La spiritualità del Cuore di Cristo è strettamente legata a quella della Compagnia di Gesù, e il percorso tracciato da sant'Ignazio di Loyola conduce ad un incontro a tu per tu con il Signore affinché - con le parole del santo Fondatore della Compagnia - di più possiamo amarlo e servirlo. In fondo, questo è possibile anche attraverso la lettura di un testo o l'ascolto di contenuti audio-visivi, come quelli curati dall'autore su You-Tube dai quali questo libro nasce.
Che cosa conta davvero, nella vita, e che cosa è destinato a restare? Quali sono i capisaldi irrinunciabili, per vivere un'esistenza buona? Che cosa non vorrei rimpiangere, alla fine del cammino? Sedmak, filosofo salisburghese e studioso di etica, va alla ricerca di una risposta sondando differenti esperienze di vita, reali e letterarie, e lasciandosi istruire da queste esperienze. Così facendo, ci accompagna in un viaggio suggestivo in cui scoprire i luoghi dove si nasconde il senso della vita e dove può fiorire e portare frutto l'amicizia con se stessi. Ecco dunque un'autentica e affidabile fonte di ispirazione per quanti hanno a cuore la propria vita: un libro che insegna a guardare consapevolmente e serenamente a se stessi.
Il volume raccoglie una selezione di oltre 330 lettere, perlopiù inedite, scritte da Chiara Lubich negli anni della Seconda guerra mondiale, del Secondo dopoguerra e della lenta ricostruzione politica, economica e morale dell'Italia. In un Paese e in un mondo lacerato, Chiara Lubich annuncia e diffonde, attraverso questa corrispondenza, la sua fede indefettibile nell'unità spirituale e sociale alla quale forma tantissime persone: i familiari, il primissimo gruppo di ragazze e giovani che si coinvolgono nella sua "divina avventura", personalità civili e religiose. Il genere letterario epistolare dà la possibilità di rivelare le parte più personale di Chiara e di esprimere i suoi pensieri nel modo più immediato ed efficace.
Questo libro raccoglie i messaggi che la Madonna, Gesù e Dio Padre hanno inviato, per il tramite di Gisella, all’umanità nel sesto anno delle apparizioni di Trevignano Romano. Esso integra la raccolta contenuta nel libro Cinque anni con Gesù e Maria pubblicata in occasione del quinto anniversario di queste importanti rivelazioni celesti.
«Figli miei, adorate il vostro Dio con tutto l’amore che avete nel cuore, inginocchiatevi al Re dei Re, parlate con me, vi avevo anticipato che quando sentirete parlare di eutanasia, figli contro genitori, assassini senza scrupoli e venti di guerra, significa che il tempo è vicino, ma voi non temete se starete con me. Pregate, perché questa umanità ha trafitto il mio cuore e voi statemi accanto così che io vi possa riconoscere davanti al Padre mio. Figli e fratelli, aprite i vostri cuori alla grazia, le vostre orecchie all’udito, siate essenziali senza pensare alla luce falsa di questo mondo. Con la superbia e l’orgoglio hanno distrutto il paradiso lasciatovi dal Padre mio. Umanità perversa, neanche un po’ d’amore per me, eppure Io ho preso i vostri peccati abbracciando la morte come agnello sacrificale, tutto vi era stato perdonato. State vivendo peggio di Sodoma e Gomorra e allora cosa vi aspettate? Il tempo della misericordia è alla fine e inizierà il tempo della giustizia. I miei sacerdoti hanno infangato e usato il mio Santissimo Nome per far fluttuare eresie e blasfemie. Oh, quanto sarà grande il loro dolore! Figli, fatemi ancora un po’ compagnia e consolatemi con il vostro amore ed Io vi ricompenserò generosamente. Vi amo e vi benedico nel nome del Padre, nel mio Nome e dello Spirito Santo»
(Messaggio di Gesù del 14 febbraio 2022)
Il Maestro ha parlato attraverso la saggezza dei teologi e dei santi della Chiesa, antica, medievale e moderna e non dovremo sorprenderci di trovare in questo libro tanti riferimenti che hanno visto nella spiritualità del Sacro Cuore un luogo di unificazione, semplice e e adatto a chiunque desideri attingere acqua alla sorgente viva dello Spirito (Is 12,3).
Possiamo perdonare un genitore che non ci ha amati? E il partner che ci ha traditi? E cosa dire di noi stessi? Torti, ingiustizie, abbandoni, tradimenti, come un coltello affilato, possono creare ferite profonde e difficili da sanare che spesso ci portiamo addosso per tutta la vita. Esiste però un «balsamo miracoloso» per la loro cura che il mondo scientifico ha riscoperto solo negli ultimi trent'anni: il perdono. Pratica antichissima e universalmente diffusa, il perdono ha il potere non solo di sanare le ferite emotive, ma anche di migliorare notevolmente la salute fisica e il benessere psicologico. Purtroppo, però, la via verso il perdono è irta di ostacoli e richiede di disporre di strategie efficaci per superarli, come quelli messi a punto nell'ambito della Psicoterapia Breve Strategica.
