Questo romanzo di Christian Bobin, dalla trama alla forma, è una fantasmagoria, un miracolo letterario. Pagine oniriche che, fingendo di raccontare la quotidianità banale di una giovane colf di nome Ariane, parlano di innocenza, astuzia, gelosia, tristezza, orgoglio, amore folle, domani senza speranza e illuminazioni senza ritorno. Come indica il titolo del romanzo, tutti sono occupati a cercare di appendere ghirlande all'infinita sarabanda di giorni cupi, al tocco di bacchetta magica di Bobin, l'incantatore, maestro dell'illusione, prodigio della metafora e re di un meraviglioso genere romanzesco. (Jean-Rémi Barland)
Nel febbraio 2021 Edith Bruck riceve a casa la visita eccezionale di Papa Francesco, colpito dalla "lettera a Dio" che la scrittrice ha appena pubblicato. L'incontro storico tra il Pontefice e Edith è nel segno dell'emozione e del dialogo tra due tradizioni, quella cattolica e quella ebraica, unite dalla parola ma divise dagli orrori del ventesimo secolo. Quell'abbraccio inatteso diventa per Edith il punto di inizio di una profonda riflessione sulla sua identità, sull'amore eterno per il marito Nelo Risi, sul senso di colpa che prova oggi per l'affetto verso il Papa, un uomo buono che pure rappresenta la stessa Chiesa che non ha difeso in passato i fratelli ebrei. Un libro commovente, che attraversa la vicenda personale e letteraria di una grande testimone del Novecento e offre ai lettori di ogni età una parola di speranza e di pace.
Odissea: è il titolo del poema epico forse più noto e amato della nostra civiltà ed è anche il termine a cui si ricorre per definire un'esperienza travagliata e, in taluni casi, la vita tout court. Perché soltanto al titolo di quest'opera concediamo di essere sinonimo di vita? Ulisse è un eroe nuovo: avrebbe la possibilità di diventare immortale rimanendo con la bellissima Calipso, ma vuole tornare a Itaca da Penelope e Telemaco, e compiere il proprio destino mortale, paradossale destino di gioia. Proprio perdendo tutto, persino la propria identità, da re a mendicante, rinasce grazie a chi lo sa riconoscere e amare. Se Achille è l'eroe che sovrasta il mondo, Ulisse ne è invece sovrastato. Il suo multiforme ingegno scaturisce dalla necessità di difendersi dai colpi della storia. La sua è una vicenda di resistenza, che culmina nei dieci anni necessari per tornare a casa, dopo i dieci trascorsi a combattere una guerra non sua: a quanti è accaduto qualcosa di simile? E quanto abbiamo sofferto, quanti compagni abbiamo perduto, quante volte abbiamo fatto naufragio, prima di capire che l'unica cura per l'invincibile nostalgia di futuro che ci affliggeva era tornare nella nostra Itaca, non quella del passato ma quella ancora da fare rimanendo fedeli al nostro destino? Alessandro D'Avenia ripercorre i ventiquattro canti del poema come un'arte di vivere, e lo fa risplendere di tutta la sua luce. Ci accompagna attraverso l'opera come studioso di Lettere classiche che l'ha eletta a suo principale ambito d'interesse, come insegnante che da anni ne promuove la lettura integrale ad alta voce, come intellettuale abilissimo nell'interpretare lo spirito del tempo. E nel raccontarci le peripezie di Ulisse vi ritrova la propria esperienza personale e il percorso di ogni uomo verso il proprio originale compimento esistenziale. Se abbiamo perso la gioia della nostra odissea, rileggere l'Odissea è il modo migliore per "fare ritorno". Allora resistere non è rimanere fermi, ma ri-esistere: nascere. Questa è l'arte di essere mortali.
Le vicende travagliate e i dolorosi conflitti interiori della peccatrice perdonata nel Vangelo.
Un bambino senza memoria viene ritrovato in un bosco della Valle dell'Inferno, quando tutti ormai avevano perso le speranze. Nico ha dodici anni e sembra stare bene: qualcuno l'ha nutrito, l'ha vestito, si è preso cura di lui. Ma è impossibile capire chi sia stato, perché Nico non parla. La sua coscienza è una casa buia e in apparenza inviolabile. L'unico in grado di risvegliarlo è l'addormentatore di bambini. Pietro Gerber, il miglior ipnotista di Firenze, viene chiamato a esplorare la mente di Nico, per scoprire quale sia la sua storia. E per quanto sembri impossibile, Gerber ce la fa. Riesce a individuare un innesco - un gesto, una combinazione di parole - che fa scattare qualcosa dentro Nico. Ma quando la voce del bambino inizia a raccontare una storia, Pietro Gerber comprende di aver spalancato le porte di una stanza dimenticata. L'ipnotista capisce di non aver molto tempo per salvare Nico, e presto si trova intrappolato in una selva di illusioni e inganni. Perché la voce sotto ipnosi è quella del bambino. Ma la storia che racconta non appartiene a lui.
