"Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della Bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: infatti è numero d'uomo, e il suo numero è seicentosessantasei". Così si legge nell’Apocalisse a proposito del numero della bestia, 666. Ma qual è il suo significato? In che modo ha a che fare con la fine dei tempi?
Dal 1961 al 1963, don Carrer fu al servizio di colui che nel 1978 sarebbe diventato papa Giovanni Paolo I. Da tutti conosciuto come don Paolino, era un giovane sacerdote della diocesi di Vittorio Veneto. Si era da poco ripreso da una malattia, quando il vescovo Luciani lo chiamò: «Vuole essere il mio cireneo?». A don Paolino lì per lì sembrò una parola un po' "arcaica". Comprese dopo che era nello stile di Luciani. Non voleva farlo sentire "solo un segretario", bensì un compagno fedele con il quale condividere una parte di vita e... soprattutto di strada. Perché don Paolino fu principalmente autista. Prefazione del Card. Pietro Parolin.
L'esperienza del sociale è l'esperienza di camminare insieme lungo un percorso tracciato dallo spirito del tempo, dalle caratteristiche strutturali del contesto, dalle modalità dì incontro con l'altro e dal significato attribuito all'alterità. É quindi espressione della dimensione dinamica dello stare insieme in un orizzonte di tempo e di senso. Negli scenari della contemporaneità questo cammino di condivisione sembra costretto tra tendenze opposte che mettono a rischio la capacità-necessità della persona di collocarsi al centro dell'esperienza e mediare i condizionamenti del contesto con la scelta responsabile di azione, relazione, comunicazione. Affrontando questa problematica, il libro propone la rivisitazione di alcuni autori, ì quali osservano le contraddizioni della modernizzazione ed esprimono un'idea di vita intersoggettiva come complessa interdipendenza fra persona e struttura e quindi corre problema dell'uomo, della società, della cultura. Le differenze sono molteplici e riguardano sia i particolari ambiti indagati, sia le preoccupazioni guida, sia le premesse epistemologiche. Ciascuno però offre - a nostro avviso - una prospettiva utile a ricomporre il mosaico della vita collettiva e a rappresentare la multidimensionalità dell'esperienza del sociale. La stravagante varietà di elementi che emerge dalle loro analisi invita a riflettere su problematiche dei nostri contesti che testimoniano l'emergenza persona, offrendosi. come terreno fertile per molteplici aree di ricerca. Su questa base è possibile rifondare una teoria dello stare insieme come superamento della spaccatura azionesistema che fa evaporare ìl senso stesso dell'esperienza.
Nel cammino all'insegna della sinodalità che Papa Francesco ha chiesto di vivere alla Comunità ecclesiale, a livello mondiale e locale, quale contributo anche la teologia è chiamato ad offrire?Il recente volume di Johan Ickx, Pio XII e gli ebrei, ripropone il tema ampiamente dibattuto della posizione della Santa Sede nel tempo dell'Olocausto. Posta la scelta di Pio XII di affrontare le persecuzioni contro gli ebrei attraverso la via diplomatica, ci si chiede se questa scelta sia stata adeguata. Chiude questo numero la nutrita - e molto apprezzata - rubrica con la presentazione degli articoli di maggior interesse metodologico delle principali riviste teologiche internazionali.
Quando ci avviciniamo al tema dello Spirito le nostre parole devono farsi umili, perché siamo di fronte al mistero, e il mistero non riguarda le cose non ancora conosciute, bensì quella realtà che non sarà mai conosciuta. (Abraham J. Heschel). San Francesco era innamorato dello Spirito: avrebbe voluto che nella Regola fosse indicato come Ministro generale dell'Ordine. L'intera vita del santo può essere vista come un'incessante ricerca per cogliere l'ispirazione e l'azione dello Spirito santo.In questo semplice libro anche noi veniamo aiutati: riflettere e ad aprirci per accogliere la luce dello Spirito del Signore Gesù.
La traduzione qui offerta è letterale e mira a una resa il più fedele possibile del testo siriaco. Nel confronto con il testo greco non abbiamo segnalato le varianti che possono derivare dalla diversità delle costruzioni sintattiche nelle due lingue. Allo stesso modo non abbiamo segnalato come varianti la diversa posizione delle parole all0interno della frase, l'uso delle congiunzioni, dell'articolo e dei pronomi, le espressioni idiomatiche, le proposizioni circostanziali, ecc...
