Il nome e la persona di Paolo VI sono fortemente legati al Concilio Vaticano II: per condurlo a termine e introdurre la Chiesa nei primi passi di attuazione di quel magistero era necessaria una personalità come papa Montini. Era lui, in quel momento, la persona che più di ogni altra avrebbe potuto attuare un disegno così impegnativo e determinante per il rinnovamento della Chiesa. Queste pagine non sono una biografia di Paolo VI: nei decenni passati la sua personalità, il suo insegnamento e il suo pontificato sono stati ampiamente studiati dagli specialisti. Ciò che queste pagine descrivono è, piuttosto, il risultato della sua causa di beatificazione, di cui l'Autore è stato ponente. Questo testo, breve e ricco, è insieme testimonianza personale e frutto dei numerosi documenti che costituiscono la positio della causa di beatificazione.
Il Credo del popolo di Dio, proclamato da Paolo VI nel 1968, rivisita il testo della professione di fede alla luce dell'insegnamento plurisecolare della Chiesa.
Descrizione dell'opera
Paolo VI ha guidato la Chiesa «in un'ora di vivacità e di travaglio», accompagnandola nel percorso di conclusione del concilio Vaticano II, aprendola ai rapporti ecumenici, riconciliandola con il mondo contemporaneo, sostenendola nell'ora della prova dei regimi dell'est europeo. Egli ha inoltre inaugurato un nuovo corso per il ruolo internazionale della Santa Sede, con una forte esposizione sui temi della pace, della giustizia e dello sviluppo e con la partecipazione alla Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa. In parallelo, nella Chiesa ha istituito il Sinodo dei vescovi, una «chiara, ma non unica testimonianza» del «grande rispetto per gli altri e le loro opinioni e per l'apporto che la loro saggezza e la loro esperienza potevano offrire».
Sono questi i tratti salienti delle commosse rievocazioni di Paolo VI pronunciate, in due diverse circostanze, dal cardinale Agostino Casaroli, che fu stretto collaboratore di papa Montini.
Sommario
Introduzione. Paolo VI e il dialogo. Un ricordo di Papa Montini.
Note sull'autore
AGOSTINO CASAROLI (1914-1998) è stato segretario di Stato vaticano dal 1979 al 1990. Ordinato arcivescovo da Paolo VI nel 1967 e cardinale da Giovanni Paolo II nel 1979, è stato il protagonista della cosiddetta Ostpolitik della Chiesa, la cauta apertura verso i Paesi dell'Europa orientale. Nel 1975 partecipò alla fase conclusiva della Conferenza di Helsinki e nel 1984 siglò con l'allora presidente del Consiglio Bettino Craxi l'accordo di revisione del Concordato tra Stato italiano e Santa Sede.
Il libro di Giorgio Groppo, focalizzandosi in particolare sul tema della pace e del magistero sociale di Papa Montini, è un contributo a una maggiore conoscenza e consapevolezza di quanto importante sia stato il contributo di Paolo VI. Un Papa la cui figura ancora attende pienamente di essere adeguatamente illuminata
Paolo VI, che Francesco ha voluto all’onore degli altari, è conosciuto come il papa intellettuale, il pontefice che concluse il Concilio, l’uomo di chiesa confrontatosi drammaticamente con la modernità.
Spesso, però, un altro tratto di Montini passa sottaciuto: egli fu il primo papa viaggiatore tra i popoli, pellegrino – come lui stesso si definì – di pace e carità. La Terra Santa che vide nascere, morire e risorgere Cristo; l’India dei poveri e delle religioni, l’Onu dei potenti del mondo a New York. E ancora:
Fatima, Turchia, Colombia, Ginevra, Uganda, Filippine, Samoa, Australia.
È una sorta di nuova mappa del Vangelo in cui il magistero montiniano si è trasformato in gesti eloquenti: lo storico abbraccio con il patriarca ortodosso Atenagora; l’affetto popolare dei tantissimi non cristiani a Mumbai; l’accorato appello «mai più la guerra» al Palazzo di Vetro; la visita alla bidonville di Manila; l’appello missionario a tutti i cristiani alle Samoa, una delle tante «periferie» che Paolo VI ha fatto entrare nella chiesa a pieno titolo grazie alla sua presenza. Attraverso resoconti dell’epoca e testimonianze inedite di protagonisti, gli autori ci fanno vivere in presa diretta questi viaggi che hanno ridisegnato la geografia del cattolicesimo. Facendo diventare la chiesa veramente «cattolica», cioè globale.
