Dom Lambert Beauduin (1873-1960) è stato un personaggio capitale per la storia monastica e per la vita della Chiesa del XX secolo. Personalità vivace e in un certo senso profetica, fu monaco di grande attività soprattutto in ambito liturgico e nella particolare attenzione che ebbe verso l’ecumenismo. Fondò l’abbazia di Chevetogne in Belgio, l’unica con la particolarità di possedere due chiese, una chiesa di rito latino e l'altra di rito bizantino. Un’occasione per approfondire la conoscenza di una figura innovativa, a tratti anche scomoda, che ha comunque segnato la vita della Chiesa.
La fede che ci porta a scoprire Dio, come in un polittico, è posta al centro di altri elementi quali la Parola, il silenzio e la storia. Dio va incontro agli uomini, anche a quelli che non lo cercano, è in cammino sulle loro strade; un dialogo oltre la quotidianità, una presenza che si insedia in un travolgente rapimento, sempre nel rispetto della piena libertà dell'uomo. Anche il dolore, l'ottusa cattiveria dell'uomo e il male fanno parte di questo cammino. Nel suo messaggio striato di lacrime la parola del profeta Geremia insegna a far sbocciare in ogni giorno di questo cammino la scintilla di una stella. Gianfranco Ravasi riflette sul mistero del male e della sofferenza nella storia dell'umanità. Sono pagine profonde e universali per ritrovare il coraggio di lottare e di sperare nonostante la crisi e l'oscurità del tempo presente. Ogni meditazione è una scheggia, che sui passi del profeta Geremia pungola il lettore a risvegliare la propria coscienza per riconoscere nel dolore una strada per incontrare Dio, se stessi e il prossimo.
"Ormai vecchio, guardando al mio passato, mi accorgo che il cammino dell'imparare a morire è stato il cammino dell'imparare a vivere, nella convinzione che ciò che si è vissuto nell'amore resterà per sempre. Solo l'amore innesta l'eternità nella nostra vita mortale. Che senso può avere nel nostro tempo la domanda sull'aldilà? Nell'epoca della morte rimossa o spettacolarizzata in un flusso di immagini che la esibiscono e la dissacrano, quale significato possiamo attribuirle? Su questa terra che tanto amo, ho sempre cercato l'eternità." Con queste parole Enzo Bianchi, instancabile cercatore di senso, apre una meditazione poetica e non dogmatica sulla più ineludibile delle domande - su quel limite capace di dare senso alla vita di ciascuno - per approdare a una risposta centrata sull'amore, sulla sua forza come trama del mondo e delle relazioni con gli altri, e quindi come ragione di speranza anche dopo la vita terrena. Un libro appassionato, carico di fiducia, in cui la morte si apre alla vita.
Ci sono personaggi, citati nei Vangeli, che non dicono una parola. Ma con le loro azioni, le loro scelte coraggiose e inaspettate, ci lasciano dei messaggi profondi. Questo scritto immagina i loro pensieri e dà loro una voce che può entrare nel fondo della nostra coscienza.
Che cosa ci insegna un bambino che cede il suo misero pranzo nelle mani di un adulto misterioso e sconosciuto? Cosa dice alla nostra vita una donna che spreca una enormità di denaro per qualcosa di futile, come un profumo che svanisce nell’aria al primo vento? Quale testimonianza ci dà un uomo obbligato a portare il patibolo di un condannato che neanche conosce? Che cosa ci suggerisce un’emarginata sociale, scansata con ribrezzo perché impura, che si fa largo tra la folla per toccare, senza essere vista, un lembo del vestito del profeta che tutti osannano?
Sono testimoni muti. Qualcuno ha un nome. Altri sono entrati nella storia della salvezza in modo anonimo. Quel che importa è che, dopo migliaia di anni, ci parlano ancora, senza dire una parola.
«Il libro che avete tra le mani è scritto con la carne e con il sangue. Trasuda l'esperienza di un prete innamorato di Cristo, che oggi il Signore ha chiamato all'episcopato e che non ha perduto la capacità di stupirsi e di commuoversi. Parla di storie vissute, di preti fragili e umani e non di "santini" con il volto angelico. Soprattutto parla a loro, ai preti: perché pur dentro cadute e fallimenti non perdano il coraggio di ritornare sempre alla sorgente e la gioia di abbracciare nuovamente il Vangelo. E perché il Signore, come scriveva l'amato e rimpianto vescovo Tonino Bello, gonfi sempre il cuore dei suoi preti di passione, riempia di amicizie discrete la loro solitudine, li conforti con la gratitudine della gente e con l'olio della comunione fraterna, li ristori da ogni stanchezza. E, soprattutto, li liberi da ogni paura» (dalla Prefazione di don Francesco Cosentino).
Don Tonino Bello amava parlare ai giovani, e lo faceva con quella sua consueta forza carica di speranza e di entusiasmo, come testimoniano questi suoi ultimi discorsi inediti, ora raccolti nel presente volume. Nel primo di essi, rivolgendosi ai maturandi di un liceo della sua diocesi, don Tonino invita i ragazzi a riempire di senso la loro vita, a «giocarsela bene», proponendo loro di appagare la sete di felicità non nelle false realizzazioni, ma nel dono della propria esistenza agli altri. Immaginando poi di dialogare con i tre componenti della Sacra Famiglia, Giuseppe, Gesù e Maria, don Tonino consegna ai ragazzi preziosi insegnamenti su temi quali la gratuità, l'accoglienza, la condivisione. Così come ogni viandante ha bisogno di una guida che lo indirizzi sulla strada, può essere utile, specie per chi muove i primi passi nel cammino della vita, portare in bisaccia un po' dell'esperienza di questo prete pugliese.
