Haley Ellison ha sedici anni, studia alle superiori e fa la maestra di equitazione nel ranch a Houser Banks, una cittadina del Missisippi dove lavora coi cavalli anche suo padre Ire. La madre è scappata quando lei aveva sei anni per vivere la sua vita e il padre ha una nuova compagna, Gwyn, che aspetta un bambino, e molti amici inclini al gioco, alla bottiglia e a menare le mani. Haley ha una relazione con Bo Dickens, un amico di famiglia della stessa età di suo padre, col quale condivide un segreto inconfessabile: una sera, a casa sua, Bo ha ucciso un nero che minacciava Ire. Bo approfitta della cosa per soggiogare sessualmente la ragazza, all'insaputa di tutti. Haley però è innamorata di Fletcher Greel, il figlio del giudice del paese.
Nel 1942, ad Atene, un appartamento viene requisito per ospitare un ufficiale tedesco. Nell'appartamento vivono gli Helianos, una coppia di mezza età un tempo agiata. Lui è un intellettuale, spiritoso e paziente. Lei una donna di casa, ansiosa e malaticcia. Hanno un ragazzo di dodici anni animato da melodrammatiche fantasie di vendetta, e una bambina di dieci, una pesante bambola di carne forse ritardata. Con l'arrivo del capitano Kalter, tutto è cancellato. Metodico, ascetico, crudele Kalter è un dio-soldato che impone il terrore.
Un giovanissimo miliardario vive in un attico su tre piani, colleziona quadri e squali, ha una moglie di prestigio e patrimonio adeguati. Una splendida mattina, spinto da una strana inquietudine, sale in limousine e dice all'autista di portarlo dall'altra parte di Manhattan, nel West Side per "tagliarsi i capelli". Inizia così un viaggio che è una metafora, un attraversamento da est a ovest del cuore del mondo in una sola giornata, un percorso alla ricerca della proprie radici e della morte.
Il sole tramonta a San Francisco e la Youki Singe Tea Room è quasi deserta. Bizzarro e miracoloso miscuglio di Giappone e Francia, con la sua boiserie di mogano, consunta e annerita come quella di un cllub per soli uomini di una città coloniale. Nel corso della sua vita, il locale ha intrettenuto immigrati italiani e ricche ereditiere californiane, beatnik alcolizzati, figli dei fiori, scaricatori di porto e donne sfacciate. Ora, però, accoglie unicamente la gioventù più disincantata della città.
Nel 1998 la famiglia di Ward che, negli anni Sessanta, aveva vissuto a Teheran e che, dalla caduta dello Scià e dall'inizio della Rivoluzione islamica, non vi aveva messo più piede, decide di approfittare delle aperture del neopresidente iraniano Khatami per intraprendere un viaggio in Iran. Ma questo viaggio nella memoria è anche un viaggio alla ricerca di Hassan: Hassan Ghasemi era il cuoco e giardiniere della famiglia e con lui si era stabilito un rapporto che andava ben al di là del tradizionale rapporto di lavoro anche perché la famiglia Ward ha caratteristiche umane atipiche, aliene dai vizi e dalle manie di onnipotenza degli occidentali che, per ragioni diplomatiche o per lavoro, vivono nei paesi asiatici e africani.
Nella cantina di casa di un insegnante di matematica, Cornelius Engelbrecht, un signore sobriamente vestito, dal carattere chiuso e dall'atteggiamento sfuggente, giace un quadro prezioso che ritrae una ragazza vestita di blu. In un momento d'abbandono e di inconsueta familiarità, Engelbrecht confida a un amico che il quadro, palesemente risalente al XVII secolo, è una delle opere "ignote" di Vermeer, il grande pittore olandese. Suo padre, ufficiale nazista durante la guerra, l'aveva trafugato a una famiglia ebrea.
Il romanzo, scritto nel 1926 a Parigi, segna la rottura dell'autore con Sherwood Anderson, uno degli scrittori che più influenzarono la sua formazione propugnando la ribellione alle regole strutturali della narrativa americana. Ma mentre Anderson non era riuscito, distrutte le regole, a costruire nelle sue opere alcun disegno coerente, Hemingway seppe trovare una nuova tecnica formale. E in questa feroce satira riecheggia grottescamente tutti i più tipici motivi andersoniani.
Senza un soldo in tasca, in balìa di un lavoro che detesta con tutte le sue forze, un ragazzo di ventisei anni decide di chiedere consiglio a un uomo ricchissimo, il Milionario, perché lo aiuti ad avere successo. Ma il Milionario ha in serbo per il ragazzzo una lezione importante, ben più importante del segreto per diventare ricchi. Una lezione che cambierà la vita del ragazzo e lo renderà felice.
Dopo aver raccontato, nelle "Ceneri di Angela", la sua infanzia "infelice, irlandese e cattolica" come il più atroce e ilare dei mondi possibili, McCourt ci trasporta qui nell'America del secondo dopoguerra. E precisamente in una New York proletaria, dove fra case di mattoni rossi, pub di emigrati irlandesi e banchine ingombre di merci, con la quinta lontana e irraggiungibile di Manhattan, Frankie si trova a percorrere, passo dopo passo, un faticosissimo apprendistato.
Calliope, detta Callie, poi Cal, una rara specie di ermafrodito, ha vissuto i primi quattordici anni della sua vita come bambina, senza che nessuno si accorgesse della sua anomalia, fino a quando l'arrivo della pubertà l'ha sottoposta (sottoposto) a inevitabili trasformazioni. E adesso, uomo adulto, vuole scoprire le origini della mutazione genetica responsabile di questa sua "eccentricità biologica", e per farlo ripercorre l'intensa, drammatica e a sua volta alquanto "eccentrica" storia della famiglia Stephanides.
Un piccolo raffinato college nel Vermont. Cinque ragazzi ricchi e viziati e il loro insegnante di greco antico, un esteta che esercita sugli allievi una forte seduzione spirituale. A loro si aggiunge un giovane piccolo borghese squattrinato. In pigri weekend consumati tra gli stordimenti di alcol, droga e sottili giochi d'amore, torna a galla il ricordo di un crimine di inaudita violenza. Per nascondere il quale è ora necessario commeterne un altro ancora più spietato...