A trent'anni dalla scomparsa di Massimo Troisi, Donatella Schisa ripercorre i luoghi e i paesaggi che hanno fatto dell'attore uno degli interpreti della cultura napoletana più amati. Il ritratto che ne fa Schisa raccoglie l'eredità di quanti prima di lei hanno raccontato Troisi, la sua comicità, la sua arte e il suo pensiero, nel tentativo di evitare di farne un personaggio quasi idealizzato, appartenente a un altrove lontano, distante, a tratti irraggiungibile. Così le testimonianze trovano voce in Renato Scarpa, Rosaria Troisi, Lello Arena, Cloris Brosca, Alessandro Bencivenga, Goffredo Fofi, Anna Pavignano e molti altri, fino a fare di Massimo «una di quelle persone che si incontrano quando la vita ha deciso di farti un regalo».
Un aspetto peculiare della SS.ma Vergine Maria è quello di essere interceditrice onnipotente anche degli angeli. Dio, dopo aver creato gli angeli, avrebbe manifestato loro il mistero dell'incarnazione del Verbo nel seno di una donna singolare, l'Immacolata. E, dato loro il precetto di onorare il Verbo incarnato come loro re e di adorarlo come loro Dio, ordinò pure di onorare e venerare la Madre di questo Uomo-Dio, creatura non angelica ma umana, quale loro regina. Poiché la Vergine Maria è onnipotente nell'intercessione, crediamo che nei cieli lei stessa sia invocata come immacolata e onnipotente interceditrice di tutte le potenze angeliche, che chiedono il suo sostegno per la salvezza del proprio protetto, ovvero delle congregazioni, popoli e nazioni per le quali mantengono il protettorato.
La pace è finita e ora le gang sono in guerra. Sotto il manto della grande bellezza, nel sottosuolo perso e dannato di Roma scorre un fiume di violenza. Sequestri, pestaggi, torture e omicidi si susseguono. Lo scontro infuria, invisibile agli occhi dei più. È così da quando, il 7 agosto 2019, Fabrizio Piscitelli detto Diabolik, capo degli Irriducibili della Lazio e ai vertici della "batteria di Ponte Milvio", viene freddato da un sicario che gli spara alla testa, mentre se ne sta seduto su una panchina al parco degli Acquedotti. Ma Diabolik è solo la punta dell'iceberg di quella rete di organizzazioni criminali che governano sul territorio: connection tentacolare che comprende il cartello di Michele 'o Pazzo, la malavita storica e quella emergente, e poi il sodalizio, spietato e potente, degli albanesi, che sono cresciuti all'ombra di Piscitelli e sono diventati i Signori del narcotraffico. Così, la vendetta è l'innesco di un conflitto senza quartiere per il controllo delle piazze di spaccio, dal litorale ostiense a Tor Bella Monaca: un business gigantesco in cui tonnellate di coca muovono milioni. In queste pagine, voci urlano prima di spegnersi nel buio, armi sparano in pieno giorno, la droga invade le strade, i soldi si prestano a strozzo e i debiti si saldano sempre: a qualunque costo e spesso nel peggiore dei modi. Con il rigore della cronista di razza, Francesca Fagnani esamina le fonti giudiziarie, collega i fatti, ricostruisce antiche alleanze e recenti rivalità che definiscono la geografia criminale della Capitale. "Mala" è un'inchiesta documentata, implacabile e travolgente come una serie tv sui narcos sudamericani, che svela chi sono i nuovi padroni di Roma, la città che si diceva non volesse padroni.
"La meraviglia del possibile" è la rivista trimestrale dell'Università che si propone come luogo d'incontro tra scienze sociali, scienze umane e scienze esatte, attraversando differenti materie e ambiti di studio e ricerca: economia e filosofia, letteratura e poesia, politica e innovazione, semiotica e fumetti, per uno sguardo non convenzionale sulle questioni del presente. Con oltre cento pagine e uno stile grafico retrofuturista "La meraviglia del possibile" nasce con l'intento di raccontare, spiegare e indagare i temi più urgenti della contemporaneità attraverso linguaggi diversi, con interviste, rubriche, tavole a colori, contributi inediti, realizzati grazie alla collaborazione continua tra docenti Luiss e le più autorevoli voci del panorama italiano e internazionale.
La malia che sempre esercita un’edizione critica recente (la Leonina), la lusinga di inserire un pensatore autorevole (Tommaso d’Aquino) in una collana seria, sono le occasioni per la presente edizione del de magistro.
Le motivazioni di fondo, che spiegano la riproposta, si raccolgono in una, nella convinzione cioè, che il testo non rappresenta un reperto archeologico, e neanche un documento storico datato, anzi di impone per la vigorosa presas d’atto di istanze inamovibili e mai risolte circa il rapporto dell’uomo alla realtà, alla comunicazione giusta, alla verità, e circa il più squisito evento umano: la trasmissione da mano a mano, da generazione a generazione dei vertici raggiunti.