«Se proprio dovessi, sceglierei la Tasmania. Ha buone riserve di acqua dolce, si trova in uno stato democratico e non ospita predatori per l'uomo. Non è troppo piccola ma è comunque un'isola, quindi facile da difendere. Perché ci sarà da difendersi, mi creda». "Tasmania" è un romanzo sul futuro. Il futuro che temiamo e desideriamo, quello che non avremo, che possiamo cambiare, che stiamo costruendo. La paura e la sorpresa di perdere il controllo sono il sentimento del nostro tempo, e la voce calda di Paolo Giordano sa raccontarlo come nessun'altra. Ci ritroviamo tutti in questo romanzo sensibilissimo, vivo, contemporaneo. Perché ognuno cerca la sua Tasmania: un luogo in cui, semplicemente, sia possibile salvarsi. Ci sono momenti in cui tutto cambia. Succede una cosa, scatta un clic, e il fiume in cui siamo immersi da sempre prende a scorrere in un'altra direzione. La chiamiamo crisi. Il protagonista di questo romanzo è un giovane uomo attento e vibratile, pensava che la scienza gli avrebbe fornito tutte le risposte ma si ritrova davanti un muro di domande. Con lui ci sono Lorenza che sa aspettare, Novelli che studia la forma delle nuvole, Karol che ha trovato Dio dove non lo stava cercando, Curzia che smania, Giulio che non sa come parlare a suo figlio. La crisi di cui racconta questo romanzo non è solo quella di una coppia, forse è quella di una generazione, sicuramente la crisi del mondo che conosciamo - e del nostro pianeta. La magia di "Tasmania", la forza con cui ci chiama a ogni pagina, è la rifrazione naturale fra ciò che accade fuori e dentro di noi. Così persino il fantasma della bomba atomica, che il protagonista studia e ricostruisce, diventa un esorcismo: l'apocalisse è in questo nostro dibattersi, e nei movimenti incontrollabili del cuore. Raccogliendo il testimone dei grandi scrittori scienziati del Novecento italiano, Paolo Giordano si spinge nei territori più interessanti del romanzo europeo di questi anni, per approdare con felicità e leggerezza in un luogo tutto suo, dove poter giocare con i nascondimenti e la rivelazione di sé, scendere a patti con i propri demoni e attraversare la paura.
Bardonecchia, Alpi Cozie. Una giovane famiglia residente nel luogo si imbatte per "caso" nel ritrovamento di un oggetto che potrebbe essere antico come il mondo. Lo stupore cederà ben presto il passo alla smania di possesso da parte di qualcuno che in qualche modo si sentirà chiamato in causa. Vero o falso che sia, quell'oggetto porterà molte novità nei cuori degli abitanti del paese e causerà di riflesso cambiamenti reali nelle vite dei protagonisti. Un'avventura che coinvolgerà la mente, l'anima e il cuore.
Secondo una leggenda, i Magi che resero omaggio a Gesù appena nato non erano tre, ma quattro. Il quarto saggio, Artaban, partì portando con sé pietre preziose da donare al Messia, ma smarrì la strada e arrivò a Betlemme quando già la Sacra Famiglia era fuggita in Egitto. Vagò per il resto della vita alla ricerca di Gesù senza mai incontrarlo. Capitò però a Gerusalemme proprio nei giorni della Passione del Nazareno e quando, la mattina di Pasqua, il Risorto gli apparve, egli non aveva più nulla da donargli, perché aveva utilizzato i doni destinati a Gesù bambino per aiutare poveri e perseguitati. Ma Gesù gli disse: «Ogni volta che hai fatto questo ai tuoi fratelli, tu l'hai fatto a me». Artaban comprese allora che la sua ricerca era conclusa. Ora finalmente avrebbe potuto seguire, e non più inseguire, il Risorto.
La vita di Chiara, 15 anni, già complicata per una serie di vicende familiari, viene stravolta dall'arrivo di una mail inaspettata. Da quel momento, una serie di misteriose coincidenze la costringeranno a trasferirsi da Milano a Rasiglia, un minuscolo paesino dell'Umbria, dove verrà a conoscenza di inquietanti dettagli sul passato della sua bisnonna e proverà per l'ennesima volta la sensazione di avere il mondo sulle spalle. Non c'è da stupirsi che si senta prosciugata come certi fiori dimenticati sui balconi! È con questo stato d'animo che Chiara si troverà catapultata nel mondo di Acqua, dove scoprirà di essere l'erede diretta dell'ultima Cercatrice. Il suo unico pensiero sarà trovare il modo di tornare a casa, ma per riuscirci il prezzo da pagare sarà alto. Sarà disposta ad affrontare il più subdolo e ingannatore dei nemici, rischiando di perdere tutto, anche se stessa, per i suoi amici? Un'avventura tra il mondo reale e un mondo "altro", un viaggio alla ricerca di sé e del senso della vita, attraversando le proprie paure e l'eterna lotta tra bene e male. Età di lettura: da 11 anni.
Poco dopo Natale, dal presepe allestito in una piazza romana qualcuno sottrae la statuetta di Gesù Bambino. Il commissario Mariotti, già alle prese con una fastidiosa serie di furti negli appartamenti, è costretto a intervenire. Ma per ripicca affida le indagini al più iellato dei suoi agenti, Rocco Gargiulo. L'elenco dei sospettati è lungo. Nel quartiere, infatti, sono in molti a non avere in simpatia il presepe e il suo ideatore, don Eugenio. Ma qualcuno pensa invece a un collegamento con i furti. Gargiulo troverà un insperato aiutante in Antonio, un bambino di dodici anni che vive con il fratello. E dovrà calarsi nelle storie dei diversi personaggi, tutti legati tra loro da un invisibile filo.
La storia del burattino più famoso del mondo. Età di lettura: da 9 anni.
«È mia profonda convinzione quindi che ogniqualvolta si presenti l'occasione di praticare dell'umorismo sia un dovere sociale far sì che tale occasione non vada perduta» Una parodia della storia economica antica e medievale, in cui il commercio delle spezie, specialmente del pepe, è identificato come il motore dello sviluppo economico grazie alla scoperta del suo potere afrodisiaco; la scherzosa teoria generale della stupidità, una delle più potenti e oscure forze che operano sui nostri destini. Due capolavori di soavemente perfido umorismo, una piccola pausa ironica dalle nostre afflizioni quotidiane.