grazia, abbiamo ricevuto un criterio di interpretazione che ci porta al cuore della rivelazione biblica e della fede ebraica e cristiana. La tenda è e deve essere considerata anzitutto come “luogo”: non in senso materiale bensì nei suoi risvolti spirituali e mistici. È il luogo dell’appuntamento che il Signore Dio rivolge a tutti noi; è il luogo dell’incontro nostro con lui; è il luogo nel quale possiamo sperimentare che cosa significa essere per Dio figlio, amico e sposa.
Mical, figlia di Saul e sposa di Davide, è un personaggio minore dei libri di Samuele, eppure la sua storia non lascia indifferente il lettore.
Usata come pedina dal padre per attirare Davide a corte ed eliminarlo.
Usata da Davide per acquistare il titolo di "genero del re" e così legittimare le sue aspirazioni al trono.
La storia di Mical è il racconto di una trasformazione: dall'obbedienza al padre alla disobbedienza; dall'amore per Davide al disprezzo.
La prima parte di questo studio cerca di dimostrare, con l'ausilio del metodo storico critico, come questa trasformazione sia il frutto di interventi di scrittura di epoche e di autori diversi confluiti nel testo finale dei libri di Samuele che si formò in un arco di tempo che va dall'VIII sac. a.C. fino alle soglie dell'epoca ellenistica. All'analisi narrativa delle tradizioni è dedicata la seconda parte di questo lavoro che rivela come attraverso Mical il testo finale arrivi ad una critica aspra e disincantata della monarchia e del potere.
Cristiano D'Angelo insegna Antico Testamento presso la Facoltà teologica dell'Italia centrale (Firenze). É vicario per la pastorale della diocesi di Pistoia e parroco di Bonistallo. Collaboratore delle riviste Vivens Homo, Parole di Vita, Parola spirito e vita. Tra le sue pubblicazioni per altri tipi: IL libro di Rut, Commento teologico e letterario (2004); L'amore del trafitto (2007); Non è per caso. Sussidio per la catechesi con i fidanzati (2008).
Di fronte alla critica biblica occidentale e tradizionale che spesso si è distinta per autorizzare e suffragare lo stato di schiavitù non soltanto di Onesimo – lo schiavo che dovrebbe stare al centro della lettera di Paolo a Filemone, padrone di schiavi –, ma anche degli schiavi africani condotti a forza nel continente americano e qui dominati in condizioni disumane e disumanizzanti, i saggi raccolti in questo volume si pongono dalla prospettiva contingente e contestuale del non libero che non ha mai potuto essere che non razionale, non puro, non bianco, non maschio, non uomo. La modernità non ha eliminato l’oppressione dall’esperienza umana e la schiavitù continua a esistere ancor oggi, Onesimo vive ancora con noi e anche Filemone è ancora tra noi. Da punti di vista diversi, i vari studi mostrano come – nonostante l’abuso abominevole che si è potuto fare della lettera a sostegno della causa schiavista – Paolo in tutti i limiti della sua ambiguità ha sempre tenuto fermo che senza la carne, e la carne dello schiavo ristabilito nella sua giustizia, non può esserci riconciliazione.
Per lungo tempo dimenticato dalla liturgia e dagli studi biblici, il Vangelo di Marco scuote continuamente il lettore, che deve abbandonare le proprie certezze originarie per entrare in un mondo nuovo, quello del regno di Dio.
Seguendo la traccia degli studi di analisi narrativa, che si sono affermati negli ultimi trent’anni, Camille Focant invita a considerare attentamente l’arte di raccontare di Marco attraverso cinque chiavi di lettura: il quadro narrativo, la trama, la questione della legge di Mosè, l’importanza dei luoghi (casa, sinagoga, Tempio, sepolcro) e il significato della Passione. Questi cinque punti di riferimento permettono di comprendere meglio l’interpretazione che Marco dà di Gesù «il Nazareno», definito immediatamente «Cristo, Figlio di Dio».
Sommario
Prefazione (G. Billon). Introduzione. I. Il quadro narrativo del vangelo. II. La trama del vangelo e la cristologia di Marco. III. La Legge come buona notizia? IV. Verso una casa di preghiera per tutte le nazioni. V. Il senso della passione. Elenco dei fuori testo. Per l’approfondimento.
Note sull'autore
Camille Focant è professore emerito di Esegesi del Nuovo Testamento, decano onorario della Facoltà di Teologia e vicerettore onorario all’Università cattolica di Lovanio. È membro della Regia Accademia del Belgio e della Studiorum Novi Testamenti Societas (Cambridge). Presso le EDB ha pubblicato con A. Wénin La donna la vita. Ritratti femminili della Bibbia (2008) e con Daniel Marguerat ha diretto il Commentario del Nuovo Testamento, pubblicato da EDB nel 2014.
Nel cammino della vita il Signore mi aiuta davvero o resta indifferente di fronte alle mie scelte, ai fatti che mi capitano, alle mie gioie e alle mie sofferenze? L'interrogativo non può non scontrarsi con il mistero del male. E la domanda sul male torna a lambire la battigia del rapporto con Dio: cosa fa l'Onnipotente quando il male, nelle sue varie forme, mi colpisce?
L'Autore s'incammina sui due versanti opposti di questo Everest dello spirito umano, che, da che mondo è mondo, sfida chiunque tenti di scalarlo sia sulla pista della ragie che su quella apparentemente meno scoscesa della fede. In questo percorso egli non può non lasciarsi aiutare dalla parola di Dio, che rivela come lo Spirito Santo prenda ogni nostro gemito che anela al bene e lo unisca alla preghiera stessa che il Figlio risorto eleva al Padre.