A due mesi dagli eventi del maggio 1968, che avevano innescato, tra l'altro, la cosiddetta «rivoluzione sessuale», Paolo VI firma e promulga la sua settima e ultima lettera enciclica, conosciuta universalmente come "Humanae vitae". In quel testo papa Montini sintetizza la dottrina della Chiesa sulla genitorialità responsabile, sul valore della vita umana, sulla bontà dell'amore coniugale. La Lettera mette in guardia dai limiti della tecnica, che non può da sola risolvere i grandi problemi dell'uomo; ricorda la necessità della rinuncia nella vita morale e i pericoli dell'egoismo; smaschera il pericolo dell'aborto, cui porterebbe una mentalità anti-natalista a oltranza; fa intravvedere i grossi rischi indotti dal consumismo. Le tematiche poste dall'Humanae vitae vanno ben oltre le questioni della sessualità e del controllo della natalità. Nell'enciclica si affrontano due visioni del mondo, due concezioni della persona umana, del significato del corpo, della creazione, dell'autonomia della libertà umana. Sono due nozioni della coscienza e dell'autorità, e anche - per così dire - due visioni differenti di Dio. Nuova traduzione con testo latino a fronte.
La «pastorale del divano» non indica pigrizia o indolenza, ma la centralità delle relazioni umane nella vita di un pastore e di una comunità cristiana. Dedicare tempo alle persone per ascoltarle, accoglierle, accompagnarle e incoraggiarle consente di guardare gli altri non solo come «prestatori d'opera» e di chiedersi se le parrocchie abbiano bisogno di «persone per tenere in piedi le attività» o propongano attività «per tenere in piedi le persone». Proprio ascoltando alcune famiglie che hanno letto e approfondito l'esortazione Amoris laetitia, e quindi mettendo in pratica la «pastorale del divano», sono nate queste pagine di introduzione e approfondimento al testo di papa Francesco. Con la convinzione che la vita e le relazioni familiari possano costituire un luogo teologico in cui la riflessione sulla fede viene provocata e interpellata.
Riprendendo l’espressione della santa andariega, la prima parte del titolo, È tempo di camminare, indica l’atteggiamento fondamentale di ogni consacrato.
La seconda parte, La vita consacrata nel magistero pontificio, intende accogliere con gratitudine il dono della parola e degli scritti di Papa Francesco ai consacrati, affinché, facendone tesoro nella loro esistenza, possano essere profeti nel qui e nell’ora in cui si trovano a vivere.
Quello che il Papa ha detto e scritto sulla vita consacrata, dal 16 marzo 2013 al 31 dicembre 2017, viene presentato attraverso alcune parole chiave che possono considerarsi anche come l’eredità dell’Anno della vita consacrata: memoria-profezia, passione-vangelo, speranza-gioia. Declinare nella propria vita queste parole permetterà ai consacrati di portare novità nella loro spiritualità, nelle relazioni e nella loro missione; di custodire e far sorgere germogli di risurrezione, di vita e di bellezza nei drammi della storia.
La Chiesa accompagna da duemila anni lo sviluppo della società occidentale, che oggi come mai prima si trova ad affrontare tensioni e sconvolgimenti profondi dovuti a cause molteplici, complesse, che si intrecciano tra loro: la globalizzazione, il libero marcato, le biotecnologie, l'emergere di nuove libertà. I confini si spostano, si assottigliano, finiscono quasi per scomparire e l'uomo, attraverso il suo sapere e la sua libertà, apre da sé e per sé un vasto campo di esperienze e di possibilità senza precedenti. Dei nuovi modi di essere. Per coloro che hanno fede nella Rivelazione divina, le auto-trasformazioni di questa "immagine" di Dio che è l'umanità, non possono non suscitare delle domande: ciò che sta accadendo è ciò che Dio ha voluto? Ciò che l'uomo crea - o distrugge -, acquista un significato, un senso, mediante la fede? La Chiesa è ancora oggi un testimone credibile e attendibile di fede vissuta? Questi interrogativi, compresi nella loro dimensione sociale e politica (eutanasia, aborto, omosessualità, manipolazioni genetiche, tutela della natura) animano queste conversazioni. Le parole di Mons. Léonard possono piacere o meno, ma certamente non lasceranno indifferente il lettore che, credente e non credente, troverà in queste pagine la possibilità di un confronto, di un dialogo. Ed è questo ciò di cui il nostro secolo, ovviamente, ha più bisogno. Con urgenza.
