Andare in ferie e tornare leggeri nello spirito ma non nel portafoglio finalmente è possibile! Dal Giappone arriva il kakebo per chi viaggia! Piccolo, leggero, adatto a tutte le tasche. Come pianificare il budget del viaggio per partire senza sorprese; il calendario per segnare le spese giorno per giorno, divise per categoria; la registrazione delle spese prima di partire, organizzate per categoria; la gestione della cassa comune; le mitiche pagine finali dove visualizzare quanto speso e come.
La ricostruzione postbellica reca entusiasmo agli italiani, la voglia di crescere incita a produrre e competere e proprio gli anni Sessanta aprono a nuovi modelli e stili di vita: il PIL cresce a tassi straordinariamente elevati, si sfiora la piena occupazione, la lira è forte e stabile. Il libro attraversa gli anni del miracolo economico, i tumultuosi anni Settanta tra shock petroliferi e conflitti sociali, l'instabilità della finanza pubblica degli anni Ottanta, la crisi finanziaria e valutaria del 1992 e il successivo risanamento fatto di riforme e sacrifici, premiati alla fine con l'ingresso nell'Unione economica e monetaria dell'Unione europea. Ma la crescita rallenta, e l'economia italiana negli anni Duemila sembra non trovare più la chiave dello sviluppo. L'analisi lucida del declino che attanaglia il Paese dalla fine del secolo scorso offre una riflessione seria e profonda sui fattori strutturali che riducono il potenziale di crescita della nostra economia, indicando al tempo stesso una via per invertire la rotta.
Le intuizioni e gli insegnamenti intramontabili del primo trattato sull'arte di fare business, il Libro de l'arte de la mercatura, un manoscritto rinascimentale rimasto nell'oblio per oltre cinque secoli. Mentre la finanziarizzazione dell'economia e le susseguenti crisi sembrano aver minato le regole di base degli affari, la riscoperta di un manuale del '400 ci ricorda che esiste anche una maniera "sana e profittevole" di arricchirsi e arricchire la società nel contempo. Il Libro de l'arte de la mercatura di Benedetto Cotrugli inquadra il mercante come un "uomo universale", chiarendo che la precisione e la pulizia contabile sono solo uno dei tre perni su cui si regge l'arte del business, accanto alle tecnicalità operative e finanziarie di una attività d'impresa e alle caratteristiche intellettuali, professionali e umane di chi la esercita. Un trattato, qui a cura e con un saggio finale di Alessandro Wagner, che mette magnificamente a fuoco il concetto di «capitano d'impresa» e il suo ruolo nella società, indicando la strada per quello che Brunello Cucinelli nella prefazione rivendica come un nuovo «capitalismo umanistico».
Solidarietà significa essere solidi insieme. Si aderisce a un progetto o a una intenzione senza un particolare e chiaro motivo, si sente che è così, non si esplica con una strategia logica anche se non contraddice la ragionevolezza. La solidarietà fonda l’essere, una persona sente che lì respira qualcosa che lo riguarda, che lo fa sta bene. Pertanto tutto questo libro è percorso da una domanda, questa: per noi è ancora un moti fondativo la solidarietà
La «vecchia» globalizzazione, avvenuta nell'800, è stata il prodotto dell'energia del vapore e della pace internazionale: abbassandosi i costi del trasporto dei beni si è innescato un ciclo di agglomerazione industriale e di crescita che ha portato le nazioni ricche al dominio assoluto. È stata la «grande divergenza». La «nuova» globalizzazione della fine del '900, guidata dalla tecnologia dell'informazione, ha reso conveniente per le imprese multinazionali trasferire nelle nazioni in via di sviluppo non solo il lavoro ad alta intensità di manodopera, ma anche le idee, il know-how di marketing, manageriale e tecnico. Alta tecnologia e bassi salari stanno così favorendo la rapida industrializzazione di una manciata di nazioni rimaste finora ai margini dell'economia, mentre si assiste alla simultanea deindustrializzazione delle nazioni sviluppate. È la «grande convergenza».