Al centro delle riflessioni di mons. Forte vi è il profondo rapporto che per il credente cristiano esiste tra legge e grazia, che in Matteo emerge in particolare proprio dal discorso della Montagna. Da una parte, le beatitudini rappresentano la biografia del Figlio di Dio venuto nella carne, perché soltanto in Lui ognuna di esse trova la sua piena realizzazione; dall'altra, proponendo Gesù come il modello cui guardare, esse descrivono le caratteristiche del discepolo che segue il suo Signore lasciandosi abitare e guidare da Lui. L'"imitazione di Cristo" è infatti il farsi presente del Risorto in noi: «Non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato sé stesso per me» (Gal 2,19s). Il discepolo è invitato, pertanto, ad avvicinarsi alle beatitudini per imparare da esse a divenire nuova creatura con la grazia che gli viene dal Signore Gesù: in esse riconosce il progetto e il percorso della santità secondo il Vangelo, perché il santo è chi vive la vita nuova in Cristo, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria di Dio Padre.
Le storie - o meglio parabole - raccolte in questa pubblicazione intendono condurre il lettore nelle situazioni quotidiane oppure in quelle fantastiche tramandate dalle tradizioni orali in tutto il mondo, allo scopo di far sognare e di trasmettere insegnamenti importanti per la vita.
Precisa Bruno Ferrero nella presentazione: "La pratica della narrazione porta a un'esplorazione di sé estremamente arricchente e alla ricerca di nuove energie che, una volta risvegliate e messe in moto, saranno in grado di apportare il cambiamento necessario per allineare la nostra vita ai nostri desideri più profondi. Se il nostro desiderio contiene l'infinito, l'infinità delle possibilità gli verrà incontro, gli si comunicherà e gli risponderà, come fanno le fate nelle storie".
Dopo la pubblicazione di "Parabole della montagna" dello stesso autore (Elledici, 2022), in questo libro ancora una volta protagonista è la Montagna, con le sue sorgenti, l'alpeggio, i borghi, laghetti, la rugiada, le pietre, i castelli sulla roccia, la flora e la fauna, il paesaggio con la luna, le stelle o il sole, fino all'incontro sulla cima col Divino...
Ci sono parole sottili, parole d'ombra, parole che sono trappole per il vento. Ci sono parole potenti, non per la quantità, ma per la loro forza, parole che accompagnano il seme, parole che si siedono senza far rumore. Le parole che troverete qui, non sono diverse dalle quattro o cinque parole imparate da bambino, parole necessarie per dire i pochissimi cardini su cui la vita si muove. Ho provato a masticarle per esprimere il grido di tutti coloro che parlare non possono.
Il recupero del valore originario di pratiche devozionali può aversi attraverso la riconsiderazione del loro significato. Con la loro devozione al Sacro Cuore i fedeli si lasciano penetrare dal mistero della salvezza operata da Gesù mediante la sua incarnazione, passione, morte e resurrezione. Cristo, infatti, prolunga la sua incarnazione in ciascun cristiano ("Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi", Gv 20, 21), e noi, afferrando la nostra croce, cerchiamo di realizzare nella nostra esistenza il modello di adesione al Padre che fa da filo conduttore alla vita di Gesù: "Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera" (Gv 4, 34). L'autore si propone di fornire uno strumento di riflessione a tutti coloro che vogliono trasformare la "devozione" al Sacro Cuore, spesso malintesa e svalutata da atteggiamenti di comodo e pratiche obsolete, in qualcosa di attuale e sorgente di un'autentica e perenne spiritualità.
L'evento che ogni essere umano è destinato a vivere, il grande tabù del nostro tempo, l'argomento che si cerca accuratamente di evitare: la morte. In queste pagine sono raccolte 13 storie vere che l'Autore offre al lettore non per spaventare o gettare nella tristezza, ma per invitare a guardare la propria vita da una prospettiva diversa, quella della fine. Se, infatti, avremo il coraggio di osservare i chiaroscuri di quella terra che Shakespeare definì «il paese inesplorato dalla cui frontiera nessun viaggiatore fa ritorno», avremo l'opportunità di intravedere in filigrana i lineamenti di Colui che da quella terra non solo ha fatto ritorno, ma ci viene incontro per compiere di nuovo, mano nella mano con ciascuno di noi, quel passaggio.