Una raccolta di canti per la Messa di Avvento e Natale, che si snodano secondo l’itinerario e le celebrazioni proposti dalla liturgia. Tutti i brani di quest’opera sono carichi di atmosfera, trascinanti e coinvolgenti, adatti in particolare ad assemblee giovanili: da Prepariamo la via, nel quale risuona la voce del Battista, all’invocazione Maranatha! Vieni, Signore Gesù!, canto del popolo di Dio; da Viene in mezzo a noi, che ripropone in forma moderna le antiche antifone “O” il cui testo annuncia la venuta di Cristo, a Oggi è nato il Salvatore, in cui si rallegra il cielo che spalanca le sue porte e la terra si apre per accogliere il Verbo di Dio. È una proposta per arricchire e rinnovare il repertorio dei canti liturgici e animare le celebrazioni di Avvento e Natale con animo gioioso, fidandosi della promessa di Dio e cantando di cuore la speranza che rinasce.
IL CONTENUTO DELLO SPARTITO Testi e Spartiti per Voci (40 pagine).
I TITOLI DEI BRANI Prepariamo la via – Maranatha – Ti accolgo Signore – Stillate o cieli – Viene in mezzo a noi – Dio ha visitato il suo popolo – Betlemme di Efrata – Oggi è nato il Salvatore – L’anima mia magnifica - Rallegrati
Tutto Renato Zero, anno per anno, disco per disco, canzone per canzone, parola per parola. Una ricostruzione attenta e scientifica della vita e della carriera, partendo dalla sua opera e attraversando migliaia di documenti: interviste, rassegne stampa, programmi di sala, saggi, inchieste, testimonianze, filmati, speciali TV, registrazioni radio.
Dio ha tanto amato il mondo è una nuova raccolta di canti liturgici di Mons. Marco Frisina. Una Messa per orchestra e coro, registrata con l'esecuzione dell'Orchestra Supernova e del Coro della Diocesi di Roma, realizzabile da Scholae Cantorum e cori parrocchiali, ma anche, per la sua cantabilità, dalle assemblee liturgiche.
Il cuore misericordioso di Dio
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna (Gv 3,16).
Il dialogo tra Gesù e Nicodemo, riportato nel Vangelo di Giovanni, ci rivela il cuore misericordioso di Dio. Il Padre ha donato il Figlio per amore del mondo, per redimerlo, per accoglierlo nuovamente tra le sue braccia, come il figlio della parabola che si era allontanato dalla casa del padre dissipando tutti i suoi beni in una vita di peccato. Il cuore del Padre è sempre aperto verso il mondo e per questo invia il Figlio unigenito affinché il suo sacrificio d'amore lo salvi liberandolo dalle tenebre che lo stringono.
Le vicende odierne creano a volte paure ed ansie, sembra che il peccato dilaghi, che la violenza e l'ingiustizia trionfino, sembra che il mondo sia irreparabilmente perduto e che il Vangelo non sia ascoltato. Ma il Signore ci ricorda che il suo amore è più forte, che la misericordia può vincere la durezza del cuore dell'uomo, la grazia che scaturisce dall'amore di Cristo può trasformare il mondo ridonando speranza, pace e gioia.
Operatori di misericordia
L'anno giubilare che ci accingiamo a vivere ci ricorda proprio questo e ci invita a tornare fiduciosi alla casa del Padre per essere abbracciati da lui e poter vivere la festa stupenda che è stata preparata per coloro che sono perdonati e amati. Nello stesso tempo sarà un anno in cui ritrovare il coraggio della testimonianza e dell'impegno per farci strumento di salvezza per il mondo che ha bisogno della luce del Vangelo. Sarà un anno di gioia e di misericordia, di pace e di riconciliazione, saremo chiamati a riscoprire il volto misericordioso del Padre e a divenire noi stessi operatori di misericordia, come suoi veri figli.
Questa raccolta di canti vuole essere un contributo per riscoprire la ricchezza inestimabile del Vangelo che rivela il cuore misericordioso del Padre.
Tematiche dell'opera
Oltre alle parti dell'ordinario della Messa, sono proposti alcuni canti il cui testo richiama le tematiche dell'Anno della Misericordia. La parabola degli invitati alle nozze ci ricorda l'invito che Dio fa al mondo di partecipare al banchetto dell'amore di Dio, così come le parole di Gesù a Nicodemo, che sottolineano la grandezza dell'amore del Padre. Il giudizio finale, raccontato dal Vangelo di Matteo, ci presenta il mistero della presenza di Gesù tra noi, egli si identifica con ogni povero a cui abbiamo aperto il nostro cuore. L'inno alla Mater misericordia ci ricorda l'intercessione materna della Vergine Maria, mediatrice di grazia e di misericordia, che ci accompagna nella vita di ogni giorno e sotto il cui manto possiamo trovare rifugio e conforto. La Preghiera semplice della tradizione francescana ci presenta invece le esigenze della vita cristiana: tutti noi siamo chiamati a farci strumento di misericordia e di amore per poter vivere la gioia e la pace vera che nascono dall'amore di Dio, vissuto concretamente e attivamente a vantaggio dei nostri fratelli.