Congregazione per la dottrina della fede dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale
Oeconomicae et pecuniariae questiones
Considerazioni per un discernimento etico circa alcuni aspetti dell'attuale sistema economico-finanziario.
Testo in italiano
Kongregation für die Glaubenslehre dikasterium für den dienst zugunsten der ganzheitlichen Entwicklung des menschen
Oeconomicae et pecuniariae questiones
Erwägungen zu einer ethischen Unterscheidung bezüglich einiger Aspekte des gegenwärtigen Finanzwirtschaftssystem
Testo in tedesco
Congregacao para a doctrina da fe dicterio para o servicio do desenvolvimento humano integral.
Oeconomicae et pecunariae questiones
Considerações para um discernimento etico sobre alguns aspectos do atual sistema economico - financeiro
Testo in portoghese
A dieci anni dall'inizio di una crisi che non è mai davvero finita, è arrivato il momento di ammettere che gli ingranaggi del capitalismo sono difettosi. Certo, l'economia non si è affatto fermata. Ma alla sua crescita corrisponde una concentrazione sempre più pronunciata della ricchezza nelle mani di pochi. La povertà aumenta in tutti i paesi del mondo, la disoccupazione emargina i giovani e la produzione industriale fuori controllo distrugge l'ambiente. Tuttavia, secondo Muhammad Yunus, un nuovo modello economico esiste già e costituisce la risposta all'economia dell'interesse personale e della diseguaglianza. Da quando Yunus ha cominciato ad articolare l'idea di una nuova forma di capitalismo con lo strumento del microcredito e l'esperienza della Grameen Bank, migliaia di organizzazioni non profit in giro per il mondo l'hanno adottata. E hanno introdotto l'energia in milioni di case bengalesi, hanno trasformato migliaia di giovani disoccupati in imprenditori, hanno finanziato imprese gestite da donne negli Stati Uniti, e hanno portato mobilità, protezione e molti altri servizi nelle zone più povere della Francia. Yunus dimostra che eliminare le diseguaglianze create da un capitalismo sfrenato con le risorse della vita di tutti i giorni è possibile. La strategia è semplice. Si tratta di riconoscere l'inganno del capitalismo classico, secondo il quale la natura umana è egoista e orientata anzitutto all'interesse personale, e di prendere parte a un nuovo sistema economico fondato su una visione più realistica, che riconosca nell'altruismo e nella generosità forze altrettanto fondamentali e potenti.
Che cosa sono i manager? Una casta di privilegiati, irresponsabili, strapagati, che sacrificano la loro vita per il lavoro e alla fine del mese aprono estratto conto e busta paga e fanno di conto? Quali competenze hanno? Sanno tutto di sistemi informativi, ma poco di comunicazione umana. Si sono specializzati in tutto senza capire più l'uomo. Come recuperare nelle aziende rapporti che siano innanzitutto umani prima che efficaci? Serve un vocabolario nuovo. Servono responsabilità, rispetto, coscienza e orientamento al futuro. Le aziende non sono soggetti economici con una responsabilità sociale, ma soggetti sociali con una responsabilità economica. Servono visioni, molto coraggio e il tempo per realizzarle.
In questi tempi di crisi economica mondiale, la caduta di molti tabù sull'economia è pressoché inevitabile. Quello sull'infallibilità e l'efficacia degli aiuti economici internazionali è il più inatteso. Attraverso una disamina critica di alcuni aiuti economici della storia più recente, Stiglitz analizza non solo le differenze tra i Paesi che li elargiscono e quelli che li ricevono, ma anche l'uso che ne viene fatto e le relative conseguenze. Depositi, riserve e percentuali positive iniziano ad assumere così un altro significato. Domandandosi se queste speculazioni siano soggette alle leggi internazionali di giustizia oppure se ci sia bisogno di uno schema di redistribuzione degli introiti commerciali su scala mondiale, Stiglitz ci offre il suo punto di vista sulle brucianti contraddizioni dell'economia mondiale.