Che cosa hanno in comune una vedova sensibile in cerca di indipendenza, una casalinga scontrosa e ‘claudicante’, un giudice benestante sulle orme del passato, un funzionario governativo mite e vessato da una moglie eternamente insoddisfatta, una pluridivorziata a caccia del successivo consorte e del vero amore, un single impenitente col vizio delle donne e della solitudine? Lo stesso volo, la stessa destinazione, lo stesso hotel, il Marigold. Ubicato in India e gestito con zelo e passione da Sonny Kapoor, un giovane uomo sospeso tra una madre conservatrice e una fidanzata decisamente moderna, il Marigold Hotel è strutturalmente impreparato a ricevere ospiti. Diversamente dalla brochure, evidentemente ritoccata, che ne decantava stile e servizi, l’albergo ha bisogno di essere rinnovato e riorganizzato. Eppure in quelle camere prive di agi e conforti, tra polvere e rubinetteria gemente, gli eclettici ‘turisti’ troveranno accoglienza e voglia di ricominciare, di restare, di andare
Oltre a non aver superato la difficile realtà familiare che ha visto allontanarsi i genitori, la giovane Corinne (Taissa Farmiga) deve accettare di mettere da parte le proprie esigenze e custodire in silenzio il proprio dolore per via del fatto che le attenzioni di tutti sono rivolte verso la piccola sorella Wendy. Sempre più allo sbando, la ragazza si scopre incinta del fidanzato e deve rivedere così la propria vita, sposandosi e ritrovando anche la fede grazie a una congregazione religiosa.
Regista: Jerry zaks
Cast: Meryl streep, Leonardo di Caprio, Diane Keaton, Robert de Niro
Bessie (Diane Keaton), accudisce suo padre Marvin, costretto a letto a causa di un ictus. L’unico aiuto che ha, é quello dell’anziana zia Ruth inaffidabile anziana che scambia il mondo di una soap opera televisiva per realtà. A peggiorare le cose, ci pensa un medico che le diagnostica una leucemia. Solo la sorella Lee (Meryl Streep) può aiutarla con un trapianto di midollo, e cosi Bessie è costretta a riallacciare i rapporti che aveva interrotto, dopo che quest’ultima si era rifiutata di aiutare il padre lasciando a lei tutta la responsabilità.
Il non ancora trentenne Adam (Joseph Gordon-Levitt) ha una vita tranquilla e appagante: è fidanzato con la bella Rachel (Bryce Dallas Howard) e si diverte con l’amico Kyle (Seth Rogen). Quando scopre di essere malato di cancro tutto cambia. Frustrato e incapace di accettare la malattia, il giovane non reagisce. L’amicizia con Kyle e l’incontro con Katherine (Anna Kendrick) gli faranno aprire gli occhi: la vita può ricominciare, basta guardare il mondo con occhi diversi e non dare nulla per scontato.
Strepitoso dramedy (commedia+dramma), il film è stato presentato con successo al Toronto Film Festival 2011.
Dietro la macchina da presa c’è Jonathan Levine (Fa’ la cosa sbagliata) che dimostra di sapere miscelare perfettamente buon umore, dolore, amore, solidarietà, amicizia, grazie alla perfetta performance di un cast che schiera anche una splendida Anjelica Huston (I Tenenbaum) nel ruolo della madre.
Il piccolo Hugo Cabret vive nascosto nella stazione di Paris Montparnasse. Rimasto orfano, si occupa di far funzionare i tanti orologi della stazione e coltiva il sogno di aggiustare l’uomo meccanico che conserva nel suo nascondiglio e che rappresenta tutto ciò che gli è rimasto del padre. Per farlo, sottrae gli attrezzi di cui ha bisogno dal chiosco del giocattolaio, un uomo triste e burbero, ma viene colto in flagrante dal vecchio e derubato del prezioso taccuino di suo padre con i disegni dell’automa. Riavere quel taccuino è per Hugo una questione vitale.
Critica
“I cinque Oscar andati a Hugo Cabret (fotografia, scenografia, sonoro, effetti sonori ed effetti speciali visivi) testimoniano l’eccelsa confezione di un film che sta raccogliendo consensi ovunque”
Famiglia Cristiana
“Hugo Cabret emoziona fino alle lacrime e dimostra come sia ancora possibile guardare il grande schermo con occhi nuovi”
Avvenire
Pietro Ponte è un giovane uomo che inforna cornetti di notte e sogna di fare l’attore di giorno. Lasciata Catania per la capitale, cerca e trova casa a Monteverde. Entusiasta dell’appartamento e di una vita ancora tutta da realizzare, si accorge molto presto di non essere solo e di condividere il suo spazio con misteriosi inquilini, che ‘appaiono’ e ‘scompaiono’ turbandone il sonno e le notti. Le presenze, distinte e magnifiche, sono ombre di attori di un’altra epoca e di un’altra storia. Prigionieri di un passato nemmeno troppo remoto, la compagnia chiede a Pietro di aiutarli a recuperare la libertà perduta.Tra provini brillanti e cornetti fragranti, il ragazzo imparerà a convivere coi ‘propri’ fantasmi, indicando loro la porta di casa e un nuovo tempo da abitare.
Critica
“Lascia lo spettatore con tante domande. E una delle funzioni del buon cinema è proprio quella di essere in grado di farci interrogare. Sui noi stessi, sulla vita, sull’esistenza.”