Possa questo nuovo anno di grazia plasmare il nostro cuore ad immagine del cuore di Cristo, affinché possiamo annunziare al mondo il canto nuovo d'amore e di gioia che scaturisce dalla Redenzione.
Tu chi sei? Io sono Nonno Bach. Comincia così, con una domanda semplice e una risposta curiosa, la conversazione che Ramin Bahrami intreccia con un bambino vestendo i panni dell'amatissimo Johann Sebastian, che ha scelto come guida, sommo maestro e nume tutelare fin da quando era a sua volta un bambino. Per Bahrami non c'è alcun dubbio: Bach è il musicista più grande di tutti i tempi. E dargli voce vuol dire farlo conoscere a chi ne coglie solo la solennità distante e rischia di farsi intimidire da quella sua apparenza così seria. Bach amava la vita, il buon vino, le risate, la sua famiglia, ed era curioso, irascibile, veemente. Irascibile lo è ancora, in verità, quando dal paradiso dei musicisti guarda in giù e vede un mondo che non gli piace, dominato dall'egoismo e dal calcolo. Ma cambiare si può, e Bach-Bahrami non si stanca di ripeterlo: basta aprire cuore alla musica e lasciarla entrare. Età di lettura: da 12 anni.
Ma che cosa è mai la musica classica? Sappiamo darne una definizione? In che cosa è diversa dalla musica tout court? Se pensate che in questo libro troverete le risposte a queste domande, ecco, vi state sbagliando. L'autore non ha queste certezze, non dà definizioni: il suo mestiere è quello di scrivere musica (classica) e dunque in un certo senso lavorare per le nostre orecchie. Così in questo Nicola Campogrande ci regala una riflessione contemporanea e appassionata sulla dimensione dell'ascolto e del silenzio, sui concerti e i loro luoghi, sulle esecuzioni e sugli esecutori. Ma soprattutto sulle nostre - e le sue - emozioni di ascoltatori, attenti e innamorati, distratti o svogliati, colti o impreparati, ma in ogni caso felicemente avvolti e travolti dalla magia della musica.
La bellezza non è una semplice questione di simmetrie e di proporzioni, ma riguarda la vita concreta dell'anima, è nutrimento dello spirito che cerca Dio. Risponde a questo criterio l'essenza del canto gregoriano che, con la riforma liturgica postconciliare, è stato inesorabilmente mandato in esilio per lasciare luogo a una musica e un canto che di sacro, e quindi di bello, hanno poco o nulla. Questo libro pone la questione in modo stringato e tagliente tracciando, con numerosi esempi tratti dal repertorio, un profilo del canto che per secoli ha sostenuto la preghiera liturgica della Chiesa. Il lettore scoprirà così che l'abbandono del gregoriano non è altro che l'ennesimo risvolto della rinuncia all'inappellabilità del dogma e dell'abbandono del munus docendi da parte della gerarchia cattolica inaugurati con la primavera conciliare.
Arturo Toscanini incarna l'archetipo del direttore d'orchestra: perfezionista, irruenti, instancabile. Nel 1935, Paul Stefan, acclamato critico musicale, dedica al Maestro questo ritratto, scritto con rigore e passione, e qui riproposto con un'introduzione di Stefan Zweig.
Hanno inventato il 'beat', sono stati, assieme a Bob Dylan, i padri del rock, hanno scritto alcune delle canzoni più belle e famose del secolo scorso, hanno contribuito a rendere 'visibili' i giovani, hanno stabilito nuove regole d'abbigliamento e di vita, hanno fatto crescere i capelli a un'intera generazione, hanno cambiato alcune regole della nostra vita e molto, molto altro ancora. Il tutto con una dozzina di album, tutti passati alla storia, e in meno di dieci anni, tra il 1962 e il 1970. Un decennio rivoluzionario sotto molti punti di vista, così com'erano rivoluzionari i Beatles. Rivoluzionari erano il loro modo di stare in scena, il loro abbigliamento, i loro atteggiamenti privati e pubblici, la loro ricerca sonora, il modo di comporre, di usare lo studio di registrazione, di proporsi in pubblico, di sparire dalle scene, e la lista potrebbe continuare a lungo. La musica pop, tutta la musica pop, ha un enorme debito verso i Beatles. Non soltanto le band e gli autori che hanno deliberatamente preso spunto dalla loro lezione, ma anche chi, per contrasto, l'ha rifiutata, perché entrambi, i 'favorevoli' e i 'contrari', hanno dovuto fare i conti con gli straordinari cambiamenti, le radicali innovazioni, le incredibili invenzioni dei quattro di Liverpool. Innovazioni che hanno cambiato in maniera radicale il volto della musica popolare, l'hanno trasformata, aperta, liberata, portandola a essere arte.