Il Volume raccoglie le meditazioni di Sua Eccellenza, Mons. Francesco Miccichè, sulla vita, su Dio, sulla libertà, sulla felicità, sull’amore.
NOTIZIE SULL’AUTORE
Francesco Miccichè, nato a San Giuseppe Jato, arcidiocesi di Monreale, il 6 giugno 1943, è ordinato presbitero nel 1967. Dopo aver svolto il ministero presbiterale in varie parrocchie dell’arcidiocesi di Monreale, il 23 dicembre 1988 è nominato vescovo ausiliare di Messina-Lipari-Santa Lucia di Mela. Dopo 9 anni, il 24 gennaio 1988, viene inviato a capo della diocesi di Trapani dove è rimasto fino al 19 maggio 2012.
L'esortazione apostolica Amoris Laetitia di Papa Francesco ha aperto prospettive nuove nell'approccio alla realtà preziosa ma fragile delle relazioni coniugali delle coppie cristiane. in questo volume, Philippe Bordeyne, sacerdote e teologo moralista francese, mostra con semplicità gli aspetti di novità e di continuità di questo testo di Papa Francesco.
Notizie sull’Autore:
Philippe Bordeyne, sacerdote è nato nel 1959. Specializzato in teologia morale, è rettore dell'Institut Catholique di Parigi. Ha partecipato in veste di esperto al Sinodo sulla Famiglia. Ha pubblicato diversi libri tra cui: " L'homme er son angoisse" (Cerf) e "Répondre à l'inquiétude de la famille humaine", "L'actualité de Gaudium et Spes" (Bayard).
Descrizione
Questa terza esortazione apostolica di papa Francesco - dopo "Evangelii gaudium" e "Amoris laetitia" – è una riflessione dotata di profonda ispirazione evangelica e di forte aderenza alla realtà attuale: un invito appassionato a ciascuno a intraprendere la via di una santità incarnata e profetica. Francesco, in questo documento dal carattere fortemente pastorale, dà del “tu” al proprio interlocutore, lo prende per mano suggerendogli un percorso che affonda le radici nella millenaria saggezza della Chiesa, ma viene declinato per rispondere alle sfide che il cristiano incontra nella vita di oggi, nella cultura contemporanea. Questa esortazione, dai toni pacati, ma coinvolgenti ed esigenti, tipici di Francesco, si annuncia, al giro di boa dei cinque anni dall’inizio del suo ministero petrino, come uno dei grandi testi del pontificato.
Il documento ben si presta a guidare la riflessione non solo dei singoli fedeli, ma pure dei gruppi – anche giovanili o familiari – e delle comunità. L’ampio e pregnante commento di fratel MichaelDavide, che coglie i nodi principali dell’esortazione, ma anche molti riferimenti puntuali e illuminanti, e li inquadra nel quadro del magistero di papa Francesco e della più ampia riflessione della Chiesa, dalla grande tradizione monastica al concilio Vaticano II, offre in questo senso un ulteriore aiuto alla lettura di questo intenso testo del papa, così da farne uno stimolo per il cambiamento personale ed ecclesiale.
Note sull'autore
Con il nome di Papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio è dal 13 marzo 2013 il 266° pontefice della Chiesa cattolica. Vescovo di Roma e ottavo sovrano dello Stato della Città del Vaticano, è di nazionalità argentina, nato in una famiglia di origini italiane, e appartiene alla Compagnia di Gesù. È il primo pontefice di questo ordine religioso e il primo proveniente dal continente americano.
Fratel MichaelDavide è monaco benedettino nella Koinonía de la Visitation a Rhêmes-Notre-Dame (www.lavisitation.it) e dottore in Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana. Tra le sue più recenti pubblicazioni con EDB ricordiamo: Vivere il perdono (2015), Celebrare il perdono (2015), Pregare a tavola(2015), Non perfetti, ma felici. Per una profezia sostenibile della vita consacrata (2015), Nelle tue mani è lamia vita. Rosario per i malati (2014), Fratelli e sorelle in umanità (2013), Spero lo Spirito Santo. Meditazioni per la Pentecoste (2012); con Milena Simonotti, Il presepe nel cuore. Novena. Tavole di Giuseppe Cordiano (2011) e L’Ora dell’Amore. Presepe di Pasqua. Ierofanie di Giuseppe Cordiano (2013).