Il Cittadino GE
“Scenografie straordinarie, un bel contributo musicale della cantante turca Sezen Aksu e attori in parte”
Toscana Oggi
Teheran, 1958. Nasser Ali è un virtuoso del violino, che la moglie ha fatto a pezzi, infrangendogli il cuore. Perduto il suo strumento, Nasser prova inutilmente a sostituirlo, spingendosi in botteghe di città lontane. Fallito ogni tentativo e incapace di essere altro che un musicista, Nasser si lascia morire nel suo letto davanti agli occhi smarriti dei suoi figli e di una consorte mai amata. Negli otto giorni che precedono la sua cercata dipartita, Nasser ripercorrerà come in una favola la sua vita e il dolce segreto che l’ha ispirata. Incantandola per sempre.
Critica
“Un cinema dell’invenzione allo stato puro per un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile e in prevalenza poetico.”
ACEC
Nel teatro all’interno del carcere romano di Rebibbia si conclude la rappresentazione del “Giulio Cesare” di Shakespeare. I detenuti/attori fanno rientro nelle loro celle. Sei mesi prima: il direttore del carcere espone il progetto teatrale dell’anno ai detenuti che intendono partecipare. Seguono i provini nel corso dei quali si chiede ad ogni aspirante attore di declinare le proprie generalità con due modalità emotive diverse. Completata la selezione si procede con l’assegnazione dei ruoli chiedendo ad ognuno di imparare la parte nel proprio dialetto di origine. Progressivamente il “Giulio Cesare” shakesperiano prende corpo
Critica
“Il risultato è un prodotto imperfetto ma pieno di vita, mosso e dinamico, acuto e carico di suggestioni.”
ACEC
Spero che qualcuno tornando a casa dopo aver visto ‘Cesare deve morire’ pensi che anche un detenuto, su cui sovrasta una terribile pena, è e resta un uomo. E questo grazie alle parole sublimi di Shakespeare”. Questa una delle frasi più toccanti di Vittorio, che ha ricevuto con il fratello Paolo l’Orso d’Oro.
Famiglia Cristiana
“Un altro trionfo per la coraggiosa opera dei due autori che i premi alla carriera non sono
riusciti a mandare in pensione”
Avvenire
1890.Vigata. Nel corso della recita del Venerdì Santo, detta il “Mortorio”, il ragioniere Antonio Patò che è impiegato nella banca locale, scompare. Il suo ruolo era quello di Giuda che, una volta messosi il cappio al collo, doveva cadere in una botola. Quella botola però risulta vuota. La moglie si rivolge al delegato di Pubblica Sicurezza Ernesto Bellavia ma costui si trova a fianco nelle indagini il Maresciallo dei Carabinieri Paolo Giummaro, stanco di occuparsi di piccole beghe paesane e pronto per la grande inchiesta. I due procederanno fianco a fianco, con una rivalità che progressivamente si trasformerà in cooperazione, nello scoprire verità che alcuni preferirebbero occultare.
"Ha gli occhi di Caligola, ma la bocca di Marilyn Monroe" diceva di Margaret Thatcher il presidente francese Mitterrand, fotografando con una battuta fulminante il paradosso del politico inglese più importante del Novecento dopo Winston Churchill. "The Iron Lady" è uno specchio nel quale, trent'anni dopo, la Gran Bretagna e l'intero Occidente, squassati da una crisi che affonda inesorabile la lama nella carne viva della società, ritrovano l'immagine deformata di una politica che ha perduto la strada per il futuro, incapace di fermare il tragico gioco a somma zero tra i sommersi e i salvati. Perché un'icona si nutre di sentimenti profondi. Come l'odio e l'amore. Il libro "This was England", a cura di Alessandro Bignami, raccoglie un pezzo inedito del corrispondente Ansa da Londra su come l'Inghilterra ha reagito al film sulla Thatcher, una cronologia della vita di Maggie e le interviste al regista, al produttore, alla sceneggiatrice e a Meryl Streep, protagonista di un'altra interpretazione da Oscar. A chiudere, un saggio critico di Emanuela Martini sulla "British Renaissance", la rinascita del cinema inglese durante il regno della "Lady di ferro".
Il film racconta l’incredibile vicenda del reporter di provincia, Adam, e della volontaria di Greenpeace, Rachel, che ricorrono all’aiuto delle due superpotenze rivali della Guerra Fredda per salvare una famiglia di maestose balene grigie intrappolate sotto il ghiaccio del Circolo Polare Artico. In una corsa contro il tempo Adam e Rachel devono organizzare un’improbabile coalizione costituita dalla comunità locale, da un magnate del petrolio e da militari Russi e Americani, che accantonano temporaneamente le loro divergenze, nel disperato tentano di salvare i tre animali in pericolo.
Mark Walsh, fotografo di guerra, torna a casa dopo essere stato ferito in un conflitto in Kurdistan. In stato di shock, Mark permette che la sua esperienza abbia pesanti conseguenze sulla sua vita, creando una sorta di muro tra lui e le persone che ama. La prima persona a notare il suo cambiamento è la fidanzata Elena Morales, allarmata anche dalla scomparsa del collega con cui Mark collaborava. Inaspettatamente Joaquìn Morales nonno della ragazza, si rivelerà l'unico in grado di capire Mark: i due uomini svilupperanno una importante relazione, che cambierà la vita ad entrambi.