Il presente studio intraprende una lettura narrativa dei racconti del primo libro dei Re riguardanti il regno di Acab (1Re 16,29-22,40). In particolare, viene trattata la peculiare caratterizzazione di questo personaggio. La narrazione biblica, infatti, si sofferma ampiamente su questo sovrano, rivelandone tutta la complessità e drammaticità. Egli è ritratto dalla Bibbia come un re peggiore degli altri sovrani che lo hanno preceduto sul traballante trono d'Israele. La poliedrica figura di Acab è indagata nelle sue molteplici sfaccettature, considerando la particolare attenzione del narratore all'interiorità e alle dinamiche affettive del figlio di Omri. La disamina delle vicende che coinvolgono il re d'Israele apre una finestra sulla problematica legata alla rappresentazione narrativa dei personaggi cattivi in azione, parole e sentimenti. Il testo passa a considerare la tipologia del cattivo nella Bibbia, arricchendo l'indagine su Acab del confronto con gli altri opponenti presenti nel macroracconto, nelle narrazioni delle origini e nella saga dei re d'Israele e di Giuda. Nella narrazione biblica può essere rappresentata ogni cosa, anche i personaggi cattivi, perché Dio si mostra capace di attraversare tutto, incluso il male commesso dagli uomini.
“L’obiettivo di questo lavoro richiede un’accurata analisi di un ampio spettro di fonti primarie, spesso ignorate dagli studiosi neo testamentari. Il risultato è una descrizione molto ben informata della vita sociale e culturale di Tessalonica antica, che aiuta a illuminare il significato di molti intricati dettagli che sono parte del racconto lucano della missione di Paolo nelle città”. (Dalla presentazione di D. P. Béchard).
“Il lavoro di Paolo Costa attesta la bontà dei risultati che si possono ottenere in una ricerca impegnativa e delicata sugli Atti, ove si allarghi l’orizzonte all’esperienza giuridica romana, non come orpello e dotta citazione, ma con indagine correlata che può svolgere chi, come l’autore, ha notevole capacità di cogliere l’essenza dei problemi, sorretta da sensibilità nell’uso delle fonti e da acutezza interpretativa nelle questioni testuali”. (Dalla Postfazione di M. Bianchini).
Una delle domande fondamentali che si pone da sempre l’umanità è cosa ci sia al di là della vita presente, al di là della morte, l’enigma più insondabile dell’esistenza umana. Varie sono state le risposte nel mondo antico e altrettante diversificate e contrastanti quelle di oggi.
Questo libro affronta il tema seguendo i racconti evangelici – sorprendentemente paradossali per la loro ingenuità e trasparenza – e le lettere di Paolo, prima riflessione teologica sulle implicazioni e la portata della risurrezione. Ripercorrere l’insegnamento degli evangelisti e dell’apostolo delle genti può fare luce sull’attendibilità e sulle implicazioni esistenziali della fede nel Risorto.
La riflessione si articola in quattro parti: la prima è dedicata alle questioni legate alla storicità, alla cristologia neotestamentaria e ai richiami al mistero della risurrezione nei racconti evangelici prepasquali; la seconda ai racconti pasquali; la terza a uno sguardo panoramico sull’uso del motivo della risurrezione nelle lettere paoline; la quarta all’esegesi di 1Cor 15.
Sommario
Introduzione. I. La risurrezione nei vangeli. 1. Il NT e la storicità. 2. L’originalità della «persona di Cristo» rispetto al pensiero giudaico-anticotestamentario e al contesto culturale-religioso greco-romano. 3. I vangeli canonici e la risurrezione. II. La risurrezione di Gesù nella testimonianza dei racconti pasquali. 1. La testimonianza dei racconti pasquali. 2. Il Vangelo di Matteo. 3. Il Vangelo di Luca. 4. Il Vangelo di Giovanni. 5. Conclusioni sull’analisi dei racconti pasquali dei vangeli. III. La testimonianza di Paolo. 1. Il motivo della risurrezione nelle lettere paoline. IV. Esegesi di 1 Corinzi 15. 1. La struttura del capitolo. 2. L’annuncio della risurrezione e i testimoni (cf. 15,1-11). 3. Conseguenze della negazione della risurrezione (cf. 15,12-19). 4. Risurrezione di Cristo e risurrezione dei morti (cf. 15,20-28). 5. Altre conseguenze della negazione della risurrezione (cf. 15,29-32). 6. Transizione/esortazione parenetica (cf. 15,33-34). 7. Il corpo pneumatico dei risorti (cf. 15,35-49). 8. La trasformazione (cf. 15,50-58). 9. Il dibattito sull’immortalità dell’anima e la corporeità della risurrezione alla luce di 1 Corinzi 15. Conclusioni. Bibliografia essenziale.