«Paolo VI ha guidato la chiesa in un momento decisivo della storia»
Luis Antonio G. Tagle, cardinale di Manila
"In pagine dense e documentate con ampie citazioni dalle fonti originali, il dott. Giacomo Scanzi illustra brillantemente le tappe dell'esistenza di Giovanni Battista Montini, il valore del suo pensiero, la santità della sua vita, la genialità delle sue iniziative e la grandezza dell'opera da lui svolta a servizio della Chiesa e dell'umanità, nei vari ruoli a cui la Provvidenza divina lo ha chiamato. Papa Paolo VI resterà nella storia per il ruolo che ha avuto nel Concilio Vaticano II. Se, infatti, è di Papa Giovanni XXIII il merito di averlo indetto e aperto, si deve a Paolo VI l'averlo condotto avanti con mano sicura, rispettando in tutto la piena libertà dei Padri Conciliari, ma intervenendo opportunamente come Papa là dove era necessario intervenire. Egli fu il vero timoniere del Concilio. Anche se fu poco compreso, Paolo VI resterà anche come il Papa che ha amato il mondo moderno, ne ha ammirato la ricchezza culturale e scientifica ed ha operato perché aprisse il cuore a Cristo, Redentore dell'uomo." (dalla Prefazione del Card. Giovanni Battista Re)
Con la beatificazione Paolo VI è proposto a tutta la Chiesa come modello esemplare per la vita cristiana che ha vissuto, per le virtù che ha praticato e per il servizio alla Chiesa al quale la sua esistenza è stata totalmente dedicata. Questo messaggio può essere accolto in tutta la sua ricchezza e profondità solo cogliendo la radice spirituale che ha alimentato la vita di credente e il ministero ecclesiale di Giovanni Battista Montini. Sotto il titolo Scritti spirituali sono qui raccolti alcuni testi, distribuiti lungo tutto l'arco della sua esistenza, che rivelano l'animo di Paolo VI, la sua sensibilità per la cultura del tempo, i passaggi fondamentali del suo cammino di credente, la ricerca di un "metodo" per la vita spirituale e lo sforzo instancabile di far brillare la luce della verità evangelica che, nelle diverse stagioni della vita, ha ispirato il suo ministero di pastore.
Il volume, quasi una biografia incrociata di Paolo VI e di Jacques Maritain, sviluppa un'analisi della loro partecipazione, da protagonisti, alla vita culturale, politica, ed ecclesiale del XX secolo. Partendo dalla corrispondenza, e da quelle di altri loro amici, considera le affinità spirituali tra il filosofo e il Papa, nella comune vocazione alla contemplazione dell'Assoluto e all'impegno per la promozione di una società più umana. L'opera evidenzia il lavoro intellettuale di G. B. Montini tra gli universitari della FUCI e tra i laureati cattolici; analizza la riflessione sulla formazione della coscienza morale, sociale e religiosa nelle Lettere pastorali dell'Arcivescovo di Milano; la prudente, ma efficace, gestione dei lavori del Concilio Vaticano II da parte di Paolo VI. In parallelo considera il contribuito di Maritain, mediato da Charles Journet, ai lavori conciliari, a riguardo del rapporto Chiesa-mondo, del valore della libertà religiosa, della questione dell'antisemitismo. Vengono anche considerati i loro rapporti con il mondo dell'arte, della poesia e della musica. Alcuni nodi strutturali, come il rapporto tra ragione e fede, la laicità dello Stato, l'autonomia dell'arte e la responsabilità e dell'artista, sono esaminati attraverso gli scritti del filosofo e la pastorale del Pontefice.
La riflessione sull'educazione negli scritti di Giovanni Battista Montini: gli anni dell'attività come assistente della FUCI, l'episcopato milanese, il pontificato di Paolo VI. I temi sono quelli dello studio e dell'insegnamento, della formazione cristiana dei giovani, dell'evangelizzazione intesa come educazione alla fede. «La gioventù avrebbe bisogno di sperare nella giustizia; forse ha un senso eccessivo dell'ingiustizia che ancora è diffusa nel mondo; noi non dobbiamo deludere la sua speranza che l'ingiustizia possa essere se non debellata, almeno gradualmente rimossa. La gioventù ha forse un eccessivo desiderio di dinamismo: non dobbiamo così frenare questo dinamismo da togliergli la spinta verso una perfezione maggiore di quella presente».
Attraverso una pluralità di temi e percorsi, da questi "Appunti" di un testimone della cultura cristiana emerge un ritratto vivo di Paolo VI: le scelte pastorali, l'insegnamento magisteriale, l'orientamento politico del suo pontificato e, soprattutto, la profonda, intrinseca, ispirazione religiosa. «Il magistero montiniano documenta, nelle diverse fasi della sua vita - dalle prime esperienze come educatore dei giovani studenti, attraverso il ministero episcopale a Milano e fino al pontificato - lo sforzo instancabile di additare la verità su Dio e sull'uomo resa accessibile dalla rivelazione cristiana e, al tempo stesso, l'impegno per la formazione di una coscienza critica e responsabile, libera e all'altezza della sua vocazione».
Il Sillabo è un elenco di ottanta proposizioni sugli errori del tempo pubblicato dal beato papa Pio IX l'8 dicembre 1864, unitamente all'enciclica Quanta Cura. Gli errori riguardano le idee fondanti quella Rivoluzione che ha in gran parte caratterizzato il pensiero dominante della modernità, cioè di quel mondo storico iniziato con il Rinascimento e la Riforma protestante, culminato nella Rivoluzione francese e sfociato nella diffusione delle idee comuniste nel XIX secolo. Panteismo, naturalismo e razionalismo sono i principi filosofici che stanno alla base delle ideologie del Settecento e dell'Ottocento, penetrate nel corpo delle nazioni europee, nelle stesse famiglie e in alcune circostanze anche all'interno del mondo cattolico.
Un libretto che illustra la figura del beato Paolo VI, "una figura gigantesca che in un periodo non certo facile della storia della Chiesa ci ha insegnato, con un quotidiano martirio di sollecitudini e lavoro, che cosa significhi amare e servire veramente Cristo e le anime" (san Giovanni Paolo II).