Per il testo a fronte, oltre ai motivi che solitamwente inducono l’editore, c’è un motivo proprio affidato allo stile della traduzione: rendere invogliante e gustoso il passaggio alla lingua in cui il soggetto é stato pensato e detto, perché l’eterno problema del rapporto maestro discepolo si avvale dell’apporto prezioso di sfumature delicatissime.
«Il Vangelo è una sceneggiatura. Il racconto infrange sempre le regole perché contiene le sbavature della vita: gli eccessi e le depressioni, le frustrazioni e i desideri.» Per parlare di Gesù oggi, con un linguaggio nuovo, Antonio Spadaro spoglia la lettura dei testi sacri da orpelli e apparati e traccia un percorso che, inquadratura dopo inquadratura, permette di entrare in un mondo diverso. Seguendo una tradizione che risale a Ignazio di Loyola, secondo cui il modo migliore per meditare non è riflettere sulle parole ma chiudere gli occhi e ricostruire la scena in cui i personaggi agiscono, il racconto si fa immersivo e cinematografico. Nel succedersi dei ritratti e dei paesaggi emergono i rapporti tra le figure, i contrasti, i particolari sfuggiti nell'agire di un protagonista che spiazza e ribalta ogni situazione con i suoi gesti e discorsi. «Così - scrive papa Francesco nella prefazione - la storia di Gesù entra nella nostra. La guardiamo alla luce della nostra vita, vediamo i volti, le vicende, i personaggi... Possiamo immaginare persino noi stessi entrare nella storia di Gesù, vedere lui, i suoi luoghi, i suoi movimenti, ascoltare le parole dalla sua viva voce... La storia di Gesù si sposa con quella degli uomini e delle donne, risveglia e potenzia le energie nascoste, la passione per la verità e per la giustizia, i barlumi di pienezza che l'amore ha prodotto nel nostro cammino, ma anche la capacità di affrontare il fallimento e il dolore, per esorcizzare i demoni dell'amarezza e del risentimento.»
Il demonio può attaccare ferocemente l’immaginazione umana.
Mentre l’immaginazione illuminata dalla fede ed innestata all’intelligenza può formare dei “geni”, all’opposto l’immaginazione umana innestata con il demonio può trasformare la persona in un serial killer, come osserviamo nella psichiatria criminale.
Simone Morabito è uno dei più noti medici chirurghi viventi per la sua scoperta del cosiddetto medico elettronico (sistema brevettato per porre diagnosi cliniche con l’ausilio del computer). Laureato in medicina e chirurgia con 110/110 e lode accademica a 24 anni nel 1960, è specialista in psichiatria, neurologia, psicoterapia e pediatria e ricercatore presso le Università degli Studi di Stato nella Clinica delle Malattie Nervose e Mentali. Ha ottenuto l’ottimo servizio come ricercatore neuropsichiatra (titolo accademico di Stato). Per la sua scoperta di un package elettronico per la diagnosi clinica in medicina e chirurgia, l’Istituto delle Scienze di Parigi ha inoltrato un dossier scientifico per l’assegnazione del premio Nobel.
Una Novena che segue la lettera di Natale ai bambini dell'arcivescovo Mario Delpini, per pregare insieme ai nostri amici e cari, e gioire per il Signore che viene!
Quel pomeriggio a Palidoro
La viva voce dell'intellettuale più lucida e appassionata del nostro tempo torna a visitarci per una formidabile resa dei conti sul potere, il femminismo, la fede, la letteratura. Ma soprattutto sulle dieci vite che ha vissuto con incantata sfacciataggine, senza paura, ripercorse oralmente nell'unica autobiografia organica possibile per una che ha attraversato il mondo correndo scalza, bruciando luminosamente ogni tappa. Alla vigilia di una morte che l'ha vista gioiosa come una martire capace di cantare mentre avanza verso i leoni, Michela Murgia ha trascorso una settimana a raccontarsi a Beppe Cottafavi, suo editor e amico. Le registrazioni di quella sua ultima estate, ancora piena di storie come lo erano state le cinquanta precedenti, danno sostanza a questo suo libro straordinario, arricchito da quattro splendidi racconti ritrovati e da altri testi perduti che l'autrice ha scelto e indicato tra un ricordo e l'altro. Da un simile stagno brulicante di vita, come quello sulle cui rive è cresciuta, affiora un arcipelago di dettagli intimi: innamoramenti e parentele queer, matriarche oristanesi che sgranano rosari di cinque colori per salvare ogni continente, madonne con la parrucca, uomini violenti e maestri sognanti, lezioni di lingua sarda e cultura coreana, di esegesi biblica e di scrittura magica, di politica attiva e di militanza culturale. Franca e visionaria, antifascista e immune dai compromessi, Murgia ci rivela com'è che una ragazza di provincia, addestrata a leggere il Vangelo e ad accontentarsi di sopravvivere, si sia messa in testa di cambiare il mondo invece, affidandosi a un'irriducibile aspirazione alla felicità.