Energico e poetico interprete della grande tradizione narrativa americana, Bruce Springsteen ha lasciato una traccia profonda nella storia del rock per la straordinaria capacità di raccontare con le sue canzoni storie, personaggi, ambienti. E anche quando ha rivolto l'attenzione su di sé e sulla propria vita ha sempre preferito affidare le sue idee ai dischi, più che intrattenersi con i media. Ma ogni volta che ha concesso un'intervista, il risultato è stato sorprendente, per il coraggio con cui ha rivelato al grande pubblico il tormentato mondo interiore di un artista che non smette di interrogarsi sul proprio ruolo nella società, sul rapporto con i "ragazzi" della E Street Band, sul legame "familiare" con la fedele e nutrita comunità dei suoi fan e sulla profonda contraddizione che si è aperta oggi fra realtà statunitense e "sogno americano". In questa ampia raccolta di interviste rilasciate nell'arco della sua ormai ultraquarantennale carriera, Springsteen ripercorre il suo laborioso processo di formazione personale e artistica, strettamente intrecciato a passaggi cruciali della storia americana della seconda metà del secolo scorso. In contrasto con lo stereotipo del rocker naif, grezzo se non addirittura superficiale e ambizioso, Springsteen si dimostra musicista di spessore, lucido e coerente, con una forte tensione morale e politica, perfettamente consapevole delle proprie responsabilità nei confronti del pubblico e delle trappole insite nell'industria musicale e nella cultura del successo.
Musicista riservato e spesso concentrato sul proprio strumento, Dodi Battaglia è in realtà un uomo aperto alla vita, animato da una grande passione, disponibile per chiunque lo avvicini con sincerità e forte dell'ironia tipica della Bologna in cui è nato. In questo libro ha preso la parola, per la prima volta, per raccontare a suo modo quello che c'è stato e c'è dietro una carriera ricca di tanti successi e soddisfazioni: anni di gavetta e di furgoni, di incontri fortunati e di momenti difficili, di impegno costante e di sorprese, di amori, di addii e nuovi inizi. Fitto di aneddoti, ricordi, rivelazioni e retroscena, il libro non si limita alla musica, ma affronta anche argomenti importanti e sensibili come gli affetti famigliari, la paternità, la religione e la spiritualità, i valori. A completare il racconto, un capitolo di testimonianze inedite di colleghi e amici.
Negli ultimi anni discipline come l'antropologia e la genetica hanno percorso a ritroso la storia plurimillenaria di homo sapiens, fino a rintracciare e portare allo scoperto le radici profonde della nostra civiltà, dall'origine del pensiero simbolico a quella del linguaggio. Finora, però, ad eccezione del lavoro di Steven Mithen, Alan Lomax e pochi altri, la grande assente in questo quadro storico è stata la musica, che pure è un elemento fondamentale della cultura dell'uomo. Victor Grauer colma questa lacuna. "Musica dal profondo" è ad oggi uno degli studi più aggiornati e rigorosi di etnomusicologia, ma non solo; partendo dall'analisi delle tradizioni musicali di pigmei e boscimani (tracce ancora vive dei suoni prodotti dai nostri antenati centomila anni fa) è un libro capace di creare connessioni culturali profonde, e raccontare al lettore la storia prima della storia.
La vita di Gioachino Rossini è più avventurosa di quella dei quattro moschettieri messi assieme, è un romanzo. Da ragazzino povero a uomo ricco e infelice, da giovane di "sinistra" a vecchio di destra però sempre pronto a sfottere imperatori e impostori. Ci sono più di mille donne nel catalogo di Gioachino, una lista che avrebbe imbarazzato Leporello. Dopo i primi successi è talmente popolare che le ragazzine lo rincorrono per la strada tagliandogli pezzi di vestito da dosso, come succederà con i Beatles, e, se possibile, qualche ciocca di capelli. Lo scrive Lord Byron, furibondo che qualcuno fosse diventato ancora più famoso di lui. Delle opere di Rossini tutti conoscono Il barbiere di Siviglia (del quale quest'anno ricorre il bicentenario, fu composto nel 1815), ma, con la rinnovata percezione del grande compositore, si vanno riscoprendo le opere "serie" e in particolare la sua ultima, il Guillaume Tell, che spalanca le porte al Romanticismo. C'è totale follia ne L'Italiana in Algeri, e Il Turco in Italia è surreale, ante litteram. Ma il vero fulcro tematico del libro è perché Rossini abbia smesso di comporre all'ancora verde età di trentasette anni. La risposta che dà Gaia Servadio si basa sull'analisi critica di un epistolario trovato solo di recente. Oltre 250 lettere che esprimono bene lo humour feroce del Maestro, le sue passioni nascoste ma anche il male e il bene di vivere. La pazzia e il genio sono fratelli gemelli, non solo in Mozart, ma anche in Rossini.