Il calendario liturgico 2025 per il rito romano è un sussidio dettagliato ed essenziale, con tutte le informazioni necessarie per vivere tutto l'anno in compagnia della Parola di Dio, per una più attenta preparazione alla celebrazione della santa Messa. Inizia con la prima domenica di Avvento (1° dicembre 2024) e termina con l'ultima domenica dell'anno liturgico (23 novembre 2025). Per ogni giorno dell'anno il calendario indica: il grado della celebrazione prevista dalla liturgia (solennità, festa, memoria obbligatoria o facoltativa del santo) e il colore liturgico. I riferimenti biblici delle letture della santa Messa e il ritornello del salmo responsoriale. Uno dei santi del Martirologio Romano o dei Calendari propri delle Chiese locali nei giorni in cui non ci sono delle ricorrenze liturgiche. La settimana del Salterio della liturgia delle ore, indicata con un numero romano.
"Tutti in realtà cercano i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo." (Fil 2,21) La nostra vera felicità non sta nel compimento della ricerca dei nostri interessi, ma della ricerca degli interessi di Dio e degli altri. È questo il grande mistero della vita, il grande mistero che il cristianesimo è venuto a mettere in piena luce e che da duemila anni viene annunciato assieme all'annuncio pasquale, perché è un mistero inerente al mistero pasquale: che l'uomo trova soddisfazione piena degli interessi del suo cuore rinunciando a cercare i propri interessi e abbracciando quelli di Cristo. È un paradosso, è una follia, ma una follia in cui si trova la sapienza pasquale del cristianesimo, una realtà inconcepibile eppure reale, tanto che è possibile farne esperienza, verificare che è proprio così. Ce lo testimonia Cristo stesso, incarnandosi, vivendo da povero e da servo di tutti, e soprattutto morendo in croce e risorgendo. E alla sua sequela ce lo testimoniano tutti i santi.
Il fuoco della Parola infiamma il cuore dei discepoli di Gesù e li fonde in un cuore solo e un'anima sola: mistero della Chiesa, sottotraccia del mondo. Il dono pasquale della vita del Figlio si spande sull'umanità, che finalmente può vivere del respiro stesso di Dio. Dopo il saggio La Bibbia si apre a Pasqua, Scrittura, liturgia e teologia tornano a unire diciassette studiosi alla ricerca del filo rosso della Pentecoste, tra Antico e Nuovo Testamento. Nell'ambito della lettura liturgica della Bibbia, i vari contributi vogliono offrire un commento alle letture proclamate nella solennità, seguendo il percorso delle celebrazioni, dove ogni elemento trova il suo senso in rapporto con gli altri. Passo per passo viene seguito il lezionario della Vigilia e della Messa del giorno, mentre due contributi sintetici danno una chiave ermeneutica all'intero percorso. Se la Bibbia è «anima della teologia», quest'anima trova casa nella liturgia. Qui la Parola viene proclamata e ascoltata, qui prende fuoco e si realizza: il corpo delle Scritture si rivela essere corpo di Cristo, vero cibo. È nella liturgia che avviene in pienezza, benché ancora velata, quella prima parola di Dio: «"Sia luce!". E fu luce».
Il libretto raccoglie le semplici e confidenti preghiere a Maria della tradizione salesiana. Per Don Bosco Maria era Maestra di saggezza, Madre della Chiesa e Aiuto dei Cristiani. Nel suo nome e con la sua materna intercessione Don Bosco ha visto fiorire miracoli lungo tutta la sua vita.
Un padre che ha deciso di mettere il vangelo al primo posto, di frequentare la Scrittura per trarne parole che diano direzione alla sua vita. Un pastore da poco in pensione che traccia una sorta di bilancio su ciò che può dire della sua fede, su ciò che attiene all'essenziale, e lo indirizza ai suoi figli ormai lontani dalla chiesa. Commosso nel vederli diventare adulti, Antoine Nouis non vuole prendere la difesa dell'istituzione, ma racconta della scommessa della fedeltà e delle piccole e grandi lotte che essa ha comportato. Questa lettera, pastorale e personale al tempo stesso, traccia un percorso di speranza sulla mappa della vita, punteggiato da intense e vere narrazioni della libertà, dell'amore, della grazia... e della morte.
Il 2023 segna gli 800 anni della conferma della Regola di san Francesco. Perché Francesco ha dovuto scrivere una Regola? Senz'altro per dare stabilità e riconoscimento nella Chiesa alla sua Fraternità, che si presentava come una realtà molto innovativa. Questo volume presenta una lettura non statica ma dinamica della Regola di san Francesco, per aiutare chi non la conosce a scoprirla e a gustarne l'ispirazione e il senso più profondo. Un testo sempre in divenire, che propone un rinnovato contatto con il Vangelo e che diventa anche per noi provocazione e profezia per una scelta radicale di vita.