Il libro tratta un argomento profondamente attuale: una corrente di pensiero francescano che, attraverso un vigoroso bisogno di semplicità e di ritorno all'essenziale, continua a ispirare il mondo delle arti contemporanee, letteratura, cinema, teatro, arti plastiche e fotografia - delineando un immaginario della povertà. Come spiegare l'interesse, a volte la passione totale di personalità tanto diverse, italiane e francesi, per san Francesco, figura di un Medio Evo lontano, nomi come Palazzeschi, Pasolini, Fo, Merini, Pistoletto oppure Delteil, Cheng, Bobin o Simone Weil. Frutto di un lavoro di ricerca decennale, il libro esplora l'attualità del Poverello di Assisi: la figura di un santo gioioso, il primo poeta della lingua italiana, l'inventore di un sentimento medievale della natura, colui che fu all'origine di una rivoluzione mentale oggi resa cruciale dalla crisi esistenziale e ambientale della nostra società.
Non è arduo affermare che Teresa d'Avila ha apportato al patrimonio intellettuale e spirituale europeo un contributo originale ed unico. L'unione d'amore con Dio che lei ha vissuto, è il tema centrale di questo libro: una dinamica in cui l'uomo e Dio partecipano attivamente nella libertà, alla realizzazione di tale unione. Proprio l'unione è in fondo la chiamata di ogni uomo da parte di Dio, il Castello interiore di santa Tersa d'Avila è invece uno dei tanti modi che gli amici di Dio, ispirati dallo Spirito Santo, hanno vissuto nella loro originalità. Il volume è composto di tre grandi parti: La prima parte presenta la vita di santa Teresa nel suo contesto storico; La seconda parte entra nel mondo dell'opera con le prime "Mansioni" del Castello interiore; La terza parte riguarda le ultime "Mansioni", la quinta, sesta e settima, dove lo Spirito Santo guida il cammino e prende apertamente l'iniziativa.
Un libro di esercizi spirituali pensato per mettere ordine nella propria vita. Il testo segue le tappe classiche della tradizione spirituale: la via purificativa, la via illuminativa, la via unitiva, ripensate per l'oggi. Forte presta infatti attenzione al messaggio biblico e alla cultura del nostro tempo. Il simbolo della via purificativa è il profeta Elia, il simbolo della via illuminativa è l'apostolo Giovanni, il simbolo della via unitiva sono le donne del Vangelo di Luca. A conclusione del libro sono proposte alcune piste concrete per l'esame di coscienza e il discernimento della vita.
Questo libro è nato dal desiderio di parlare della donna e di leggerla in un’ottica di umanità e di bellezza creata da Dio.
Lo scopo è quello di portare le donne a riflettere su quanto di bello rappresentano e quanto bello è il loro cuore, è provare a capire come siamo fatte per imparare a volerci bene, a non incolparci di cose che non esistono e che spesso sono frutto di una mancanza di conoscenza del nostro intimo.
Cercheremo di recuperare tutti quegli aspetti del nostro essere donna che possono renderci più armoniche, più amabili e quindi più amate.
Un detto rabbinico dice che Dio dopo aver creato tutto ed aver visto la Creazione ha detto: «Ho bisogno di una madre che mi aiuti” e ha creato la donna!
Il primo che ha colto la necessità di una presenza femminile è stato dunque il Signore!
Il volume è tratto da quattro meditazioni della madre dal titolo:
- Essere donna nel cuore, nel corpo, nella testa
- La gioia
- Tenerezza e castità, abusi e nudità
- La maternità: bellezza di una donna
l’autore: Madre Abbadessa Maria Emmanuel, medico, è entrata nell’Abbazia benedettina sull’Isola San Giulio guidata dalla Madre Anna Maria Cànopi. Nel 2012 è stata inviata quale Abbadessa del monastero San Raimondo in Piacenza. Qui ha iniziato la Lectio quotidiana durante le Lodi, aperta ai fedeli. Svolge Lectio e meditazioni aperte ai fedeli, accoglie gruppi per ritiri spirituali e riceve singoli o coppie per colloqui spirituali.
La preghiera costituisce, in maniera non appariscente, un filo d'oro che lega l'intera vita di Chiara Lubich. Lo testimoniano i numerosi testi, disseminati tra i suoi scritti, nei quali ne parla, e soprattutto le preghiere personali e intense che vi affiorano costantemente. Raccolti in questo libro tali scritti suggeriscono un percorso per entrare nel più profondo rapporto con Dio. Le pagine introduttive, inoltre, collocano l'esperienza della fondatrice dei Focolari nella più ampia tradizione cristiana e offrono una chiave di lettura, proprio a partire dalla preghiera, della spiritualità dell'unità.
A chi consigliare Il profumo del Natale? Chi potrebbe valorizzare le sue pagine? Una famiglia che volesse prepararsi al Natale mettendo insieme spiritualità e tradizioni. Dai canti, ai piatti tradizionali italiani ed europei, l'Autore propone un itinerario lungo 25 giorni perché ognuno possa riscoprire il senso del Natale, il grande dono dell'Incarnazione, e vivere così la pienezza di una festa che può riunire insieme grandi e piccini. In famiglia, durante l'Avvento, si può leggere la riflessione quotidiana, poi si può recitare la preghiera conclusiva. Vengono suggeriti dei canti, di cui viene spiegato il senso e l'origine, con cui arricchire il momento di incontro insieme. Seguono poi di giorno in giorno alcune curiosità, riti, simboli e tradizioni culinarie, che di solito arricchiscono case, strade, comunità.