Note sull'autore
Giacomo Lorusso insegna Esegesi biblica all’Istituto Teologico Pugliese (Facoltà Teologica Pugliese). Presbitero della diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, per EDB ha pubblicato La Seconda Lettera ai Corinzi (2007), Chiesa, ministero e ministeri nell’esperienza di Paolo (2015) e Introduzione a Paolo. Profilo biografico e teologico (2018).
Questo volume contiene una serie di saggi di esegesi e di teologia biblica su Antico e Nuovo Testamento che colleghi e amici hanno offerto alla prof.sa Bruna Costacurta, in occasione del suo quarantesimo anno di insegnamento presso la Pontificia Università Gregoriana. «L'intento è di contribuire alla comprensione dell'antropologia biblica attraverso lo studio organico di un'emozione tra le più centrali (anche se tra le più rimosse) dell'uomo, che lo tocca nella sua dimensione di creatura e ne rivela tutta la limitatezza e la costitutiva fragilità. È con la paura che l'uomo, sottoposto alla legge della morte, fa esperienza della propria verità di essere strutturalmente minacciato. Egli può essere liberato dalla paura solo accedendo, nella fede, a una realtà in cui la morte sia stata definitivamente vinta» (B. Costacurta,La vita minacciata, 1988). Dalla «vita minacciata» a «la vita benedetta»: il percorso accademico, biblico e umano insieme di Bruna Costacurta ci porta a comprendere ancora meglio che lo studio e l'amore per la Parola di Dio rendono la vita umana nuova e feconda; dalla paura passiamo così alla fiducia e alla pace, ad una vita, appunto, benedetta dal Signore.
Il volume è l'edizione, riveduta e aggiornata, del testo del 2010 e affronta in maniera accessibile e, allo stesso tempo, scientifica le principali questioni introduttive sul Pentateuco e sui Libri Storici: i problemi letterari, la paternità mosaica del Pentateuco e la storia relativa agli studi sulla sua formazione, lo status quaestionis e le attuali convinzioni sulle tradizioni del Deuteronomista e del Cronista. Nella seconda parte del manuale, si offrono sette saggi di esegesi che consentono di accedere direttamente al testo biblico: i racconti della creazione e della caduta (Gn 1-3), il Decalogo (Es 20), la festa liturgica dell'espiazione (Lv 16), lo Sema? Ysr?'?l ("Ascolta Israele", Dt 6), la nascita della monarchia (1Sam 8) e il rientro dall'esilio (Esd 9). Questo abbinamento tra introduzione ed esegesi costituisce il valore aggiunto di questo manuale, perché offre le conoscenze basilari per entrare nel mondo dell'Antico Testamento: esso nasce dall'insegnamento e si rivolge agli appassionati della Bibbia, e a tutti coloro che desiderano dissetarsi all'acqua viva della Tôrâ.
Questo volume è la seconda edizione, riveduta e corretta, del testo "Dt 28,69-30,20: La "nuova" alleanza in Moab. Israele tra memoria ed identità" (2010). Il testo ripropone i contenuti di allora, semplicemente riorganizzati in modo più congeniale e appropriato. Questo studio si inserisce nel quadro degli approfondimenti dedicati all'identità d'Israele ed al rapporto che intercorre tra la storia, intesa nella sua realtà di scienza moderna, ed il testo biblico. Partendo proprio dalla ripresa del contesto storico in cui si inserisce il testo dell'alleanza in Moab ed al suo studio esegetico e teologico, il volume propone una possibile risposta ad entrambi i quesiti.
Con queste meditazioni, Paolo Ricca conduce i lettori lungo un itinerario all’interno della Bibbia che tocca tappe fondamentali per la fede e la vita cristiana. Le pervade il senso dell’immenso mistero di Dio che, nella sua libertà, si abbassa e si svuota della sua divinità per raggiungere l’essere umano e rendere possibile la realtà del suo Regno.