A cinque anni dall'elezione, papa Francesco ci consegna la sua terza Esortazione apostolica. Un testo che non vuole essere un trattato, ma il cui «umile obiettivo» è quello di «far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità». Il punto di partenza è dunque «la chiamata alla santità», rivolta a tutti. Vengono poi individuati «due sottili nemici» che tendono a rinchiuderla in forme elitarie, intellettuali o volontaristiche. Le beatitudini evangeliche, cuore della riflessione, sono proposte come modello positivo di una santità che consiste nel seguire la via «alla luce del Maestro» e non una vaga ideologia religiosa. Pazienza e mitezza, umorismo, audacia e fervore, vita comunitaria e preghiera costante sono descritte come alcune delle caratteristiche della santità nel mondo attuale. Un ultimo capitolo è dedicato alla vita spirituale come «combattimento, vigilanza e discernimento». Dalle parole semplici e pratiche del Papa emerge una disposizione che non ha nulla di ideale o di astratto, ma è una santità «della porta accanto», paziente, che si esprime attraverso piccoli gesti e che il Papa scorge «nei genitori che crescono con amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa». La guida alla lettura del direttore de 'La Civiltà Cattolica', Antonio Spadaro, aiuta a cogliere la centralità di questa Esortazione nel progetto di riforma spirituale portato avanti da Francesco: proprio come il santo di Assisi, egli intende «ricostruire» la Chiesa, mettendo al centro Dio. Il testo di Spadaro presenta il documento, ne indica le fonti nelle riflessioni pastorali di Bergoglio gesuita e vescovo, e in quelle più recenti da Pontefice, e individua i temi centrali del messaggio che il Papa intende lanciare oggi alla Chiesa. Un prezioso indice delle parole chiave propone percorsi e letture personali.
Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. Questa è tante volte la santità della porta accanto. (Papa Francesco) «Sono cinque i pannelli dell'affresco della santità che Papa Francesco dipinge: la chiamata, due sottili nemici, le beatitudini, cinque caratteristiche, la lotta per la vittoria. Non siamo di fronte ad un sistema chiuso e compiuto in sé stesso, ma ad un affresco le cui pennellate domandano a ciascuno di noi di intervenire, di mettere la propria mano e il proprio cuore dentro la pittura, di prendervi parte e di trovare il proprio posto. «Non ci si deve aspettare qui un trattato sulla santità, con tante definizioni e distinzioni che potrebbero arricchire questo importante tema, o con analisi che si potrebbero fare circa i mezzi di santificazione. Il mio umile obiettivo è far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità». Con l'Introduzione di Maurizio Gronchi. In appendice Lettera Placuit Deo della Congregazione per la Dottrina della Fede su alcuni aspetti della salvezza cristiana. Indici a cura di Giuliano Vigini.
L'individualismo neo-pelagiano e il disprezzo neo-gnostico del corpo sfigurano la confessione di fede in Cristo, Salvatore unico e universale. Il documento della Congregazione per la dottrina della fede ribadisce che la salvezza consiste nella nostra unione con Cristo, che, con la sua incarnazione, vita, morte e risurrezione, ha generato un nuovo ordine di relazioni con il Padre e tra gli uomini e ci ha introdotto in quest'ordine grazie al dono del suo Spirito.
1. “REJOICE AND BE GLAD” (Mt 5:12), Jesus tells those persecuted or humiliated for his sake. The Lord asks everything of us, and in return he offers us true life, the happiness for which we were created. He wants us to be saints and not to settle for a bland and mediocre existence. The call to holiness is present in various ways from the very first pages of the Bible. We see it expressed in the Lord’s words to Abraham: “Walk before me, and be blameless” (Gen 17:1).
2. What follows is not meant to be a treatise on holiness, containing definitions and distinctions helpful for understanding this important subject, or a discussion of the various means of sanctification. My modest goal is to repropose the call to holiness in a practical way for our own time, with all its risks, challenges and opportunities. For the Lord has chosen each one of us “to be holy and blameless before him in love” (Eph 1:4).