«Perché e per chi il Regno è un “evangelo”? Lo è per i peccatori, ai quali è annunciato e donato il perdono. Lo è per i malati, molti dei quali vengono guariti. Lo è per i poveri, che vengono evangelizzati e dichiarati “beati”. Lo è per gli affamati, che vengono saziati perché il pane non solo è moltiplicato, ma viene distribuito, cioè condiviso. Il Regno è un “evangelo” per le donne, che finalmente vengono accolte nella compagnia dei discepoli di Gesù. Lo è per gli ultimi, che diventano primi, lo è per gli esclusi, che vengono inclusi. Il regno di Dio è il nostro mondo capovolto. Ecco perché i potenti della terra ne hanno tanta paura» (Paolo Ricca).
Uno studio che fa emergere il personaggio di Giacobbe come protagonista, come direbbe Jung, di uno dei primi percorsi di "individuazione" della letteratura occidentale e incarnazione, come direbbe Ricoeur, di una delle sue prime "identità narrative". Con l'ultimo patriarca d'Israele, icona dell'uomo faticosamente in cammino verso Sé e verso l'Altro, la benedizione di Dio è entrata nella storia.
Il volume si interroga sul binomio Bibbia-Pastorale. Intende cioè riflettere sul rapporto tra scienze bibliche e scienze teologico-pratiche, elaborando al contempo una proposta di pastorale giovanile. E adotta un essenziale approccio fondativo, allo scopo di consolidare i presupposti teorici e i criteri orientativi di questa dimensione della pastorale.
Raccogliendo questa sfida decisiva, il libro si avvale delle intuizioni e delle proposte di svariati specialisti, che fanno qui confluire i loro contributi dal profilo interdisciplinare sulla pastorale biblica.
In una prima parte, il lavoro offre anzitutto delle riflessioni sui fondamenti di questa dimensione della pastorale. La seconda parte del volume, più specificamente interdisciplinare, si interroga sui tre ambiti principali della pastorale biblica. Nella terza e ultima parte si presentano, infine, diverse esperienze di pastorale giovanile con la Bibbia, cercando volta per volta di approfondire i fondamenti che ne determinano la logica e la struttura.
Un’opera rigorosa sul ruolo della Bibbia nella pastorale, che in più offre esperienze ed esempi pratici di una pastorale giovanile incentrata sulla parola di Dio.
For several years now, one can clearly witness a "new renaissance" in the study of the thought of Thomas Aquinas (1224-1274). Among the many attempts to deal with the heritage of Common Doctor, there is one particular type of reception which tentatively starts to play its role, namely Biblical Thomism. It seeks to understand and employ the praxis of theology (sacra doctrina), as exemplified primarily by Thomas Aquinas, and the pivotal role of Scripture in such a speculative engagement with Revelation as a way to overcome the typically modern separation of speculative theology and biblical exegesis. Towards A Biblical Thomism. Thomas Aquinas and the Renewal of Biblical Theology seeks to develop further this particular type of reception of Thomas´writings and shows how his thought can bear fruit upon our understanding of Christ and our moral life in particular.
Attraverso l'analisi di alcuni importanti appellativi cristologici del quarto Vangelo, il libro offre una panoramica sulla cristologia giovannea in una prospettiva ecclesiale. Giovanni, secondo una tecnica caratteristica della sua narrazione, presenta alcuni titoli cristologici il cui senso appare chiaro non nell'immediato, ma nella dinamica del racconto, con un rilievo specifico riservato alla coesistenza sincronica dei temi dell'incarnazione e del mistero pasquale. Dalla figura del Cristo giovanneo emerge un aspetto ecclesiale; la voce della comunità, infatti, svolge un ruolo attivo e offre una rilettura confessionale della persona di Gesù. In questo modo, la cristologia del quarto Vangelo appare paradigmatica per l'ecclesiologia in quanto il modello ecclesiale riceve le sue coordinate identitarie dalla stessa figura di Cristo. Questo dato si rileva soprattutto nei racconti di risurrezione, dove, in modo ancor più accentuato, l'interesse delle pericopi verte sulla dimensione ecclesiale.
Tutto il racconto di Luca si muove attorno al tempio, luogo sacro per eccellenza, la cui centralità narrativa e letteraria apre il campo all'indagine teologica. Il tempio non può essere visto come dato geografico accidentale, ma la frequenza dei riferimenti, la collocazione da parte di Luca di episodi chiave nel sacro recinto, l'insistenza sulla sua permanenza anche nella vita della primitiva comunità cristiana sono elementi che richiamano l'attenzione sul significato di questa istituzione. Attraverso l'analisi narrativa dei brani interessati si cerca di apportare un contributo nello studio dell'evoluzione del tema del tempio e della sua funzione all'interno del terzo Vangelo.